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Autore: JustAFangirl    13/03/2013    0 recensioni
"Dopo colazione si preparò per il suo nuovo anno, la terza superiore. Un anno diverso, differente, si incontrano nuovi professori, si fanno nuove materie, e in più si conoscono nuovi compagni perché le ultime sezioni vengono smistate.
Ma di una cosa sola era certa: ci sarebbero state le sue amiche. Si conoscevano dalla prima media, e da li non si erano mai perse di vista, nemmeno a scuola, essendo in classe insieme. Era da circa…12 ore che non le vedeva, si. "
Questa è la prima ff che scriviamo a quattro mani, fateci sapere cosa ne pensate ;)
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Angolo autrici: 

Eccoci qui con un nuovo capitolo! Abbiamo fatto anche abbastanza presto, due giorni! ;) 
Ringrazio chi ha recensito e chi ha messo la storia nelle seguite e ricordate. 
Lasciateci sempre un commentino, per sapere la vostra opinione! 
Grazie <3 
Tyra e Percabeth 

Capitolo 2

 
Anna, come le sue tre amiche d’altronde, ci mise un po’ di giorni per dimenticare quello che era successo. L’idea di essere quasi stata stuprata, il primo giorno di scuola poi, le pareva assurda! Per fortuna che erano arrivati Andrea e Riccardo, anche se se la sarebbero cavata benissimo da sole, è chiaro. Era passata una settimana e avevano avuto modo di conoscere i nuovi compagni, compresi loro. Anna trovò i due ragazzi particolarmente simpatici e il caso aveva voluto che lei e Riccardo venissero assegnati a due banchi vicini. La scuola era uno stress come al solito, ma sicuramente meglio del Ginnasio, non c’erano dubbi. Passava le lezioni a disegnare sul banco oppure a scherzare con Riccardo, prendendo in giro tutto ciò che c’era da prendere in giro. Era un venerdì pomeriggio e Anna stava camminando per il corridoio, quando Andrea, l’amico biondino di Riccardo le si parò davanti bloccandole le strada.
‹‹Ciao…›› disse interdetta.
‹‹Senti…›› mormorò lui, lo sguardo fisso davanti a se ‹‹Un mio amico farebbe una festa questo weekend, ti va di venire?››
‹‹Dipende com’è questo tuo amico!›› ribatté Anna.
‹‹Bah, non saprei. Può darsi che voi femmine lo definiate figo o balle varie, ma a me interessa la sostanza, sai com’è›› disse, continuando a fissare il petto della ragazza, o meglio, qualcosa al di sopra del petto. Anna si accorse dei suoi sguardi e stizzita gli prese il mento, per poi alzargli bruscamente il viso. ‹‹E dove sarebbe questa festa?››
‹‹A casa sua, qua in centro››
‹‹E verrebbero anche Ilaria, Francesca e Marina?››
‹‹Certo, più siete meglio è!››
Anna lo guardò perplessa, ma decise di far finta di niente. ‹‹A che ora?››
‹‹Dalle otto fino a quando volete!››
‹‹Ok, devo chiedere, ci vediamo domani!›› Anna fece per andare via, ma Andrea la fermò e con sguardo da maniaco pervertito le sussurrò: ‹‹Alcool, tanto alcool. Non vorrai perderti una serata del genere!›› Anna sorrise, scotendo la testa e con passo spedito si allontanò. Aveva già molte idee per quella festa.
 
‹‹Ok, voi siete delle deficienti!›› insorse Francesca, lo sguardo spietato.
‹‹Concordo›› disse Marina.
‹‹Non c’è niente di male, vogliamo solo divertirci!›› protestò Ilaria.
‹‹Bene, sbronzatevi! Evidentemente non vi è bastato lo stupro dell’altro giorno!››
‹‹Concordo›› disse Marina.
‹‹Ma dai, che cosa vuoi che ci succeda!›› intervenne Anna ‹‹Conosciamo quella gente, a parte il proprietario della casa, ma quelli sono dettagli, non ci farebbero mai del male!››
‹‹Ha ragione Anna, abbiamo sedici anni per la miseria, e vi fate ancora di questi problemi?››
‹‹No, no ragazze mie!›› esclamò Francesca ‹‹Non è che se perché avete sedici potete fare tutto quello che volete eh? Non potete sbronzarvi come vi pare e piace, c’è, non so se mi spiego! Dopo vi mettono in mezzo a qualche orgia e io non vi vengo a salvare!››
‹‹Concordo››
Ilaria ridacchiò e si buttò sul tappeto, prendendo in braccio Lucy, il gatto di Marina:
‹‹Ma che orge e orge! Sei fissata con ste cose eh Francesca?››
‹‹Vi fate troppi problemi…›› commentò Anna.
‹‹Voi andateci, io me ne resto a casa, con la coscienza a posto!››
‹‹Concordo›› disse Marina.
‹‹E tu smettila di concordare!›› urlò Francesca, accasciandosi sul divano.
Marina sbuffò e si alzò, andando a prendere altri biscotti. I libri di scuola erano sparsi per tutta la casa, insieme a fogli, matite e quant’altro. L’intenzione era stata quella di fare compiti, ma il discorso era caduto subito sull’invito alla festa. Era chiaro ormai che Ilaria e Anna volevano andarci, mentre Francesca e Marina erano contrarie.
‹‹Per me potete andarci!›› disse Marina ‹‹Basta solo che stiate attente a quello che fate. Il punto è che mi sembrate intenzionate a fare strage di lingue…››
‹‹Di lingue?›› ripeté Ilaria.
‹‹Sì, si vede lontano un chilometro che volete slinguazzarvi qualcuno, e anch’io lo ammetto, ma preferirei farlo con  la mente lucida!››
‹‹Non serve essere lucidi per limonare qualcuno, alla fine si tratta solo di attorcigliare la tua lingua su quella di qualcun altro!›› ribatté Ilaria.
‹‹Per favore!›› disse Anna, disgustata e con un biscotto a mezz’aria.
‹‹Stai zitta tu, non mi scorderò mai quel pomeriggio con il tuo ex! E’ stato riprovevole: un continuo palparsi, sbaciucchiarsi, tu che gemevi…››
‹‹Ilaria cazzo!››  la interruppe Anna ‹‹Evita di ricordarmelo!››
‹‹Sì, scusa…››
‹‹Bene, allora è deciso! Voi due andate, noi no!›› concluse Francesca.
‹‹Ehi!›› esclamò Marina ‹‹Non ho ancora deciso io…››
Francesca la guardò in cagnesco e si chiuse in un silenzio ostinato. Anna e Ilaria si scambiarono uno sguardo complice e tornarono ad affondare il viso tra i libri. Passarono diversi minuti in cui nessuno parlò fino al momento in cui Francesca si alzò, scaraventando un libro per aria e puntando minacciosa un dito verso le amiche: ‹‹Ok, verro, ma solo per tenervi d’occhi, sia chiaro!››
Marina sospirò: ‹‹Piccola Francesca cresce…››
‹‹Dì un po’, cos’è che ti ha fatto cambiare idea?›› chiese Anna.
‹‹Te l’ho già detto, vi terrò d’occhio!››
‹‹Secondo me non vede l’ora di farsi Andrea…›› borbottò Ilaria.
‹‹Chi è?›› insorse Marina, intenta a studiare.
‹‹Come chi è, il tipo in classe nostra che ha cacciato gli stupratori, quello biondino!›› disse Anna ‹‹Oggi non faceva altro che guardarmi le tette mentre mi diceva della festa››
‹‹Tiratea manco!›› commentò Francesca.
‹‹Francesca è gelosa!›› la stuzzicò Marina.
‹‹Ma per favore!›› rispose lei, di rimando.
‹‹Bando alle ciance, dico di sì ad Andrea?›› le interruppe Anna.
Le tre amiche si guardarono e annuirono.
‹‹Perfetto!›› esclamò Marina ‹‹Andiamo a comprare qualcosa di decente e…›› si avvicinò a Anna e con mano lesta le palpò il sedere ‹‹Provocante!››
 
Anna girò su se stessa davanti allo specchio, mentre Marina lo guardava soddisfatta. Aveva optato per un vestito nero interamente coperto dal pizzo che le fasciava il seno e arrivava appena sopra il ginocchio. ‹‹Sei sexy Annina!›› commentò Ilaria.
‹‹Sì, come un koala…›› borbottò Marina. Quest’ultima invece indossava un vestito rosso sgargiante con una profonda scollatura e un’ampia gonnellina. Ilaria invece indossava un vestito nero, a balze con inserti bianchi e dorati, invece Francesca portava un vestito bianco e aderente.
‹‹Forza! Forza! Muovere il culo, è ora di andare!››  urlava Francesca, girando per la stanza, in preda all’affanno. ‹‹Stai buona, mi metti ansia!›› brontolò Marina, concentratissima nel mettere l’eye liner decentemente.
‹‹A che ora pensiamo di tornare?›› chiese Ilaria, che finiva di sistemarsi i capelli.
‹‹Per me va a finire che dormiamo là…›› disse Anna, facendo un sorriso malizioso.
‹‹No, oh!›› si intromise Francesca ‹‹Io devo tornare, i miei mi ammazzano!››
‹‹Se va beh, ne parliamo a mezzanotte, quando sarai tra le braccia di un dolce spasimante!›› la schernì Marina, ridacchiando.
‹‹Ve la immaginate?›› disse Ilaria ‹‹Lei che fa tanto la santarellina, ma in realtà è una sciupamaschi incredibile!›› Francesca le tirò un pugno su un braccio e assunse un’aria altezzosa:
‹‹Siete solo invidiose! Muovetevi, non mi piace arrivare tardi!››
Anna prese la borsa, si mise il cappotto e uscì di casa, seguita dalle tre amiche. Ilaria le si avvicinò e sussurrò: ‹‹Non mi piace quando te ne stai zitta, che cos’hai in mente di fare?››
Anna sorrise: ‹‹Ho intenzione di divertirmi, perché?››
‹‹Che cosa intendi per divertimento?››
‹‹Prima beviamo un po’, dopo vediamo!››
‹‹Sì, dopo vediamo, a questo punto spero veramente che Francesca ci tenga d’occhio!››
Le due amiche ridacchiarono e entrarono in macchina, insieme a Marina e Francesca.
La mamma di Anna le accompagnò fino in centro dove però dovettero scendere e proseguire a piedi. Andrea aveva detto che la casa era in Via Roma. Quando riuscirono a trovare la casa giusta, suonarono al citofono e dall’interno sentirono il chiavistello del portone aprirsi. Davanti a loro c’era un ragazzo alto, magro e dagli occhi azzurri. I capelli arruffati gli donavano un tocco di fascino che lasciò le quattro ragazze a bocca aperta. Indossava una camicia azzurra con i primi bottoni slacciati, lasciando intravedere il petto. Sorrideva beffardo e parlottava con una ragazza al suo fianco che gli stringeva il braccio così forte che Anna si chiese se riuscisse a circolare il sangue. La ragazza era carina, aveva lunghi capelli neri e mossi e i tratti del viso fini. Indossava un vestito nero che davanti si fermava sopra le ginocchia, mentre dietro proseguiva fino ai piedi, dove calzava un paio di scarpe dal tacco vertiginoso.
‹‹Voi siete…?›› domandò il ragazzo.
‹‹Io sono Marina, lei è Ilaria, lei Francesca e…››
‹‹Piacere, Anna!›› esclamò lei, porgendo una mano. Lui gliela strinse guardandola intensamente e Anna sentì qualcosa stringerle lo stomaco.
‹‹Ci ha inventate Andrea…›› aggiunse Ilaria.
‹‹Oh, perfetto, venite pure! Sono Michele, il proprietario della casa, siete le benvenute! ››
I due ragazzi le guidarono attraverso il salone, dalle pareti interamente coperte da mosaici antichi e specchi. Doveva essere molto ricco: sembrava di essere in un palazzo. Dal fondo del corridoio si sentiva un vociare farsi via via sempre più forte, accompagnato dal ritmo scatenato della musica.
‹‹Dove mi avete portato…›› mormorò Francesca, stando attenta a non farsi sentire.
‹‹Abbi fiducia, sarà uno sballo!›› esclamò Marina.
‹‹Ma tu non eri contraria?››
La ragazza si strinse fra le spalle e raggiunse il portone. Quando entrarono nella sala della casa, non poterono credere ai loro occhi. Era immensa: lampade stroboscopiche illuminavano la stanza con luci bianche e colorate che creavano disegni geometrici sui muri, per terra e sui visi delle persone. La musica era ad un volume assordante, ma la cosa più impressionante era la quantità di persone che c’era. I divani erano tutti occupati e c’era tantissima gente in pista a ballare. In fondo Anna riusciva a intravedere i banconi dove vendevano spritz e altri super alcolici. Si guardò attorno e vide che il ragazzo e l’altra tipa si erano già immersi tra la folla. Dopo pochi minuti le quattro amiche stavano già ballando, scatenate. Anna sentiva la musica rimbombarle nella testa e dopo un’ora iniziava già a sentire la strana sensazione che provava ogni volta che andava in discoteca. I sensi si facevano via via più intorpiditi e tutto ciò che le stava attorno erano solo luci, musica e corpi in movimento, nient’altro. Ad un tratto vide Ilaria venire verso di lei, con due bicchieri nelle mani: notò che barcollava leggermente. ‹‹Dai Anna! Bevi un po’ non hai ancora toccato niente!››
‹‹Tu sì, non è vero?››
Ilaria sorrise: ‹‹Solo un pochino…››
Anna portò il bicchiere alle labbra e bevve tutto in un sorso, sentì l’alcoοl scendere e bruciare la gola. In lontananza scorse Andrea che ballava con una ragazza, un po’ più in là invece c’era Riccardo con un’altra tizia, circondata da un bel po’ di ragazzi. Anna si avviò al bancone e chiese della grappa. Dopo altri due bicchieri iniziò a sentire la testa che le girava e uno strano senso di euforia. All’improvviso sentì qualcuno prenderla per un braccio. Quando si voltò, rimase di sasso. Davanti a lei c’era Michele, non sembrava per niente ubriaco ed ebbe l’irrefrenabile desiderio di buttarsi tra le sue braccia. Ma non lo fece, riusciva ancora a controllarsi. ‹‹Vieni con me!›› Anna annuì e lo seguì fino ad arrivare in una altra stanza, piena di divani e poltrone. C’era una decina di persone e il ragazzo fece sedere Anna su un divano vicino a lui. Si accorse che c’era anche Riccardo e una ragazza molto alta e bella, che si fumava uno spinello. C’erano anche altri ragazzi, ma non conosceva nessuno.
‹‹Allora Anna, che te ne pare della festa?››
‹‹E’ divertente…›› La ragazza e Riccardo si scambiarono uno sguardo d’intesa e poco dopo lei era di fronte ad Anna, porgendole lo spinello.
‹‹Non so…››
‹‹Su non fare complimenti!›› la incitò.
‹‹Linda, se non vuole non obbligarla!›› protestò Riccardo. 
‹‹No, no, dammi qua!›› disse Anna, tendendo una mano.
‹‹Fai sul serio!›› commentò Michele, circondando le spalle di Anna con un braccio.
‹‹Mi diverto…›› disse lei. Fece un paio di boccate e restituì lo spinello a Linda.
I ragazzi scambiarono quattro chiacchiere, e Anna aveva come il presentimento di essere caduta in una trappola perché ogni minuto che passava sentiva il corpo di Michele sempre più vicino al suo. Per carità, non che lo disdegnasse, ma era una sensazione strana. Il culmine della situazione avvenne quando Michele sfiorò le labbra di Anna con le sue. Lei si allontanò istintivamente:
‹‹Sei fidanzato!›› Michele la guardò perplesso: ‹‹E chi sarebbe la mia fidanzata?››
‹‹Quella ragazza che era con te, quella coi capelli neri e mossi…››
Linda ridacchiò: ‹‹Samantha è un amica di Michele, non stanno assieme…››
‹‹Pensa Anna, che è quasi più troia di Linda!›› esclamò Riccardo.
Lei lo guardò con un finto sguardo di rimprovero e si unì ad un altro gruppo vicino.
Michele tornò a baciare Anna, ma vennero interrotti da una comunicazione del DJ che annunciava il lento della serata. Michele si alzò, trascinando Anna che rideva divertita e si misero a ballare sulle note di Someone Like You. La ragazza si lasciò cullare dal passo lento e ciondolante di Michele fino al momento in cui lui la baciò. Anna non oppose resistenza e continuò a baciarlo sperando che Francesca non intervenisse per nessuna ragione al mondo.
 
 
  
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