Nota dell'Autrice: Ed eccomi che
come al solito,
non resisto. Mi ero ripromessa di scrivere almeno tutta la terza
stagione prima
di cominciare a postare, ma niente.
Sto
scrivendo il quarto capitolo e già non resisto!
Come ho cercato di spiegare nella presentazione, questa
fan fiction è
quello che tutti noi fan di Ten/Rose abbiamo voluto fare almeno una
volta nella
vita: riscrivere la terza stagione con Rose Tyler! Ne ho lette a
centinaia in
inglese e ancora non me ne sono stufata...quindi ho pensato che fosse
il
momento di scrivere anche la mia versione! A differenza di tante terze
stagioni
con Rose, qui la separazione è avvenuta davvero quindi
sarà anche un Reunion
fic!
Che altro dire...il Rating al momento è giallo
ma potrebbe salire nel corso della storia, dipende da "quanto" decido
di scendere nei dettagli. Per quanto riguarda l'angst (ci provo!) non
sarà una costante
della fan fiction ma riemergerà qui e lì nel
corso della storia quindi mi
sembra doveroso metterlo tra le avvertenze.
Ultima cosa prima di lasciarvi alla lettura, il
TARDIS è un'entità femminile, lo si percepisce in
inglese (osa che purtroppo si
perde nella traduzione) quindi di solito le do del "lei".
Prologo
There's such a
sad love, Deep in your eyes.
A kind of pale jewel, Open and closed, Within your
eyes.
I'll place the sky Within your eyes.
There's such a
fooled heart, Beatin' so fast, In
search of new dreams.
A love that will last, Within your heart.
I'll place the moon, Within your heart.
As the pain
sweeps through, Makes no sense for you.
Every thrill is gone.
Wasn't too much fun at all, But I'll be there for you
As the world falls down.
Falling.
Falling down.
Falling in love.
I'll spin you Valentine evenings.
Though we're strangers 'til now, We're choosing the
path Between the stars.
I'll leave my love Between the stars.
As the pain
sweeps through, Makes no sense for you.
Every thrill is gone.
Wasn't too much fun at all, But I'll be there for you
As the world falls down.
(As The World
Falls Down – David Bowie)
“E
suppongo…che sia l’ultima occasione per
dirlo…” disse il Dottore. Faceva così
freddo, gli sembrava di congelare. Si
trovava nel TARDIS, lo sapeva: non poteva sentire il vento gelido della
Norvegia che sferzava il viso e il capelli di Rose. La sua Rose, che
non
avrebbe potuto vedere mai più, in tutta la sua vita. Non era
giusto che finisse
tutto così presto, per loro.
Anche respirare gli era difficile,
bypass
respiratorio o meno, era come se gli fosse stata tolta tutta
l’aria dai
polmoni. Fece una pausa per poterla guardare ancora
quell’ultima volta, per
cercare di memorizzare ogni piccolo dettaglio della sua faccia. I suoi
occhi,
il suo viso macchiato di mascara.
Prese un respiro. "Rose Tyler” disse “Ti amo.”
Ma lo disse a una stanza vuota. Il
collegamento
si era interrotto. Non l’aveva sentito. Non
l’avrebbe sentito mai più. Non
aveva avuto abbastanza tempo…quanto era ironico per un
Signore del Tempo?
Una lacrima gli scese lungo il
viso. Si coprì la
faccia con le mani e lasciò sfuggire un singhiozzo
disperato. “Ti amo” ripeté. L’ultimo legame con
Rose Tyler si era interrotto: se n’era andata per sempre. Le
ginocchia
cedettero sotto il suo peso e si lasciò cadere a terra, le
mani strette a pugno
sopra gli occhi, e pianse.
………¿DW?………
Un mese
prima…
“Rose!
Reggiti!”urlò con tutto il fiato che aveva in
corpo. Tese una mano verso di lei
ma sapeva di non poterla afferrare. Il terrore gli strinse i cuori in
una
morsa. Non poteva star succedendo.
La
gravità
ricominciò a tirarli verso il vuoto, più forte di
prima. Le mani di Rose erano
strette intorno alla leva. Ancora pochi secondi, bastava che resistesse
ancora
pochi secondi e tutto sarebbe andato bene. Ma le mani cominciarono a
scivolare.
“Reggiti!”
strillò ancora tendendosi verso di lei il più
possibile. Se solo avesse scelto
l’altra leva.
Ancora
pochi secondi, ma Rose capì cosa stava per succedere prima
di lui. Alzò gli
occhi e lo guardò, in essi il Dottore lesse solo una scusa
silenziosa: perché
anche quando stava per morire, Rose pensava al Dottore e al fatto che
sarebbe
rimasto solo, e non riuscì più a mantenere la
presa.
Cominciò
a
precipitare verso il Vuoto. Velocissima. Sarebbe scomparsa e lui
sarebbe
rimasto solo.
No, non
questa volta. Il Dottore prese un respiro…e mollò
la presa.
Precipitò
verso il vuoto, come lei. Riuscì ad afferrarla a
mezz’aria e continuarono a
precipitare. La abbracciò e caddero, caddero, ma erano
insieme. Insieme
finirono nel Vuoto, insieme morirono.
Per un
momento, il Dottore fu felice. Poi si svegliò.
Si tirò a sedere di
scatto. Si trovava in camera
sua, sul suo letto. Era solo un sogno.
Strinse tra le mani una camicetta
che Rose aveva
lasciato indietro, rosa, come piaceva a lei.
I ricordi degli ultimi giorni gli
precipitarono
addosso come un macigno. Balzò giù dal letto,
violentemente. Si avvicinò alla
grande scrivania a ridosso del muro, sempre con la camicetta stretta
tra le
mani e se la portò al volto. Inspirò
profondamente, aveva ancora il suo odore.
Per un solo, brevissimo, istante gli sembrò che fosse ancora
lì con lui. Poi
l’istante svanì e si trovò di nuovo
solo.
Scaraventò a terra tutto
quello che aveva sulla
scrivania con un unico gesto. Con un altro si spostò a
sinistra e strinse le
mani su una mensola. Strinse i denti e la scardinò dal muro,
lasciando cadere con
indifferenza a terra tutti i suoi libri.
“E’ colpa
mia” urlò contro il muro. “Non servi a
niente” si inveì contro. “A niente! Non
sei nemmeno in grado di salvare ciò che
hai di più importante della tua vita!”
Continuò per alcuni
minuti. Alla fine, spossato,
abbandonò la fronte contro la parete, respirando
irregolarmente con dei piccoli
rantoli, e si lasciò scivolare a terra. In quel momento
sentì il leggero canto
metallico del TARDIS riecheggiare sul fondo della sua mente mentre
cercava di
calmarlo.
Balzò di nuovo in piedi,
infilandosi le mani nei
capelli. Li tirò ossessivamente fino ad assomigliare a uno
spaventapasseri.
Aveva l’espressione di un folle.
“Vai via!” le
urlò. “Vai via! Lasciami solo!
Voglio restare solo! Tanto non ho alternative, vero? Lei se
n’è andata, non c’è
più e io sarò solo…per
sempre”.
Il TARDIS continuò,
insistente, un po’ più
convinta. Ma il Dottore non voleva saperne. Afferrò un
soprammobile di vetro da
un’altra delle mensole e lo scagliò con rabbia
contro il muro. “Vattene! Stai
zitta! Stai zitta!”
………¿DW?………
Il Dottore si svegliò di
soprassalto. Di nuovo
lo stesso sogno. La camicetta di Rose sempre accanto a sé.
Si tirò a sedere
lentamente questa volta e abbandonò il viso tra le mani.
Avrebbe continuato a
fare quel sogno per il resto della sua vita?
Sospirò.
“Perché non sono ancora morto?” disse
con voce piatta.
Chiuse gli occhi un secondo,
cercando di
raccogliere la forza per alzarsi, poi uscì dalla stanza.
La camera di Rose non era lontana,
il TARDIS
l’aveva spostata, si trovava esattamente di fronte alla porta
della propria
stanza. La porta era stata lasciata aperta, fece quei pochi passi
necessari e
vi entrò. Passava lì tutte le sue ore di veglia
ormai.
Osservò le sue cose,
erano tutte ancora lì, come
se dovesse tornare da un momento all’altro. Come se fosse
solo uscita a
prendere qualcosa e dovesse tornare nel giro di pochi secondi.
Si sedette sulla poltrona
nell’angolo. Era rosa,
erano andati a comprarla insieme. Era riuscita a convincerlo a portarla
a fare
shopping. Rimase lì a fissare la stanza, la camicetta di
Rose appoggiata in
grembo. Riusciva ancora a immaginarla addormentata nel suo letto: il
respiro
regolare di chi sta facendo sogni tranquilli, i capelli biondi sparsi
sul
cuscino, le mani che stringevano dolcemente le lenzuola, ma sapeva
benissimo
che in realtà Rose si trovava lontana da lui. In un altro
universo.
Era l’unica cosa che
poteva fare. Rimanere lì e
ripensare a quando erano ancora insieme.
Poi si ricordò una cosa.
Quando erano stati
nell’universo di Pete
insieme, le aveva spiegato che le fessure tra i due universi erano
impossibili
da trovare, se non per caso. In quel momento realizzò,
però, che in seguito
all’Invasione Fantasma forse il TARDIS sarebbe stato in grado
di trovare una
cicatrice ancora non chiusa del tutto! Afferrò la camicetta
di Rose e corse
verso la sala di controllo, la appoggiò su una balaustra
prima di cominciare a
trafficare freneticamente con i comandi del TARDIS.
I suoi occhi si spalancarono quando
trovò una
corrispondenza. “Oh, vecchia mia…è
questo che stavi cercando di dirmi!” esclamò
accarezzando dolcemente i comandi del TARDIS, che gli rispose con un
ronzio di
approvazione.
Il Dottore realizzò
subito però che non aveva
speranze di passare dall’altra parte. Si sorresse contro la
console con le
braccia tese. Non che ci avesse sperato, non veramente. Lo sapeva che
non era
possibile ma non aveva potuto fare a meno di sperarci. Non aveva potuto
fare a
meno di sperare in un miracolo.
Si chinò in avanti,
appoggiando la fronte contro
la console. Prese un respiro profondo. “Va bene, lo
sapevi” si disse. “Energia:
ci serve energia.”
Balzò in piedi e
cominciò a muoversi intorno
alla console, azionando comandi, riflettendo. “Qualcosa di
potente…qualcosa…come un sole…come un
sole che brucia…qualcosa come…un
supernova.” Si immobilizzò a metà del
movimento. Un sole…un sole era un prezzo
troppo alto per dirle addio? No, non lo era.
Doveva solo trovare il sole giusto.
Lo trovò.
Tirò ancora una leva, inserì le coordinate.
Innescò la distruzione del sole,
attivò il collegamento e contemporaneamente
cominciò a mandare un messaggio
attraverso il tempo e lo spazio. Sussurrava il suo nome, ancora e
ancora. Come
una preghiera, supplicando che arrivasse fino a lei. Rose lo avrebbe
ricevuto e
avrebbe capito, lo sapeva. L’avrebbe raggiunto nel luogo dove
la fessura era
ancora aperta. Lui credeva in lei.
Si agganciò al segnale.
Il TARDIS fu
attraversato da uno scossone e seppe che era fatta.
Intorno a lui cominciarono a
delinearsi i
contorni di un paesaggio: di un mare, di una spiaggia e, in lontananza,
Rose
Tyler.
“Almeno”
pensò, “sarò in grado di dirle
addio.”
Altra Nota dell'Autrice: Prometto,
non ce ne
saranno sempre all'inizio e alla fine. Vedrò di limitarmi!
Dunque questo è il
prologo! E' un po' breve, i prossimi capitoli tenderanno a essere un
po' più
lunghi! Pubblicherò il prossimo tra qualche giorno! Se avete qualche dubbio o
perplessità
fatevi avanti, potrei parlare di questa fic per una vita intera!