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Autore: Verena    14/03/2013    2 recensioni
Tokyo, 2024.
Una città oppressa dalla dittatura di un sindaco corrotto.
Un gruppo di giovani ribelli armati di pattini a rotelle e vernice spray.
Una ragazza senza passato.
Ma con una missione da compiere.
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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HOMECOMING (PART 2)



Dark trattenne a stento un urlo. No, non era possibile. Non poteva essere morto anche Jimmy. Sentiva qualcosa di molto simile a un peso che le opprimeva il cuore, anche se sapeva che fisicamente era impossibile. Chinò il capo, e per la prima volta desiderò con tutta sé stessa di poter scoppiare a piangere. Beat la guardò, con un grosso nodo in gola. Non avrebbe mai voluto far soffrire Dark, ma sapeva di non poterle nascondere una notizia simile. Avrebbe voluto stringerla, abbracciarla, tenerla fra le braccia per farle sentire la sua vicinanza. Ma era impossibile. In quel momento l’esaltazione per il ritorno di Dark svanì completamente, sostituita da un tremendo senso di vuoto misto a nostalgia. Beat sentiva troppo forte la distanza che in quel momento c’era tra loro: lui era vivo, poteva sentire il vento e il calore del sole sulla pelle, mentre lei no. Lei era solo un fantasma, una semplice immagine di quello che era stata. Ma quando lei alzò nuovamente lo sguardo e incrociò i suoi occhi, capì che non doveva pensare certe cose. Dark era tornata, e se per stare insieme avrebbero dovuto affrontare quella sorta di non-vita, l’avrebbero affrontata. Insieme.

Lo sguardo di Dark era spento, vuoto. Svuotato dal dolore per la perdita di Jimmy.

“E poi cos’altro è successo?” Chiese con un filo di voce.

Beat riprese a raccontare.

Dopo aver assistito al suicidio di Jimmy, i poliziotti se ne andarono , lasciandolo lì come se fosse un oggetto abbandonato e non una persona. Beat gli si avvicinò, lentamente. Tremava, e lottava per ricacciare indietro le lacrime. Poi gli chiuse gli occhi, e lo sollevò tra le braccia. Meritava  una sepoltura degna. L’avrebbe portato a Kibogaoka Hill, nel cimitero dei Rudies, e là gli avrebbe concesso un funerale dignitoso. Lo calò in acqua, poco lontano da dove stava sepolta la sua Dark. Da quel giorno, una rabbia crudele si impossessò di Beat. La lotta, Tokyo, i GG… Nulla aveva più senso. Non aveva più nulla in cui credere. Forse avrebbe fatto meglio a lasciare tutto, lasciare Tokyo per sempre e non tornarci mai più. È vero, i GG erano i suoi migliori amici, ma nonostante tutti i loro sforzi non avrebbero mai capito come si sentiva lui. Lui aveva perso tutto. Aveva perso Dark, ed era come se avesse perso cuore e anima. Ma Beat sapeva che la colpa non era dei GG. No, la colpa era solo di quel bastardo di Rokkaku. Era stato lui ad uccidere Dark. Era stato lui a causare la morte di Jimmy. Era la sua presenza la causa scatenante di quella guerra che tutti stavano combattendo da tempo, e che aveva già causato le prime vittime. Ed ora, aveva anche strappato le ultime speranze a Beat.

Beat trascorreva le sue giornate nella noia, vagando per le strade senza meta, facendo casino solo per ammazzare il tempo. Sfrecciava per le strade comportandosi da teppista, spaccando tutto e facendo danni a qualsiasi cosa. Sapeva che non era il comportamento che avevano i GG, ma non gliene fregava niente. Qualcuno mi tiri fuori da qui, si ripeteva. Chiunque, mi tiri fuori di qui. Mi sembra di vivere in un incubo. Tiratemi fuori. A volte, poi, tornava al Garage, ignorando tutto e tutti,e si lasciava cadere in un angolo, come un pupazzo abbandonato, a deprimersi ed aspettare che il tempo passasse. Ogni tanto si buttava  sul vecchio divano sulla terrazza, e finiva per addormentarsi anche dopo aver bevuto dieci tazze di caffè, stremato da ciò che lo stava divorando da dentro. I pensieri erano come belve feroci che lo assalivano in continuazione, senza lasciargli un momento di tregua. Uno su tutti era il pensiero di Dark. Dark, dove sei? Non lasciarmi solo… torna, ti prego. Dove sei andata? A volte se la sognava addirittura. Lei era lì, lui la stringeva tra le braccia ed erano finalmente felici, insieme. Ma poi apriva gli occhi e la realtà lo colpiva come uno schiaffo. Era schifosamente solo. Come se tutti lo avessero abbandonato e fossero andati altrove a divertirsi, senza di lui. E il tempo non passava mai.

Quando Beat ebbe finito il proprio racconto, Dark non sapeva cosa dire. Si sentiva in colpa per aver lasciato Beat da solo, per averlo fatto soffrire così tanto. Ma sapeva che era inevitabile. Se non si fosse buttata su quel colpo, lei sarebbe sopravvissuta. Ma sarebbe morto lui. E assolutamente non meritava di morire, era una persona troppo speciale. Dark si sentì riscaldare da quel pensiero. Non si sarebbe mai pentita di quello che aveva fatto, di essersi sacrificata per lui. Allungò una mano fino a sfiorare appena quella del suo ragazzo. Lui sentì quella ormai familiare sensazione di fresco, si voltò e le rivolse un debole sorriso. Quei momenti bui erano ormai passati. Ora non era più solo, perché lei era tornata.

Per rompere quell’attimo di tristezza, Dark chiese: “Dimmi, Beat… è successo altro?”

Il sorriso di Beat si allargò sempre più. “Beh, sì. è successa la cosa più bella di tutte. Sei tornata.”

 
Erano ormai arrivati al Garage. Il sorriso di Beat era ormai talmente largo che rischiava di inghiottirsi le orecchie. Sentiva il cuore battergli all’impazzata e l’orgoglio e la felicità sprizzargli da tutti i pori. Prese, o meglio sfiorò la mano di Dark, guidandola verso la zona centrale. Era così che sarebbe dovuta andare: se avesse potuto tornare indietro, Beat avrebbe guidato così Dark al proprio fianco, il primo giorno in cui l’aveva portata al Garage, sfoggiandola con orgoglio e con gli onori che meritava la donna che gli avrebbe cambiato la vita. Anche Dark si sentiva gonfia di emozione: stava tornando a casa, nell’unico posto al mondo che poteva definire casa. Aveva una gran voglia di mettersi a correre come una pazza non appena i suoi piedi avessero toccato terra. Erano tornati al quartier generale, era quasi una città di musica, era… casa. Stavano tornando a casa, ancora una volta.

La prima a vederli arrivare fu Ryth. Vide suo fratello, che si avvicinava all’enorme rialzo a passo lento, tranquillo, e con un gran sorriso sul volto. Poi vide… No, non era possibile. Strizzò gli occhi per non farsi ingannare dai raggi del sole. Eppure quell’illusione ottica era ancora lì, che si muoveva al fianco di Beat. E soprattutto, era identica a Dark. Quando i due la raggiunsero, per poco non lanciò un urlo. Sì, era proprio Dark, non c’erano dubbi. Ma come poteva? Fece per chiedere spiegazioni al fratello, ma lui la zittì con un cenno della mano, mentre si dirigeva verso il centro della terrazza. Anche gli altri lo avevano visto, e iniziavano a formare un capannello tutti attorno al loro compagno, chi dubbioso, chi sconvolto. Alcuni iniziarono a fare domande.

Ma Beat rispose solo con una frase: “è tornata. Siamo tornati.”

A Dark sarebbe girata la testa, se l’avesse ancora avuta in senso fisico. Il mondo intero pareva girarle attorno fuori controllo. Ma fu quando parlò Corn che tutto ritrovò senso.

“Bentornata, Dark. C’è solo un motivo per cui tu possa essere tornata tra noi, e cioè che sia stato lo stesso destino a deciderlo. Ebbene, noi non ci potremo certo opporre alle sue decisioni.” Sorrise, poi aggiunse. “Quello che hai fatto per Beat ci ha dimostrato quanto sia buono il tuo animo. E per questo, in quanto capo dei GG, ti accolgo come membro definitivo del gruppo. Benvenuta tra noi.”

Dark si sciolse in un ampio sorriso, ed era come se stesse per commuoversi. Finalmente aveva trovato una
casa.




L'Angolo di Verena

Ciao a tutti!!! Come al solito ci ho messo un secolo ad aggiornare, chiedo perdono ^^''
Ci avviciniamo sempre più alla fine di questa storia, e non posso che ringraziare tutti coloro che mi hanno seguita fin qui... Sì, anche voi che avete letto senza però recensire u.u un commentino potevate lasciarlo, non vi fanno male le manine :p
Al prossimo, e ultimo, capitolo!!!
  
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