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Autore: pandamito    15/03/2013    0 recensioni
« Non ti sei mai sentito come se il tuo destino appartenesse a qualcosa di più grande? Come se la tua presenza - seppur insignificante e sconosciuta a miliardi di persone - fosse fondamentale per qualcosa che deve ancora avvenire e che ti renderà... completo, soddisfatto, realizzato... insomma ti porterà finalmente al tuo posto, quello per cui sei stato creato per stare, mentre la tua vita ti sembra come una lunga e straziante prigione in attesa che arrivi quel giorno? »
Lily non è bella, non è comune e non possiede i soliti poteri, ma la vita di Rafe è cambiata dal giorno in cui l'ha salvata, perché lei era l'unica che lo capiva. Loro erano destinati a qualcosa di più grande ed avevano bisogno l'uno dell'altro.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Rafe, Rafe
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Più il brusio di ilarità si sollevava, più Rafe si avvicinava al coro della chiesa; entrò dalla porta nel transetto e vide un gruppetto di bambini che schiamazzavano attorno a qualcosa, vicino alla pila di oggetti e vestiti al centro della navata principale.
« Lasciatemi in pace! » gridò una voce che Rafe riconobbe immediatamente.
Alcuni si spostarono spaventati dall'aggressività della ragazza, altri perché videro arrivare Rafe, altri rimasero lì vicino a prendere in giro la riccia.
« Hey, Rafe! » gridò qualche bambino vedendolo. « Guarda un po' che si è messa questa! »
Appena gli occhi neri di Lily videro quelli verdi smeraldo che le venivano incontro, subito si abbassò per riprendere il cappello caduto e infilarselo sul capo, abbassandolo in modo da coprirsi un po' in viso.
« Cos'è? Ora giochi a fare la femmina? » la derise un altro, agitando un piccolo cilindro nero davanti al viso di lei.
« Smettetela! » gridò Rafe e tutti si azzittirono all'istante. « Uscite tutti di qui. Ora! »
I bambini eseguirono l'ordine, neanche fossero stati minacciati di morte, ed il bambino di prima gettò a terra il piccolo oggetto che aveva in mano. Rafe avanzò, ritrovandosi di fronte all'unica persona rimasta nella navata, fissava il suo cappello, non potendola guardare in viso. Abbassò lo sguardo e si chinò a raccogliere l'oggetto buttato a terra, quando un calcio lo fece volare via più in là; subito dopo Lily scattò per scappare ed il ragazzo dovette tenerla da dietro per le spalle per bloccarla.
« Lasciami andare! » continuava a gridare, ma l'altro l'abbracciò, facendole affondare il volto nella maglia, per calmarla. Non si decideva a mollare, continuava a tirare pugni sul petto del ragazzo per liberarsi, ma, quando si rese conto che lui non l'avrebbe mai lasciata, si arrese e si rilassò, continuando a respirare affannosamente. 
Rafe le mise le mani sulle spalle, come se avesse paura che cercasse di scappare di nuovo, anche se sapeva bene che non l'avrebbe fatto. Si mise in ginocchio, così che potesse finalmente vedere il viso di Lily: gli occhi neri leggermente a mandorla, il naso pronunciato, la faccia rotonda ed un po' paffuta che mostrava quanto ancora dovesse cambiare e... le labbra carnose a cuoricino dipinte di un rosso opaco.
« Non prendermi in giro anche tu » lo pregò.
Rafe sospirò. « Non lo farò » promise. Si tirò in piedi ed utilizzò la polvere, che oramai caratterizzava le sue mani, per spargerla delicatamente coi pollici sul viso della minore. «Perché ti sei messa un rossetto?» chiese, impassibile. « Il rosso non è un po' troppo da... grande, per te? »
« Lascia perdere » cercò di finire il discorso, mentre si strofinava la manica della camicia sulla bocca per togliersi il rossetto, finendo con lo sporcarsi. « Ecco, guarda, ora non ce l'ho più! »
« Smettila! » la fermò. « Dimmi come l'hai avuto » insistette.
« L'ho rubato » confessò, ma questo Rafe già se l'era immaginato. « Volevo... volevo essere bella, più femminile. »
Il ragazzo si bloccò; forse si stava spingendo oltre, verso i discorsi per ragazze, forse stava davvero per scoprire i veri pensieri della piccola Lily. Ma non capiva perché dicesse cose simili, gli sembrava tanto sciocco.
« Ma non sei mica brutta » controllò le parole, « hai solo i capelli corti, non assomigli poi così tanto ad un maschio. »
Che bell'incoraggiamento Rafe, complimenti. 
Continuava ad accarezzare le sue guance col pollice, si era incantato, ma gli piaceva giocarci, non erano morbide, anzi, sembravano due palline da tennis.
« Appunto, io non sono come loro. Sono diversa. » 
Lui si fermò, ritrasse la mano ed inclinò la testa, confuso, ma qualcosa martellava nel suo petto ed il giovane stregone si accorse che aveva paura, sentiva un presagio, ma non riusciva a comprendere di cosa si trattasse.
« Non ti sei mai sentito come se il tuo destino appartenesse a qualcosa di più grande? Come se la tua presenza - seppur insignificante e sconosciuta a miliardi di persone - fosse fondamentale per qualcosa che deve ancora avvenire e che ti renderà... completo, soddisfatto, realizzato... insomma ti porterà finalmente al tuo posto, quello per cui sei stato creato, mentre la tua vita ti sembra come una lunga e straziante prigione in attesa che arrivi quel giorno? »
Rafe si sentì tremare perché gli occhi di Lily erano alla ricerca di qualcosa dentro di lui, tristi, speranzosi, spaventati, grandi e fissi su di lui, il nero gli penetrava dentro a cercare quelle risposte che neppure lui stesso era riuscito a trovare; ma soprattutto tremava perché ciò che aveva appena detto Lily era esattamente come si sentiva lui ogni giorno della sua vita. Ma non rispose, non ci riusciva e in un certo senso non ne aveva il coraggio. Rimase a fissarla, immobile, nient'altro, neanche un cenno.
« Io... » cercò di continuare, ma si rese conto che stava iniziando a balbettare per l'agitazione.
Rafe, vedendola indifesa, scattò subito in avanti e l'abbracciò. La minore si strinse all'interno di quelle braccia che la confortavano.
« Va tutto bene » sussurrò il moro, accarezzandole i piccoli ricci. « Ti capisco » ammise. Non era uno che faceva trapelare le proprie emozioni e questo tutti lo sapevano, ma qualcosa in quella ragazza poco più piccola di lui lo aveva colpito. « Perché non riesci ad usare la magia? » domandò curioso, ancora a bassa voce per paura che qualcuno stesse origliando i loro discorsi.
Lily alzò il viso, chiedendosi come quello facesse a saperlo, visto che era sempre rimasta lontana da tutto ciò che potesse comprendere la magia; ma dall'espressione del ragazzo capì già tutto, ovviamente l'aveva osservata - anche se ciò le sembrava una cosa da maniaci - e poi era accaduto quell'episodio del cappello...
Ma le parole le erano morte in gola.
« Fa niente » la interruppe, ancora abbracciato a lei. « Te la insegnerò io. »
   
 
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