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Autore: DreamingAdelaide    15/03/2013    3 recensioni
Solite vacanze con i genitori, solito posto, solita vita. Un giorno salvi un coniglio da una trappola per animali e ti ritrovi una fata dei boschi che ti promette il ragazzo dei tuoi sogni. Hai una settimana per farlo innamorare di te e sarà tuo per sempre.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Di questo passo, morirò di diabete.
 
Quella notizia mi aveva sorpresa. Non credevo potesse esserci una cosa del genere. Uno dei ragazzi si era innamorato di me ma non riuscivo a capire come fosse possibile che io e lui stessimo insieme da prima che quella realtà fosse creata. Forse la fata non aveva fatto altro che mandarmi in un'universo parallelo in cui io li conoscevo ed Harry era il mio ragazzo.
La cosa che più di tutte non era chiara di quella storia, era il motivo per cui, dopo la dichiarazione di Harry, non ero ancora ritornata alla mia realtà.
Quella mattina non avevo proprio voglia di aprire gli occhi. "Tanto Louis dorme sempre fino a tardi" mi giustificai.
Caccia via quella momentanea pigrizia e mi sedetti nel letto. Le lenzuola al mio fianco erano stropicciate ma non vi era nessuno.
La notte precedente, come tutte le notti, Niall era venuto a trovarmi. Avevamo parlato di Harry e lui mi aveva confermato della nostra storia.
Quando mi addormentai, era probabilmente andato via.
Capii solo allora perché era andato via la prima notte e perché non era rimasto neanche quella volta: perché sapeva che io stavo con Harry e poteva dargli fastidio.
Scesi di sotto e trovai Liam e Niall in cucina. «Buongiorno Mrs Styles» mi salutò Liam.
Niall tossì rumorosamente. Sentii il sangue gelarsi nelle vene dopo quell'affermazione. Spalancai gli occhi.
«Non ti sembra troppo presto per dire una cosa del genere?» squittii.
«Dai, stavo scherzando» si scusò avendo visto la mia espressione.
Presi una ciotola, i cereali dal mobile e il latte dal frigo e andai a sedermi affianco a Niall. Lui, appena mi sedetti, si alzò di scatto, posò le stoviglie nel lavello e fece per uscire dalla cucina ma Liam lo prese per un braccio e lo guardò serio. Non riuscii a vedere il volto di Niall ma sicuramente non era dei più sorridenti perché dopo poco Liam lo lasciò andare.
«Che ha?» gli chiesi.
«Non ne ho idea».
Sapevo che mentiva, Liam non sapeva mentire, ma lasciai perdere.
Ero sempre stata brava a capire le persone anche senza che loro dicessero qualcosa. Con Niall era diverso: ci mettevo molto tempo ad analizzare i suo atteggiamenti, e io di tempo non ne avevo.
Sapevo che Liam non mi avrebbe mai detto nulla, anche se gli avessi rinfacciato che mi mentiva, allora decisi che dovevo parlare direttamente con l'interessato e dovevo fare in fretta.
D'un tratto, mi chiesi perché ero così interessata ai suoi comportamenti. L'unica risposta che trovai, fu che lo sentivo davvero il mio migliore amico. Sentivo davvero di conoscerlo da sempre, anche se non sapevo quasi nulla di lui.
Dopo mangiato, andai di sopra e mi chiusi in bagno. Restai sotto la doccia per quasi un'ora. L'acqua corrente mi aiutava a pensare. 
Quando tornai di sotto, Zayn e Liam giocavano a Play Station mentre Niall ed Harry restavano a guardare.
Appena mi vide, sul viso di Harry si aprì un grosso sorriso che mise in mostra le sue fossette.
Si alzò dal divano e mi si avvicinò. Mi prese i fianchi e  mi attirò a se per lasciarmi un dolce bacio sulle labbra. «Buongiorno amore».
I suoi occhi erano fissi nei miei e brillavano come due grandi smeraldi.
Cercai di fargli un bel sorriso. «Buongiorno».
Mi prese la mano per portarmi al divano. Si sedette e poi mi costrinse a sedermi sulle sue gambe. 
Mi sentivo a disagio in quella situazione ma non riuscivo ad uscirne fuori.
Osservai il viso di Harry attentamente. Aveva dei ricci che gli cadevano sulla fronte e che ogni tanto spostava con la mano destra. Dopo l'ennesima volta che ricadevano, fui io a spostarglieli. Rabbrividì al tocco freddo della mia mano e si voltò a guardarmi. I suoi occhi verdi erano incorniciati da lunghe ciglia e dalle sue folte sopracciglia. Il suo naso era piccolo e con la punta leggermente larga, le labbra erano piene e incurvate in un sorriso che poteva far impazzire qualsiasi ragazza.
In quel momento, trovai la risposta ad una delle mie domande: stavo con lui perché era bellissimo, dolce, con un cuore d'oro e una voce da incanto.
«Che c'è?» chiese risvegliandomi dai miei pensieri.
«Niente» sorrisi.
«Allora perché mi guardi?».
Alzai le spalle e gli sorrisi. Dopo aver ricambiato il sorriso e avermi dato un bacio a fior di labbra, tornò a guardare gli altri giocare.
Mi voltai ad osservare l'espressione di Niall. Era triste e sembrava frustrato per qualcosa.
Mi persi di nuovo dei miei pensieri ma durò poco.
«Buongiorno a tutti! Oggi è una bellissima giornata, non trovate?» irruppe nella stanza, gasato come sempre, Louis.
Guardammo tutti l'orologio e vedemmo che le dodici non erano ancora passate.
«Ti sei svegliato presto!» fece notare Zayn.
«Si. Questo è un giorno troppo importante per poltrire a letto fino a tardi».
Ci guardò ad uno, ad uno ed esclamò soddisfatto portandosi le mani ai fianchi: «Sembra quasi che sia tornato tutto come prima!».
Harry cercò la mia mano e la intrecciò con la sua mentre sorrideva a Louis.
«Già, tutto come prima» bofonchiò Niall prima di alzarsi dal divano per scomparire poi dietro l'angolo.
Guardai Liam che, a sua volta, guardava il punto in cui era Niall fino a poco prima di girare per salire le scale.
«Ally, sei pronta a passare la giornata più divertente della tua vita?».
Sorrisi. «Scherzi? Io non aspettavo altro».
Mi congedai sollevata dalle braccia di Harry e feci per dirigermi da Louis ma il riccio mi prese la mano e mi tirò facendomi ricadere sulle sue gambe per poi baciarmi dolcemente.
Non era sicuro se lo amassi o meno, ma mi faceva sentire tremendamente bene ad ogni carezza, bacio o attenzione.
«O Romeo, Romeo. Mi lasci la tua Giulietta, Romeo?» lo prese in giro Louis.
Ci guardammo negli occhi. «Mi mancherai».
"Dio! Di questo passo, morirò di diabete".
Ci sorridemmo, poi mi aiutò a rialzarmi ed uscii di casa con Louis.
«Ora andiamo in un posto dove ti divertirai un mondo, vedrai» mi spiegò prima che io potessi chiederglielo.
Restai in silenzio per tutto il tragitto mentre lo ascoltavo parlare a raffica.
«Ma sei sempre così logorroico?»
«Si, direi di si».
Passammo davanti ad un parco dei divertimenti. Mi incantai a guardare le persone sulle montagne russe e le coppiette sulla ruota panoramica. I bambini correvano spensierati e alcuni aspettavano il loro zucchero filato.
«Quanto mi piacerebbe andarci!» esclamai.
Louis si schiarì la voce per attirare la mia attenzione.
Lo guardai sorridere soddisfatto, poi mi sventolò due fogli di carta sotto agli occhi.
«Non ci credo. Andiamo al parco dei divertimenti?»
«No, ti porto a vedere un'opera. Ma certo che andiamo al parco dei divertimenti!».
Lo abbracciai forte, poi lo trascinai all'entrata, dove ci controllarono i biglietti ed entrammo.
«Andiamo sulle montagne russe! No, andiamo sulla giostra a seggiolini. No, no anzi, andiamo di là» proposi eccitata e indecisa.
Ero tornata bambina appena avevo messo piede sul quel terreno. Louis rise compiaciuto e lasciò che io lo trascinassi in giro senza lamentarsi.
Dopo aver provato un gran numero di giostre, ci fermammo su una panchina.
«È tutto fottutamente bello!» esclamai.
«L'avevo detto che ti saresti divertita. Dovevi pur smaltire tutto il miele che ti ha dato Harry nelle ultime ore».
Inumidii le labbra e mi morsi il labbro inferiore. «È stato... piuttosto appiccicoso»
«È fatto cosi. Tutti credono che lui sia un puttaniere ma in realtà è un romanticone»
«Ha un cuore d'oro quel ragazzo, poi è dolcissimo»
«Lui ti piace, giusto? Perché, se non fosse cosi, ti direi di troncare questa storia prima che Harry si innamori sul serio di te. Sono il suo migliore amico e, se tu gli spezzi il cuore, dovrò raccoglierli io i cocci».
Non sapevo cosa rispondere. Qualsiasi cosa mi venisse in mente sembrava quella sbagliata. Soppesai bene le parole prima di parlare. «Harry mi piace davvero e mi fa sentire protetta e amata qualsiasi cosa lui faccia, ma non so se lo amo davvero. Non so se lui è l'amore della mia vita».
«Mi sembra giusto, hai solo diciotto anni» chiuse il discorso. 
Guardò davanti a se per un'istante che sembrò interminabile nella mia testa. 
In quei giorni non lo avevo mai visto cosi serio. Dopo un po' si voltò a sorridermi. «Hey! Non mi hai ancora chiesto niente»
«È vero! Allora, ti va di raccontarmi qualcosa di te?».
Annuì sorridente. «Mi chiamo Louis William Tomlinson, ho ventidue anni e sono di Doncaster. E bene si, sono il più grande della band. Sono nato alla vigilia di Natale, il 24 Dicembre 1991. Poi, ho quattro sorelle minori da lato materno e una da lato paterno. I miei genitori sono divorziati e anche mia madre e il mio patrigno. Se non fossi diventato cantante, avrei fatto l'insegnante di teatro. Una volta ho recitato in una riproduzione scolastica di Grease e facevo il ruolo di Danny. Odio il fumo e il mio colore preferito è il rosso. Mmm... me la cavo col pianoforte. Non so cosa tu sappia già di me. Liam parla troppo e non so quanto ti abbia detto».
"Parla troppo quando, ciò che dice, non riguarda un segreto importantissimo sul tuo migliore amico".
«Al momento non mi viene in mente nient'altro. Ritorniamo sulle giostre?»
«Solo se mi porti sulla ruota panoramica».
Facemmo la fila mentre mi raccontava degli aneddoti divertenti su Harry ai concerti.
Non riuscivo a smettere di ridere e, quando arrivò il nostro turno, il ragazzo che controllava la fila mi guardò in modo strano. 
Abbassai lo sguardo, mentre Louis se la rideva, e salimmo su una delle cabine. 
La vista da lassù era stupenda, spettacolare. Tutto intorno a noi sembrava piccolissimo. Le prime luci della sera, sembravano tante lucciole in ordine sparso. «È bellissimo»
«Anche tu» disse in un sussurrò che sentii appena.
Lo guardai mentre fissava fuori dalla vetrata. Non ero sicura di cosa avevo sentito.
Il cuore mi diceva che avevo sentito bene e iniziò a battere all'impazzata, tanto che lo sentivo in gola. D'altra parte, il cervello mi diceva che era stato frutto della mia immaginazione, che Louis non avrebbe mai potuto dire una cosa del genere alla fidanzata del suo migliore amico.
"Quante guerre Mondiali dovranno nascere in me, prima che finisca questa lotta continua tra Mente e Cuore?".
«A cosa pensi?» chiese a un tratto.
«N-no, niente. Stavo cercando di capire cosa mi hai detto prima. Sai, l'hai sussurrato cosi piano che non l'ho sentito» ammisi.
Lui sorrise e abbassò lo sguardo. «Ho detto che sei bella, proprio come la visuale da questa ruota».
Guardava fuori dalla vetrata e sorrideva.
"Dai Allyson, è solo un complimento".
«Sai, mi piacciono le persone a cui basta una cosa minima come una giostra per ritornare bambini. Mi piacciono le persone che ancora si stupiscono di qualcosa. Ultimamente vedo tanta gente che ti guarda con aria saccente, come per dire: 'Già lo sapevo, idiota!' e ti fanno sentire davvero un'idiota».
Sorrisi perché non sapevo cosa dire. Mi abbracciò ed io rimasi immobile per qualche secondo, poi ricambiai.
La giostra si fermò in quel momento con uno scatto. Sciogliemmo l'abbraccio e scendemmo dalla ruota per lasciare il posto ad una coppia di fidanzati.
«Vuoi un hotdog? Dello zucchero filato?»
«Non mangio lo zucchero filato da quando ero bambina» lo informai e lui capì cosa volevo dire.
Mi lasciò sola per andare alla macchina dello zucchero e ne approfittai per controllare il cellulare. C'erano una decina di chiamate perse e cinque messaggi.
- Harry: Dove siete andati?
- Harry: Cosa fate?
- Harry: Mi manchi!
- Harry: Perché non mi rispondi?
- Harry: Appena leggi, fatti viva.
Strabuzzai gli occhi. "Ma è un maniaco o cosa?".
«Eccomi qua!».
Sobbalzai. «Mi hai spaventata»
«Scusa» disse divertito, poi guardò il cellulare nella mia mano incuriosito. «È successo qualcosa?»
«No, ehm... Harry. Mi avrà chiamata una decina di volte e poi ha scritto dei messaggi strani».
Misi il cellulare davanti al suo viso e lui lo afferrò per leggere meglio.
Scoppiò a ridere. «Tranquilla, non è sempre cosi»
«Ma che gli è preso?»
«C'è stato un periodo in cui non eri proprio felicissima, cosi un giorno ti venni a prendere a casa e ti trascinai a Parigi con me senza avvertire nessuno» rise ancora rumorosamente. «Restammo lì per tre giorni e, quando tornammo, volevano uccidermi, soprattutto Harry. Si vede che adesso ha paura di un altro viaggio inaspettato».
Lo ascoltai quasi trattenendo il respiro, mangiucchiando ogni tanto un pezzo di zucchero filato.
«Quindi, stavamo già insieme io ed Harry?» chiesi alla fine del suo racconto.
«Già, ed era appiccicoso esattamente come adesso. Col tempo era cambiato, poi hai avuto quell'incidente e lui per poco non ci moriva d'infarto. Così è ritornato come prima» scosse la testa.
«Ce lo facciamo un altro viaggio, appena puoi?» chiesi eccitata.
«Anche adesso» scattò in piedi.
«Non credo sia il caso ora. È quasi notte e non potremmo visitare nulla» sospirai. «Almeno vorrei avere i ricordi di quei giorni»
«Abbiamo le foto a casa!».
Mi prese per un braccio e mi trascinò fuori dal cancello e per strada fino a casa.
Arrivammo alla porta che avevo il fiato corto per la corsa. Aprì velocemente e si precipitò per le scale. 
Andai a sedermi sul divano portando la testa all'indietro per riprendere fiato.
Solo dopo mi resi conto che non c'era nessuno.
«Ma gli altri?» gridai per farmi sentire.
«Credo che siano a registrare in studio» disse sbucando da dietro al muro.
«E tu? Non devi registrare?»
«Registrerò domani. Non potevo perdermi una giornata al parco divertimenti con te».
Si sedette al mio fianco e aprì una busta tirandone fuori delle foto.
Me le mostrò ed illustrò ad una, ad una. Cercai di rivivere nella mia testa quei momenti, anche se non li avevo vissuti davvero.
Mi sentii quasi invidiosa della me di quella realtà, perché aveva avuto tantissimo da quei cinque ragazzi. Cose, affetti ed emozioni che io non avevo e non avrei mai avuto.
«E questa è l'ultima!» esclamò rimettendo le altre nella busta. 
Abbassò lo sguardo mentre io guardavo quella foto. Eravamo abbracciati sotto la Tour Eiffel e lui mi stava dando un bacio sulla guancia mentre io sorridevo felice.
Sorridevo. Era un periodo brutto e io sorridevo grazie a lui.
«Sono bellissime. Questa è bellissima».
«Tienila, se vuoi».
La strinsi forte al petto con gli occhi lucidi. Il tempo stava passando troppo velocemente ed io avrei perso quei ragazzi per sempre nel giro di pochi giorni.
Lo abbracciai forte e lo ringraziai, trattenendo le lacrime.
«Siamo a casa finalmente!» esclamò sollevato Zayn aprendo la porta. 
«Heylà ragazzi! Siete tornati da molto?» chiese Harry.
«Da una mezz'oretta» spiegò Louis.
«Harry, io e te dobbiamo parlare» dissi secca e senza esitazioni.
Lui impallidì. Ci spostammo nella cucina dove restammo in silenzio per un po' di tempo per assicurarci che gli altri non ci sentissero.
«Ma che diavolo ti è preso?» esordii. 
«Perché? Che ho fatto?»
«Mi hai tempestato di telefonate, poi hai iniziato a mandarmi messaggi uno dietro l'altro. Appena li ho letti mi sono sentita oppressa. Ho passato la mia intera vita con i miei genitori che neanche dietro casa mi facevano stare senza chiamarmi in continuazione. Sono diventata maggiorenne e ho avuto più libertà da loro, ed è lì che arrivi tu e ti comporti esattamente come loro»
«Però tu non mi hai risposto» cercò di giustificarsi.
«Non è questo il punto, Harry!».
Restai per un'istante in silenzio, pentendomi di avergli urlato contro. «Scusami»
«Non importa. Arriva al dunque»
«Harry, Dio solo sa quanto mi senta amata quando sto con te, e mi piace. Quando tu mi abbracci, mi baci o mi dai delle attenzioni, io mi sento tremendamente bene. Il fatto è che questa amnesia mi ha cambiata. Non sono più quella di una volta e te ne sarai reso conto anche tu. Non sono quella che ti piaceva e ancor di più mi chiedo com'è possibile che due persone diverse come noi stiano insieme. Insomma, lo sai quanto siamo diversi, te l'ho già detto».
Mi fissava con gli occhi lucidi facendomi sentire un mostro per quello che stavo dicendo. 
«Non hai idea di quanto abbia avuto paura di perderti durante quell'incidente, ma sta succedendo comunque. Lo sento addirittura più doloroso di prima»
«Non voglio farti male Harry. Credo, anzi so di provare qualcosa per te che va oltre la semplice amicizia, ma sento che...»
«Ti prego, non continuare. Va bene così, ho capito»
Senza darmi il tempo di replicare, tornò in soggiorno dagli altri e sorrise come se non fosse successo nulla. L'avevo ferito quasi mortalmente ma lui lo nascondeva dietro un sorriso. Aveva una forza che io sentii di non avere e gli invidiai.
Uscita dalla cucina, corsi per le scale e mi chiusi in camera mia, poi mi lanciai sul letto. Volevo scomparire perché mi sentivo senza cuore, un mostro, un'essere spregevole.
Delle silenziose lacrime rigarono il mio viso mentre gli occhi si appesantivano per la stanchezza. Sperai, in quel momento, che il sonno potesse aiutarmi a dimenticare quel momento e sprofondai nel più profondo dei sogni.

Writer's corner
Ce l'ho fatta! Dopo la bellezza di 11 giorni sono riuscita ad aggiornare!
"We are the Champions, my friends!" ahahahaha
Devo ammetterlo, questo capitolo è stato difficilissimo per me. Non avevo idee ad eccezione di quelle iniziali. Diciamo che sono andata "alla cieca". Ho scritto le prime cose che mi venivano in mente. Spero che vi piaccia :3
Mi raccomando, tenete sempre sotto controllo la fanfic! Siamo arrivati al momento che tutte voi stavate aspettando: Il giorno con Niall!
Cosa vi riservera l'8 capitolo? Lo scoprirete solo leggendo! XD
A presto! ♥
  
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