Fanfic su artisti musicali > Ed Sheeran
Segui la storia  |       
Autore: proudofteddy    15/03/2013    3 recensioni
La vita di Tiffany viene sconvolta da dal suo rapimento e dalla morte di suo fratello e della zia avvenute nel giorno del suo compleanno.
Questo terribile avvenimento la porta a conoscere però una persona davvero speciale
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

E' veramente assurdo che una ragazza debba subire certe cose solamente per fare un favore a gente così schifosa.
Gliela farò pagare.
"Andiamo a fare colazione e intanto penseremo a cosa fare. Non la passeranno liscia, e questo è sicuro.”
Si alzò in piedi quai alterata.
"Cosa vuoi fare? Non pensare a vendicarti o roba simile."
"E perché no scusa? Non puoi continuare a fare questa vita, lo capisci o no?"
"Ma perché ti interessi tanto? Neanche ci conosciamo, e poi tu non c'entri nulla. Non ti intromettere, non sono affari tuoi."
"Sbaglio o sei tu quella che mi ha quasi supplicato per portarmi a letto?"
"Di certo non era mia intenzione farlo. Come ti ho già detto avevo preso la droga e non ero io a parlare. Se veramente volessi portarmi a letto tutti coloro con cui lavoro sai veramente una.."
Nessuno dei due disse nulla, quando il mio tono si abbassò.
"Continui a chiamarlo lavoro? Quello non è affatto un lavoro e tu non lo capisci. Ti hanno fatto il lavaggio del cervello quelli la e tu continui a difenderli come se ti avessero salvato la vita. Apri gli occhi!"
"Non venire a dirmi cosa fare e cosa no. Per quanto mi riguarda tu non sei nessuno."
"E per quanto riguarda me puoi anche uscire da questa stanza e sparire per sempre."
Non potevo averlo detto sul serio. Sapevo che non dovevo lasciarla andare, ma ormai era troppo tardi per tornare indietro.
A testa bassa si girò e andò via.
"Bene."
Era sparita, proprio come era apparsa: nel nulla. Quel nulla che mi ha fatto sognare, anche se per solo dodici ore. Niente in confronto a tutte quelle che avrei voluto passare ancora con lei. Era la cosa più antipatica, fastidiosa, insopportabile e meravigliosamente perfetta che mi fosse mai capitata.

Decisi di controllare fuori per assicurarmi che tutto fosse sicuro. Ma non era così.
Iniziai a correrle dietro per impedirle di non uscire dall'hotel.

Tyffany

Proprio lui dovevano darmi? Non potevo avere un altro dei soliti miliardari? Mi ha solo complicato la vita, e non potevo neanche uscire da questo hotel senza la paura che ci sia qualcuno che qualcuno potesse spararmi.
Premetti sul bottone per chiamare l'ascensore e lo aspettai per circa 3 minuti. Eravamo al quarto piano.
Quando arrivò e io entrai vidi Ed che correva verso di me preoccupato, ma quando mi raggiunse l'ascensore era già chiuso.
Perché era preoccupato? Non di certo perché ero andata via *troppo bello per essere vero (non credevo di averlo pensato veramente)*. Subito dopo immaginai il perché.
Cercai in tutti i modi di fermare l'ascensore ma non ci riuscii. La porta si aprii e vidi uno degli uomini che mi avevano rapita fuori dall'hotel. Ero pietrificata e con lo sguardo fisso verso di lui. Era dentro un'auto con un arma. Se fossi uscita da li la mia inutile vita sarebbe finita in un soffio di vento. Neanche il tempo di accorgermene e il mio fragile corpo sarebbe caduto a terra privo di vita, proprio come quello di John.
L'uomo mi vide e il panico prese il sopravvento su di me. Non riuscii a controllarlo. La mia mente diceva di scappare ma il mio corpo non ne voleva sapere di ascoltarla e rimasi ferma nella stessa posizione.

"Corri!" la voce di Ed mi risvegliò e vedendolo correre verso di me feci lo stesso, nella medesima direzione. Ci dirigemmo nella sala ristorante, forse la parte più sicura dell'hotel e per non farci vedere dai proprietari e rischiare di farci buttare fuori, ci nascondemmo sotto un tavolo con la tovaglia lunga fino a terra e riprendemmo fiato.
"Grazie Ed. Mi dispiace per quello che è successo oggi, io non le pensavo davvero quelle cose."
"Non preoccuparti, l'importante che tu ora stia bene."
Annuii leggermente accennando un sorriso.
"Ma almeno adesso puoi dirmi come ti chiami?"
Mi misi a ridere.
"Tiffany, mi chiamo Tiffany."
Mi sorrise.
"Che ne dici di trovare un modo di uscire da qui?"
"Va bene. Voglio davvero mettere fine a questa storia. Non riesco più a vivere così."
"Sta tranquilla, adesso proverò a parlare con con qualcuno che conosco così di andare a nasconderci da qualche altra parte."
Ha detto nasconderci? Noi? Non era lui quello che doveva sfuggire alla morte e che doveva a cercarsi una nuova vita. Perché doveva venire con me? Non che desse fastidio ma, cosa c'entrava lui?
Finalmente uscimmo dal nascondiglio e prendendo il telefono Ed mi disse
"Ascolta io adesso vado a chiamare un mio amico per vedere se possiamo andare da lui."
Annuii e lo aspettai seduta su una sedia del ristorante guardandomi intorno. Scrutavo ogni minimo dettaglio. Mi resi conto di quanto mi mancasse casa mia. Gli odori, i colori, gli affetti, le risate. La risata così cristallina di mia madre che pian piano vado dimenticando, è la cosa che mi manca di più al mondo. Ma finché penserò costantemente a lei non potrò dimenticarla, non devo, non voglio.
Immersa nei miei ricordi, fui risvegliata dal suono della voce di Ed.
"Allora, ho parlato con Andrew e mi ha detto che possiamo stare a casa sua per un po."
"Ok va bene. Ma c'è un problema. Come facciamo ad uscire da qui?"
"Ho pensato anche a questo tranquilla. Tempo fa ho affittato un elicottero per provare a fare un giro e sono rimasto in contatto con il proprietario. Sta venendo a prenderci e saliremo dal tetto."
"Davvero sorprendente. Ma qualcosa di meno vistoso no? Sai non vorrei che ci notassero."
Marcai l'ultima parola con tono ironico, ma serio, e poi ripresi.
"Come hai fatto a pensare ad un elicottero? E' davvero assurdo, e poi io non posso salire soffro di vertigini rischio di cadere."
"Non ho mai conosciuto qualcuno che mi desse così tanti problemi e parlasse così tanto."
Lo guardai storto e non dissi nulla con aria di offesa.
Sapevo di essere un bel tipetto perché me lo avevano detto molte volte, ma non pensavo di essere così rompi palle.

Ed

E' davvero carina quando si arrabbia, ma certe volte deve tenere a freno la lingua perché rischia di rovinare tutto.
"Dai adesso non fare l'offesa e vieni che a momenti saranno su."
"Ok."
Ci dirigemmo in all'ascensore. Tiffany era particolarmente nervosa, sicuramente voleva farmi sentire in colpa.
"Non sarai mica ancora arrabbiata con me vero?"
Non rispose.
"Oh, andiamo. Non volevo offenderti era tanto per dire."
Perché doveva essere così permalosa.
"Guarda, ho perso le speranze con te. Basta non ce la faccio più."
Cercai di ribaltare la situazione, ma lei non sembrava molto intenta a parlarmi, e sbuffando decisi di lasciare stare.
Arrivammo sul tetto. Il vento era fortissimo specialmente con l'effetto delle eliche dell'elicottero che stava per atterrare.
Fortunatamente non ci fece aspettare molto, e senza perdere tempo salimmo su di esso.
Una volta chiuso lo sportello, in pochi attimi eravamo già in volo.
Tiffany iniziò a tremare guardando con occhi spalancati fuori dal finestrino. Forse non mentiva quando diceva che soffriva di vertigini.
Subito dopo chiuse gli occhi respirando lentamente per cercare di tranquillizzarsi. Ma non servì a molto.
Le presi delicatamente la mano facendole venire un sussulto. Si girò verso di me guardando prima la mano e poi i miei occhi intensamente.
"Non devi preoccuparti, qui ci sono io e finché rimarrai con me ti prometto che non ti accadrà niente."

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Ed Sheeran / Vai alla pagina dell'autore: proudofteddy