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Autore: leli sister    14/03/2013    1 recensioni
Salve a tutti!!!
Dal capitolo 1:
Erano passati più di due mesi dalla notte travolgente di Damon e Rebekah.
In questo periodo Elena aveva capito che l'amore della sua vita era Damon così, dopo aver rischiato di perderlo nella battaglia tra i Salvatore e i Mikaelson contro Finn e Esther, si era dichiarata a lui e si erano fidanzati.
Stefan inizialmente era deluso dalla coppia però poi capì che il vero amore non lo si può comprare ed era sollevato nel vedere il fratello così felice dopo il rischio che aveva subito per proteggerlo.
Si era avvicinato a Rebekah e uscivano di tanto in tanto.
Il rapporto tra le due famiglie si era alleggerito, non erano rose e fiori ma non si impalavano a vicenda. Damon e Kol avevano instaurato un buon rapporto e Elena e Rebekah non erano più in conflitto.
Una mattina di metà luglio Elena si alzò delicatamente per non svegliare il vampiro dagli occhi di ghiaccio e scese per preparare la colazione. Transitò davanti alla stanza di Stefan e vide che era vuota. Scese di sotto ma quando passò davanti all'ingresso sentì bussare e aprì la porta.
spero che vi piaccia... aggiornerò ogni MERCOLEDI...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Rebekah Mikaelson, Stefan Salvatore, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Più tardi fece ingresso nell’ospedale Klaus e si recò al bancone per chiedere informazioni.

Infermiera: Si? Buon pomeriggio.

Klaus: Salve, Rebekah Mikaelson o Salvatore?

Infermiera: Reparto maternità, terzo piano.

Klaus: Grazie. – salì in reparto. – Scusi?

Infermiera: Si?

Klaus: Rebekah Mikaelson o Salvatore?

Infermiera: Stanza 5.

Klaus: Grazie.

Infermiera: Prego.

 

Rebekah: Ele portala via.

Elena: Perché?

Elijah: C’è Klaus.

Rebekah: Prendila ti prego.

Elena: Certo.

Damon: Chiuditi in bagno.

Elena: Si. – Elijah e Kol si pararono davanti alla porta e Damon e Stefan infondo al letto.

Elijah: Che ci fai qui?

Klaus: Non iniziate.

Kol: Cosa diavolo ci fai qui?

Klaus: Ho letto il biglietto, voglio solo…

Kol: Cosa?

Klaus: Mi dispiace tanto. Scusate.

Kol: Niklaus Mikaelson che si scusa? Bisogna festeggiare!

Elijah: Kol. – gli fece cenno di spostarsi.

Klaus: Grazie Elijah. – entrò nella stanza.

Stefan: Se hai brutte intenzioni, sarà meglio che te ne vada.

Klaus: Non ho brutte intenzioni.

Damon: Sarà meglio per te.

Klaus: Rebekah.

Rebekah: Nick! – le guance si rigarono di lacrime. Klaus tolse il cappotto e lo posò in fondo al letto.

Klaus: Perdonami. Perdonatemi tutti. Sono stato così egoista e stronzo, non so neanche il perché. Davanti ad un miracolo. Da due creature morte si è formata una vita. Io… Io… Mi dispiace.

Rebekah: Mi abbracci?

Klaus: Certo sorellina. – disse in lacrime e si sedette per accoglierla nelle sue braccia.

Rebekah: Ti voglio bene stupido che non sei altro.

Klaus: Lo so, anche io ti voglio bene. Sei bellissima.

 

Rimasero abbracciati una decina di minuti, Damon abbracciò il fratello che ricambiò subito, Kol si avvicinò al maggiore che l’ho abbracciò.

Klaus: Come stai?

Rebekah: Adesso che tutti gli uomini della mia vita sono qui, sto benissimo.

Klaus: Come stai davvero?

Rebekah: Sono stanca ma sto bene. Damon puoi chiamare Ele?

Damon: Si vado… Ele mi apri?

Elena: Ciao, guarda un po’ papà? – sorrise.

Damon: Ma…

Elena: Si prendila.

 

Damon tornò nella stanza con il suo fagottino in braccio e le lacrime agli occhi.

Stefan: Cos’hai?

Damon: Guarda.

Stefan: Gli stanno bene i tuoi occhi.

Damon: Vai dalla mamma piccolina.

Rebekah: Grazie. Ciao amore mio, lui è l’altro tuo zio, è zio Nick.

Klaus: E’ uno splendore, assomiglia tutta a Damon.

Damon: Un altro.

Elena: Perchè è vero. – si avvicinò e l’abbracciò.

Klaus: E’ vero ti somiglia. Non ti sei mai visto allo specchio.

Damon: Perché?

Klaus: Perchè Kol potrebbe prestartene uno.

Kol: Piantala. – si avvicinò alla piccola e sussurrò. – Non ascoltare sto stronzo di Klaus.

Klaus: Che simpatico.

Rebekah: Vuoi prenderla?

Klaus: No, non adesso.

Rebekah: Ok, Kol?

Kol: Se vuoi si.

Rebekah: Se voglio? Tieni.

Kol: Grazie, ciao bellissima.

Klaus: Come si chiama?

Rebekah: Elise Salvatore. Senza farlo apposta, si chiama come la nonna. – e guardò i Salvatore che le sorrisero.

Klaus: Elise è un bellissimo nome come lei.

Infermiera: Scusate, ho portato i fogli del riconoscimento, tra poco serviamo la cena. Devo chiedervi di uscire. – ed uscì.

Stefan: Si certo.

Damon: Grazie.

Rebekah: Io voglio andare a casa.

Elena: Non puoi.

Rebekah: Ma sto bene.

Elijah: Si ma la bambina a solo due ore di vita.

Stefan: Sai che deve rimanere.

Damon: Mi fermo qui.

Rebekah: Ma no Damon, non stare a disturbarti c’è la faccio da sola.

Damon: Non dire cavolate, quale disturbo? È mia figlia.

Rebekah: Si, scusa.

Stefan: Tieni le chiavi della macchina. Mi porti a casa Ele?

Elena: Certo.

Elijah: Sei in macchina Nick?

Klaus: Si.

Kol: Bene allora veniamo con te.

Elena: Ciao amore. – lo baciò.

Damon: Ti amo.

Elena: Ciao Rebekah.

Rebekah: Grazie di tutto. Ti voglio bene.

Elena: Anche io, ciao Elise. – e le baciò la manina.

Stefan: Ciao Damon, ciao amore mio ci vediamo domani. – la baciò. – Ciao piccolina.

Damon: Ciao.

Rebekah: Ti amo tanto Stefan.

Stefan: Anche io.

Elijah: Ciao.

 

Dopo un paio di minuti…

Kol: Da chi vuoi andare piccolina?

Infermiera: Ecco la cena.

Rebekah: Grazie.

Kol: Allora da papà. Tieni amico, ciao piccola. – le baciò il nasino.

Damon: Grazie.

Elijah: Ciao sorellina. Ti voglio bene. – l’abbracciò.

Rebekah: Anche io Elijah. Grazie di tutto.

Elijah: Figurati. Ciao Damon. – accarezzò il volto della nipote.

Damon: Ciao.

Kol: Ciao bellissima, mangia e riposati.

Rebekah: Si Kol, ti voglio bene. – la strinse forte.

Kol: Ciao Damon.

Damon: Ciao Kol.

Rebekah: Nick?

Klaus: Dimmi. – la baciò sulla fronte.

Rebekah: Grazie che sei venuto. Ti voglio bene.

Klaus: Anche io, scusami ancora. Ciao.

Rebekah: Ciao.

Klaus: Ciao Damon. – si avvicinò e osservò la nipote.

Damon: Ciao Klaus. – uscirono e avvicinò il tavolino a Rebekah. – Mangia qualcosa.

Rebekah: Si. Grazie Damon.

Damon: Basta ringraziare. – spostò una sedia vicino al letto e si sedette con la piccola.

 

Finì di mangiare, compilarono i fogli e la piccola iniziò a piangere.

Damon: Che c’è? Non piangere. – provò a cullarla.

Infermiera: Tutto bene?

Rebekah: A dire la verità non so.

Infermiera: Potrebbe aver fame. Hai provato ad allattarla?

Rebekah: No… Non…

Infermiera: Ti aiuto, mettiti comoda. Papà ci serve la bambina.

Damon: Certo, ecco.

Infermiera: Bene, avvicinatela così, sollevale leggermente la testa. Perfetto.

Rebekah: Grazie.

Infermiera: Appena ha finito deve fare il ruttino e bisogna tenerla in posizione verticale per alcuni minuti, se volete metterla nella culla, vado a prenderla.

Damon: Grazie.dopo un paio di minuti tornò.

Infermiera: Ecco qui. Culla e un paio di pannolini. Se avete bisogno chiamate.

Rebekah: Grazie mille. – poi finì di mangiare.

Damon: Vuoi darla a me?

Rebekah: Fai tu.

Damon: Si, se vuoi.

Rebekah: Certo tieni.

Damon: Ciao principessa. – dopo una mezz’ora si addormentò. – Dovrei metterla giù?

Rebekah: Come vuoi.

Damon: Forse è meglio così sta tranquilla. Eccoti. – la baciò sulla fronte e la coprì.

Rebekah: Sei bravissimo.

Damon: Non esageriamo.

Rebekah: Si invece. È vero.

Damon: Come stai?

Rebekah: Stanca. Vieni vicino a me?

Damon: Certo. Così va bene?

Rebekah: Si grazie. – appoggiò il capo al suo petto.

Damon: Grazie per questa meraviglia. – la baciò sul capo.

Rebekah: Grazie a te. – dopo pochi minuti si addormentò.

  
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