Capitolo 25 “Morte e…”
Amal era infuriato.
Nelle sue mani concentrò l’energia del suo
essere.
Li avrebbe polverizzati sul colpo.
Come si erano permessi, degli sciocchi
umani, a intralciarlo?
-Me la pagherete!-
Come se si fossero ricordati della sua
presenza, i due ragazzi voltarono lo sguardo verso di lui.
A stento si rimisero in piedi.
Una perché aveva appena ripreso coscienza, l’altro perché era ridotto peggio di uno
straccio.
-ME LA PAGHERETE CARAAAAAA!- alzò il
braccio, e la sfera prese ad ingigantirsi.
Lory trattenne un urlo solo perché mise le
mani davanti alla bocca.
-Tranquilla- Pie le mise una mano sulla spalla –Tieni
questa- le passò la perla bianca.
-Le perle di Yume?- fece lei, confusa.
-Con queste non può toccarci. Solo state
loro a riportare la tua anima nel tuo corpo-
Lei lanciò unno sguardo verso Amal.
La sfera si ingrandiva a vista d’occhio.
“Queste perle non sono così potenti. Hanno quasi esaurito la loro forza” notò, vedendo che il biancore
si affievoliva.
-Pie…non reggeranno per molto. Dopo che ci
difenderanno da questo colpo, saranno inutili-
-Non dire sciocchezze! Sono perle di un
Angelo, non…-
Incrociò lo sguardo di Lory, colmo di sconforto.
Lei sorrise –Le perle sono collegate alla
forza di Yume…ne hanno usata troppa, e sicuramente lei ora sta malissimo. Non
potrà aiutarci-
-Non può essere!- Pie sbatté un pugno sul
pavimento, e schizzò un po’ d’acqua –Tutto inutile…è stato tutto inutile!-
-Usiamole per uscire di qua…- disse Lory
–ne useremo una come scudo, l’altra come via di fuga-
-Non funzionerà…siamo spacciati-
-Su con la vita!- lei sorrise, prendendogli la
mano –Vediamo di resistere fino alla fine-
Pie sospirò pesantemente –…d’accordo.
Diamoci dentro-
Ancora mano nella mano iniziarono a correre
verso quella che sembrava l’infinito.
-DOVE CREDETE DI
ANDARE?!- urlò Amal –QUESTO E’ IL MIO MONDO! NON
POTETE SCAPPARE DA QUI!-
Lory allungò il braccio, e lanciò la perla
davanti a lei.
-Ma che fai?!-
disse Pie, allibito
-Mi fabbrico l’uscita- rispose
semplicemente.
Quando la perla toccò la superficie, creò
attorno a sé un cerchio di luce, che si espandeva sempre di più.
-Si!- trillò la ragazza, fermandosi di
botto, alzando le braccia al cielo –L’uscita!-
Pie se la caricò di peso sulla spalla sana –Che
ne dici di esultare dopo!?-
Saltò nel cerchio di luce.
**
Yume cadde per terra, per l’ennesima volta.
-Non hai più forze- disse Nohal –Ti farai solo del male- fece, passivo
-Non posso abbandonarli- disse lei.
Ormai le sue ferite si erano rimarginate,
ma provava ancora dolore, che le bruciava le carni.
-Ma tu non lo fai solo per quei due
ragazzi- disse il vecchio bambino –Tu lo devi fare per te, dico
bene?- Nohal prese il gomito del bellissimo Angelo, e
l’aiutò ad alzarsi da terra –Come Angelo, ami per tutta l’eternità. Non puoi
dimenticare. Non è vero?-
-Nohal, nutro un profondo rispetto per te, ma non
impicciarti!- Yume schiaffeggiò la mano di Nohal.
Lui ritirò la sua mano piccola e delicata.
Gli occhi di Yume si riempirono di lacrime
di amarezza.
Si alzò in piedi, tremando, dirigendosi
contro la finestra più vicina.
La spalancò –Nohal,
ti chiedo scusa, ma non posso stare qui con le mani in mano-
-La tua forza vitale si sta esaurendo, lo
sai?-
-Lo so benissimo! È per questo che devo
fare qualche cosa ora!-
Sulle sue spalle comparvero le bianche ali.
Si voltò verso Nohal,
sorridendo –Beh..allora, addio-
Nohal ricambiò quello sguardo con assoluta
freddezza.
Yume si lanciò di sotto, e pochi secondi
dopo vide le candide ali piegarsi.
Era andata contro un destino molto duro.
Nohal sospirò, facendo apparire la sfera del
futuro.
-Non credo sia un arrivederci- mormorò,
sorridendo.
Il sorriso svanì quando vide le ali
diventare grigie.
“Un Angelo sprecato”
**
Pai e Lory atterrarono sulla spiaggia.
-Siamo fuori!- disse lei, entusiasta.
-Non so quanto ti conviene entusiasmarti-
disse Pie, secco, guardando sopra di loro.
Infatti, il cerchio di luce creato dalla
perla stava facendo scomparire la sfera nera, e con lei, Amal.
L’ex-Angelo infatti,
usò la loro stesa via di fuga.
Nelle mani aveva ancora quella sfera, ora
nera, ma per fortuna si era rimpicciolita.
Almeno credevano che fosse fortuna.
-Se credete di essermi sfuggiti, vi
sbagliate di grosso- proferì quello, in modo gelido –Il vostro infermo è appena
iniziato-
Lory cercò la mano di Pie, e questo la
strinse.
Non essendosi ancora alzati da terra,
vedevano Amal in tutta la sua altezza, dal basso verso l’alto.
I suo occhi erano pieni di odio.
-Vi spazzerò come degli insetti-
-Non contarci- disse Pie, tra i denti.
-Non sfidarmi,
ragazzino. Non puoi fare niente contro di me. Dite addio questo mondo!-
Alzò il braccio, e prima che sia Lory, sia
Pie potessero reagire, lanciò la sfera d’energia negativa.
La piccola perla bianca usò le sue ultime energie
per creare una barriera.
Quando Pie la prese, si accorse che era diventata
più piccola e grigia.
-Game
over- ghignò Amal.
Lory tremò appena. Pie le lanciò uno sguardo. Non aveva
rischiato tutto per tutto per lasciarla morire.
Nessuno dei due doveva morire.
Pensò ai futuri mostrategli dal bambino
ultra centenario. Se lui c’era, Lory non c’era, e se Lory c’era, mancava lui.
“Non può andare a finire così!”.
Stringendole di più la mano, si alzò, e
prese a correre.
-Pie!-
-Zitta e corri!-
Incespicarono un po’ nella sabbia, e alla
fine arrivarono sulla strada, deserta e ancora ghiacciata.
-Ma cosa è successo?- domandò Lory a Pie,
senza smettere di correre.
-Te l’ho detto prima! Storia lunga!- le
lanciò uno sguardo.
No.
L’avrebbe salvata.
-Credete davvero che scappare serva a
qualche cosa?- Amal apparve davanti ai loro occhi.
-Ah…- i due si fermarono di botto.
Pie nascose Lory dietro di sé.
-Uh…che dolce!- ironizzò il l’Aguzzino –Se
vi fa tanto piacere, spendete i vostri ultimi istanti di vita a correre. Mi
divertirò molto-
*
Lory si accasciò contro una parete di una
casa, una di quelle che non era stata ancora distrutta.
-Non…anf…ce…la faccio…anf…più- disse,
cercando di riprendere fiato –Pie…non possiamo andare avanti così-.
Stava tremando di paura e di freddo, dato
che era miseramente vestita.
Guardò Pie.
Il ragazzo si asciugò la fronte con la
manica della felpa –Non possiamo fare altro…GIU’!- si mise sopra di lei,
schiacciandola sotto il suo peso.
Un attimo dopo, una ennesima
sfera si abbatté poco distante da loro, mandando in frantumi una cassetta rossa
delle lettere.
-Non siete molto bravi a giocare a
nascondino- si lamentò Amal.
Pie sentì il sangue pulsare nelle vene.
Quel dannato stava giocando al “gatto col
topo”, e loro stavano miseramente perdendo.
-Mi sono stancato di giocare con voi- creò una ennesima sfera, forse la centesima, e la puntò sulle
loro teste –Prima di togliervi di mezzo, posso farvi una domanda? Come hai
avuto quelle perle?-
Pie strinse i denti.
Che fosse la fine?
Lory tremò.
Era la fine.
-AMAL!-
L’ex-Angelo voltò appena lo sguardo, che fu
investito da una colonna di luce.
-Yume…- disse, respingendola.
Lory strabuzzò gli occhi, nel vedere il
bellissimo Angelo piegato dalla fatica.
Le sue ali erano grigie.
-Yume!- disse Lory, liberandosi dalla presa di
Pie, e facendo qualche passo verso di lei
-Tu?- fece Pie. Nonostante la situazione,
quell’Angelo gli era comunque antipatico.
-Stupido Angelo…credevo di averti reso
impotente, ma a quanto vedo…-
-Amal, ti prego! Smettila!- lo pregò lei
–Smettila con questa follia!-
-Tu non puoi capire-
-Ti prego! Tutto può tornare come prima!-
-FA SILENZIO!- nella mano di Amal comparve
una lunga spada di luce, e la puntò contro i due ragazzi, che avevano assistito
al veloce scambio di battute, senza capirci molto –Li eliminerò, estirpando la
loro anima dal corpo!-
-AMAL! FERMO!-
Il Mostro mosse così velocemente il
braccio, che né Pie, né Lory videro arrivare il colpo.
Chiusero gli occhi.
Lory si strinse al petto di Pie,
nascondendo il viso. Sentì i battiti del cuore accelerati.
Le braccia del ragazzo l’avvolsero,stringendola, fino a farle male, ma non se ne preoccupò
molto.
Tanto era arrivata la fine.
Un urlo ferì le sue orecchie.
Era la voce di Yume. Disperata.
Poi, sentì altre due urli.
Quello di Amal, di rabbia, e quello di Pie,
strozzato dalla sorpresa.
Alzò lo sguardo, per vedere un corpo che si
accasciava a terra.
Ali piegate e nere, capelli ramati che
coprivano il volto angelico.
Una spada all’altezza del cuore.
Provò ad urlare, a chiamarla, ma era
paralizzata.
Guardò poco più in là, dove c’era Amal.
L’ex-Angelo era più pallido del solito.
I suoi occhi vermigli, di solito pieni di
odio e freddezza, erano penosi.
Amal si avvicinò tremante a Yume.
L’angelo iniziò a tossire sangue.
Le sue ali si dissolsero nel nulla.
-Yume…no…- Lory si portò una mano alla bocca, e
le lacrime le inumidirono gli occhi.
Amal si inginocchiò vicino a lei, e le
scostò i capelli dal viso.
-Sciocco Angelo…ti avevo detto di
sparire…ma non così- disse, a voce bassa, quasi un sussurro.
-La sua anima…- Pie sciolse la presa da Lory.
Anche lui era impallidito.
-La sua anima non la posso divorare…finirei
col morire io stesso- disse il Mostro, ormai con la voce rotat
da chissà quale sentimento.
Nella sua mente ritornarono i ricordi di
una volta, quando l’aveva amata.
Anzi, quando l’aveva amata ala luce del
sole, poiché, infondo, non l’aveva dimenticata.
-Non potrai più tornare nel tuo Paradiso-
le disse.
Yume mosse una mano, posandola sul petto di
Amal –Perdonami…- sussurrò, mentre lo inondava di luce bianca.
-….fa quello che devi fare…con l’ultimo
colpo sono allo stremo. Ho esaurito tutto- disse quello.
Alzò lo sguardo sui due ragazzi –Beh…alla
fine ho perso. Lory, devo chiederti una cosa- fissò lo sguardo su di lei –Salva
Yume-
Pochi secondi dopo, di lui non rimase
polvere.
Yume sospirò, mentre la spada scompariva dal
suo corpo.
Lory si allontanò da Pie, e guardò Yume,
sempre più pallida.
“Ci ha salvato…” il ghiaccio intorno a loro
iniziò a sciogliersi.
Nascose il volto tra le mani, iniziando a
piangere.
Era finita.
Amal non c’era più…e Yume…
“-Salva Yume-“
“Perché mi ha chiesto una cosa del genere? Perché vuole che la salvi”.
Le sue ultime parole erano state per
quell’Angelo.
Che fosse…?
“Yume ha rinunciato a tutto, per me e per
Pie…ma io non posso fare niente. Il contratto non è stato
sciolto”
-Pie…ti ringrazio per quello che hai fatto
per me- si inginocchiò davanti al corpo di Yume, che diventava sempre più
trasparente.
-Che vuoi fare?- chiese il giovane,
apprensivo.
-Salvarla-
-Lory!- Pie le prese le spalle –Non farlo!
Finiresti per scomparire!-
-Scomparirei comunque- disse lei,
abbassando la testa.
-No! Non scomparirai! Io…-
-Pie…- le si scrollò delicatamente da
quella presa –Non puoi fare niente-
-Ma Amal non c’è più!-
-Ma il mio contratto si-
Pie avrebbe preferito essere colpito in
pieno viso da un pugno piuttosto che sentire quelle parole.
-Amal è scomparso, ma la mia vita era legata
alla sua. Se devo scomparire, preferisco aiutare Yume-
-Non puoi andartene- mormorò quello –Altrimenti
è stato tutto inutile-
Lei non rispose, e prese delicatamente la
testa di Yume, appoggiandola sulle gambe.
A poco a poco, sentì la sua energia vitale
spostarsi dentro l corpo dell’Angelo.
Il viso di Yume riprese colore, mentre
quello di Lory si spegnava.
Le ali di Yume tornarono più belle e
bianche che mai.
Nonostante tutto, Pie rimase stupefatto da
quella bellezza.
Dopo minuti che sembrarono interminabili,
Lory si allontanò da Yume, e si alzò in piedi.
-Te ne vai?- chiese Pie.
Sentiva una stretta allo stomaco.
La guardò bene.
Lory stava sparendo.
Ora era come una proiezione di un proiettore
vecchio, instabile.
Lei provò a sfiorò
la mano di Pie, ma gli passò attraverso.
-Me ne vado- disse, sorridendo
malinconicamente –Alla fine…uff…si vede che era il
mio destino!-
-Non c’è niente da ridere- la rimproverò
Pie, vedendo che le gambe già scomparirono.
-Se fai quella faccia, divento ancora più
triste- disse lei –Non farmi pentire. Ho salvato una persona che ci ha aiutati.
Purtroppo, è stato tutto inutile-
Pie chiuse gli occhi, stringendo in modo
iroso i pugni.
L’ultimo ricordo che Pie ebbe, furono una
sensazione, come una piuma sulle labbra.
Riaprì gli occhi, e Lory era sparita.
Rimase immobile.
-Non vai a salutarla-
-Yume…sei sveglia-
-Lo ero da un po’, ma non mi sembrava il
caso di disturbare-
-Tzè…quanti scrupoli- ripose, amaro.
-Pie…vai a salutarla-
-Se ne è già andata-
Yume scosse la teste, e i lunghi capelli
ondeggiarono –Vai a Tokyo. E aspetta il suo risveglio-
Pie la guardò, senza capire.
-Ma quanto sei tonto!- Yume si alzò, e gli
diede un buffetto sulla fronte –VAI!-
-Ma…-
-Lory è su un letto di ospedale! Se ho fatto
sparire Amal, ci sarà un motivo!- la voce di Yume si era incrinata –Il patto
non è stato rotto, ma adesso è Lory a dover decidere! Devi andare da lei! Se le
starai accanto, lei potrebbe svegliarsi!- lo spinse –CORRI!-
Pie girò sui tacchi, e iniziò a correre.
A poco a poco, la città riprese vita, come
se non fosse successo nulla.
Arrivò alla stazione, col cuore in gola, ma
non c’era nessun treno disponibile.
Allora, cercò qualcuno che gli potesse dare
un passaggio.
Alla fine trovò un uomo che doveva portare
a Tokyo dei libri in una famosa libreria, e quello accetto di dare un passaggio
al ragazzo.
Durante il lungo viaggio, l’uomo cercò di
parlare con Pie, ma questo rimaneva chiuso in un silenzio nervoso.
-Per quale motivo stai andando a Tokyo?-
-Abito lì- disse, laconico e sgarbato.
-Non è che ti sei cacciato in qualche
guaio?- l’uomo indicò i vestiti di Pie, sporchi, e inzuppati –Non voglio rogne
con la polizia-
-Non ne avrà-
La conversazione morì lì.
Quando arrivarono a Tokyo, Pie si catapultò
fuori dalla vettura, ringraziando distrattamente il conducente, che borbottò
qualche cosa di poco educato.
Pie ci mise trenta minuti ad arrivare
all’ospedale Sant’Agata.
Quando arrivò dentro l’ingresso, si diresse
verso il bancone centrale, dove una annoiata
quarantenne infermiera stava sfogliando una vecchia rivista di moda.
Quando lo vide, chiuse il giornale, e
squadrò Pie.
-Mi dica in che stanza posso trovare Lory…Midorikawa-
-Giovanotto, sa che ora è?- disse lei,
indagatrice, socchiudendo gli occhi –Torni tra qualche ora, quando le sarà
permesso di vederla-
-Non ho tempo! Mi deve lasciare andare in
quella stanza!- disse, sbattendo un pugno sul tavolo.
La donna aprì la bocca, per ridire sul
comportamento di Pie, ma un dottore la chiamò nella stanza accanto.
-Non si muova di qui- lo freddò lei.
Pie aspettò che si fosse allontanata, per
prendere il registro dei pazienti.
“M…emme…Miako…Mi…Mi…mid…ci sono…Midorikawa…”
controllò che il nome fosse quello giusto.
Lo chiuse velocemente, non mettendolo al
posto.
“Stanza 354, secondo piano”.
Salì le scale a due a due.
Sentì l’urlo dell’infermiera, che imprecava
contro i Kami.
-TORNA INDIETRO!-
-Ma va al diavolo…- bofonchiò, cercando
sulle porte il numero giusto.
354.
il cuore perse un battito.
Ecco…in quella stanza c’era Lory.
L’aprì.
Venne investito dal forte odore di
medicinale.
La stanza era immersa nella penombra, m aindividuò subito il letto, l’unico della stanza.
Lì sopra era adagiato qualcuno, coperto di
tubi, attaccato a una macchina che l’aiutava a respirare.
-Questa è Lory-
disse, a sé stesso.
La macchina che indicava che era ancora
viva, che il suo cuore batteva, produceva un fastidioso, ma allo stesso tempo
rassicurante “bip”.
-Sei ancora viva…- le prese una mano,
stringendola delicatamente.
In quel momento sembrava fragilissima.
-Svegliati-
L’infermiera entrò come una furia nella
stanza –Esca fuori!-
-Lo so che puoi- continuò, come se nulla
fosse
-Se ne vada!-
-Lory…-
Il monitor inizò
a diminuire i bip.
L’infermiera sbiancò.
-DOTTORE! STANZA 354! PRESTO!- senza
aspettare l’arrivo del medico, questa iniziò a trafficare con i tubi a cui Lory
era attaccata.
-Lory..svegliati-
Il dottore arrivò.
Pie ricordò davvero poco di ciò che era
successo.
Erano arrivate altre due infermiere, e
tutti stavano intorno a Lory, parlando, quasi urlando, con tensione.
Alla fine, non ci fu più un rumore.
-Non c’è l’ha fatta- disse qualcuno.
Pie uscì meccanicamente dalla stanza.
Era cadaverico.
Lory era morta.
E lui, nonostante fosse a qualche metro da
lei, non l’aveva potuta aiutare.
“Morta” quando uscì dall’ospeadle venne investito da una ventata di aria gelida.
Guardò in alto.
“Se solo…”
Se solo avesse aspettato pochi secondi,
avrebbe assistito a un miracolo.
*Nella stanza di Lory*
-L’abbiamo persa- il dottore guardò l’orologio
–Ore del decesso…-
-Dottore!-
Questo guardò l’infermiera, che indicò il
monitor, e poi la ragazza -E’ viva!-
-E si sta svegliando-
-Presto!- questo iniziò a dare ordini, per
aiutare la ragazza a uscire dal coma.
Poco dopo, questo era seduto su una sedia
della sala d’aspetto.
“In tanti anni, non avevo mai assistito a
una morte e…a una resurrezione”
**
Nohal comparve su un tetto di un palazzo.
Sorrise, divertito.
-Yume l’ha fatto apposta…sapeva che in questo
modo di sarebbe salvata- guardò il cielo –Tzè…quasi quasi ci faccio un pensierino-
*.*
Ecco…questo sarebbe penultimo/terzultimo
(dipende da come mi regolo) capitolo.
Eh…che fatica…
Ma ormai sono alla fine, quindi, non mollo!
Chiedo scusa per il ritardo, ma volevo
lasciare un po’ in sospeso (e farò lo stesso con le alte ff).
Beh, ringrazio da Subito Robertina92
e Lory06, che mi hanno aiutato molto in questo chappy,
dandomi subito la loro opinione! Grazie tante!
Invece, ringrazio anche:
Manu
Ria
Mary Cry
Aya Cere
Grazie tante a tutte!