Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: angelstodie    15/03/2013    0 recensioni
Spesso abbiamo la presunzione di credere di essere forti, invincibili e senza età. Ma di fronte alle cose più semplici diventiamo come per magia quelli più fragili. E non solo fuori, ma anche dentro. Siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i sogni. E i sogni sono fragili, friabili. Si sgretolano tra le nostre dita sotto i nostri occhi a causa della consapevolezza quasi matura di un futuro completamente diverso da quello che abbiamo sempre immaginato e conservato nel cassetto del comodino. Ci armiamo di protezioni e barriere invalicabili, di muri creati con i sentimenti che cerchiamo di nascondere a tutti. Non ci lasciamo mai capire veramente da nessuno perché abbiamo paura di essere giudicati. Chi non giudica, ormai?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Non mi sono mai sentita così follemente ispirata dalla follia.

Al di fuori di noi
vestiti stretti per un corpo troppo grosso

SBAM!

La porta dell'armadietto è stata chiusa con forza smisurata facendo un rumore stridulo alle mie orecchie dal mio compagno di scuola. Quel suono mi ha ricollegato con il pianeta terra. Spesso mi perdevo nei miei pensieri e mi auto-escludevo dagli altri.

 

" Vedi di portarmi il compito domani e fallo ordinato che devo prendere un buon voto se no magari, mentre torni nel tuo schifo di casa, potresti incontrarmi insieme ai miei amici, per caso, e non sarebbe piacevole quello che potrebbe accadere. E ringraziami che oggi almeno avrai qualcos'altro da fare oltre che aiutare tua mamma grassa e stronza che ha partorito uno sgorbio, un errore come te. "

 

Neanche il tempo di aprire bocca che spavaldamente Jake mi passa di fianco spingendomi contro il mio armadietto. Che cosa mi importava di quello che diceva? Erano solo parole buttate al vento, niente di importante. E poi mi piace fare i compiti per gli altri. Mi informo su cose nuove che non studio nel mio corso e vengo a conoscenza di cose interessanti, che valgono la pensa di essere studiate. Quindi non c'era bisogno di offendermi ogni santo giorno per un dannato tema. Lo guardavo mentre si allontanava e ammiccava alla ragazza più figa della scuola, come per cercare di conquistarla con il comportamento che aveva avuto nei miei confronti.

 

Che cosa mancava a me per poter entrare nella loro cerchia? Forse era la mia corporatura abbastanza robusta, o mia madre, una donna abbastanza bassa e grassa che ha avuto la sfortuna di conoscere i miei compagni di scuola quando era venuta per parlare con un mio professore riguardo il mio atteggiamento strano in classe. Un comportamento strano? Ok. Va bene, sarò anche strana. Ho sempre pensato di essere strana, in effetti. Oppure forse ero davvero un errore della natura. Non so.

 

Mi ero di nuovo per l'ennesima volta persa nei meandri della mia mente, sempre piena zeppa di domande sull'esistenza dell'essere umano in generale quando il mio occhio scappa sulla ragazza bionda di fianco alla più figa della scuola. Non che Alice non fosse figa, ma figa non è il termine giusto. E' volgare, a mio parere. Lei è bella, decisamente bella. I suoi capelli biondi erano scesi morbidi sulle sue spalle. Le labbra rosee piegate in un sorriso mentre stava felicemente conversando con un ragazzo, anche lui molto affascinante. I suoi occhi lo guardavano con aria sognante. Forse lei ne era innamorata, ma io non saprei dirlo con certezza. I suoi occhi hanno incontrato i miei per un secondo, perchè io ho subito distolto lo sguardo appena lei si era accorta che la stavo fissando.

 

Ho raccolto velocemente l'astuccio che non mie ero accorta fosse caduto e mi sono girata nella direzione opposta per andare nell'aula di chimica. Ripensando ad Alice non potevo fare altro che ricordarmi di quanto fosse bella. Dolce, comprensiva, solare, intelligente, fisicamente perfetta. Era la ragazza che tutti i maschi avrebbero dovuto desiderare, ma purtroppo non era così disponibile come le altre troiette della scuola che erano seguita della branca di ragazzi arrapati della scuola. E che tutte le femmine avrebbero dovuto desiderare. Io la desideravo. Da un po', ormai. Precisamente dall'anno scorso, dal giorno in cui Alice mi ha salvato dall'ennesima minaccia di Jake per avere i compiti. Ammetto che qualche volta mi ero cercata le mie rogne e avevo consegnato i testi a Jake con qualche giorno di ritardo e avevo ricevuto degli spintoni di troppo forse meritati.

 

Quel giorno dell'anno scorso Jake aveva sbattuto per terra tutti i miei libri di scuola nell'armadietto, aveva strappato le foto dei miei idoli dalla porticina e aveva spalmato una cicca nella serratura in modo tale che se avessi chiuso di nuovo l'armadietto, non avrei più potuto riaprirlo. Episodi di bullismo quotidiani e notati da tutti gli studenti della scuola, ma mai nessuno aveva cercato di prendere le mie difese. Io non sono una cattiva persona. Non penso di esserlo, almeno. Stavo raccogliendo tranquillamente i miei libri e le mie foto senza nessuna scenata. Non avevo mai pianto per gli insulti e gli affronti verso di me. Nonostante fossero umilianti e spregevoli, non avevo nemmeno la forza di controbattare. Subivo... subisco e vado avanti. Una mano sbucò nella mia visuale. Era lei. Alice. Mi stava aiutando a raccogliere i libri dopo che la massa di studenti era ricominciata a scorrere nel corridoio. Con un sorriso mi ha dato i libri e le foto e poi mi ha voltato le spalle ed è tornata dal suo gruppo di amici. Probabilmente aveva visto quell'azione come un atto di carità nei confronti di una poverella sfigata. Non importava. Lei aveva conquistato il mio cuore ormai.

 

Non avevo mai pensato apertamente alla questione 'orientamento sessuale', ma avevo capito benissimo che la virilità del maschio non mi attirava affatto. Che io fossi etero o gay, comunque, non importava a nessuno.

 

Il suono della campanella mi ha riportato alla realtà. La lezione di chimica era appena finita. Il prof pensava che io fossi pazza perchè normalmente sveglia dal trans tutti gli alunni che guardano fuori dalla finestra. Io facevo eccezione, per un qualche motivo. Pazienza. Ho raccolto il mio materiale e sono uscita dalla classe. Per ingraziarmi un po' il prof, l'ho salutato prima di essere fuori dalla classe con un sorriso forzato, ma non fu notato perchè il prof non si degnò nemmeno di alzare la testa dal libro che stava leggendo.

 

Essere ignorati aveva i suoi vantaggi e i suoi svantaggi. In qualunque caso io non ero nella posizione giusta per poter cambiare la mia condizione di 'sfigata grassa invisibile' perchè ero sempre ignorata se non quando era l'ora delle botte e delle minacce di Jake.

 

Abito molto vicino alla scuola, quindi 10 minuti di passeggiata veloce e ho già varcato la porta di casa. Un rapido sguardo e un saluto a mia madre incantata davanti alla televisione senza la minima intenzione di fare qualche mestiere, compito che avrei dovuto fare io la sera, come al solito. La sua pancia è spropositata. E' enorme, un elefante seduto nel mio salotto. Si gira e mi fa un mezzo sorriso mentre io mi immagino l'enorme proboscide piegarsi a U come un sorriso. Non mi fa nessuna domanda, ma si limita a rigirarsi di nuovo verso la tv. Che visione orrenda.

 

Salgo le scale e mi chiudo in camera. E' piccola. La casa in generale è piccola, non solo la mia camera. Appoggio i libri sulla scrivania, accendo il vecchio portatile e aspetto seduta sul letto che si accenda. Mi tolgo i bracciali dai polsi, scoprendo le piccole cicatrici che si trovavano sopra le vene blu. "Colpa del gatto nero", questa era la bugia che mi ero preparata nel caso qualcuno mi domandasse che cosa era successo ai miei polsi. Comunque nessuno aveva ancora chiesto.

 

Possibile che nessuno si accorge che sto male? Sto male dentro, mi sento morire giorno dopo giorno come una mela che viene divorata pezzo dopo pezzo dal verme dalle fauci nere. Sono sempre tormentata da domande senza risposta e non riesco a capacitarmi del fatto che studio tutti i giorni per un futuro che non riesco ad immaginare.

 

Mi tolgo i pantaloni stretti che mi schiacciano sempre la pancia, e la maglietta larga stile 'maschio tamarro' che in parte riesce a nascondere le curve di troppo. Stavo diventando anche io un elefante. D'altronde da una mamma così cosa poteva nascere? Una cicogna? Direi di no.

 

Anche un'altra giornata era ormai finita. Ormai non avevo più neanche le lacrime per piangere. Vagavo su internet in cerca di persone problematiche come me. Paranoiche, pazze, infelici, completamente sole. Potevamo farci compagnia a vicenda. Ma non trovavo nulla. Così prendo le cuffie e mi ascolto delle canzoni dal mio vecchio ipod mentre mi immagino la storia d'amore perfetta, la mia perfetta storia d'amore con Alice, in un mondo dove io sono finalmente e completamente io e sono bellissima e sono la sua fidanzata, e nessuno ci giudica per l'amore che proviamo.

 

E poi i miei occhi cadono sulla lametta sul mio comodino, la fidanzata della mia schifosa realtà, l'unica con cui ho stretto una relazione, che dura ormai da più di un anno.







--------------------
Non sono lesbica, ma le condizioni in cui sono costretti a vivere i giovani gay e lesbiche mi fa riflettere così tanto che avevo bisogno di metterlo per iscritto.
Se volete parlarmi su twitter, sono @reflectjon :) ciao e al prossimo capitolo! :)

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: angelstodie