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Autore: Ginger01    15/03/2013    2 recensioni
~ Nature
Dal prologo
Madre Natura aveva deciso, sarebbero stati creature nettamente superiori alle fate. I quattro bambini sarebbero stati la reincarnazione dei Quattro Elementi.
E quando scoccò la mezzanotte, quattro urli di neonati si sparsero dalle rispettive quattro città delle fate.
E quattro fasci di luce piombarono in quattro punti diversi della cittadina Californiana di Rose.
[Ispirata alla FanFiction di BiancaneveFG "Il Sesto Elemento - L'Oceano]
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buooon giorno a tutti :3
Perdonatemi per la lunga attesa <3
Alluora, questo capitolo mi piace tanto, spero piacerà anche a voi :3 Mi sembra un pò corto rispetto agli altri...Ditemi un pò <3
Ok, vi lascio alla lettura <3
Un bacione;
Luna
P.S. Che ne dite dell'immagine? A me piace tanto :3 

 



 

~Capitolo 7~
Peanta

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Isabelle se l'era aspettato: quella donna era troppo familiare, e infatti si era scoperta essere la zia che credeva morta. “Ma certo” pensò, ricollegando “Juliet...Julie.” si diede una pacca sulla fronte, al pensiero di quanto potesse essere stata stupida.
– Piccola mia... – le si avvicinò la zia, prendendola per le spalle delicatamente.
Lei si ritrasse – Tu mi hai abbandonata. – le disse, velenosa.
Juliet assunse un'espressione triste – Hai ragione, ero troppo egoista e ho pensato solo al mio dolore...Ma...avevate e avete vostro padre... –
– Quel padre che mi ha abbandonata e che ora non mi riconosce quasi più! – le urlò in faccia la ragazza, spaventando Sielle che,dietro di lei, assisteva alla scena un po' stupita.
– Sielle, ti dispiace lasciarci da sole? – le domandò gentilmente Juliet, sorridendole.
La sirena annuì un po' impaurita e se ne andò.
– Abbiamo tante cose di cui parlare... – disse Juliet, sorridendo alla nipote che invece la guardò in cagnesco.
– Si, lo credo anch'io. – rispose secca, seguendo la zia dentro la stanza e chiudendo la porta azzurro ghiaccio.

Erano quasi venti minuti che Belle era in acqua. Laura si stava crogiolando dalla paura e dalla preoccupazione, grattandosi nervosa le fasciature.
– Belle...perché sei cosi avventata? – sussurrò, mangiandosi l'unghia del pollice e prendendo il cellulare dalla tasca dei jeans. Digitò di nuovo, forse per la quinta volta, il numero di Freddie Terre.
Dopo molti squilli, finalmente il ragazzo rispose – Laurie! Ciao! Come va? E' da tanto che non ci si vede! – esultò dall'altra parte della cornetta.
– Ho un problema. – disse semplicemente la ragazza, il tono ansioso.
Freddie si fece subito serio – Che è successo? Sei in pericolo? –
Laura si morse il labbro – Non io, Belle. Riuscite a venire subito alla scogliera di Cyron? Sapete arrivarci? –
Freddie disse di no, e la ragazza gli spiegò come raggiungerla mentre sentiva dal telefono la porta chiudersi e i passi svelti del ragazzo, e poco dopo la voce di Josh che si aggiungeva.
– Che succede? – la sentì chiedere.
– Belle è in pericolo. – gli rispose distrattamente Freddie, e Laura si immaginò Josh impallidire all'istante.
– Laura? – fu Josh a prendere la cornetta – Freds sta guidando, stiamo arrivando. Ora ti metto in vivavoce. –
Dopo un po' la voce di Freddie si rifece viva, un po' lontana – Cos'è successo di preciso? –
Laura si sedette su un masso – Io...Sono tornata a casa ma...ho visto Belle abbracciata ad una ragazza, penso sia la sorella, che piangevano, allora sono entrata dalla porta del retro, aspettandola. Quando è rientrata piangeva ancora, e non appena mi ha visto è sbiancata ancora di più perché...bè, mi vedrete. Poi si è seduta vicino a me e mi ha spiegato che è tornato suo padre e...Bè ha cominciato anche a delirare, poi è rimasta un po' in silenzio. Ad un certo punto si è alzata di scatto e ha detto che aveva un piano, voleva andare a trovare Juliet. –
I due ragazzi rimasero in silenzio, pensando – Quindi suppongo si sia buttata in acqua. – disse Josh, a bassa voce, cosi bassa che Laura quasi non lo sentì.
– Si ma, lei respira sott'acqua, no? – domandò preoccupata la ragazza.
Freddie intervenne – Ne sono sicuro, l'acqua è il suo Elemento, non può farle del male. Ma perché tu non l'hai seguita? –
Laura alzò gli occhi al cielo – Perché magari io non so respirare sott'acqua? O comunque non ho una buona apnea e...Ho paura dell'acqua. Soprattutto ora, che è buio. – rispose imbarazza.
Freddie sorrise tra sé e sé: era anche ovvio, Laura dopotutto era il Fuoco, il contrario dell'Acqua insomma. Era strano che proprio quest'ultima fosse la sua migliore amica.
– A che punto siete? – domandò ansiosa la ragazza – Il tempo passa e di Belle non c'è traccia. –
Josh, preoccupato, fissava il paesaggio scorrere fuori dal finestrino.
– State tranquilli, ok? – disse Freddie, rivolgendosi ad entrambi – Belle respira sott'acqua, l'Acqua è il suo elemento, non può succederle nulla di male, capito? –
Laura annuì stringendo il telefono nella mano, Freddie aveva ragione, ma chissà perché aveva un terribile presentimento.
– Siamo arrivati. – disse Freddie, spegnendo il motore davanti alla scogliera. Scesero velocemente dall'auto e si diressero da Laura che li era venuta incontro.
– Presto, dobbiamo fare qualcosa. Sto morendo di preoccupazione...E il simbolo brucia, ho un brutto presentimento. –
– Come se potesse essere in pericolo, vero? Ce l'ho anch'io. – rispose Josh, monotono.
Laura notò il suo sguardo perso, e non potè fare a meno di provarne pena – Josh, andrà tutto bene. – sorrise dolcemente cercando di tirargli su il morale. Sapeva di ciò che era successo, Belle gliel'aveva raccontato mentre stavano andando alla scogliera. Lui rispose con un sorriso, poi si avvicinò al brodo dello scoglio, fissando il mare scuro.
– Forse io potrei raggiungerla. – disse, pensando ad alta voce.
– Ovvero? – chiese Freddie interessato, avvicinandosi.
Josh si allontanò dall'amico: era sicuro che il rifiuto di Belle fosse stato provocato da una cotta per Freddie.
– Ovvero che forse riesco a creare una bolla tale da poter respirare sott'acqua. –
Freddie sembrò pensarci un po' ma, prima di poter parlare, lo precedette Laura – Fallo. E fallo anche su di me, per favore. – lo pregò, lo sguardo sempre più ansioso.
Josh annuì – Dovrei provare sott'acqua. – disse, riportando lo sguardo sulle acque buie.
Laura non se lo fece ripetere due volte – Sbrigati, o morirò sott'acqua. – disse, posando il cellulare su un masso e togliendosi le scarpe. Si tuffò senza timore, nonostante la sua paura. Il cuore le batteva a mille, e non appena entrò, il gelo dell'acqua la sembrò infilzare la carne come mille aghi.
Si guardò intorno: il buio totale. Dopo poco Josh la seguì, sentendo le stesse sensazioni.
Cercò di creare una bolla d'ossigeno prima attorno a Laura, poi attorno a sé. Al primo colpo ci riuscì. Laura respirò a fondo, riprendendo fiato. Non riusciva ancora a vedere bene, un po' per il buio, un po' per il sale. Ma riusciva a sentire Josh – Tra poco le dovrò rifare. – la avvertì, cercandola con lo sguardo. Laura intravide la sua mano e gliela strinse, facendogli capire dove si trovava. Josh la strinse di rimando.
Scalciarono un po', in modo tale da poter ritornare in superficie. Non appena a contatto con l'aria, le bolle scoppiarono. Freddie si era affacciato – Tutto bene? – gridò.
Josh alzò un pollice facendo segno di si – Rimani lì! Nel caso Belle tornasse e noi no! – gli gridò di rimando. Laura cominciò a battere i denti – Muoviamoci. – disse Josh, notandolo.
Tornarono sott'acqua e il ragazzo ricreò le bolle. Si addentrarono tra la fauna e la flora marina, banchi di pesci che li passavano accanto indifferenti. Andarono verso sud, superando numerose depressioni.
– E se incontrassimo degli squali? – domandò Laura, rabbrividendo all'idea di incontrare quelle bestie.
– Salutiamoli. – ironizzò Josh, seppur altrettanto preoccupato. Laura non sorrise, semplicemente strinse la mano del ragazzo.
Dopo un po' che nuotavano verso sud, si ritrovarono davanti una foresta di alghe.
– E ora? – domandò Josh, guardandosi attorno: le alghe erano altissime, tante e fitte, non era il caso di addentrarsi lì dentro senza riuscire a vedere un palmo dal naso. Laura cominciò ad agitarsi – Che cosa facciamo? – non appena finì d pronunciare quella frase, un movimento veloce delle alghe colse di sorpresa i due.
Un guizzo colorato, troppo veloce per poter essere percepito e poi due occhi gialli,sgranati, giallo limone che li fissavano intensamente.
– Chi siete? – domandò la proprietaria dei due occhioni, con una voce un po' spiritata.
Il cuore di Josh batteva all'impazzata, la bocca gli si era impastata e non riuscì ad aprirla, cosi rispose Laura per lei.
– Noi siamo gli Elementi. – disse, mostrando il simbolo a quattro cerchi, rivelato dalla maglia che fluttuava nell'acqua.
Lei si allontanò per poter scrutarli meglio, ma fu lei ad essere squadrata dalla testa ai piedi, anzi, alla coda, perché la creatura che avevano incontrato presentava una lunga coda arancione, un arancione tenue, come quello del tramonto, che si sfumava con delle piccole squame fino ai fianchi e un po' sul seno. Lunghi capelli color caramello le ricadevano in tanti morbidi boccoli ed una ciocca era fermata da una piccola conchiglia delicata e rara. Con un po' di timore, Laura notò che la sirena era munita di una lancia fatta di corallo con la punta di conchiglia molto acuminata e affilata.
“Se ti infilzasse con una di quelle penso che farebbe male” si ritrovò a pensare.
– Oh... – disse la sirena, sempre con quel suo tono un po' fiele.
– Tu sei il Fuoco. Il tuo simbolo è rosso. – disse, d'un tratto interessata.
– Com'è il fuoco? – domandò, inclinando un po' la testa.
Ma prima che la ragazza potesse rispondere, Josh prese il coraggio di parlare.
– Hai per caso visto una ragazza dai profondi occhi blu e capelli castani che respirava tranquillamente senza...bolle? – disse, riferendosi alle bolle che li circondavano le teste.
Le alzò un sopracciglio, pensierosa – Si...Si, mi pare sia andata con Sielle a Keayn...Volete andare da lei? – domandò poi, facendosi un po' più seria.
Laura rispose senza esitazioni – Si, si, è una nostra cara amica. –
La sirena li studiò a lungo, indecisa sul da farsi. Poi sorrise, sgranando gli occhi – Va bene, vi accompagnerò io. Il mio nome è Grian. Andiamo, cercate di tenere la mia velocità. – disse, girandosi e cominciando a nuotare sicura tra le alghe altissime. Josh e Laura la seguirono con un po' di difficoltà, addentrandosi nella foresta d'alghe. Non appena uscirono, una grande depressione buia li si presentò davanti.
Grian si girò verso di loro – State attenti – disse – di solito questo è territorio degli squali che non amano gli stranieri. –
I ragazzi deglutirono, annuendo e seguendola. La sirena nuotava velocemente, ma ogni tanto si fermava per aspettarli, poi ricominciava la sua silenziosa corsa. Oltrepassarono la cura depressione, e Laura intravide una coda bianca, rabbrividendo. Si avvicinò di più a Grian, come se potesse proteggerla – Tranquilla – le disse questa – Se degli squali vi dovessero attaccare, vi proteggerei io, siete gli Elementi dopotutto, anche se non siete la Uisge. –
Laura alzò un sopracciglio, al suono di quella strana parola – Come? –
– Cosa? – domandò la sirena, non capendo a cosa si riferisse.
– L'ultima parola che hai detto...cosa significa? –
– Uisge? E' il nome che utilizziamo per parlare della nostra sovrana, Uisge, l'Acqua. – rispose semplicemente, sorridendo leggermente.
– Ah, capisco... – disse distrattamente Laura, guardandosi intorno. Stavano nuotando in mezzo ad alcuni banchi coloratissimi di pesci, e la ragazza non potè fare a meno di notare quanto fossero belli. Un pesciolino rosso fuoco le si avvicinò, sfiorandole la mano. Lei alzò un dito, accarezzandogli le squame. Lui sembrò quasi sorriderle. Laura rimase sorpresa ma ammaliata da quel mondo incantato. Forse l'acqua non l'avrebbe più spaventata tanto.
Arrivarono davanti ad un'altra grande depressione, dalla cui profondità si scorgeva una luce.
– Siamo quasi arrivati. – annunciò la sirena – Dovete stare sempre dietro di me, mi raccomando. Non guardate nessuno, non parlate a nessuno, non considerate nessuno, solo la mia coda. Chiaro? –
La creatura spiritata si era trasformata in una guerriera sicura di sé e determinata. Strinse la lancia nella mano candida e all'apparenza delicata.
Laura annuì convinta: non sapeva perché, ma Grian le era davvero simpatica.
Al contrario di Josh, che invece era un po' timoroso e attendeva con ansia di rivedere la sua Belle, anche perché le bolle cominciavano a dissolversi.
Grian sorrise, cercando di incoraggiarli, e cominciò a riscendere lungo la parete rocciosa.
I due la seguirono, cercando di tenere gli occhi puntati sulla coda arancione della loro compagna, ma, dopo pochi metri, la luce abbagliante li investì, costringendogli a coprirsi gli occhi ma senza smettere di nuotare. Quando allontanarono le braccia dal viso, gli si presentò davanti la città delle sirene, Keayn. Era spettacolare, con il castello di corallo bianco che stagliava sulle piccole casupole di coralli colorati che costituivano la città.
– Benvenuti a Keayn. – disse cordialmente Grian, sorridendo, e riassumendo un po' quella sua aria spiritata – Ora ricordatevi cosa vi ho detto prima. – aggiunse, tornando seria.
I due annuirono, seguendo la sirena silenziosamente. Arrivarono davanti alla porta candida, guardandosi attorno stupefatti dai colori e dalla magnificenza di quella cittadina sottomarina.
– Sono Grian, capo delle sentinelle. – si annunciò la sirena, rivolgendosi alle guardie all'entrata.
– Devo discorrere con la SeanUisge. –
La guardia, un maschio grande e grosso dalla lunga coda verde smeraldo, alzò il mento, gonfiando il petto – La SeanUisge è impegnata con la Uisge, finalmente. E' giunta una nuova era. –
Grian alzò un sopracciglio – Ne sono a conoscenza, ma questi due con me...Sono Aile e Fonn. –
La guardia sembrò irrigidirsi e scrutò i due ragazzi da dietro le spalle della sirena.
– E sia. – sentenziò – Potete andare. – Si spostò per lasciarli passare attraverso la grande porta. Grian li guidò sicura su per le lunghe scale bianche, liquidando spesso le guardie che ponevano milioni di domande.
Infine, giunsero davanti ad una porta color ghiaccio.
– E' qui. – disse Grian, esuberante – Riesco a sentirne l'aura potente. La Uisge è qui. –
– Grian! – una voce cristallina la distrasse, facendole girare la testa di scatto.
– Sielle! – rispose la sirena, vedendo la sua compagna dagli occhi rosa.
– Grian, che ci fai qui? – domandò ansiosa.
La diretta interessata ammiccò ai due alle sue spalle, e Josh trovò irritante quel suo comportamento – I due Elementi, il Fuoco e l'Aria, intendono avere un colloquio con lei. – Sielle squadrò i due dietro le spalle della compagna, poi annuisce, un po' affranta.
– Va bene, ma non ti assicuro niente. – disse infine, bussando lievemente alla porta.
Un lieve fruscio, e questa si aprì, rivelando una donna dai capelli biondi, occhi turchesi, che sorrideva dolcemente – Sielle, sei ancora qui? – disse, nel suo tono un lieve cenno di rimprovero.
Lei abbassò lo sguardo – Ci sono due persone che vorrebbero parlare con la Uisge. –
La donna guardò oltre le spalle della sirena – Non ora, per favore. Dobbiamo discutere ancora per molto tempo, e di faccende enormemente importanti. – rispose, seria, congedandoli.
Josh rimase spiazzato – E' impazzita? – sussurrò a Laura, che alzò le spalle.
Sielle sembrò averlo sentito – Non osare rivolgerti cosi alla SeanUisge. Non osare. – disse, velenosa, le sopracciglia inarcate. Girò la coda e se ne andò lungo il corridoio.
Grian lo rimproverò – Non devi mai più mancare di rispetto alla SeanUisge, capito? E' la nostra antica sovrana ed è stata grande, finché lo è stato. Ora venite, non possiamo sostare qui a lungo, desteremmo sospetti. – le bolle stavano svanendo, cosi si dovettero fermare, in modo tale che Josh potesse ricrearle.
– Muoviamoci. – disse Grian, guardandosi intorno timorosa. Le guardie di passaggio li scrutavano sospettosi, e il gruppetto lasciò velocemente il castello, rintanandosi nelle strade della città.
Qui sirene di tutti i colori ed età nuotavano tranquillamente, come se quella fosse una normale città.
Bambini che giocavano, donne che compravano alghe e altri cibi...I due Elementi rimasero a bocca aperta e, senza ascoltare le raccomandazione di Grian, cominciarono a girare per la città sbalorditi, sorridendo davanti ai bambini sconvolti che andavano a rifugiarsi dietro le code delle madri.
– Perché reagiscono cosi, secondo te? – domandò un po' malinconicamente Laura, vedendo che una bambina che aveva salutato aveva gridato e si era andata a nascondere dietro ad una statua.
Josh non seppe risponderle, ma qualcosa non andava.
E infatti, un'anziana sirena si avvicinò e, con sguardo cattivo, li insultò – Feccia. Cosa fate voi qui?! Fuori dal nostro Regno! Non fate altro che distruggerlo! Andatevene! Siete una maledizione! –
Un guppo di uomini e donne si avvicinarono pericolosamente ai due, spaventandoli – Si, andatevene! – – Non vi vogliamo qui! – – Via! Ci ucciderete! –
Laura e Josh arretrarono, spaventati, fino a ritrovarsi con le spalle al muro. La vecchietta aveva lasciato il posto a cittadini ben più giovani e disposti a mettersi nei guai, e cosi sembrò quando uno di questi alzò un pugno su Josh che si coprì il viso con le mani.

Ma una voce ferma e decisa lo fermò – Basta! –
La folla ammutolì, lasciando spazio ad una donna, i due notarono le lunghe gambe affusolate, dai profondi occhi blu che sembravano lanciare fulmini.
– Basta. – disse, abbassando la voce e avvicinandosi ai due ragazzi.
Si accovacciò vicino a loro, porgendo la mano delicata a Josh, sorridendogli dolcemente, un sorriso ben noto a lui.
– Belle... – sussurrò lui, non potendo credere di vederla lì, davanti a lui, con una stella marina tra i morbidi capelli castani che fluttuavano attorno alle sue spalle. Al sentir pronunciare il proprio nome, il sorriso della ragazza sembrò illuminarsi ancora di più. Strinse la mano del ragazzo e lo aiutò ad alzarsi, quindi andò vicino alla sua amica, che le accarezzò la guancia e la abbracciò, finalmente serena.
Poi Isabelle si alzò, si girò verso i cittadini e di nuovo, con quel suo tono autoritario, disse – Ora lasciatemi tornare nel castello, e non provate mai più a far del male ai miei amici e compagni. Loro sono Aile e Fonn. –
La folla ammutolì e chinò la testa, in segno di rispetto.
Belle sorrise – Ora basta, tornate alla vostra vita. – aggiunse, arruffando i capelli verdi di un bambino che rise.
– Andiamo. – disse poi, rivolgendosi ai suoi amici, che la seguirono.
Belle sembrava fare parte di quel mondo quanto ne faceva parte una sirena. Ed una in particolare, dalla coda del colore del tramonto, si avvicinò a loro, preoccupata.
– Eccovi! Vi avevo perduto di vista! – disse Grian, affranta.
Fissò i suoi occhioni gialli in quelli blu di Belle, che di nuovo sorrise dolcemente. Non appena la riconobbe, Grian si inchinò profondamente – Perdonatemi, Maestà, non ho adempiuto al mio dovere di sentinella... – sussurrò, vergognosa.
La ragazza le posò una mano delicata sulla spalle, invitandola a rimettersi dritta – Va tutto bene, andiamo. – disse, dirigendosi verso l'imponente castello.
Questa volta non dovettero fermarsi ogni due metri per poter avere i permessi delle guardie perché queste, non appena vista Isabelle, si scostavano, lasciandoli passare con un profondo inchino.
Laura fissava le scene sorpresa, e poi spostava lo sguardo sull'amica, che sembrava imbarazzata alle mosse dei sudditi. Sorrise: Belle non era proprio tipo da regalità, ma se l'era cavata meravigliosamente con la folla, riuscendo a imporsi ma a non spaventare, con il suo dolce e gentile sorriso.
In poco tempo raggiunsero la porta di ghiaccio. Belle bussò leggermente e non passò tanto tempo che una voce cristallina all'interno dicesse – Avanti! –

La ragazza aprì la porta velocemente, entrando – Li ho trovati, zia Julie. – disse, avvicinandosi alla donna dai capelli biondi che avevano visto in precedenza.
– Zia Julie? – domandò sbalordita Laura.
La donna sorrise – Si, sono io, la zia di Isabelle, Juliet, il precedente Elemento dell'Acqua. –
Laura si avvicinò sorpresa ma sollevata: aveva paura che quella donna potesse fare del male alla sua Belle – P...Piacere, sono Laura Flamme... –
– Tu sei il Fuoco, giusto? Belle mi ha raccontato tutto di voi, anche di te, Josh. – disse, rivolgendosi al ragazzo che non aveva mai smesso di guardarsi attorno con stupore.
Sentendosi nominare scosse la testa e rivolse uno sguardo interrogativo a Belle che sorrise alzando le spalle.
A Juliet non sfuggì quello scambio di sguardi, ma cercò di non farci caso – Io e mia nipote abbiamo parlato a lungo. –
Belle annuì, confermando – Soprattutto della...loro missione. Zia Julie mi ha spiegato una cosa molto importante. – disse la ragazza rabbuiandosi.
– Si, ma non ve la possiamo rivelare. E' un segreto Marino, solo l'Acqua può esserne a conoscenza. Ma c'è qualcun altro, che voi ben conoscete, che lo sa. –

Freddie era seduto con le gambe penzoloni sullo scoglio, aspettando impazientemente Josh, Laura e magari Belle. Si passò una mano tra i capelli biondo cenere, preoccupato. Fissò lo schermo del cellulare, ma non c'era bisogno di vedere l'ora: il cielo cominciava ad albeggiare, il manto scuro della notte si tingeva delle tonalità più dolci dell'arancione, del rosa tenue....Fino a sfumarsi nell'azzurro limpido del cielo. Sbadigliò: tutta la notte era rimasto ad aspettare i suoi amici, tutta la notte era rimasto con l'ansia di non vederli più, magari ora giacevano sul fondo dell'Oceano, e lui non era rimasto con loro. Forse avrebbe dovuto seguirli, invece di dar retta a Josh e aspettare che Belle tornasse. Non era tornata, e ora non tornavano neanche loro.
Mentre ancora si crucciava con questi pensieri, una grossa onda lo investì, bagnandolo da capo a piedi. Quando l'acqua tornò al mare, e riuscì ad aprire gli occhi, davanti si ritrovò Belle, Laura e Josh, la prima serena, asciutta e con un sorriso stampato in faccia, gli altri due bagnati, un po' ansimanti e con un'espressione più confusa di quanto non l'avessero già.
– Ehi! – corse loro incontro Freddie, abbracciando Belle, che arrossì.
– Freds, ciao! – disse lei, mentre il ragazzo la stringeva a sé – Mi hai fatto morire di paura! – le disse, quando poi si allontanò da lei per andare ad abbracciare gli altri due – E voi due, perché mi avete convinto a restare qua?! Dovevo seguirvi! – si maledì per averli dato retta.
Josh sorrise – Dai, è andato tutto bene, Freds. –
Laura si sedette su una roccia, schioccò le dita accendendo un fuoco abbastanza grande per riscaldarli e asciugarli – Si, Freds, tranquillo. Vieni qui ad asciugarti. – disse, sorridendo all'amico che, ancora un po' arrabbiato, si sedette accanto a lei. Isabelle si sedette tra Laura e Josh, tutta sorridente.
– Che cosa hai trovato l'ha sotto? – si decise a chiedere Freddie, dopo minuti che stavano in silenzio.
Lei alzò il viso verso il cielo ormai celeste – Mia zia. La sorella di mia madre. – disse.
Freddie alzò un sopracciglio – Tua zia? Julie? –
– Il nome completo è Juliet. Mia zia era l'Acqua, quando Sophie era l'Aria. – spiegò Belle, abbracciandosi le ginocchia.
Laura e Josh fissarono Freddie, per vedere la sua reazione.
Lui spalancò la bocca – Ah. – disse semplicemente.
– E ti ha rivelato qualcosa? Sulla Domina Mors? –
“Ecco la nota dolente” pensò la ragazza, scrutando l'amico con i profondi occhi blu – Si, ma non posso dire niente. –
Lui rimase scioccato – Non puoi dire niente?! –
– Allora non potè dire niente neanche lei... – sussurrò Belle, stringendo ancora di più le ginocchia.
Freddie non poteva crederci – Belle, noi siamo i tuoi compagni, siamo gli Elementi, siamo una squadra! Dobbiamo stare uniti, essere sinceri tra noi e dirci tutto ciò che potrebbe essere vitale alla missione, trovare la Domina Mors e sconfiggerla, per poter riportare la pace sulla Terra ed evitare la morte di milioni di innocenti! Possibile che tu non lo capisca?! – gli gridò in faccia.
Isabelle si alzò di scatto, infuriata per le accuse che le erano state attribuite – Credi che non lo sappia? Credi che se potessi non ve lo direi?! Ma sei scemo, Freddie Terre? Appena l'avessi saputo ve l'avrei detto! Ma non posso! Capisci? C'è una bella differenza tra potere e volere! – detto ciò girò i tacchi e si diresse nella direzione opposta ai suoi amici.
– Hai esagerato, Freds. – disse Laura, alzandosi a sua volta per rincorrere l'amica. La raggiunse in poco tempo, e insieme si allontanarono.
Josh e Freddie rimasero seduti senza parlare, davanti al fuoco magico di Laura che si stava affievolendo.
– Freds, ha ragione Laurie. – disse infine Josh.
Freddie gli rivolse un'occhiata cattiva – Adesso ti metti dalla loro parte? –
– No, semplicemente io c'ero. –
Freddie non seppe che rispondere, e attese che l'amico continuasse – Io c'ero, quando la folla di sirene e creature marine ha assalito me e Laura, e dovevi vedere Belle, come ci ha salvati, come una regina. Perché lì è trattata cosi, quasi anzi come una divinità. Lei ci ha salvati, Freds. E c'ero, quando sua zia Julie, o Juliet se vuoi, ha detto che quello era un segreto Marino, che solo l'Acqua poteva sapere e che l'Acqua doveva mantenere. Ho paura che se facesse il contrario Belle perderebbe i suoi poteri. E noi non vogliamo questo, no? Hai parlato di sincerità, ma in una squadra c'è bisogno anche di fiducia, Freds, e a te ne serve tanta. –
In tutto quel discorso Freddie non aveva contrastato l'amico, perché sapeva che le sue parole erano vere, d'altronde la maggior parte delle volte in cui parlava, Josh diceva cose giuste.
Era cosi, e lui gli voleva bene.
Josh si alzò, stiracchiandosi – Bé, io tornerei a casa, che ne dici? – disse, sorridendo e porgendo una mano a Freddie, che afferrò, facendosi aiutare per alzarsi.
Annuì – Si, andiamo. –
– Freds? –
– Si? –
– Juliet ha detto che qualcuno che noi conosciamo bene è a conoscenza del segreto. Quindi possiamo ancora scoprirlo, senza costringere Belle a rivelarcelo. Si trova sempre un'altra strada, Freds. – disse, ancora sorridente.
Freddie sorrise di rimando – Hai ragione, come sempre. –
Gli diede una pacca sulla spalla, e insieme si diressero verso il pick-up verde, per poter finalmente tornare a casa.

La porta blu sbatté, quando Belle entrò in casa, seguita da una Laura abbastanza divertita.
– Dico, ti rendi conto?! Dovremmo essere una squadra?! Imparasse ad avere un po' di fiducia negli altri! Brutto....bruto! – disse, torcendosi le mani.
Laura non potè fare a meno di fare un sorrisetto divertito – Andiamo, non esagerare. Hai ragione, ma non farne un dramma. Anche io e Josh siamo rimasti stupiti quando Juliet ci ha detto che non potevamo saperlo. Ora capiamo chi sia quest'altra persona che ne è a conoscenza, cosi possiamo scoprirlo anche noi, senza che tu lo riveli. – disse, alzando le spalle.
Belle annuì – Mi dispiace, Laurie, vorrei tanto dirtelo ma...Non posso. –
– Lo so, ti capisco. – le disse, avvicinandosi.
Le fasciature sulla mano scivolarono, rivelando alcuni graffi. Laura le coprì velocemente, sperando che Belle non fosse riuscita a vederle, ma era troppo tardi.
Isabelle le prese la mano e la strinse nella sua – Andrà tutto bene, non lo dovrai più vedere. – disse, gli occhi lucidi e le mani tremanti.
Laura posò l'altra mano su quella dell'amica, che stringeva la sua – No, non lo vedrò, e sarò al sicuro. Come tu non dovrai mai più vedere tuo padre, non dovrai più soffrire. Noi ci proteggiamo a vicenda*. – le rispose, le lacrime che le scesero copiose sulle guance.
Belle annuì, sorridendo, un sorriso bagnato. Insieme si sedettero sugli scalini di mogano, sfogandosi una sulle spalle dell'altra.
E, senza accorgersene, si addormentarono cosi, abbracciate, i segni delle lacrime ancora evidenti sulle guance, e la consapevolezza di avere un'amica, anzi una sorella, sempre pronta a stargli accanto, sempre pronta a proteggerla.

La reggia di Aranel non era mai stata cosi splendente. Le cose cominciavano a girare nel verso giusto, e la regina Calien si sentiva finalmente serena.
O quasi.
Quella fata dei Boschi, mandata in missione ormai da tempo, non le aveva fatto più ricevere sue notizie da mesi, mentre prima la aggiornava di continuo.
Era mezzogiorno, il momento in cui il sole è più alto nel cielo, in secondo momento della giornata in cui rendere onore a Feaw. Si recò nelle sue stanze, leggiadra e delicata, le ali dorate abbassate perché stanche di doversi mostrare ai sudditi e a chi circonda la loro padrona. “Tutti a voler vedere la grande regina Calien. Non l'hanno ancora capito, che la vera regina è Madre Natura.” pensò.
Arrivata davanti alla grande porta candida, dalle rifiniture dorate, abbassò la maniglia ed entrò nella sua camera: un grande letto tondo dorato, sembrato fatto di nuvole luminose, occupava gran parte del grande ambiente. Una grande finestra dava su un altrettanto grande giardino pieno di tutte le piante che esistono al mondo. Nella parte restante della stanza, un semplice scrittoio e una poltroncina bianca, la parete occupata da una grande libreria. Si diresse nella piccola stanza guardaroba adiacente alla camera da letto, ed aprì una stanza segreta, dove si trovavano gli abiti per le cerimonie sacre. Indossò un semplice abito verde pallido, era Primavera, la stagione dove la Terra è più potente, e il verde era il colore sacro in quel periodo. Si legò i lunghi capelli rossi in un'intricata acconciatura che le lasciava scoperta la fronte e quindi il simbolo di Feaw. Tornò nella stanza e si avvicinò circospetta ad una parete. Qui premette un piccolo bocciolo rosa pallido disegnato e la parete si aprì, rivelando delle scale a chioccola che scendevano molto in profondità.
La regina si guardò attorno prima di scendere i primi gradini quindi, scalza, proseguì la discesa.

Pian piano che si scendeva le scale si facevano più buie e aumentavano le fiaccole appese alle pareti umide.
Fin quando, verso l'ultima rampa, una luce azzurrina investì l'ambiente angusto. Quando scese dalla scala, la regina si ritrovò davanti ad una pozza d'acqua cristallina, sopra la quale troneggiava una statua dorata di una donna, una donna esile e all'apparenza fragile sulla cui fronte stava il simbolo degli Elementi. Sul petto della statua era stato inciso un intricato disegno, conosciuto tra i Celti come Triskele. L'espressione trasmetteva calma e serenità ma anche un'incontenibile forza. La luce dorata che emetteva rifletteva sull'acqua, illuminando di una luce calda l'ambiente.
Calien si avvicinò alla pozza d'acqua e si sedette sulla roccia in modo da essere proprio davanti alla statua. Qui sorrise al volto di essa chiuse gli occhi e respirò a fondo – Feaw, Madre Natura. – pronunciò, quasi un sussurro – Aiutaci in questo momento difficile. Hai mandato i tuoi Elementi a compiere una grande missione che non salverà solo la razza umana ma anche noi. Ti prego di guidarli e di aiutarli nell'arguta battaglia contro la Domina Mors. Anche se non sarà la loro ultima nemica. – si alzò ed entrò lentamente in acqua. Si avvicinò pian piano alla statua. Qui, con un movimento veloce della mano, fece comparire delle candele profumate in onore della Madre.
Si allontanò dalla statua quindi, con estrema concentrazione, si sedette sull'acqua, come sospesa su una nuvola luminosa e cominciò a pregare.

Tornato a casa, Freddie Terre era davvero nervoso. Aveva litigato con Belle, pur sapendo di essere lui, quello in torto. Josh gliel'aveva fatto capire con poche e giuste parole. Odiava quando il suo amico aveva sempre ragione, cosa che accadeva spesso, soprattutto negli ultimi tempi.
Sentì la musica rock provenire a tutto volume dalla camera della sorellina, Alice.
“Strano” pensò “ero convinto fosse uscita. Poco importa.” si diresse su per le scale e, passando davanti alla porta chiusa della teenager gridò – Ciao, Ali! – nessuna risposta. In un primo momento pensò che non l'avesse sentito. Rigridò ma ancora nulla. Un po' preoccupato aprì la porta della stanza. Vuota. Il letto era sfatto, le custodie di alcuni cd erano sparse per terra e lo stereo acceso a tutto volume. La finestra era aperta, come sempre visto che la sorella amava l'aria fresca, soprattutto in primavera.
“Sarà uscita e avrà lasciato lo stereo acceso.” concluse il ragazzo, spegnendo l'oggetto in questione e riassettando un po' la stanza, pensando alla furia della madre se avesse visto quel disordine.
Fece per andarsene quando sentì una voce fiele venire dalla finestra. Si girò di colpo, solo per vedere tutto com'era prima. Pensò che quella vocina forse era solo frutto della sua immaginazione, cosa altamente probabile, se non fosse stato per quella luce verde che proveniva dalla finestra.
Ma il ragazzo non se ne accorse, ed uscì dalla stanza, chiudendo la porta. Poco dopo, una testa rossa spuntò dalla finestra.
– Meno male non se n'è accorto. – sussurrò Alice, entrando nella camera.
Teneva in mano un globo verde dove si intravedeva a scatti una figura – Devi stare molto attenta. – disse la figura all'interno – Mi raccomando. Conto su di te. – il globo scomparve, lasciando al suo posto solo un orecchino a perla verde smeraldo che la ragazza si mise subito.
– Lo credi facile... – sussurrò, fissando la porta dalla quale era appena uscito il fratello. 


*Fatti e riferimenti alla saga di Hunger Games non sono puramente casuali :') Sono una Tribute incallita LOL Avrete notato che gli scalini di casa di Belle sono di Mogano...<3 That is Mahogany!

 


~Angolo Autrice
Papapaaaan...Ed ecco qua il capitolo :3 
Alice nasconde un segreto...Probabilmente qualcuno di voi l'ha pure capito :P Mmmh...Che ne dite della città delle sirene? Si capisce un pò di più...Reagiscono cosi verso Josh e Laura perchè pensano siano umani, quegli umani che hanno distrutto loro il mare...
Mi piaceva quest'idea, anche un pò per condannare l'inquinamento marino...
Ed il "segreto Marino" che l'Elemento dell'Acqua non può rivelare? :3 Spero vi abbia intrigato <3
Ok, ci vediamo al prossimo capitolo!
Vi prego di lasciare una recensioncina <3
Un bacione;
Luna!

  
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