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Autore: Gloria Bennet    15/03/2013    7 recensioni
Bonnie si ritrovó a pensare a Damon, quello vero e, per puro caso o forse per destino, i suoi occhi si posarono sull'alta e stretta libreria a destra del camino. Tenendo in braccio il gatto si avvicinó e vide incise nel legno, all'altezza dei suoi occhi delle lettere. Formavano una parola, un nome. "DAMON"
In quel momento la serratura scattò...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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11. Break me down


 

 

 

In ogni istante della nostra vita

abbiamo un piede nella favola

e l'altro nell'abisso.

[Paulo Coehlo]

 

 

Qualche anno prima...


Damon era fuori, a caccia e Stefan era andato in camera sua a prendere in prestito un libro.

Nella libreria alta e stretta c'erano moltissimi volumi, ma fu uno dalla copertina rossa a colpirlo. Senza neanche pensarci lo prese tra le mani e lo aprì.

Non era un vero libro. Era uno scrigno. E ciò che vide al suo interno lo fece paralizzare.

Non pensava che suo fratello potesse conservare ancora quei ricordi. Non pensava che potesse trovare conforto nel conservarli. La sua anima sorrise, sorpresa.

Ma quel sorriso non era destinato a durare. In quel momento, infatti, Damon comparve sulla soglia della porta.

«Deduco che tu abbia passato il tuo tempo libero a immischiarti in affari che non sono tuoi»

Stefan lo guardò, sorpreso.

«Non era mia intenzione. Ho soltanto aperto questo libro e ho visto che non era un libro»

Lo sguardo di Damon era oscurato dalla rabbia. «E pensi anche che io ti creda?»

«Penso che non dovresti lasciarti accecare dal tuo orgoglio distruttore» lo sguardo di Damon era indecifrabile. Senza dire niente, si avventò su Stefan e gli diede un pugno in pieno viso.

«La prossima volta che ti vuoi fare gli affari miei, abbi la cortesia di venirmelo a dire prima» Stefan si stava ancora massaggiando la parte del viso colpita dal pugno del fratello quando quest'ultimo gli parlò: «Non avresti dovuto immischiarti, non ne avevi il diritto»
Stefan lo guardò, comprensivo.

«Non avrei dovuto immischiarmi, é vero. Ma ne ho il diritto. Sono tuo fratello e ti voglio bene»
«Sembra che basti voler bene a una persona per potersi aprire con lei e svelarle tutti i tuoi segreti, ma non é così»
Suo fratello gli si avvicinò e lo prese per le spalle.

«È così. È solo che tu non l'hai ancora capito»
Damon lo guardò, perplesso. La rabbia si stava annebbiando.

Ora la curiosità stava per avere la meglio su di lui.

«Che cosa dovrei capire, Stefan?»
«Dovresti capire che non è sbagliato aprire il proprio cuore con le persone che ci amano»
Gli occhi scuri si persero in quelli verdi e vi trovarono calore. Vi trovarono speranza.

«Sono solo baggianate» esclamò Damon, ma sapeva, dentro di lui, che stava iniziando a crederci.

Diede una pacca sulla schiena al fratello.

«Per quanto tu possa essere un odioso impiccione, sei l'unico autorizzato ad accedere a questa parte della mia vita. Almeno una volta ogni secolo» Stefan gli sorrise e, inaspettatamente, ricevette un abbraccio da Damon. Rispose con entusiasmo a quel contatto. Per quanto si odiassero a morte il più delle volte e si sarebbero voluti picchiare a sangue, il loro legame restava più forte di quello stesso odio che scorreva tra loro.

Era quell'odio ad alimentare il loro volersi bene, a renderlo ancora più significativo. Ci sarebbero stati sempre l'uno per l'altro.

E quella parte che Damon teneva nascosta a tutti, Stefan la conosceva meglio di chiunque altro. Perché amava suo fratello. Stefan era l'unico che avrebbe potuto capirlo, almeno fino al momento in cui incontrò Bonnie.

 

 

 

What if I wanted to fight?

Beg for the rest of my life

What would you do?

 

 

Una voce grave echeggiò nella notte..

«Bonnie!»
«Damon» sussurrò lei con la poca voce che le era rimasta.

Si alzò, intimorita, facendo correre via dalle sue gambe Damon.
Damon (quello umano) la fulminò con lo sguardo, non riuscendo a toglierle gli occhi di dosso.

Era arrabbiato con se stesso, era arrabbiato per non averle impedito di vedere la sua parte peggiore. Come poteva guardarlo ancora negli occhi, ricambiando il suo sguardo, dopo aver scoperto la verità?
«Che cosa stai facendo?»
Bonnie guardò le sue mani. Teneva ancora il corpo del reato.

E tenendolo tra le mani, si rese conto di quanto pesasse. Di quanto pesasse la sua coscienza.

Arrossì.

Perché non ci aveva pensato due volte prima di aprire quel libro?!
«Io...beh...stavo»
Non sapeva cosa dire. Non aveva parole da esprimere, era ancora sconvolta.
Damon, invece, era furioso. Il suo sguardo era più freddo che mai.

Le prese il libro dalle mani e lo lanciò via con tutta la forza che aveva. Andò a sbattere contro la parete opposta e cadde con un tonfo assordante. Quasi quanto il battito del cuore di Bonnie.

Il suo contenuto si riversò per terra e, la fiala vuota si ruppe, non resistendo alla forza distruttrice del vampiro.

Damon, furioso più che mai, spinse Bonnie contro la parete, con forza. Non violentemente, ma con una spinta forte e decisa.

Il suo corpo era attaccato a quello della bellissima giovane e lei non riusciva a muoversi.

Il suo respiro era bloccato negli occhi di Damon.

In quei cieli stellati. In quei cieli ora oscurati.
«Cosa hai fatto? Perché l'hai aperto?» le chiese, arrabbiato.
«Damon, io non pensavo che...» cercò di dire lei.
«Non pensavi cosa? Non avresti dovuto aprirlo! Non dovevi, non potevi...»

Oltre alla rabbia, dalle sue parole traspariva il dolore. La sofferenza.

Il suo dolore alimentava la rabbia. La corrodeva, la rendeva più distruttrice e disumana.
Ma a Bonnie non importava. Non aveva paura di quella voce, di quello sguardo.

Aveva paura delle sue parole. Di ciò che avrebbe detto e degli effetti che avrebbe suscitato in lui.

«È vero, forse non avrei dovuto, ma perché te la stai prendendo tanto?»
«Non sai quello che dici»
«Damon, che cosa c'è che ti fa così tanta paura della parte migliore di te? Non avrei dovuto scoprirla in questo modo, certo, ma resta pur sempre un segreto che nasconde la tua parte migliore. Un segreto degno di essere svelato»
Damon la teneva con forza contro la parete, le sue mani erano sulle spalle di Bonnie e la trattenevano al muro.
«Non capisci, é tutto sbagliato. Non é così che doveva andare»

Il suo sguardo era afflitto, disperato. E c'era delusione nei suoi occhi.

C'era rimpianto. Ma in quel momento i suoi occhi erano velati dal dolore e questo impediva alla rossa di scoprire i veri sentimenti del moro.

Bonnie tentò di liberarsi dalla sua stretta, invano.
Lo guardò con dolcezza.
«Damon, calmati. Non é successo niente»
Il vampiro si perse per un attimo in quello sguardo che era dolce come il cioccolato al latte e gli ricordava tanto sua madre. Ma non poteva credere alle sue parole perché sapeva che non era come lei diceva.

Era tutto peggio di così.

«Si, invece. É cambiato tutto adesso»
«L'unica cosa che é cambiata é che ho scoperto che avevo sempre ragione.

Tu non sei come vuoi far credere agli altri. Tu sei migliore e questo scrigno lo dimostra»
Il vampiro la lasciò andare e, sempre guardandola, iniziò a camminarle di fronte a passi lunghi e frenetici.
«E che cosa mi rende migliore, Bonnie? L'aver ucciso un milione di persone? L'aver scritto i loro nomi e averli inceneriti un sacco di volte? L'aver conservato i tuoi capelli? O forse il fatto che non ci sia giorno in cui non mi penta di ciò che ho fatto?»
«Damon, non dire cosi. Sei migliore. Sei perfetto così come sei. Tutti commettono degli errori»
«Vuoi dire che tutti hanno ucciso un sacco di persone?!»
«Non é questo a renderti un mostro. Non sei un mostro. Un mostro non proverebbe l'amore» cercò di avvicinarglisi per calmarlo, ma non ci riuscì.
Gli occhi di Damon erano in tempesta. Lui non stava piangendo, ma i suoi occhi sì.

Era tutto nei suoi occhi e Bonnie lo sentiva, lo vedeva.
«Te ne devi andare Bonnie, per favore. Le tue sono solo parole.

E non sono degno del tuo amore. Quello che senti ti impedisce di vedere la realtà» mentre diceva queste ultime parole si girò verso la finestra.

Non aveva il coraggio di guardarla negli occhi perché sapeva che, forse, nei suoi occhi avrebbe trovato la verità.


 

I can barely look at you

But every single time I do

I know we'll make it anywhere

Away from here

 

 

 


«Non è così. Ti conosco e so chi sei. Ma riconosco che tu non hai ancora capito quanto vale la tua anima»
Il vampiro ridacchiò amaramente.
«Forse é perché non vale niente»
«O forse é perché non sempre quello in cui credi é vero» sussurrò lei.

Ma Damon non voleva essere trattato bene.

Non voleva che Bonnie riservasse la sua parte migliore a lui.

Non voleva che sprecasse un minuto in più a cercare di fargli vedere qualcosa che non ci sarebbe mai stato. Perché lui non era buono. Lui era cattivo.

E lo sapeva. Sapeva di essere così cattivo da non poter permettere a nessuno di ferirsi a causa sua, non più.
«Te ne devi andare! Sono una bestia e posso solo farti male» urlò e le aprì la porta della camera, con violenza.
Ma i piedi della rossa erano ancora ancorati a terra, saldi e fermi.

«Non me ne vado quando me lo dici tu! Non ho alcuna intenzione di lasciarti affrontare tutto da solo, come hai sempre fatto» gli disse lei e questa volta chiuse con la forza del pensiero la porta e si avvicinò finalmente a Damon. Gli stava per accarezzare il viso quando lui le bloccò le mani tra le sue.
«Vattene! Non puoi stare con me» disse, fingendo una crudeltà che non gli apparteneva.
«No, non me ne andrò senza di te. Non ho paura di te. Io resto qui» disse lei, cercando di liberare le sue mani per poterlo toccare. Per poterlo stringere.

 

 

Light up, light up

As if you have a choice

Even if you cannot hear my voice

I'll be right beside you, dear

 

 


«Allora me ne vado io»
«Pensi veramente che scappare dai problemi sia la soluzione migliore?» gli chiese con fermezza.
«Penso solo che devo andarmene. Non posso restare»
«Si che puoi. Io sono con te. Non devi affrontare tutto da solo»
«Bonnie» sussurrò lui mentre quest'ultima prendeva il suo viso tra le mani e lo baciava sulla fronte.

Le sue labbra erano dolci e delicate a contatto con la sua pelle ghiacciata.
«Non posso»
Ma sapeva, in cuor suo, che avrebbe potuto.

Il dolore però gli impediva di restare perché avrebbe potuto sopportare la propria sofferenza, ma non quella del suo amore. E sapeva che, presto o tardi, come aveva sempre fatto, l'avrebbe fatta soffrire. E la sua parte peggiore, il mostro che era in lui, era sempre in agguato, pronto a svelarsi in tutta la sua cattiveria. Per questo fissò a lungo la splendida immagine della SUA ragazza. La sua immagine radiosa.

Per imprimerla a fuoco nel suo cuore, nella sua anima. E le chiese silenziosamente perdono per non aver mantenuto fede alla sua promessa, per non esserle rimasto accanto.

E si voltò. Dando le spalle al fuoco scoppiettante.

Dando le spalle a lei.

 

 

To think I might not see those eyes

Makes it so hard not to cry

And as we say our long goodbyes

I nearly do

 

 

 

Ora era il turno di Bonnie di urlare:
«Damon, non te ne andare, ti prego! Non é successo niente! Non farlo! Mi avevi promesso che non te ne saresti andato!»
«Mi dispiace» le disse, girandosi un'ultima volta a guardarla.
«Damon, non farlo» i suoi occhi scuri erano colmi di lacrime.
Sentì le mani del vampiro accarezzarle il viso con dolcezza.
Ma non le vide perché l'unica cosa che riusciva a vedere erano le sue stesse lacrime.

«Credimi non c'è altro modo» anche lui stava sussurrando, adesso.
«C'è sempre un altro modo»
«Starai meglio, te lo giuro. Presto, mi dimenticherai e sarà come se nulla fosse successo.

Lo faccio per te»
«Non é vero, lo stai facendo solo per te stesso»
«Addio, pettirosso»
«Damon, ti supplico. Non farlo. Non devi. Non mi importa del male che hai fatto. Non me n'è mai importato»
«A me si»

«Ma io ti..»
Bonnie non riuscì a terminare quella frase. Si asciugò tutte le lacrime per tornare a vederlo, a guardarlo nei suoi meravigliosi occhi scuri. Ma Damon non c'era più.

 

 

 

Look in my eyes

You're killing me, killing me

All I wanted was you

 

 

 

Damon se n'era andato e ora un vento gelido, che entrava dalla finestra spalancata del balcone, le graffiava la pelle, le graffiava l'anima.

Il fuoco del camino si spense in un attimo.

Riducendo in cenere i sogni della ragazza che gli stava di fronte.

I suoi desideri si erano infranti nel momento in cui Damon se n'era andato e il fuoco si era spento.

Damon era uscito da quella stanza. Aveva preso solo due cose, prima di uscire, i capelli di Bonnie e una lettera che era nascosta nel doppio fondo del suo diario.

Non si era trasformato in corvo, aveva bisogno di sentire, aveva bisogno di stare a contatto con la propria anima. E aveva bisogno di soffrire. Non poteva fare diversamente. Saltò giù dal balcone con l'eco dei singhiozzi di Bonnie ancora a risuonargli nel cuore.
E corse. Corse via, lontano da lei, lontano dal suo cuore e lontano dalla notte.

 

What if I wanted to break?

What would you do?


 

Solo quando le gambe non lo ressero più e si accorse che ormai era lontanissimo da casa, si fermò, ansimando. Si fermò per piangere. Era piegato in due dal dolore.

I singhiozzi e le lacrime, questa volta, non lo colsero impreparato.

Iniziò a piovere e chiunque l'avesse visto in quel momento non avrebbe saputo distinguere tra le gocce di pioggia e le sue lacrime.

I suoi occhi erano devastati dalla forza dei suoi stessi sentimenti.

E più stava fermo, immobile, più si sentiva vuoto e solo. E soffriva.

Soffriva perché aveva ancora una casa in cui tornare, una casa in cui stare bene, ma avevo scelto di non oscurarla con la sua crudeltà. Aveva preferito soffrire nel silenzio della sera, nella pioggia della tempesta piuttosto che restare.

Non sapeva che, in realtà, era la scelta peggiore della sua parte migliore.


 


 

What if I fell to the floor?

Couldn't take all this anymore

What would you do?


 


 


 

Intanto, fuori da quella finestra, continuava a piovere.
Il cielo tetro e piovoso mostrava il suo dolore.
In una camera, all'ultimo piano del pensionato, una ragazza dai lunghi capelli rossi e mossi era accasciata a terra, scossa da tremiti irrefrenabili e incessanti singhiozzi. I suoi occhi erano uno specchio di lacrime in cui si rifletteva il cielo buio e freddo della notte.

Non c'era luce in quella stanza. Non c'era calore.

C'era solo ghiaccio. C'era solo lei in mezzo a una stanza che non faceva che ricordargli l'unica persona a cui non avrebbe dovuto pensare in quel momento.

Perché Damon se n'era andato. Perché il fuoco scoppiettante, che poco prima ardeva nel camino, ora non era che cenere.

E quegli occhi non erano più gli stessi.

Quel ghiaccio glaciale le stava ghiacciando il petto mentre le lacrime si facevano sempre più pesanti e il rimorso non faceva che aumentare, distruggendola.

 

Come, break me down

Break me down

Break me down


 


 

Il ragazzo dai capelli scuri restò in mezzo a una strada deserta e lasciò che la pioggia lo liberasse dal dolore, lo purificasse dal male che lui stesso aveva provocato.

Le lacrime scendevano dai suoi occhi gonfi, la pioggia lo bagnava fino in fondo all'anima, graffiandogli la pelle, trapassandola fino a entrare prepotentemente in lui.

Incendiandolo, bruciandolo di un calore talmente forte e potente che, solo allora, comprese veramente che il suo unico conforto non era quell'acqua che invece di purificarlo lo stava bruciando. Era la persona da cui era corso via, la persona a cui la sua parte migliore si sarebbe sempre aggrappata. Perché Bonnie era la sua parte migliore. E, in quel momento, si rese conto di quanto avesse ragione suo fratello.

 

 

Come, break me down

Break me down

Bury me, bury me

 

A/N

 

Bonsoir ^^

Scusate il ritardo, ma a quanto pare riuscirò ad aggiornare a intervalli di 10/14 giorni :(

In ogni caso questo capitolo è un po' catastrofico.. Sappiate che non è la fine, è solo l'inizio!

Quindi, ci saranno ancora momenti un po' difficili in cui i due si troveranno da soli, ma questi saranno utili per la loro crescita. Alla fine, sarà sempre il Bamon a regnare ** Forse vi sto dicendo troppo, comunque la morale è che non vi dovete preoccupare e voglio solo che mi facciate sapere che ne pensate ;)
 

Vi sono grata, sempre *-*
Per ogni parola che spendete per me e per il tempo che dedicate a questa storia!

Un bacione a tutti e al prossimo capitolo!

- Glo

PS: Le citazioni di questo capitolo sono prese da due canzoni "The Kill"  dei 30 seconds to Mars & "Run" degli Snow Patrol ;)

   
 
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