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Autore: eli_rogers    14/03/2013    0 recensioni
Fu una sera di Dicembre che si rivolsero la parola. Lei aveva appena finito il suo turno nel locale e fuori pioveva e faceva freddo. Era sulla porta maledicendosi di non essersi ricordata l’ombrello e stava smanettando su quel cellulare nuovo che non sapeva usare per chiamare un taxi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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Si era trasferita da un mese a Firenze. Lei, Stella, capelli castani e mossi e occhi color cioccolato. Magra e alta come tante, ma distratta e pasticciona come poche. Aveva deciso di trasferirsi a Firenze per frequentare il corso di laurea di Storia Dell’Arte, per quanto molti dei suoi amici pensassero che fosse una laurea quasi inutile lei era rimasta stregata dalle magie che erano riusciti a compiere gli artisti nei secoli precedenti. Era rimasta particolarmente affascinata dal Rinascimento e da quello che i pittori riuscivano a fare con i colori.

Lui, Lorenzo. Alto con un fisico abbastanza muscoloso. Capelli castani come gli occhi e fascino misterioso che ammaliava tutte le ragazze a Lettere. Amava scrivere quanto amava la band nella quale suonava.

Si erano incontrati per la prima volta in un parco. Lui era rimasto colpito da quella ragazza che camminava in modo così goffo cercando di non far cadere i mille fogli che aveva in mano e, contemporaneamente, di rispondere al telefono. Era una ragazza buffa.

La seconda volta che si videro fu al bar dove lei lavorava per mantenersi l’alloggio. Questo volta fu la ragazza che lo notò. Lui era seduto al tavolo, piegato a scrivere su dei fogli in modo frenetico. Era rimasta quasi ipnotizzata da quella figura. L’aveva fissato per una buona mezz’ora, aveva studiato tutti i suoi movimenti, dalla mano che spostava i capelli dalla fronte al piede che picchiettava contro la gamba del tavolo.

Fu una sera di Dicembre che si rivolsero la parola. Lei aveva appena finito il suo turno nel locale e fuori pioveva e faceva freddo. Era sulla porta maledicendosi di non essersi ricordata l’ombrello e stava smanettando su quel cellulare nuovo che non sapeva usare per chiamare un taxi. “Serve una mano?” disse una voce dietro di lei, spaventandola. Con un sorriso stampato sul viso Lorenzo aveva aperto l’ombrello per proteggerla dalla pioggia che continuava a cadere. Rimase ipnotizzata da quel sorriso e dovette far ricorso a tutta la sua buona volontà per trovare una risposta sensata. “Ehm…si…cioè, no…forse” Rise. Aveva un bel suono la sua risata. “Ho visto che abiti vicino a casa mia, se vuoi ti accompagno” Rimase sorpresa. Sapeva dove abitava, cos’altro sapeva di lei? “Tranquilla! Non sono un maniaco,frequento molto questo posto e ti ho visto lavorare qui già un paio di volte. Tornando a casa vedevo che facevi la mia stessa strada e suppongo che tu abiti in zona, mi sbaglio?” Le sorrise di nuovo, ma questo era un sorriso affettuoso, sembrava volesse dire ‘Fidati di me’. Lei rispose con un sorriso “Grazie, mi farebbe molto piacere”
  
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