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Autore: Martychan Fantasy    22/03/2013    1 recensioni
Ma sapeva che doveva andare,e che lui non si sarebbe certo fermato per aspettare lei!.
Si asciugò con una manica del vestito,e poi decise di andar a fare due passi per riprendersi da tutte le emozioni che le vorticavano nel cuore e nella mente..
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Trigun Sound Life34
Sound Life



Capitolo 46. Vivere



Un sole caldo, si levò placido all’orizzonte, illuminando di bellezza anche quella nuova giornata. In un solo mese, tutto il polveroso pianeta di No-Mans-Land, si era tramutato in un rigoglioso e verdeggiante pianeta blu. Le zone desertiche ora, si erano ridotte solo a luoghi isolati del pianeta, mentre per tutto il resto, erano montagne, colline, grandi foreste, boschi, vallate, praterie, mari, laghi, fiumi, torrenti, ruscelli canterini. Si erano perfino formati sia a Nord che a Sud del pianeta, i ghiacciai eterni, esattamente come due poli distinti. Tutto il rigenerato pianeta, ricordava in maniera impressionante l’antica Terra, e a detta di ciò che avevano sempre sostenuto gli spiriti plant, ricordava molto anche Anthares.

 

In quei giorni passati velocemente, dopo la fine dell’ultima Grande Guerra contro Don Deviler, le persone avevano ripreso con pacifica ed impegnata routine, le loro vite in ogni dove, continuando prolifere a moltiplicarsi, migliorare le qualità e le comodità delle città, con stavolta la differenza, di non usare mezzi invasivi o nocivi per il rinato pianeta, ma altresì rispettandone l’equilibro con mezzi e tecnologie che ne usano le potenzialità, rispettandone la purezza. Molto di ciò era possibile grazie alla presenza dei plant, ed ai loro speciali poteri fusi con la terra, che consentivano questa importante possibilità, tra sviluppo e rispetto della natura. Ed un po’ era anche merito di molti anziani uomini, discendenti dai coloni della Terra, che ricordavano bene ciò che era stato loro raccontato ed insegnato, circa la morte del loro mondo d’origine, per la stessa mano dell’uomo, che con crudeltà ed ignoranza, ne aveva prosciugate fino all’ultimo, tutte le risorse e le energie vitali. Grazie a questi ricordi, si era sparsa a macchia d’olio la consapevolezza e la sensibilità necessarie a non commettere più gli stessi errori del passato, ma a trovare soluzioni alternative e meno egoistiche, per poter vivere bene quella nuova possibilità di vita. Oltre alle grandi e fiorenti città, si erano formati anche molti e vasti paesi di campagna e periferia, e anche diversi piccoli villaggi più nascosti e sperduti tra le vallate ed i boschi. Proprio uno di questi piccoli paradisi pacifici, era divenuto la nuova casa ove mettere definitivamente radici, per i discendenti dei coloni SEEDS, che assieme al maestro, avevano costruito un tranquillo villaggio, in un angolo verde di pace, dove poter vivere finalmente con serenità. Insieme a loro, si erano stanzianti a vivere in maniera definitiva, lontani dagli occhi del resto dell’umanità, anche Vash, Meryl, Knives, Milly e Wolfwood. Il reverendo, era divenuto il pastore del villaggio, costruendo di suo pugno, pietra dopo pietra, la chiesa del luogo e la sua casa dove vivere con Milly, che rimastagli fedele accanto, l’aveva seguito e sostenuto in ogni cosa. Ad aiutarli in questo progetto, c’erano stati anche Vash e Meryl, che insieme a Knives, avevano dato vita ad un luogo di raccoglimento e pace interiore per chiunque avesse avuto bisogno. Vash e Meryl poi, avevano provveduto aiutati dai loro amici, a costruire una casa dove poter vivere insieme, insistendo inizialmente, perché Knives restasse a vivere con loro. Ma egli fu irremovibile a tal proposito, preferendo invece l’ospitalità di Wolfwood e Milly, in una delle tante stanze presenti nella “Casa Madre” adiacente alla Chiesa. Preferiva vivere da solo, seguendo comunque il fratello in ciò che gli chiedeva di fare per aiutarlo, iniziando pian piano e con fatica, a rapportarsi con la gente del villaggio che lo conosceva bene sapendo tutta la storia. Quel mese era servito molto a Knives, per fare i conti con sé stesso e guardare in faccia la vita senza nascondersi.

 

Il primo giorno che era giunto a Flowers Village, questo il nome che gli abitanti avevano scelto, era stato guardato inizialmente con terrore e smarrimento. Aveva letto negli occhi di tutte quelle persone, il dolore e la paura più profondi. Si era stretto nelle spalle, abbassando lo sguardo a terra, già sopraffatto dalle voci di coloro che aveva mietuto, divenute più forti e insistenti, sotto a quegli sguardi spaventati.

 

-Benvenuto a casa, Knives!-

 

La voce roca e profonda, la piccola mano rugosa e callosa, tesa verso di lui, l’avevano fatto alzare di scatto a guardare chi, tra tutti, era riuscito ad andare oltre. Era stato quel piccolo ometto dal sorriso saggio, che tutti, Vash compreso, avevano sempre chiamato ‘Maestro’. Il discendente degli anziani  che in passato avevano vegliato sui coloni dormienti, sulla nave madre SEEDS, assieme a Rem e la squadra di pilotaggio. Il solo che non aveva mai avuto un singolo momento di dubbio o smarrimento nelle sue convinzioni, circa tutta quella dolorosa storia.

 

-…- Knives non era riuscito a rispondere, troppo sopraffatto da quel momento, e dall’incredibile stupore, dovuto al fatto che, una volta stretta quella piccola mano con la sua, le voci nella sua testa, si erano chetate, lasciandolo libero.

 

Il resto lo fece il tempo, la buona volontà di Vash e Meryl nei suoi confronti, e il lento avvicinarsi alla sua persona da parte dei paesani. Knives aveva partecipato alla costruzione della Chiesa di Wolfwood e Milly, senza farsi troppo pregare, lavorando e sudando quasi sempre in silenzio, lasciandosi guidare e trasportare da ciò che sentiva nel suo io, e da ciò che provava in quelle condizioni per lui nuove e sconosciute. Era stato spesso coinvolto, in risate e chiacchiere attorno al fuoco alla fine di ogni dura giornata di lavoro, aveva imparato a mangiare il cibo che produceva la terra e che preparavano gli uomini, trovandolo buono, e non disgustoso come invece si era sempre convinto. Assaggiare per la prima volta i liquori era stata fonte di strane sensazioni per lui, e grasse e divertite risate per Vash e gli altri, nel vederlo completamente in balia di quell’afrodisiaco ma anche dannato nettare degli uomini. In quelle sere a riposare sotto le stelle, Knives aveva più che altro ascoltato il fratello ed i compagni, raccontare, ricordare o ridere di qualsiasi cosa, senza intervenire praticamente mai, sempre con quell’aria seria e quasi imbronciata in viso. Nessuno però, l’aveva mai forzato a comportarsi in modo diverso, e Vash spesso gli ripeteva che ci voleva tempo, non c’era fretta per potersi aprire al mondo ed agli altri. Lentamente, quelle allegre serate attorno al fuoco, dopo il duro lavoro giornaliero, erano state sempre più animante dalla gente del villaggio, che si univa loro nella cena, nelle risate, e anche in qualche strampalato canto improvvisato con tanto di chitarra. Nonostante la perplessità per tutte quelle situazioni nuove, Knives si ritrovava sempre più a suo agio, al suo posto, come fosse naturale la sua presenza lì, e la presenza di tante altre creature attorno a lui. La notte non riusciva ad addormentarsi subito, restando alcune ore seduto sul bordo del letto, a fissare le lune e le stelle dalla finestra che teneva aperta, immerso nei suoi tanti pensieri. Il dolore che provava al centro del petto, ogni qual volta vedeva scene tenere tra Vash e Meryl, lentamente, si stava estinguendo. Si rendeva conto che, più permetteva a sé stesso di vivere e di immergersi in quella realtà, e più accettava quel suo amore non ricambiato, tramutandolo pian piano in affetto disinteressato.

 

L’ultimo giorno di lavori, quando si stava sudando parecchio, per montare la pesante campana di rame, sulla torre principale della Chiesa, successe qualcosa sia dentro che fuori Knives.

 

-Ehi! L’hai vista?- aveva sghignazzato Vash verso Wolfwood

 

-E’ tornata anche oggi?- aveva sghignazzato Wolfwood a Vash

 

-Pare una cosa seria per lei..- aveva nuovamente sghignazzato Vash

 

-Mh! Solo che tuo fratello ha il salame sugli occhi!- sghignazzò nuovamente Wolfwood

 

-Volete piantarla di parlare di me, come se non ci fossi?!- si era alterato Knives come da copione,

 

I tre, insieme ad una ventina di altri uomini, stavano tirando con molta fatica, sotto al sole del mezzogiorno, diverse funi che muovevano un complicato macchinario di legno e metallo, che serviva ad agganciare e posizionare la grossa campana di rame, sulla torre principale della chiesa. Nonostante la fatica ed il sudore, come al solito, da qualche settimana, Vash e Wolfwood, non perdevano occasione di fare strani commenti con annesse risate, che Knives non riusciva ancora a decifrare. Il tutto era riferito ad una giovane e graziosa ragazza del villaggio, che da diverse settimane, sempre all’ora di pranzo o di cena, si presentava sul luogo dei lavori, portando a Knives un panno morbido per asciugarsi il sudore, dell’acqua e del cibo preparato da lei. Dal canto suo, Knives non ci aveva visto niente di ‘strano’, prendendo quelle attenzioni da parte della ragazza, come le stesse che gli stavano riservando gli altri paesani, pacifiche ed amichevoli.

 

-Vorrei proprio sapere, cosa vi fa tanto ridere! Che c’è che non và, se Elhena mi porta acqua e cibo? Non mi pare diversa da tutti gli altri!- aveva sbottato nuovamente il glaciale biondo, tirando con più energia,

 

-AHAHAHAHHA!!! Ma l’hai sentito, Vash?!! AHAHAH!!! ‘Che c’è che non và’, dice! Oh, mio Signore!!! AHAHAHAHHAHA!!!!- scoppiò a ridere Wolfwood tra gli affanni per i tanti sforzi,

 

-Ehehehe! Ma no! Non c’è niente di male, infatti! Solo..ecco..non ti sembrano..attenzioni più..GENTILI o INTERESSATE, rispetto a quelle degli altri abitanti?^^- gli aveva sorriso e spiegato Vash,

 

-…- e Knives ovviamente, non sapeva proprio cosa rispondere. Un po’ perché non ci aveva mai fatto caso, e un po’ perché niente di simile gli era mai capitato.

 

-Non preoccuparti, fratello! Come ti dico sempre, non c’è fretta! Tu continua ad ascoltarti, e vedrai che andrà tutto bene!- aveva aggiunto Vash allegro.

 

-CE L’ABBIAMO FATTA, AMICI!! LA CAMPANA E’ AL SUO POSTO!!!- aveva gridato un altro bracciante dall’alto del campanile,

 

-EVVIVA!!! BENE!!!-

 

Mollando le funi, e lasciando che il meccanismo di aggancio funzionasse, tutti dal basso, avevano urlato trionfanti e soddisfatti. I lavori per la Chiesa di Flowers Village erano ultimati, ora che la campana era finalmente al suo posto. Knives non si era quasi scomposto, mentre tutti, compresi Vash e Wolfwood, saltellavano ovunque, ridendo e sbraitando la loro gioia per il lavoro compiuto. Aveva solo fatto un piccolo sorriso compiaciuto, provando soddisfazione dentro di sé, nel raggiungimento di un obiettivo prefissato insieme ad altri compagni, dopo aver faticato e sudato con impegno.

 

-Ahahaha!^^ I miei complimenti, Knives! Hai fatto un ottimo lavoro anche tu!-

 

Un asciugamano bianco gli era caduto sul capo, ed una voce argentina e gentile, alle sue spalle, l’aveva riscosso da quei suoi attimi di piccola gioia personale. Si volse allora, per vedere così il bel viso delicato e sorridente di Elhena, che lo guardava con molta ammirazione.

 

-Grazie..- bofonchiò un po’ incerto e serio,

 

Ma Elhena ormai, era abituata ai suoi modi, comprendeva, sapendo ogni cosa, perché Knives fosse così difficile da avvicinare, e così, gli si era messa accanto quasi invisibile, delicata e attenta, stando anche ore seduta nello stesso silenzio del biondo, tranquilla e serena. Quel ‘grazie’ da parte di Knives, era una delle tante importanti parole che si era conquistata con pazienza e gentilezza, senza mai invaderlo nel suo silenzio o nei suoi pensieri, prendendolo per quello che era, accettandolo senza volere niente di più, che la sua presenza. Da poco Knives parlava di più, e quel di più era molto spesso con lei. Di questo Vash e gli altri si erano felicemente accorti, insieme al tenero interesse silenzioso e mal celato di Elhena, verso Knives. Quante volte, l’avevano vista arrossire impacciata, se lui si fermava a guardarla più a lungo del solito nelle loro conversazioni. Oppure, quante volte l’avevano vista maldestra, farsi cadere dalle mani qualsiasi cosa, se Knives le stava più vicino del solito.

 

-Ehm! Ti ho portato il pranzo! Hai fame?^^ Oggi ho fatto l’arrosto!- aprì il dialogo lei, con allegria e calore, mostrando a Knives il cestino contenente le cibarie, e facendogli un sorriso smagliante.

 

-…- Knives non rispose subito, prendendosi degli attimi per fissarla pensieroso

 

Non ti sembrano…attenzioni più GENTILI o INTERESSATE, rispetto a quelle degli altri abitanti?

 

Cosa voleva dirgli Vash, con quelle parole? Che Elhena poteva essere interessata a lui, non solo come compaesana.. o come amica? Si accigliò maggiormente, mentre il suo cervello si arrovellava alla ricerca di una comprensione a quelle allusioni, che però Knives non riusciva a trovare da nessuna parte. Essere gentili e positivi nei suoi riguardi, poteva essere un conto, anche se aveva avuto non molte difficoltà a credere che davvero lo stessero accettando tra loro! Ma addirittura, pensare che una creatura delicata, gentile e bella come Elhena..potesse..

 

-!!!- strabuzzò gli occhi, facendo balzare la fanciulla sul posto

 

Ma da quando in qua..pensava ad Elhena, come una creatura bella? Da quando, la pensava? Si stupì, quasi sconvolse nel prenderne consapevolezza. Non ci aveva mai badato o pensato su. Si era semplicemente lasciato guidare dal suo io, e dalle belle sensazioni piacevoli che provava con accanto quella gentile ragazza. Non si era mai soffermato a guardarne i particolari.

 

-K-Knives? S-Stai bene?- la sentì chiamarlo preoccupata, e avvertì il leggero calore di una sua piccola manina delicata, sfiorarlo su un braccio.

 

Sbattè le palpebre, stupito per chissà quale numero di volta di sé stesso, guardandola poi negli occhi, notando come le sue guance si imporporassero in maniera esponenziale. Le fece un piccolo sorriso, annuendo col capo:

 

-Si, ho davvero molta fame! Andiamo?- le disse semplicemente, lasciando che fosse di Elhena, il turno di sbattere più volte le lunghe ciglia.

 

Alla fine, andarono a sedersi sotto al solito albero dalle lunghe chiome fluenti, dove si poteva godere di una bella ombra e di un venticello rinfrescante, e come ogni volta, Elhena disponeva una tovaglia a terra, tirava fuori dalla cesta piatti, bicchieri e posate e divideva il cibo per lei e per Knives. Mentre la giovane era impegnata in tutto questo, il biondo non aveva ancora smesso un solo istante di fissarla intensamente, riscoprendosi attento ad ogni suo più piccolo gesto, o espressione del viso. La guardò bene, mentre si spostava una ciocca di biondissimi capelli mossi dietro ad un’orecchio, e mentre continuava a preparare il tutto, avendo costantemente un piccolo sorriso felice, su quelle labbra così rosse e dall’aspetto morbido. I suoi occhi blu si muovevano veloci e ridenti ovunque, fino a volgersi nella sua direzione:

 

-Ecco! E’ tutto pronto! Tieni, buon appetito! Spero tanto che ti piaccia!^^- la sentì dire euforica, mentre gli porgeva il suo piatto colmo di carne e insalata,

 

-Grazie...- le bofonchiò nuovamente, afferrandolo, osservandone un attimo l’aspetto, per poi tagliarne una fetta addentandola e masticandola in religioso silenzio,

 

Elhena come sempre, prima di mettersi a mangiare a sua volta, lo fissava in un misto di ansia, preoccupazione e speranza, nel voler sentire cosa ne pensasse. Si dedicava sempre con tanto impegno alla preparazione di pranzo e cena per quel ragazzo tanto tenebroso, quanto affascinante.

 

“Era iniziato tutto per caso, nei primi giorni dei lavori alla Chiesa. Elhena si era trovata a passare da quelle parti, proprio all’ora di pranzo con nel cestino solo del pane e del formaggio con una bottiglia di latte, diretta al bar del centro per il suo turno pomeridiano di lavoro. Non aveva avuto tempo per mangiare a casa, e così, si era frettolosamente preparata qualcosa da sgranocchiare prima del suo turno. Passando spedita nei pressi dei lavori, aveva notato un bel ragazzo biondo, seduto da solo all’ombra di un verdeggiante albero, che fissava con aria assorta nel vuoto. Si era fermata a guardarlo con più attenzione, attirata anche dalle grida di altra gente che partecipava ai lavori, e stava in quel momento mangiando allegramente in compagnia, notando tra quella gente Vash e il reverendo Wolfwood. Facendo due più due, capì che il biondo solitario era senza dubbio Knives. Allora, si era avvicinata a lui timida e titubante, spaventata all’idea di esser cacciata via in malo modo.

 

-E-ehi..hai fame? Perché non mangi con gli altri?- aveva esordito così, chinandosi di poco verso di lui, una volta accostatasi al tronco dell’albero,

 

-…- per tutta risposta, il primo impatto, Elhena lo ebbe con gli occhi glaciali di Knives, che inizialmente la spaventarono molto, per il freddo che vi leggeva dentro. Poi però, lo vide tornare a guardare nel vuoto, fare un sospiro profondo e mutare espressione. Sembrava davvero triste. 


-Oggi non mi và di stare in mezzo a quel casino..- le aveva poi detto, in maniera naturale, facendole capire, che l’allegria e giovialità di tutte quelle persone riunite, lo mettevano davvero a disagio.

 

L’aveva guardato preoccupata, e poi con comprensione. In fondo, la sapeva la storia di Vash e Knives, e immaginava le non poche difficoltà che quest’ultimo si doveva trovar ad affrontare con sé stesso, e quella nuova condizione di vita a lui sempre rimasta sconosciuta.

 

-Allora senti..- fece poi con un sorriso gentile, sedendogli accanto, posando la cesta sulle gambe -..vuoi dividere il pranzo con me?^^ Non è molto..è solo del pane con formaggio e latte..però è molto buono! Eh eh!-

 

-…- l’aveva guardata sorpreso da quel gesto così gentile. In fondo erano due perfetti sconosciuti.

 

-Ah! E non preoccuparti! Non ti disturberò affatto! Me ne starò tranquilla ed in silenzio. Eh, eh, eh! Anche a me piace godermi spesso la pace di ciò che mi circonda! Tieni! Buon appetito!^^-

Mentre parlava allegra, aveva aperto la cesta, diviso pane e formaggio, e allungato una mano per dare a Knives la sua parte.

 

-…- lui la guardò ancora con stupore. Quella ragazza, stava davvero dividendo il suo cibo, con uno sconosciuto? – Ma tu..lo sai chi sono io?- le chiese titubante, prendendo tra le mani il cibo che gli veniva offerto.

 

-Eh? Certo che lo so, anche se non ci conosciamo di persona!^^ Tu sei Knives! Il fratello di Vash! Piacere di conoscerti, io mi chiamo Elhena!- per tutta risposta, la ragazza gli tese una mano aperta, facendogli un calorosissimo sorriso aperto,

 

Knives aveva strabuzzato gli occhi, davvero stupito da quella creatura. Poi, inevitabilmente, gli era venuto da ridacchiare, forse per i modi di fare così semplici e aperti, forse per l’aria buffa che un po’ aveva, forse per le sensazioni molto calorose che stava provando. Alla fine, l’aveva guardata di nuovo, e aveva stretto con la sua, quella piccola mano aperta verso di lui:

 

-Piacere Elhena, io mi chiamo Knives!- le aveva risposto con un piccolo sorriso

 

Dopo di chè, avevano mangiato pane e formaggio in silenzio, sorseggiato il latte persi entrambi nei loro pensieri, finchè Elhena non era dovuta scappare di corsa in centro villaggio per il suo lavoro. Da quel giorno, era sempre tornata, sia nelle ore del pranzo, che della cena, portandogli molte cose buone preparate da lei.”

 

-A-allora? Come ti sembra?-

 

La voce timida e impacciata della fanciulla, lo riportarono al presente, dopo quel piccolo tuffo nei ricordi di come si erano conosciuti. Finì di masticare, deglutì e poi la guardò:

 

-E’ davvero molto buono- le aveva risposto con la sua sempre solita aria seria, facendo comunque la felicità di Elhena, che rise di gioia.

 

-Davvero? Ne sono molto contenta!- e detto ciò, addentò a sua volta la sua parte di cibo, masticando con gusto, trovando ciò che lei stessa aveva preparato, ancor più buono di quello che era, e tutto grazie alle parole di Knives.

 

Il biondo la guardò, mentre masticava con gusto, con quell’aria innocente e giuliva. Sorrise tra sé, sentendo le risa stuzzicargli le corde vocali, per poter uscire libere all’esterno. Il volto un po’ buffo oltre che dolce e molto bello, di quella ragazza, gli provocava sempre quel nuovo e piacevole effetto. Gli veniva da ridere. Ma non da ridere, con crudeltà o sadismo. Knives provava calore con vicino quella creatura, e la sensazione di benessere provocava nel suo essere il desiderio di esprimersi con vere risa di gioia.

 

Come al solito, Elhena si era messa a mangiare tutta sorridente, ma in silenzio, per rispettare quello che era Knives coi suoi pensieri, ma questa volta, fu diverso:

 

-Sai..mi mancheranno..queste giornate. I momenti passati sotto quest’albero..- aveva iniziato a parlare lui, lasciandola spiazzata e incredula. Era la prima volta, che Knives le parlava così sciolto di sua iniziativa!.

 

Lo guardò sbattendo i suoi grandi occhi blu, senza sapere cosa rispondergli, con la forchetta e un boccone di carne a mezz’aria.

A Knives veniva ancora da ridere nel vederla così buffa.

 

-Ora che la Chiesa è pronta, dovrò trovarmi altro da fare.. Mi mancherà la tua cucina, e la tua allegra compagnia, Elhena!-

 

-!!- le guance della ragazza, andarono in fiamme nel giro di tre secondi, dopo quelle ultime parole.

 

Quasi non credeva possibile una cosa del genere. Anche lei quella mattina, si era sentita molto triste, sapendo che era l’ultima volta che si sarebbe recata alla Chiesa, per mangiare e passare qualche momento con Knives. Non aveva certo il coraggio di dirgli, che se era d’accordo, avrebbe continuato a preparagli tutti i pranzi e le cene che voleva! Era troppo timida per azzardare una cosa del genere, spaventata all’idea che lui si potesse accorgere di ciò che si era resa conto di provare. Era convinta che per uno come Knives, una maldestra ed impacciata come lei, non potesse assolutamente andare bene. Pensava ci volesse una donna al suo opposto, e si accontentava del fatto che lui avesse accettato almeno la sua compagnia come amicizia. Ora non sapeva come prendere quelle parole, quegli occhi glaciali, che ora la guardavano gentili, leggeri come le acque di un ruscello e non freddi, ma  calorosi. Non sapeva come rispondere a quel sorriso gentile. Era travolta dalle emozioni che l’atteggiamento di Knives le stava facendo provare. Quanti passi da gigante stava compiendo il biondo, nell’aprirsi al mondo? Elhena non credeva affatto che molto del merito era suo.

 

-Pff! Eh,eh,eh! Ma che hai? Sei proprio buffa, lo sai? Eh,eh,eh!-

 

Lo sentì ridere, allegro e sereno, ed aveva una risata, davvero molto calda e gentile. Elhena sorrise, sentendo quelle risa entrargli nel cuore. Adesso lo vedeva chiaramente, Knives era senza dubbio il fratello di Vash.

 

-S-se VUOI!!!- sbraitò all’improvviso, sporgendosi in avanti verso di lui, lasciandolo stupito da quel repentino cambiamento.

 

Resasi conto della gaffe, Elhena si ritrasse indietro ancor più rossa di prima, ma facendosi comunque coraggio:

 

-Se vuoi..ehm..I-io! Io continuerò a prepararti pranzo e cena..f-finchè vorrai..- concluse balbettando, finendo a guardarsi le punte delle scarpe con esagerato interesse.

 

-…- Knives si ritrovò col petto ancor più caldo di prima.

 

Non trovi che siano attenzioni..più GENTILI o INTERESSATE?

 

Sorrise, mentre le parole di Vash tornavano a suggerirgli qualcosa nelle orecchie. Guardò il profilo di Elhena, così rossa in viso, agitata e tesa, così bella e buffa. Knives non sapeva ancora esprimersi su quelle nuove sensazioni ed emozioni, ma sentirle dire, che se lo voleva, avrebbe continuato a stare in sua compagnia, lo rendeva davvero felice.

 

-Non devi andare al lavoro, oggi?- le domandò gentile

 

-N-no! Ho finito il mio turno stamattina. O-oggi sono libera, devo solo andare a fare un po’ di spesa e..-

 

-Ti và se vengo con te? E’ da tanto che non faccio due passi al villaggio-

 

Lo guardò di nuovo senza parole. Lui le stava davvero dicendo, che voleva stare con lei, ancora?

 

-Eh? M-ma certo! Certo che mi và, Knives!^^-  rispose quasi con le lacrime agli occhi.

 

Nemmeno Elhena, sapeva interpretare chiaramente, ciò che era appena successo tra loro. Di sicuro, vedeva un ragazzo chiuso e difficile, che si era aperto un po’ di più, che si mostrava maggiormente alla luce. Vedeva che la sua compagnia per lui era stata piacevole, e desiderava continuare a coltivarla meglio, quella loro conoscenza.

 

-Allora…cosa mi preparerai di buono, stasera?- le domandò allegro, mentre le porgeva una mano per aiutarla a mettersi in piedi,

 

Elhena sussultò profondamente, perché quella era la prima volta, che le loro mani si univano perché era lui a volerlo. Gli sorrise di una felicità che lo toccò dentro, facendogli iniziare seriamente a credere, che suo fratello Vash, non aveva affatto visto male. Uno come lui, poteva piacere davvero? Uno come lui, poteva avere la possibilità di essere amato, guardato unicamente, come la persona più bella e importante del mondo intero? Uno come lui, poteva avere davvero la possibilità di amare e di essere amato?.

 

Non sapeva ancora rispondersi, era troppo presto, ci voleva del tempo. Ma mentre lui ed Elhena, si avviavano fianco a fianco verso il villaggio, Knives sorrise tra sé, pensando che non c’era fretta, che poco a poco, sarebbe riuscito a comprendere ogni cosa sia all’interno che fuori da sé stesso. Anche in questo ammise, si trovava d’accordo con Vash.

 

 

 

 

Continua


 


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Ciao carissimi tutti!!^^

Ahhhhh!!! *sospira*
Sono proprio contenta di essere riuscita a scrivere questo capitolo e a dargli un'imbastitura semplice ma scorrevole, riuscendo a farci stare dentro tutta la parte di Knives ed Elhena!^^
Mi è piaciuto tanto raccontare di questa gentile, bella e buffa ragazza che si avvicina al glaciale biondo e poco a poco, fa sciogliere tutte le sue pareti di ghiaccio, riuscendo addirittura a farlo ridere!!
Ehm...non vi nascondo, che un pochino, avrei voluto farlo penare questo benedetto e maledetto ragazzo! xD Con tutto quello che ha combinato al nostro povero Vash!. Ma poi, la sentimentale che c'è in me si è svegliata e mi ha detto : "Ehi! Dai!! Ok la pena che deve scontare e tutto il resto..ma dagli la possibilità di capire sul serio come ci si sente da uomini"

E allora.... xP  Ecco cos'è saltato fuori!^^

Spero vi sia piaciuto!
Vi avviso, che questo era il penultimo capitolo! Il prossimo incentrato su Vash e Meryl, sarà il conclusivo!
Grazie a tutti quelli che mi hanno seguita fin qui! *inchino*



Tantissimi baci ed abbracci! A presto!!

Martychan ^_^


   
 
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