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Autore: Martychan Fantasy    14/03/2013    0 recensioni
Ma sapeva che doveva andare,e che lui non si sarebbe certo fermato per aspettare lei!.
Si asciugò con una manica del vestito,e poi decise di andar a fare due passi per riprendersi da tutte le emozioni che le vorticavano nel cuore e nella mente..
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Trigun Sound Life34
Sound Life



Capitolo 45. Un Nuovo Inizio



*Il mio nome è Meryl Strife! Agente Speciale della Compagnia Assicurativa Bernardelli! Incaricata di limitare i danni causati dal suddetto Tifone Umanoide, Vash The Stampede!*

 

-Meryl..-

 

*Ma che stai facendo, maniaco?!! Toglimi subito le tue zampacce di dosso!!*

 

-Meryl..-

 

*Stai bene, Vash?!! Ero così preoccupata per te!!*

 

-Meryl..-

 

*E’ una notte magnifica..non è vero?^^ Si potrebbe..Si potrebbe..restare qui, per questa notte..*

 

-Meryl..-

 

*Sono stata sempre e solo una stupida!! Troppo seria ed orgogliosa per capire davvero cosa provavo dentro! Però io..io..Vash!! Io sento!! Io sento di amarti! Ti amo con tutta me stessa,Vash!!*

 

-MERYL!!-

 

Sgranò gli occhi all’improvviso, affaticato e sconvolto da quel fiume in piena di ricordi. Aveva rivisto alcuni dei momenti passati con Meryl, dal primo giorno che le si presentò davanti, seria e compunta nel suo ruolo di assicuratrice, e poi successivamente nel tempo, coi mesi che passavano, la loro conoscenza che si faceva sempre più stretta, il loro legame che diventava sempre più forte, più vincolante, anche se loro stessi per primi, non se ne rendevano conto. Ricordò, quella notte stellata magnifica, quanto per lui, dopo la creduta morte di Wolfwood, dopo aver sparato a Legato per salvare lei e Milly, non sentiva più di avere la forza per andare avanti e combattere ancora la follia di Knives. Ricordò, che in quella notte, dove per lui c’era solo dolore, solitudine e disperazione nera, una timida, ma calda luce confortevole, gli era arrivata accanto, in aiuto, per confortarlo e consolarlo, per farlo sentire ancora vivo ed importante. Meryl, era venuta per dargli ancora una volta la forza per alzarsi e combattere. Infine, ricordò, i recenti avvenimenti contro Don Deviler, Meryl, così cambiata, indurita dagli eventi e dallo scorrere del loro tempo, divisi, lontani. Meryl, diventata un soldato dell’esercito, di sua volontà, cocciuta e testarda, nel voler combattere da sola, nel volersi tenere lontana da lui, stanca di soffrire, sicura di non essere affatto ricambiata. Meryl, che dopo tanto tempo, apriva di nuovo il suo cuore, sorrideva, piangeva sincera, e gli diceva infine che lo amava. Lei lo amava! E per tutto il tempo perso, lui si era sentito un dannato idiota, un cieco, un vero demente. Quanto l’aveva fatta piangere? Quanto l’aveva fatta soffrire? Anche dopo aver sconfitto Knives nel deserto, le aveva detto che se ne sarebbe andato, che per lei era meglio dimenticarsi di lui e vivere felice! Quante volte si era maledetto, quando finalmente capì, che non poteva andarsene da nessuna parte, perché lui il suo posto l’aveva già trovato su quel polveroso pianeta, con lei?! Quanto si era dato dell’inetto, ritrovandola così cambiata e dura, per causa sua?! Quanto si era sentito male, una volta ricordata la sua vita precedente, di cui anche Meryl aveva fatto parte?! QUANTO?!.

 

-Anf…anf…anf..- annaspò disperato, catturando più aria possibile per dare sollievo ai polmoni che sentiva bruciare nel petto. Doveva aver trattenuto il respiro a lungo, preso nel vortice di quelle forti emozioni.

 

Sbattè le palpebre, cercando di recuperare la vista e i sensi tutti, guardandosi attorno confuso. Poi si rese conto, di trovarsi in uno spazio vuoto, a sé stante, sospeso nel nulla. Sentì che qualcosa, o meglio qualcuno, lo stava sorreggendo per un braccio e per un fianco. Si voltò verso quella presenza, incontrando così lo sguardo di ghiaccio di suo fratello.

 

-Knives..- pronunciò quel nome con fatica

 

Ora che la sua battaglia di anime col fratello era terminata, si sentiva stanco, privo di energie. Non avendo più i poteri plant di prima, Vash si sentiva tremendamente debole ed indifeso, pronto a spezzarsi in qualsiasi momento. Aveva compiuto uno sforzo immane, nell’andare a scontrarsi con Knives, nelle sue nuove ‘umane’ condizioni.

 

-…- Knives lo fissava in silenzio, serio, ma non furente o malvagio, semplicemente serio.

 

-D-dove?- biascicò Vash guardandosi attorno spaesato.

 

Ricordò l’esplosione della navicella nelle orecchie, la luce accecante che ne seguì subito dopo. Eppure, loro erano ancora vivi. Knives l’aveva ascoltato, l’aveva seguito davvero! Quasi non riusciva a crederci, ma il fratello si era fidato di lui, per la prima volta!.

 

-Siamo in un limbo creato da me, per evitare di essere travolti dall’esplosione..- spiegò Knives sempre serio, quasi seccato.

 

Vash sorrise, notando molti plant che galleggiavano intorno al corpo del fratello. Tutti quei plant che erano rimasti con Knives nei secoli, prigionieri insieme a lui, nella malvagità e nella follia, ora, per la prima volta, li poteva vedere, Knives permetteva loro di staccarsi dal suo corpo, e muoversi liberi. Era un passo davvero grande, importante, non indifferente. Si concentrò per un attimo su sé stesso e la sua anima, sentendola ancora ben ancorata a quella di Knives, sentendo ancora chiusa nel palmo della mano, la luce pura dell’anima del fratello.

 

-Sei soddisfatto? Ti ho seguito, proprio come volevi!- sbottò ancora Knives, quasi fosse davvero infastidito,

 

Vash ridacchiò :

 

-Certo che lo sono! Ma so anche, che tu mi hai seguito, perché in realtà, nel profondo, hai sempre desiderato di poter avere la possibilità di vivere!-

 

Knives lo guardò strabuzzando gli occhi, per poi girare la faccia dall’altra parte, con evidente imbarazzo. Vash ormai, riusciva a leggergli dentro alla perfezione. Riusciva a vedere chiaramente, pensieri e desideri, che lui stesso non ammetteva di avere in sé. Vash dava forma a quelle che erano le sue speranze e frustrazioni più nascoste, impedendogli di continuare a negarle, ma sbattendogliele candidamente in faccia, perché non si nascondesse più dietro il suo lato oscuro, ma perché venisse fuori, perché si mostrasse finalmente alla luce. In fondo, Vash stava solo dicendo il vero, e Knives lo sapeva benissimo. Aveva perso davvero e definitivamente. Stavolta, era Vash ad aver avuto ragione di lui, o meglio, l’aveva sconfitto per la seconda volta, su tutti i fronti possibili, ed impossibili. Quel suo assurdo fratello buonista!

 

Knives sorrise tra sé, facendo per la prima volta, un piccolo sorriso sincero. La sua pena, doveva essere vivere in mezzo a coloro che aveva sempre fatto soffrire? Doveva imparare sulla sua pelle cosa significasse la vita, e cosa aveva tolto, a coloro che aveva sterminato?. Bene, era pronto. Spaventato o meno, ormai era sconfitto, suo fratello aveva scoperchiato il suo buio, afferrando la sua piccola luce pura. L’avrebbe seguito, non sarebbe più fuggito. In fondo, non era ciò che anche lui, era sempre andato cercando? Risposte, luogo giusto. Voleva provare a capire in maniera concreta, ciò che Vash gli aveva sempre detto.

 

-B’è..eccoci qui allora, fratello. Mostrami questa tua tanto osannata vita!- disse con tono di scherno, tornando a fissarlo negli occhi smeraldini,

 

E dicendo ciò, Knives uscì da quel limbo di luce, diretto sul pianeta di polvere in lenta rigenerazione, per poter iniziare realmente a guardare in faccia sé stesso.

 

**

Meryl era ancora accasciata a terra, in ginocchio, tremante e pietrificata. Fissava il cielo con incredulità, stringendosi forte le mani sulle spalle, fin quasi a farsi male. Gli occhi spalancati, il viso di un pallore quasi sovrannaturale, ed il labbro inferiore continuamente torturato dalla morsa stretta dei denti. C’era stata l’esplosione. La navicella era andata in cenere. Non sentiva ancora le anime di Vash e Knives da nessuna parte. Chinò il capo verso il basso, continuando a mantenere quell’espressione atterrita e terrorizzata, lasciandosi cadere sempre più verso la polvere del terreno. Arrivò con la fronte a sfiorare le dure pietre rosse, tremando e singhiozzando sommessamente. Non poteva credere davvero, che Vash non sarebbe più tornato da lei, non poteva accettare che quella fosse divenuta davvero la realtà. Eppure, altri minuti erano passati dopo quella violenta luce, e solo il silenzio regnava incontrastato. Di Vash, del suo amato e stupido biondo, nessuna traccia.

 

-Sigh..no! No! Non è possibile! Non è possibile! Vash! VASH! Ti prego…ti prego..torna da me!!-

 

Erano sussurri strozzati dal pianto, parole quasi impercettibili, pronunciate a stento tra i tremori, le lacrime e l’indicibile dolore al petto. Non poteva credere davvero che fosse finita così. Che il fato avesse voluto separarli di nuovo, che non avrebbe più rivisto il suo adorato stupito idiota!. Non ora che ricordava di aver condiviso insieme a lui, anche un’altra vita. Non ora che sentiva di essergli vicina, come mai prima! Non ora che desiderava solo riscoprirsi in lui e con lui per il resto dei suoi giorni. Non dopo tutto quello che avevano passato! NO, NO, NO!!!.

 

-Meryl..- la voce calda e gentile di Rem le arrivò come un eco lontano e confuso

 

-Meryl..- la chiamò ancora la buona donna, chinandosi in ginocchio al suo fianco, posandole le gentili mani sulle spalle.

 

Ma Meryl, non la udiva quasi, troppo sopraffatta dal dolore soffocante che sentiva in ogni parte del corpo. Non voleva alzare lo sguardo e ammettere che al mondo era rimasta sola senza di lui!.

 

-Meryl! Tesoro, alza gli occhi! Guarda!!- il richiamo di Rem fu più deciso, sebbene delicato

 

-…- tra i singhiozzi e i tremori, Meryl trovò la forza per levare di poco il capo verso l’alto, venendo così investita in piena faccia, da una luce verde fortissima, che irradiava dall’alto del cielo, espandendosi calda e pacifica verso terra.

 

Milly, Wolfwood, Rina e Funai, a poca distanza, osservavano l’incredibile manifestazione ad occhi sgranati. Da quella luce, iniziarono a cadere fluidi verso terra, molti, moltissimi spiriti plant, che si fusero all’istante con l’essenza di quel polveroso pianeta, andando così a ricongiungersi agli altri fratelli che già erano divenuti parte di esso, e lo stavano via via, rigenerando di verdi prati, zampillanti fiumi e ruscelli, boschi e distese montuose infinite. Tutto quel deserto polveroso e arido, presto, sarebbe stato solo un lontano ricordo, nei racconti attorno al fuoco delle buone nonnine coi curiosi nipotini.

 

-Hai visto, Meryl? Non avevi affatto sbagliato! Io ne ero sicura! Vash è tornato!!^^- Rem le sorrise raggiante, ma Meryl non riuscì a voltarsi a guardarla, era attonita, impalata a fissare il cielo smeraldino e lucente, rapita dalla visione di tutti quei plant che si univano alla terra ed ai loro compagni.

 

La tensione si scioglieva pian piano, la paura, il terrore, lentamente lasciavano posto alla speranza ed alla gioia più grande. Poi li sentì. Udì nuovamente dentro di sé, le anime di Vash e Knives, e allora, si rialzò in piedi di scatto, col cuore a mille, ansiosa di vederli comparire da un istante all’altro. Sorrise tra sé gioiosa, sentendo come le anime dei due fratelli, fossero ben unite tra loro. Sentì che Vash era riuscito ad afferrare la luce di Knives, e ne gioì.

 

Pochi  attimi ancora, e i due finalmente, dalle nuvole e dalla luce intensa, comparvero ai suoi occhi ansiosi e stanchi. Knives con due gigantesche ali bianche sulla schiena, planava lento verso il basso, reggendo Vash per un braccio e per la vita, sostenendolo. Meryl corse col cuore in gola in avanti, scendendo diversi dirupi rocciosi, rischiando spesso di cadere e storcersi una caviglia. Ma poco le importava. Se anche fosse caduta, si sarebbe rialzata anche cento volte, pur di raggiungerli. Quando Vash la vide correre verso di loro, sentì il cuore balzargli in petto, e poi accelerare furioso nei battiti. La sua Meryl. La sua bellissima e coraggiosa Meryl. Sorrise felice, quando riuscì ad incontrare i suoi occhi grigio-azzurri, ansioso come non mai di raggiungerla. Knives dal canto suo, essendo ancora unito all’anima di Vash, ne sentì le sensazioni, le emozioni, i desideri ed i pensieri, e provò dolore dentro di sé. La sua pena era appena cominciata a quanto pareva, e non credeva che avrebbe provato così tanto dolore nel vederli e sentirli così uniti. Però, allo stesso tempo, si trovò…intenerito da quei loro sentimenti così forti e legati, capendo perché, in due vite, non fosse mai riuscito a separarli davvero. Sospirò, e quando furono a pochi metri dal toccare il suolo, si rivolse ai plant che ancora erano sotto il suo controllo, parlando loro attraverso la mente:

 

*Fratelli..* li richiamò, e questi si stupirono di quella sua voce così gentile e pacifica, perché da sempre, Knives li aveva solo voluti sottomettere al suo volere,

 

*Master? Che vi succede?* domandarono quelli in coro

 

*Basta, non chiamatemi più in questo modo! Ora siete liberi! Lasciatemi, e andate assieme ai vostri fratelli. Risanate questo mondo di polvere, e rendetelo il nostro nuovo Eden!*

 

*M-Master…d-dite sul serio? Ma voi..in questo modo..*

 

Knives sorrise tra sé : *Si, diverrò simile ad ogni semplice umano che abita questo mondo! Ma mi và bene così! Voglio provare a vivere, voglio provare a capire ciò che ha sempre sostenuto mio fratello.*

 

I plant si guardarono, sorpresi e smarriti, ma poi sorrisero al loro antico protetto. Erano felici, che Edhem fosse riuscito a far cedere e aprire il cuore di Darthem. Quel Nuovo Inizio tanto atteso e sperato nei secoli, da quelle pazienti e sapienti anime plant, stava davvero cominciando a prendere forma concreta:

 

*Noi..saremo sempre con voi, fratello Darthem!*

 

E detto ciò, lo abbandonarono, portando via con loro, tutto il grande potere plant, di cui anche Knives aveva sempre usufruito, lasciandolo solo con la semplice forza vitale, di un qualsiasi essere umano. Nel fare questo gesto però, le ali di Knives si dissolsero assieme al resto del suo potere, e questo comportò il rovinoso fatto, che i due fratelli caddero a capofitto verso terra, facendo gli ultimi metri nel vuoto e sbattendo violentemente col sedere sul duro del terreno arido.

-Knives!! Idiota!!- sbraitò Vash massaggiandosi la schiena dolorante

 

Quello non gli rispose, divertito da quella situazione, e dolorante a sua volta. Provò per la prima volta, la sensazione della “debolezza” e “fragilità” di un corpo con un basso livello di potere, e si stupì intensamente tra sé. Si stupì, di come, nonostante la debolezza così marcata, gli esseri umani, fossero sempre stati comunque, molto forti e battaglieri nell’opporgli resistenza. Si stupì e li ammirò per questo.

 

-Ehi! Ma mi stai ascoltando?! Che diamine ti è preso improvvisamente?!- stava continuando ad urlargli dietro Vash, ma Knives non lo ascoltava. Aveva udito i passi veloci di Meryl, che da lontano, correva ancora a perdi fiato verso di loro.

 

Sospirò ancora. Lei non stava correndo lì per lui. Ma..

 

Quando anche Vash la notò, smise di imprecargli contro, e si concentrò interamente sulla sua leggiadra figura.

 

-Meryl..- farfugliò sognante e felice

 

Ella per tutta risposta, come fu vicina, si gettò a capo fitto su entrambi, stringendosi forte alle loro spalle, posando ognuna delle sue mani, sulle loro scompigliate nuche bionde, attirandoli più stretti e vicini che poteva, per sentirli, reali e non illusori.

 

-VASH! KNIVES! Siete salvi!! Siete vivi!! Come sono felice!!!- piangeva di gioia la giovane, inondando le guance e le spalle dei due, che teneva stretti a sé, con tante calde lacrime.

 

Entrambi i fratelli, rimasero spiazzati, soprattutto Knives, che non si aspettava affatto, di essere incluso a quel modo, nella gioia della giovane. Si sentì profondamente toccato da quel contatto, da quelle parole e da quelle lacrime, e spontaneo nella mente, pensò a Lyler, e a quel lontanissimo ed ormai perduto giorno, quando erano solo tre piccoli bambini di Anthares che giocavano insieme per i prati antistanti il castello reale. Ricordò, quando aveva sfidato per l’ennesima volta Edhem, a chi era il più forte con le spade di legno, e nella loro disputa, si erano inoltrati nei boschi, perdendosi. Sia lui che Edhem, erano finiti in un dirupo, ferendosi un po’ per tutto il corpo. Rimasero prigionieri per molto tempo, finchè non udirono i richiami di alcuni soldati del castello, e di Lyler disperata. Ricordò, che quando furono ripescati da quel dirupo, ella si gettò felice su entrambi, abbracciandoli forte e con gioia, sollevata, di ritrovarli entrambi vivi.

 

Knives, chiuse gli occhi con aria un po’ commossa e lontana nel tempo, alzando un braccio, e posando la larga mano sulla schiena di Meryl, nell’atto di stringerla più forte a sé. La medesima cosa fece Vash, abbracciando con un braccio Meryl con tutta la felicità che provava. La sentiva finalmente di nuovo, non solo nell’anima, ma anche nel corpo.

 

-Bentornati-

 

La voce melodiosa e felice di Rem, fece sciogliere il trio da quel commosso abbraccio. Meryl sorrise a Rem, con tutta la gratitudine che riusciva a trasmetterle. Se non ci fosse stata anche lei al suo fianco, nei momenti più dolorosi e soffocanti, più volte avrebbe seriamente ceduto al dolore e alla follia.

 

-R-Rem!!- strabuzzò Vash attonito, incredulo di vederla reale, dimentico, che se lei era visibile, era grazie al buon plant che la portava in sé.

 

Ma nel guardarla meglio, vide lo spirito plant che la ospitava, permettendole di essere vera ai loro occhi. Sorrise triste. Rem in realtà era sempre morta, era sempre uno spirito. Vash capì che quello era il momento dell’addio definitivo con lei. Il momento prezioso di dirle le cose che non era mai riuscito prima, e che come doloroso rimorso, si era portato appresso per tanto tempo.

 

-Vash! Mio caro Vash!- lo chiamò lei commossa, con le lacrime agli occhi

 

Vash si alzò un po’ barcollante in piedi, raggiungendola. Oh! Com’era piccola ora! Era sempre stata molto più alta di lui! Ora invece, che lui era cresciuto, che era diventato un uomo, le parti si erano invertite. Adesso era Rem a sembrargli piccola ed indifesa. Aveva quasi paura, che toccandola, l’avrebbe vista svanire nel nulla. Alzò comunque una mano un po’ titubante, fermandola a mezz’aria dal toccarla sulla guancia. Rem sorrise, alzò una sua mano afferrando delicata quella di Vash, accompagnandola a posarsi sulla sua morbida guancia, strusciando con dolcezza il volto nel suo grande e caldo palmo. A quel contatto, Vash sussultò profondamente, sentendo le lacrime inondargli gli occhi, e scendere veloci lungo le guance, inarrestabili e copiose. Provò la sensazione della pace, dell’appagato desiderio di poterla rivedere ancora una volta, ed aprirsi a lei con sincera umiltà.

 

-Sei così cresciuto, Vash! Sei diventato l’uomo che ho sempre sperato! Sono così orgogliosa di te!^^- disse lei continuando a bearsi della mano di Vash sulla propria guancia,

 

-R-Rem..io..- balbettò lui emozionato

 

Ancora, non riusciva a liberare le parole che aveva sempre custodito preziose nel cuore, solo per lei. L’aveva amata tanto, in tutte le sue forme. Come madre, come amica e come donna. Rem era stata la prima, nella sua seconda vita, a scaldarlo con tutto l’amore possibile, facendo del suo meglio per insegnargli ogni cosa, fiduciosa in lui, senza dare importanza alla sua natura aliena. Gli aveva voluto davvero bene, senza alcun pregiudizio. La guardò sognate, e in un gesto veloce, la avvolse nel suo abbraccio, stringendola forte al petto, come aveva sempre desiderato fare. Assaporò con intensità il suo profumo di fiori rossi, i gerani, ricordando con nostalgia il loro tempo insieme nello spazio, sulla nave madre SEEDS. Rem ricambiò l’abbraccio di Vash, stringendolo per i fianchi, lasciandosi cullare dal calore del suo amato bambino ormai cresciuto.

 

-Ti ho amata..così tanto! Mia cara, carissima Rem! Non sono mai riuscito a dirtelo! E sono felice ora, liberato da questo rimorso, nel poterti finalmente esprimere quello che ho sempre sentito per te! Sei stata mia madre, mia amica..donna!- parlò commosso e serio, lasciando finalmente libere quelle parole a lungo prigioniere,

 

-Oh,Vash!- fece commossa lei

 

-Non ti dimenticherò mai! Grazie, per tutto quello che hai fatto per me!- le sussurrò ancora, guardandola poi negli occhi, chinandosi a baciarle la fronte con infinito affetto,

 

Rem annuì, regalandogli il sorriso più sincero e bello che aveva. Finalmente, Vash si era liberato di un grande peso passato, che lo aveva sempre fatto soffrire. Finalmente, aveva potuto aprirsi a Rem.

Si separarono infine, sorridendosi ancora raggianti. Vash non era l’unico che Rem desiderava rincontrare ancora una volta. La donna spostò la sua attenzione su Knives, ancora seduto a terra con accanto Meryl.

 

-Knives..- Rem lo chiamò con profonda commozione

 

Il biondo dal canto suo, sussultò a quel richiamo così triste e felice, restandone profondamente toccato. Lei, voleva parlare anche con lui?! Rem si avvicinò, gli si inginocchiò di fronte, non smettendo di sorridere e piangere nel medesimo momento, lasciandolo completamente spiazzato e agitato. Meryl sorrise, alzandosi e allontanandosi di qualche passo, per permettere loro di avere quel momento.

 

-Knives..- lo chiamò di nuovo, allungando un braccio, e posandogli una mano gentile sulla guancia, lo accarezzò con amore,

 

-!!- Knives sentì un mancamento al cuore a quel gesto.

 

Per lui era impensabile quel comportamento da parte di Rem. L’aveva sempre trattata con freddezza e sufficienza. L’aveva sempre sfidata in tutto ciò che lei spiegava e insegnava a lui e Vash, obiettando, cercando di metterla in ogni modo in difficoltà. Aveva sempre dimostrato con crudeltà, la sua preferenza al male, facendola soffrire volutamente. Infine, ne aveva causata la morte. Strizzò gli occhi con forza, sentendo una dolorosa stretta al centro del cuore. Perché? Perché sentiva male al ricordo di quando era con lei? Perché guardare quegli occhi nocciola, limpidi e profondi che piangevano per lui, che lo guardavano ancora con amore immutato, lo faceva stare male?!.

 

-Rem..- bofonchiò il nome della donna con dolore

 

-Mio piccolo Knives!- esplose lei gioiosa, buttandogli le braccia al collo, e stringendolo forte a sé.

 

Knives sgranò gli occhi spiazzato, fissando nel nulla a quel gesto ancor più impensato. Come poteva chiamarlo ancora con affetto? Come poteva mostrargli ancora il suo incondizionato bene a quel modo?! Se possibile, riteneva Rem ancora più folle di Vash!.

 

-C-Come puoi abbracciarmi in questo modo?! T-tu non devi! Non devi dirmi ancora che mi vuoi bene! DANNAZIONE REM!!! CON TUTTO QUELLO CHE TI HO FATTO!!!- esplose esasperato,

 

Non ce la faceva più. Già provato dallo scontro spirituale con Vash, non riusciva più a controllarsi. Rem per tutta risposta, si strinse di più a lui, sorridendo tra sé commossa, e continuando a trasmettergli tutto il suo bene ed il suo calore.

 

-Non c’è un come o un perché, Knives! Io ti ho voluto tanto bene! E te ne ho voluto sempre, perché sapevo che in te c’era il buono. Avevi solo bisogno, che qualcuno ti aiutasse a vederlo e capirlo! Per questo..dissi a Vash di prendersi cura di te!- spiegò in sussurri calorosi e gentili all’orecchio di un colpito Knives, che stringeva forte i denti con disperazione.

 

Le mani che ancora teneva ancorate al terreno, tremavano forte. Dentro, sentiva il suo essere gridargli di ricambiare quell’abbraccio amorevole, di smettere di negare e rifiutare, ma di lasciarsi semplicemente andare, accettando quel bene.

 

-REM!- gridò, scattando come una molla, abbandonando testardaggine, buio ed orgoglio, avvolgendola con forza nel suo abbraccio forte e disperato, aggrappandosi al corpo di quella buona donna che l’aveva amato e cresciuto nonostante tutto, come alla sua unica ancora di salvezza. E sentì così, qualcosa di pesante, iniziare lento a sciogliersi dentro di lui.

 

Knives Millions, aveva appena iniziato a mostrarsi timido alla vita, e donarle così il suo primo soffio vitale.

 

**

Il tempo successivo, passò nell’incanto degli spiriti plant che veloci, continuavano la loro opera di fusione con il pianeta di polvere, lavorando senza sosta, donandogli tutti i loro poteri ed energie, aiutandolo a rigenerarsi sempre più. Verdi prati si moltiplicavano in ogni dove, fiumi, ruscelli, laghi, mari, torrenti si creavano a perdita d’occhio. Monti, colline, montagne, e gli animali che un tempo avevano popolato sia la Terra che Anthares, tornarono a vivere.

Nell’abbraccio che ancora li legava, Knives iniziò a percepire il corpo di Rem, divenire sempre più sottile. Guardandola in viso spaesato, la vide sorridergli ancora amorevolmente, mentre ormai diveniva sempre più trasparente.

 

-R-Rem!- balbettò non sapendo che altro dirle

 

Lei annuì, per poi svanire del tutto, lasciando posto agli occhi di Knives e di tutti, al gentile spirito plant che l’aveva ospitata sino a quel momento. Anche lo spirito sorrise gentile a Knives, per poi librarsi veloce in cielo, e tuffarsi a capofitto nella terra, per ricongiungersi a sua volta a tutti i suoi fratelli. Alzandosi in piedi, e fissando verso il cielo assieme agli altri, Knives vide una piccola luce che volava sempre più oltre le nubi.

 

*Abbiate cura, l’uno dell’altro! Mi raccomando!*

 

Si sentirono queste ultime parole, dopo di che la luce svanì. Rem se n’era andata, e questa volta per sempre. Dopo tanti secoli passati silenziosa al loro fianco, ora, finalmente, aveva trovato la pace, e raggiungeva il suo amato Alex. Vash sospirò con un sorriso sereno, staccando per primo gli occhi dal cielo, posandoli sulla minuta figura di Meryl non molto distante da lui. Sentendosi osservata, Meryl si volse a ricambiare lo sguardo, arrossendo visibilmente, quando incrociò gli occhi con quelli di Vash. La stava guardando, come mai l’aveva guardata prima.

 

“-Aspettami! Perché quando tornerò..nulla sarà più come prima!-“

 

Le parve di sentirle di nuovo, nelle orecchie, quelle parole così decise e penetranti. Quell’atteggiamento nuovo di Vash, che le faceva venire lunghi brividi caldi lungo la schiena. Erano lì finalmente, a pochi passi l’uno dall’altra. Era tutto finito, non c’erano più nemici da combattere o amici da salvare. Ora ci sarebbero stati realmente soltanto Vash e Meryl, e questa nuova consapevolezza, faceva sussultare profondamente il cuore della ragazza.

 

**

Un mese dopo..

 

>TOC! TOC!

 

-Avanti!-

 

-Con permesso, Comandante Storm!-

 

Il colonnello Taker fece il suo ingresso nell’ampio studio del suo superiore, portando sottobraccio una serie di plichi e documenti. Fece il saluto militare, e poi si avvicinò impettito alla scrivania, posando tutta quella documentazione.

 

-Con questi abbiamo finito, dunque?- domandò Storm con un sospiro, prendendo alcuni fogli tra le mani, ed esaminandone velocemente il contenuto.

 

-Esatto, Signore! Possiamo ritenere conclusa la questione “Don Deviler”!- affermò con soddisfazione Taker, facendo anche un sorriso compiaciuto.

 

Il comandante Storm, posò i fogli e fece una risata divertita tra sé, mentre si alzava dalla sua comoda poltrona, incrociava le braccia dietro la schiena, e fissava fuori dalla grande vetrata del suo studio, il sole che ormai volgeva al tramonto.

 

-Ah,ah,ah! Ma pensa un po’! Tutta quella terribile e dolorosa vicenda, che si riduce a documenti e rapporti riassuntivi per il Governo! E nessuno che sappia realmente, cosa c’era dietro a quella macchina assassina!- parlò l’uomo, più a sé stesso che al suo sottoposto.

 

-Comandante..- sospirò il colonnello Taker, sapendo bene a cosa egli si stava riferendo.

 

Il massiccio soldato, abbassò lo sguardo sull’angolo sinistro della scrivania, osservando intensamente le decorazioni, rispettivamente da generale e da maggiore, posate lì ormai da diverso tempo. Ricordò, il giorno che giunsero a Patterden City, dalle mani di un soldato semplice, incaricato di consegnarle al Comandante assieme ad una lettera. Il colonnello Taker, aveva capito, anche senza chiedere niente al suo superiore.

 

Vash the Stampede era scomparso per sempre.

 

In effetti, nessuno, né la gente comune, e tanto meno le alte sfere del Governo, erano a conoscenza dei reali avvenimenti dietro a Don Deviler, ben più dolorosi di quel che si sapeva. Nessuno, era a conoscenza del fatto, che ancora una volta l’umanità aveva rischiato di venir spazzata via. Nessuno sapeva, che ancora una volta Vash the Stampede aveva lottato per quell’umanità.

 

-Ah,ah,ah! E quel Vash! Sempre il solito, non si smentisce mai! Come ha riportato suo fratello indietro con sé..ha preso il maggiore Strife ed è svanito nel nulla! Tanti saluti gente ed esercito! AH, AH, AH! Un tipo davvero unico quello!- scoppiò a ridere con gusto

 

-B’è..voi stesso dicevate che non c’era da stupirsi, di uno come lui, no?- sorrise il massiccio colonnello,

 

-Già! Spero tanto..che ora lui possa vivere in pace! Lo merita davvero! Ha fatto molto, anche troppo per noi stolti uomini!- sospirò un po’ commosso Storm, ricordando quand’era ancora bambino, Vash the Stampede, nel suo rosso cappotto svolazzante, che gli sorrideva gentile, dopo avergli salvato la vita da un gruppo di malviventi.

 

-Avrei tanto voluto, poter omaggiare lui e il maggiore anzi..la signorina Strife come meritano! Ma infondo, credo sia meglio così. I veri eroi sono proprio quelli più silenziosi, umili e nascosti.- sospirò, sorrise e tornò a sedersi alla sua scrivania, pronto a mettere la firma anche su quegli ultimi documenti, e chiudere una volta per tutte quella vicenda.

 

La vera storia di No-Mans-Land, nessuna persona comune, l’avrebbe mai raccontata. Solo quei pochi a conoscenza della verità, solo quel pugno di umani, discendenti dagli antichi coloni della Terra, avrebbe cantato attorno al fuoco, delle gesta di un biondo combattente, del suo fratello dannato, e della coraggiosa fanciulla che li salvò entrambi.

L’oscurità che tutto inghiotte e distrugge, la luce, che tutto illumina, riscalda e risana. L’amore che tutto può, al dì là di ogni normale comprensione. Il perdono che può giungere anche per un dannato. La vita che può tendere la mano e dare una seconda possibilità. La terra desolata e arida, che ritrova vigore, che rinasce dalla sua stessa polvere, perché esiste ancora chi crede e ha fede, e dona il proprio soffio di vita per l’esistenza di tutti.

 

Un Nuovo Inzio per tutti, perché non si può mai spezzare per sempre, la fiamma della vita.

 

 

 

Continua

 


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Ciao bella gente!!^^

Eccomi di nuovo dopo una settimana, ad aggiornare in anticipo di un giorno! Avevo paura di non farcela domani, visto che avrò una giornata abbastanza impegnata!.

Allora..

Eccoci giunti al capitolo riassuntivo, che precede gli ultimi due per il finale. Non riesco ancora ad abituarmi all'idea che Knives abbia davvero dato retta a Vash..xD Ma mi sono davvero commossa, quando ho scritto del saluto che Rem ha voluto dare anche a lui!. Lì davvero, singhiozzavo mentre scrivevo. Ho pensato che potesse essere una bella cosa, il dare la possibilita a Rem, Vash e Knives di dirsi finalmente tutto. Voi che ne dite? Non siate timidi! xD Se vi và, scrivetemi pure le vostre impressioni, anche scettiche o critiche, purchè siano costruttive!^^

B'è, oggi non mi dilungo troppo nelle mie solite ciance! Ahhahaha!
Ci ritroviamo qui la settimana prossima, indicativamente sempre di venerdì!

Tantissimi baci ed abbracci! A presto!!

Martychan ^_^


   
 
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