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Autore: HappyCupcake    15/03/2013    0 recensioni
Dicono che la notte sia il momento migliore per pensare,
si dice che tutti i tuoi pensieri si liberino mentre dormi, si dice che la notte è vita,
si dice che porti serenità e aiuti a riflettere, ma lei sapeva che non era così.
Genere: Comico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le otto e venticinque minuti, anche oggi la campanella suonò in anticipo.
Il cielo oggi è azzurro, un azzurro che a Londra è stato ormai quasi dimenticato,
un azzurro che capita poche volte l’anno.
L’arcobaleno si rifletteva nel legno bianco del banco della settima aula a sinistra,
nel quarto corridoio del secondo piano appartenente al liceo classico di Glassow Street a Londra.
La sua biro blu ticchettava sul banco mentre la professoressa White ripeteva la solita cantilena,
il suo sguardo era incantato verso l’azzurro di Londra, fuori dalla finestra,
quella stupida finestra che per nove mesi la separa dalla vita sociale per metà giornata.
Ed Sheeran rimbombava nelle sue orecchie come ogni mattina.

 “I’m gonna pick up the pieces,
And build a Lego house
When things go wrong we can knock it down
My three words have two meanings,
There’s one thing on my mind
It’s all for you”

 
Pochi secondi dopo la penna sembrò prendere vita,
ma in realtà era solo l’immaginazione che si sviluppava tramite la noia,
quel pasticcio su quel quaderno divenne un viso, un viso maschile, l’espressione però era triste,
forse malinconica, “cosa ti turba ragazzo?” chiese la ragazza instaurando un discorso telepatico col disegno.
Dovresti smetterla di parlare coi disegni” si rimproverò,
quando un colpo, precisamente una gomitata rovinò quel disegno provocando una pennata blu su quel volto.
Si sfilò velocemente le cuffiette e alzò lo sguardo verso la sua compagna di banco.
-Hey, sta parlando con te!- sussurrò.
-Quindi signorina Anderson, che ne dice di ripetermi i nomi dei più importanti caduti nella seconda guerra mondiale?-
 chiese la professoressa White inarcando un sopracciglio.
–Non lo so professoressa- rispose lei secca posando la penna
–Quindi non ha seguito la mia lezione signorina Anderson?- chiese ancora una volta.
–No professoressa- .
L’ora sembrava non passare mai ma la campanella suonò presto,
i suoi occhi azzurri si rianimarono appena quel suono soave segnò la fine dell’ora,
infilò il quaderno in borsa e uscì dall’aula in un millesimo di secondo,
prese un enorme respiro e percorse il corridoio sino ad arrivare alle scale che portano al secondo piano.
Una leggera folata di vento soffiò sul suo viso e qualcuno arrivò al suo fianco.
–Hey Hope, pensi che l’ombretto rosa si abbini meglio dell’azzurro?- chiese sorridente.
–Non so Katherine, io avrei usato un eyeliner nero senza ombretto!- sorrise
–Mh, eyeliner nero. Fico, domani lo proverò!- disse Kath entusiasta.
Katherine è una ragazza stupenda secondo Hope, è sempre stata la sua migliore amica,
anche se spesso si trattano come sconosciute.
Hope osservò i capelli castani di Katherine ondeggiare lunghi sulle spalle e sorrise fissando gli occhi color nocciola della ragazza,
era stupenda.

-Hope, guarda!-
Il dito di Katherine indicò un volantino inchiodato con una puntina alla bacheca nella segreteria del piano,
gli occhi azzurri di Hope si spostarono sull’inchiostro nero di quel foglio,
le sue dita fini e perfettamente smaltate di nero sfiorarono la carta rossa e la sua espressione si tramutò in un sorriso.
 
“Provini per il gruppo cheerleading Liceo Classico Glassow dalle 16.00 in palestra.
Per i provini inserire nome cognome e età nell’apposito modulo che può essere richiesto in segreteria.”

 
Il sorriso di Hope si trasformò in un ghigno malizioso dopo aver letto i caratteri neri sul foglio rosso.
-Katherine, hai da fare stasera?-  La mora afferrò il concetto all’istante e sorrise.
–Passo da te alle 15.30, okey?- Hope ridacchiò e si incamminò lungo il corridoio verso la segreteria,
sorrise alla bidella e ritirò i moduli di iscrizione.
La giornata passò velocemente, la filosofia è una materia che Hope adora,
e tre ore di quella materia passarono con un soffio.
Dopo il solito incontro con Niall e Katherine alle 12 per la ricreazione, l’ultima campanella suonò e come ogni giorno, la ragazza inserì le cuffie e tornò a casa a passo svelto, il suo passo è sempre stato strano per gli amici, è veloce ma corto e allo stesso tempo elegante, trovano strano che una ragazza così giovane cammini in questo modo.
La sua mano sottile afferrò la maniglia dorata, richiuse la porta dietro di se e salì velocemente le scale,
si svestì e si inserì al di sotto del getto caldo della doccia.
Piegò una canottiera e dei pantaloncini nella sua borsa,
riempì una bottiglia d’acqua e indossò i suoi amati legghins e un maglione che mettevano in risalto le sue curve,
nonostante lei non ci trovasse nulla di speciale. Scese le scale e sorseggio del thè al limone.
I suoi occhi si strizzarono non appena suonò il campanello.
Abbassò per l’ennesima volta quella maniglia e dopo aver chiuso a chiave la casa si diresse verso la palestra della scuola con Katherine.
Lo spogliatoio femminile è sempre stato il posto preferito di Hope, sua madre,
Clarisse, ama il cheerleading, quand’era adolescente era capo cheerleader e stava col quarterback della squadra scolastica,
Clarisse fù orgogliosa della figlia quando in prima liceo fù eletta capo cheerleader,
titolo che ben presto abbandonò a causa dell’anoressia,
quello era un momento molto difficile per Hope, ma quando trovò gli amici giusti, riuscì facilmente a superarlo,
e ora era pronta a ri iniziare. Tutto ciò la rendeva nervosa, l’ansia di ri iniziare con il cheerleading,
la paura di avere una ricaduta l’assaliva, ma l’emozione prese il sopravvento così non si tirò indietro.
Sorrise a Katherine che era già pronta e aprì la borsa per vestirsi.
-Iniziò ad andare in palestra per vedere a che punto sono con le selezioni!- esclamò sorridente Kath.
-Oh, okay, io arrivo fra poco!- .
Sfilò i jeans e il maglione, raccolse la canottiera dalla borsa e fece per infilarla sinchè non si blocco di scatto.
Un ombra torreggiava su di lei e copriva la fonte di luce in cima alla stanza.
-Hei piccola.- sussurrò nel suo orecchio.
La sua voce si strozzò in gola e si sentì a malapena.

-D..Derek.- 


                                                                            - - - - - - - - -




CEL'HO FATTAAAH!
Vorrei ringraziare le povere anime in pena che hanno letto.
Circa 23 o 22 (?) 

Ancora nessuna recensione e nessuno mi caga :c
Però boh, continuo lo stesso e ci spero comunque:3
Spero vi piaccia, grazie di tutto (?) 
Recensitemi çç Accetto tutto c:
  
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