Dan
aveva trascorso la nottata a pensare e
ripensare a Serena e a quello che avrebbe dovuto fare con lei. Non
riusciva a
comprendere che cosa volesse da lui e da Blair anche se inizia a
pensare che
volesse vederli solo per incolparli della sua ennesima caduta. Si
sentiva
infastidito da quel pensiero, perciò decise di sfruttare quel tempo per
fare
qualcosa di più utile ed iniziò così a sistemare un po’ il suo libro.
Il
mattino seguente si sentiva davvero esausto e
accorgendosi che nemmeno la colazione, preparatagli con amore da Rufus,
lo
aveva rinvigorito, decise di uscire per prendere un po’ d’aria. Una
ragazza dai
capelli castani ondulati, dalla corporatura minuta e dallo sguardo
sicuro si
avvicinò a lui.
«Georgina,
che diavolo ci fai qui?»
«Beh
visto che non ti ho più sentito dal nostro
ritorno ho immaginato che non mi volessi più tra i piedi. Sai, i
gentiluomini
non abbandonano mai le ragazze dopo averle sedotte.»
«Primo,
non ti ho mai sedotta e nemmeno mi sono
mai sentito tentato di farlo e secondo, siamo tornati a casa solo ieri,
perché
mai avrei dovuto chiamarti?»
«Perché?
Perché abbiamo scritto un libro insieme
ed è giusto che lo finiamo insieme.» Dan si fermò di colpo e si girò
per
guardare in faccia Georgina.
«Georgina,
chiariamo una cosa. Io ho scritto il
libro e io, soltanto io sono l’autore di quello che è stato scritto.
Credevo
che questo fosse chiaro.»
«Dan,
non ti voglio portare via quello stupido
libro. Lo hai scritto tu e nessuno lo mette in dubbio ma io ti ho
aiutato
rivelandoti cose che non sapevi riguardo i tuoi preziosi amici del UES
e voglio
essere sicura che tu non le abbia eliminate.»
«è
perché mai avrei dovuto farlo?»
«Non
lo so, magari perché quando siamo partiti eri
furioso con una certa bruna di nostra conoscenza e … magari, ora che
siamo
tornati ti sei pentito di quello che hai scritto.» Dan sospirò. Da
quando era
tornato a casa si sentiva oppresso da tutto e tutti. Certo, era stato
bello
rivedere la sua famiglia ma poi erano ricominciate le solite
discussioni con i
ricconi del UES e questo davvero non riusciva più a reggerlo.
«Georgina,
quello che ho scritto, l’ho scritto
perché lo pensavo e non ho nessuna intenzione di ritrattarlo. Puoi
stare
tranquilla.»
«Bene,
volevo solo esserne certa.» la ragazza si
mise gli occhiali da sole nonostante il tempo non fosse poi così bello
e con un
sorriso sghembo lo salutò. “Non era davvero giornata” pensò tra se e se
Dan,
mentre entrava da Starbucks per prendersi l’ennesimo caffè.
*****
Blair
era agitata e felice nello stesso tempo.
Finalmente era arrivato il giorno in cui si sarebbe presentata allo
staff della
Waldorf Design di New York e sapeva che non poteva commettere errori se
voleva
che la madre non si intromettesse in quella che ormai era diventata la
sua azienda.
Recitò
il discorso che aveva provato e riprovato
con Dorota la sera prima e si accorse felicemente che tutti sembravano
essere
entusiasti di poter lavorare per qualcuno che aveva delle idee più
fresche e
innovative. Blair ringraziò tutti e li invitò ad abbuffarsi al buffet
che aveva
fatto preparare da Dorota.
«Signorina
Blair, è stata davvero bravissima e
affascinante. Sembrava che tutti pendessero dalle sue labbra.»
«Grazie
Dorota, sei molto carina.» Blair accarezzò
la spalla della sua domestica e si sentì un po’ più calma.
«Ha
ragione, sei stata davvero brava e
credo di aver fatto la scelta giusta.»
Blair si girò e nel vedere il volto sorridente
della madre, si sentì in un attimo più serena.
«Mamma,
che cosa ci fai qui?»
«Non
avrai davvero pensato che mi sarei persa il
tuo primo giorno da capo dell’azienda?» Blair le sorrise ed andò ad
abbracciarla velocemente.
«Sono
felice che tu sia qui.»
«anch’io.
Allora, mangiamo qualcosa? Ho una fame …
» Blair accompagnò le due donne al buffet e si mise a parlare con
alcuni dei
suoi nuovi collaboratori riguardo alla strada che avrebbero preso di lì
in poi.
Tutto sembrava avere un senso ormai eppure c’era qualcosa che ancora la
disturbava. Che diavolo voleva Serena da lei e Dan? Non le era bastato
rovinare
il loro rapporto?
«Blair,
tutto bene?»
«Cosa?
… sì mamma, sto bene, stavo solo pensando
al lavoro.»
«Beh
è giusto che tu lo faccia, ma prima goditi un
po’ questo banchetto. Te lo sei meritata dopo il discorso iniziale che
hai
fatto.» Blair le sorrise e dopo aver preso un piattino, iniziò a
riempirlo con
del cibo raffinato che non amava molto. “se solo ci fosse un pezzo di
pizza.”
Pensò Blair.
*****
La
giornata di Dan era migliorata leggermente
dopo che finalmente nel pomeriggio era riuscito a dormire un po’.
Quando si
svegliò trovò diverse chiamate perse nel suo cellulare e tre messaggi
lasciategli nella segreteria telefonica. Il primo era di sua sorella.
Jenny gli
gridava di essere stata così felice di averlo rivisto che non vedeva
l’ora di
rifarlo e lo invitava a cena quella sera stessa con lei ed Eric, Dan
non poté
fare a meno di sorridere e pensò che non era poi una cattiva idea. Il
secondo
era di Nate. Il suo vecchio amico si scusava per essere stato così poco
interessato al suo libro e gli chiedeva di incontrarsi per farsi
perdonare,
inoltre aveva una buona proposta d’affari per lui e questo lo fece
incuriosire.
Il terzo messaggio però era quello che più lo colpì. Al inizio non si
sentiva
nulla, solo il suono leggero e tranquillo del silenzio, poi un grande
sospiro e
alla fine, una voce calda e sensale che conosceva fin troppo bene gli
diceva
questo: “non so perché ti sto chiamando, forse perché ho bisogno di
parlare con
te riguardo a Serena o forse perché oggi è stata una giornata
importante per me
e mi sembra strano non poter più condividere queste cose con te … ok,
non so,
io … ho voglia di una fetta di pizza … “ la telefonata finiva così. Dan
rimase
per un istante interminabile con lo sguardo fisso al telefono. Non
riusciva a
capire, a pensare, non riusciva nemmeno a respirare. Blair gli aveva
lasciato
un messaggio strano ma ricco di emozioni sulla sua segreteria. Non era
certo di
quello che provava lei, ma in quel istante non aveva dubbi su quello
che
provava lui. Sapeva che se Blair gli aveva lasciato un messaggio così
insensato
e poco chiaro in segreteria era perché era turbata e aveva bisogno di
parlare con
qualcuno e quel qualcuno doveva proprio essere lui, visto che era lui
che Blair
aveva cercato.
Si
mise le scarpe in fretta e furia, corse verso
l’attaccapanni per prendersi la giacca e quando aprì la porta si trovò
davanti
Rufus.
«Figliolo,
dove te ne vai così di fretta? Pensavo
potessimo cenare insieme.»
«non
stasera papà!»
«ah
già, beh salutami Jenny.» Dan lo guardò
confuso ma poi si ricordò della telefonata di sua sorella. Doveva
disdire quel
appuntamento subito, non poteva fare altro. La chiamò e si scusò più
volte con
lei e con Eric e gli disse che avrebbero sicuramente cenato insieme
l’indomani.
Corse a prendere una pizza ai peperoni nella pizzeria al angolo e poi
buttandosi in mezzo alla strada costrinse un tassista a fermarsi e a
portarlo
davanti alla Waldorf design, dove era sicuro, grazie alla mappa
“avvistati” di
Gossip Girl che avrebbe trovato Blair.
Scese
dal taxi e si diresse verso l’entrata.
Camminò avanti e indietro per un po’ prima di decidersi ad entrare, ma
qualcuno
lo costrinse a fermarsi sul posto.
*****
Blair
si sentiva in imbarazzo per aver lasciato
uno stupido messaggio a Dan. Non capiva che diavolo le fosse venuto in
mente,
ma sapeva quanto lui le mancasse. Era il suo migliore amico da due anni
dopotutto
ed era solo con lui che era riuscita a confidarsi su cose che la
stavano in
qualche modo distruggendo. Sapeva che Dan le era sempre stato vicino e
sperava
che potesse farlo anche in quel momento ma sapeva anche che non era
giusto nei
suoi confronti. Non dopo la decisione che aveva preso e non dopo il
modo in cui
lo aveva trattato.
«Allora,
sei pronta ad andare?» Blair prese il
capotto e si fece aiutare da Chuck ad infilarlo. Non sapeva come
avrebbe
reagito Dan a quel suo strambo messaggio ma sperava che non la odiasse.
«sì,
andiamo.» Chuck la prese per mano e insieme
uscirono dal edificio.
«Humphrey!
Che diavolo ci fai tu qui?» Sentendo
quelle parole pronunciate da Chuck, Blair alzò gli occhi verso l’uomo
che per
molto tempo era stato la persona più importante per lei. Blair si
accorse che
il ragazzo fissava intensamente le loro mani avvinghiate l’una con
l’altra e
che nel suo volto gli si dipinse in un istante uno sguardo carico di
tristezza
mista a delusione.
«Io,
io … non lo so. Ho solamente preso una pizza,
sai … da mangiare con mio padre.»
«e
sei venuto da Brooklyn sino qua solo per
prendere una pizza? Deve essere proprio buona!» Blair si accorse solo
in quel
istante dello scatolone di pizza che teneva in mano. La pizza. Dan
l’aveva
sicuramente portata per lei. In un attimo si sentì disarmata. Quel
gesto poteva
significare solo una cosa, Dan teneva ancora a lei. Provò l’impulso di
abbracciarlo e ringraziarlo, ma non fece e non disse nulla. Era
paralizzata di
fronte a quella scena e non sapeva più come comportarsi.
«io,
io devo proprio andare o la pizza si
raffredderà.» Prima di andarsene le lanciò uno sguardo carico di
delusione e
forse … odio, almeno questo era quello che pensava Blair. Come poteva
non
odiarla dopo quello che gli aveva appena fatto? Lo aveva chiamato per
essere
confortata e quando lui era arrivato, si era accorto di essere stato
rimpiazzato da qualcun altro. Di nuovo.
«Andiamo a cena. Sicuramente mangeremo qualcosa di meglio della pizza da Jean Paul.» Blair sorrise debolmente a Chuck ma si lasciò trascinare via da lui, senza dire nemmeno una parola. Ormai sapeva di aver rovinato del tutto un rapporto che le stava molto a cuore.