Infermiera: Si? Buon pomeriggio.
Klaus: Salve, Rebekah Mikaelson o Salvatore?
Infermiera: Reparto maternità, terzo piano.
Klaus: Grazie. – salì in reparto. – Scusi?
Infermiera: Si?
Klaus: Rebekah Mikaelson o Salvatore?
Infermiera: Stanza 5.
Klaus: Grazie.
Infermiera: Prego.
Rebekah: Ele portala via.
Elena: Perché?
Elijah: C’è Klaus.
Rebekah: Prendila ti prego.
Elena: Certo.
Damon: Chiuditi in bagno.
Elena: Si. – Elijah e Kol si pararono davanti alla porta e Damon e Stefan infondo al letto.
Elijah: Che ci fai qui?
Klaus: Non iniziate.
Kol: Cosa diavolo ci fai qui?
Klaus: Ho letto il biglietto, voglio solo…
Kol: Cosa?
Klaus: Mi dispiace tanto. Scusate.
Kol: Niklaus Mikaelson che si scusa? Bisogna festeggiare!
Elijah: Kol. – gli fece cenno di spostarsi.
Klaus: Grazie Elijah. – entrò nella stanza.
Stefan: Se hai brutte intenzioni, sarà meglio che te ne vada.
Klaus: Non ho brutte intenzioni.
Damon: Sarà meglio per te.
Klaus: Rebekah.
Rebekah: Nick! – le guance si rigarono di lacrime. Klaus tolse il cappotto e lo posò in fondo al letto.
Klaus: Perdonami. Perdonatemi tutti. Sono stato così egoista e stronzo, non so neanche il perché. Davanti ad un miracolo. Da due creature morte si è formata una vita. Io… Io… Mi dispiace.
Rebekah: Mi abbracci?
Klaus: Certo sorellina. – disse in lacrime e si sedette per accoglierla nelle sue braccia.
Rebekah: Ti voglio bene stupido che non sei altro.
Klaus: Lo so, anche io ti voglio bene. Sei bellissima.
Rimasero abbracciati una decina di minuti, Damon abbracciò il fratello che ricambiò subito, Kol si avvicinò al maggiore che l’ho abbracciò.
Klaus: Come stai?
Rebekah: Adesso che tutti gli uomini della mia vita sono qui, sto benissimo.
Klaus: Come stai davvero?
Rebekah: Sono stanca ma sto bene. Damon puoi chiamare Ele?
Damon: Si vado… Ele mi apri?
Elena: Ciao, guarda un po’ papà? – sorrise.
Damon: Ma…
Elena: Si prendila.
Damon tornò nella stanza con il suo fagottino in braccio e le lacrime agli occhi.
Stefan: Cos’hai?
Damon: Guarda.
Stefan: Gli stanno bene i tuoi occhi.
Damon: Vai dalla mamma piccolina.
Rebekah: Grazie. Ciao amore mio, lui è l’altro tuo zio, è zio Nick.
Klaus: E’ uno splendore, assomiglia tutta a Damon.
Damon: Un altro.
Elena: Perchè è vero. – si avvicinò e l’abbracciò.
Klaus: E’ vero ti somiglia. Non ti sei mai visto allo specchio.
Damon: Perché?
Klaus: Perchè Kol potrebbe prestartene uno.
Kol: Piantala. – si avvicinò alla piccola e sussurrò. – Non ascoltare sto stronzo di Klaus.
Klaus: Che simpatico.
Rebekah: Vuoi prenderla?
Klaus: No, non adesso.
Rebekah: Ok, Kol?
Kol: Se vuoi si.
Rebekah: Se voglio? Tieni.
Kol: Grazie, ciao bellissima.
Klaus: Come si chiama?
Rebekah: Elise Salvatore. Senza farlo apposta, si chiama come la nonna. – e guardò i Salvatore che le sorrisero.
Klaus: Elise è un bellissimo nome come lei.
Infermiera: Scusate, ho portato i fogli del riconoscimento, tra poco serviamo la cena. Devo chiedervi di uscire. – ed uscì.
Stefan: Si certo.
Damon: Grazie.
Rebekah: Io voglio andare a casa.
Elena: Non puoi.
Rebekah: Ma sto bene.
Elijah: Si ma la bambina a solo due ore di vita.
Stefan: Sai che deve rimanere.
Damon: Mi fermo qui.
Rebekah: Ma no Damon, non stare a disturbarti c’è la faccio da sola.
Damon: Non dire cavolate, quale disturbo? È mia figlia.
Rebekah: Si, scusa.
Stefan: Tieni le chiavi della macchina. Mi porti a casa Ele?
Elena: Certo.
Elijah: Sei in macchina Nick?
Klaus: Si.
Kol: Bene allora veniamo con te.
Elena: Ciao amore. – lo baciò.
Damon: Ti amo.
Elena: Ciao Rebekah.
Rebekah: Grazie di tutto. Ti voglio bene.
Elena: Anche io, ciao Elise. – e le baciò la manina.
Stefan: Ciao Damon, ciao amore mio ci vediamo domani. – la baciò. – Ciao piccolina.
Damon: Ciao.
Rebekah: Ti amo tanto Stefan.
Stefan: Anche io.
Elijah: Ciao.
Dopo un paio di minuti…
Kol: Da chi vuoi andare piccolina?
Infermiera: Ecco la cena.
Rebekah: Grazie.
Kol: Allora da papà. Tieni amico, ciao piccola. – le baciò il nasino.
Damon: Grazie.
Elijah: Ciao sorellina. Ti voglio bene. – l’abbracciò.
Rebekah: Anche io Elijah. Grazie di tutto.
Elijah: Figurati. Ciao Damon. – accarezzò il volto della nipote.
Damon: Ciao.
Kol: Ciao bellissima, mangia e riposati.
Rebekah: Si Kol, ti voglio bene. – la strinse forte.
Kol: Ciao Damon.
Damon: Ciao Kol.
Rebekah: Nick?
Klaus: Dimmi. – la baciò sulla fronte.
Rebekah: Grazie che sei venuto. Ti voglio bene.
Klaus: Anche io, scusami ancora. Ciao.
Rebekah: Ciao.
Klaus: Ciao Damon. – si avvicinò e osservò la nipote.
Damon: Ciao Klaus. – uscirono e avvicinò il tavolino a Rebekah. – Mangia qualcosa.
Rebekah: Si. Grazie Damon.
Damon: Basta ringraziare. – spostò una sedia vicino al letto e si sedette con la piccola.
Finì di mangiare, compilarono i fogli e la piccola iniziò a piangere.
Damon: Che c’è? Non piangere. – provò a cullarla.
Infermiera: Tutto bene?
Rebekah: A dire la verità non so.
Infermiera: Potrebbe aver fame. Hai provato ad allattarla?
Rebekah: No… Non…
Infermiera: Ti aiuto, mettiti comoda. Papà ci serve la bambina.
Damon: Certo, ecco.
Infermiera: Bene, avvicinatela così, sollevale leggermente la testa. Perfetto.
Rebekah: Grazie.
Infermiera: Appena ha finito deve fare il ruttino e bisogna tenerla in posizione verticale per alcuni minuti, se volete metterla nella culla, vado a prenderla.
Damon: Grazie. – dopo un paio di minuti tornò.
Infermiera: Ecco qui. Culla e un paio di pannolini. Se avete bisogno chiamate.
Rebekah: Grazie mille. – poi finì di mangiare.
Damon: Vuoi darla a me?
Rebekah: Fai tu.
Damon: Si, se vuoi.
Rebekah: Certo tieni.
Damon: Ciao principessa. – dopo una mezz’ora si addormentò. – Dovrei metterla giù?
Rebekah: Come vuoi.
Damon: Forse è meglio così sta tranquilla. Eccoti. – la baciò sulla fronte e la coprì.
Rebekah: Sei bravissimo.
Damon: Non esageriamo.
Rebekah: Si invece. È vero.
Damon: Come stai?
Rebekah: Stanca. Vieni vicino a me?
Damon: Certo. Così va bene?
Rebekah: Si grazie. – appoggiò il capo al suo petto.
Damon: Grazie per questa meraviglia. – la baciò sul capo.
Rebekah: Grazie a te. – dopo pochi minuti si addormentò.