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Autore: OLDLADY    16/03/2013    5 recensioni
Può un amore che nasce salvare un mondo che muore? Kurt e Blaine avranno solo pochi giorni per scoprirlo...
***
Il ragazzo trasse un profondo respiro e aprì gli occhi.
C’erano solo due certezze in quel momento: sopra di lui il cielo era limpido e sotto di lui il cemento era freddo.
Ma perché se ne stava sdraiato per terra?
...Alla sua sinistra c’era un edificio a due piani, con tante finestre ed una scala esterna, di fronte una gradinata e tutto intorno dei tavoli su cui qualche studente era seduto, intento a consumare il pranzo.
Ma…perché nessuno si muoveva?
Genere: Drammatico, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dal capitolo precedente:

Corsi via e mi rifuagia nell'auditorium della scuola. Non avevo grandi piani a quel punto, volevo solo stare con Kurt.
Inspiravo ed espiravo per controllare la luce azzurra.
Corteggiarlo, venerarlo, toccarlo.
Inspira ed espira.
Dopo un manciata di munuti sentii la sua voce lungo il corridoio.
Inspira ed espira.
Farlo mio.

Capitolo 19 Addio (prima parte)

Ormai il sole splendeva alto in cielo e scaldava l'aria risvegliando fiori e cicale. Sembrava però negligente del gelo che non riusciva a sciogliere: quello sceso tra Blaine e Kurt.
Blaine aveva parlato a lungo e stavolta aveva cercato di essere sincero fino in fondo nella speranza che Kurt cogliesse il suo sentimento.
Tenendosi ogni tanto la testa tra le mani, soprattutto quando il suo racconto si faceva più pesante, non aveva omesso nulla: avrebbe potuto addolcire la storia evitando di scendere troppo nei particolari della sua ralazione con Smythe, o sorvolando sulla sua dipendenza verso il giudizio dei genitori. Ma stavolta voleva essere onesto fino in fondo, a qualsiasi costo.
Se avesse continuato ad omettere Kurt lo avrebbe in qualche modo percepito, e lui lo avrebbe perso per sempre.
E poi glielo doveva.
Gli doveva quell'onestà per tutte le volte in cui il ragazzo si era fidato alla cieca, senza fare troppe domande o senza approfondire.

Adesso però che aveva finito di parlare, Blaine si sentiva morire.
Kurt continuava a fissarlo con sguardo indecifrabile. Avrebbe potuto tanto abbracciarlo quanto schiaffeggiarlo, per quel che si riusciva a trarre dall'espressione del suo viso.
Invece si limitò a farsi di un passo più vicino.

-Stai tremando- bisbigliò Kurt con voce incrinata.
-Non è niente- rispose Blaine desiderando solo stringerlo a sé.
Quasi come se avesse intuito le sue intenzioni, Kurt arretrò di qualche passo, mettendo una certa distanza tra di loro. Continuava a tacere, e a fissare Blaine, che a questo punto rischiava seriamente un attacco di cuore.
-Dimmi qualcosa Kurt, ti prego.
Il ragazzo distolse lo sguardo: -Io... io non so che dire, davvero. Tutto quello che mi hai raccontato... è troppo. Mi fa venire le vertigini- Kurt scuoteva la testa nella speranza che i tremila pensieri frammentati che vi si accalcavano dentro trovassero una sistemazione. Poi aggiunse: -Ma almeno adesso capisco tante cose.
- Suppongo di sì...
-Adesso è chiaro perché non ti davi da fare a cercare una via d'uscita dal McKinley, e perché Isabelle ti ha quasi aggredito quando siamo arrivati alla Dalton per la prima volta. Suppongo anche che si sia divertita un bel po' a mettere su quella messa in scena per conferirti il potere della luce azzurra...

-Allora, Mr Anderson. Permettimi di darti, anzi no, di donarti, di mia completa e spontanea volontà, il Potere Originario. Eccoti la luce azzurra! - e con quelle parole Isabelle piantò in faccia a Blaine un altro schiaffone, ancor più sonoro e plateale di quello con cui li aveva accolti solo un paio d'ore prima.

Blaine al ricordo si massaggiò la guancia: -Non si è lasciata sfuggire l'occasione per mollarmi un manrovescio da competizione. Se ci penso ancora mi tremano le gengive. Ma in fondo me lo meritavo, l'ho cacciata in un sacco di guai.

-...e capisco anche perché sei scoppiato a piangere quando abbiamo incontrato Blaine Avventore...

-La verità e che io non so perché sto cercando la caffetteria perfetta. Dico a me stesso, in continuazione, che è per studiare, ma in fondo so che non è così. Dentro, nel profondo, è come se stessi cercando qualcosa, qualcuno, là fuori, ma giro in tondo come una trottola e non lo trovo mai.Tu pensi che io sia pazzo?

-No, niente affatto.

-Kurt, io lo so che c'è qualcuno che mi sta aspettando, ne sono sicuro. So che non sono stato sempre da solo e so che qualcuno mi ama, ma non so dov'è. Hai mai avuto una convinzione immotivata ma talmente profonda da portarti a fare anche cose senza senso, cose che nessuno mai si aspetterebbe da te?

Blaine annuì, intenerito. -Era come guardarsi in uno specchio. Blaine Avventore in realtà stava raccontando come ero io, nel periodo in cui tiravo avanti aspettando pieno di speranze qualcuno che non sarebbe mai arrivato.

Kurt annuì.
Non lo disse ad alta voce, ma adesso capiva anche perché Blaine si era rifiutato di fare l'amore quando si erano trovati a dividere lo stesso letto, poco dopo aver scoperto l'esistenza del Redemption Lake Camp. Blaine aveva capito che Kurt non si stava dando per amore ma per la paura di morire, e dopo essere stato usato in mille modi da Smythe era come se volesse disperatamente che il sesso con Kurt avesse un valore diverso. Semplicemente Blaine non voleva più essere usato. Neanche da quello che considerava l'amore della sua vita. Soprattutto dall'amore della sua vita.

C'era un'altra cosa che ronzava in testa a Kurt, e che doveva assolutamente chiarire: -Il mondo dove ho incontrato Argie il nerd, era il tuo vero mondo di origine, vero? Per questo quando ti sei svegliato sul divano e hai visto gli striscioni che inneggiavano la squadra di lacrosse sei andato in panico. E il Sebastian che ci ha diviso mentre stavamo saltando nello Spazio Intradimensionale... era quello vero. Intendo, era il tuo Sebastian?
La testa di Blaine scattò all'istante: -Quello non è il mio Sebastian! E io non sono suo!- poi sospirò, riabbassando lo sguardo, e aggiunse: -Però tecnicamente credo che sì... insomma... quello era il mio vero mondo e quel ragazzo era l'effettivo Sebastian Smythe con cui io ho... ho... trascorso molto tempo.

Kurt annuì perso dietro i mille tasselli che si stavano ricomponendo di fronte ai suoi occhi. Ripensava a Blaine che, al McKinley pietrificato era molto interessato ai manuali di parapsicologia su come controllare i poteri psichici: doveva essere stata davvero una gran faticaccia imparare a gestire la luce azzurra da solo e di nascosto. E anche la sua antipatia verso i numerosi doppioni che avevano incontrato nel loro viaggio all'improvviso aveva tutto un altro significato: Blaine andava su tutte le furie ogni volta che, secondo i suoi standard, gli alias non trattavano degnamente il proprio Kurt.

Kurt scosse la testa, abbracciandosi il petto: -Non so cosa dire, davvero. Ma perché non me lo hai voluto raccontare?
Blaine distolse lo sguardo. -Quei primi giorni, al McKinley, non avrei saputo davvero cosa dirti. Tu mi avresti preso per pazzo se ti avessi rivelato la storia dei mondi paralleli e tutto il resto. Appena mi sono accorto che il risveglio ti aveva lasciato intontito e che non ricordavi chiaramente la tua storia ho pensato di approfittarne e di fingere anche io un'amnesia, così da evitare troppe domande e spiegazioni. Era immensamente più semplice, capisci? Poi, col passare delle ore, i tuoi ricordi riaffioravano ma io ho continuato a fingere per praticità. Volevo solo stare insieme a te, Kurt. Non chiedevo altro, mi sarei accontentato di rimanere per sempre nel McKinley pietrificato e sarei stato felice. E poi, anche volendo, non avevo il potere di cambiare le cose, quindi tanto valeva rimanere lì. Poi, un giorno, se fossi riuscito a conquistarti e ad avere la tua fiducia, ti avrei rivelato le cose a piccole dosi, cercando di non sconvolgerti troppo, e insieme avremmo deciso il da farsi.
-Il da farsi?
-Beh sì. Avremmo potuto rimanere lì, oppure nasconderci insieme in qualche altro mondo, non so. Pensavo che avremmo potuto formulare un piano insieme, quando tu..-
... quando tu saresti stato mio pensò Blaine,prima di schiarirsi la gola e finire la frase: -...quando tu ti saresti fidato abbastanza di me.

Kurt si massaggiò le tempie, frustrato: -Questo posso capirlo. Ma dopo, Blaine? Dopo che siamo stati nella Sala dello Specchio, perché hai continuato a tacere?
-Avevo paura Kurt.

Eccola lì la verità pura e semplice. Così banale, così sciocca, ma insormontabile.
La paura che aveva rovinato tutta la vita di Blaine, aveva alla fine esercitato il suo ultimo potere tappandogli la bocca ogni volta che il ragazzo era andato vicino ad aprire il suo cuore.
Paura di non essere compreso, di essere respinto e disprezzato. O giudicato debole.
E Kurt, che era sempre così forte e coraggioso, sarebbe riuscito a piegare un po' della sua fierezza per comprenderlo? Sarebbe riuscito a trovare un po' di comprensione, verso le sue debolezze?
Difficile a dirlo, mentre fissava Blaine con un espressione indecifrabile e gli occhi pieni di lacrime.

-Sono stato un rimpiazzo?- esalò infine.
Blaine lo guardò scioccato, incapace di coprendere il senso di quella domanda finché Kurt non specificò: -Un rimpiazzo del tuo Kurt, intendo.

-No- rispose Blaine con fermezza, senza la minima esitazione nella voce e nello sguardo -Assolutamente no. Io ti ho amato con tutto me stesso dal primo momento che ti ho visto. Tu sei stato quello che mi ha spinto a cambiare. Tutto quello che non sono riusciti a fare i miei genitori in una vita, o Isabelle con tutti i suoi discorsi, tu sei riuscito a farlo solo esistendo. Era da te che venivo tutte le sere di nascosto... Avevo pensato di rubare una di quelle sfere dal primo momento in cui ho capito il meccanismo della Sala dello Specchio, volevo correre da te fin dai primi giorni. Ma il Kurt del mio mondo non si sarebbe meritato di rimanere solo. Io sapevo cosa si provava, e non era giusto condannarlo a quella esistenza. Lui in fondo era innocente, non aveva colpa del fatto che io desideravo ciò che non mi era concesso neanche di immaginare. Ma eri tu quello che volevo. Sarebbe stato lui il rimpiazzo Kurt, non tu.
A quel punto la lacrime cadevano copiose sul bel viso di Kurt e Blaine dovette sopprimere l'istinto di allungare una mano per asciugargliele. Ma prima voleva che capisse.

- Tu, sei sempre stato tu quello che volevo. Quando ho saputo che lui non esisteva, è stato come se qualcuno mi avesse tolto un peso dalle spalle.
-Ma io... -obiettò Kurt debolmente- ... non faccio parte del tuo destino.
Blaine si avvicinò di un passo.
Le sue labbra erano ad un soffio da quelle dell'altro: -Me ne frego del destino.
Blaine si protese in avanti, in cerca delle labbra di Kurt, ma questo arretrò di un paio di passi, scuotendo la testa.
-E' troppo... io non riesco a pensare se tu fai così.

Trasse un paio di respiri profondi, prima di continuare: -Ti ringrazio per avermi raccontato tutto. Non so cosa dirti, non riesco neanche a mettere in fila due pensieri coerenti in questo minuto.
-Dimmi che non mi odi, dimmi che mi perdoni e che mi ami.
-Non ti odio- rispose Kurt senza esitazioni, poi si fermò. -Ma per il resto... ho bisogno di tempo per riflettere, immagino. Ma non posso permettermelo. Dobbiamo pensare a Trevor, non possiamo rimandare oltre. Il sole è alto. Quanto tempo ci resta?
Blaine guardò l'orologio: -Appena due ore, Kurt.
Kurt annuì, sforzandosi di focalizzare i pensieri sul loro problema più impellente. Tentò di ricacciare indietro le lacrime, probabilmente aveva gli occhi gonfi e la testa gli scoppiava.
-Ho visto un ruscello venendo qui, ieri- disse. -Vado a lavarmi la faccia, torno subito. Cercherò di farmi venire un'idea per raggiungere la sua dimensione.
Blaine annuì, mesto.
Era chiaramente una scusa dell'altro per stare un po' da solo, ma non ribattè nulla.
Il tempo era stato nemico della loro storia fin dall'inizio.



***



Blaine Anziano sorrise benevolo mentre Joyfulcarrie piroettava nervosa indicando freneticamente un punto dietro ai cespugli.

-Kurt, vieni fuori. Joyful ti ha scoperto!- esclamò, e da dietro le frasche rigogliose Kurt Elfo comparve di malavoglia, gettando sguardi di rimprovero al folletto spione.
Blaine Anziano sbuffò intenzionato a fingersi arrabbiato, ma quando iniziò a parlare l'affetto faceva capolino dal suo tono di voce: -Ti avevo detto che volevo occuparmene da solo, Kurt. Non potevi fidarti di me?

-Mi fido di te, lo giuro. E' dei crepacci che non mi fido. E delle belve feroci o... dei massi che cadono dal cielo!

-Massi che cadono dal cielo?- scoppiò a ridere Blaine Anziano, incapace di fingersi arrabbiato un minuto di più. Col passare dei secoli Kurt Elfo era diventato piuttosto iperprotettivo nei suoi confronti. Sì, in effetti quell'episodio in cui Blaine era quasi affogato in un lago e la sua magia lo aveva strappato dalla morte all'ultimo minuto aveva lasciato Kurt Elfo piuttosto sconvolto, e unito ad un altro paio di incidenti il risultato era che ora BlaineAnziano, pur essendo un semplice produttore di formaggi, si trovava scortato da una guarda del corpo agguerrita e scrupolosa neanche fosse stato un imperatore.

Le gote perfette e liscie come pesca di Kurt Elfo si tinsero di un rosa pacato. -Non si può mai sapere. E poi, anche io potrei dare una mano ai nostri due amici.
-Sì- convenne Blaine Anziano cingendo le spalle del suo amore e posandogli un delicato bacio sulle tempie -in effetti la tua presenza è infinitamente migliore della tua assenza.
A quelle parole Kurt Elfo lo strinse a sé con foga. -Anche la tua- rispose con voce commossa.

Stettero così, abbracciati per qualche momento, senza parlare, mentre Joyfulcarrie svolazzava loro attorno fingendo male alla pancia per attirare attenzione. Quando i suoi sforzi vennero ingnorati andò a tirare Blaine per le orecchie ma tutto quello che ottenne fu un pacca che la fece rotolare all'indietro, su un ramo lì accanto. Il folletto si tirò in piedi inviperito e sputò una serie di versacci ad un Kurt Elfo che, da dietro la spalla di Blaine, lo guardava con un ghignetto vittorioso e si stringeva più forte al suo amore. -Kurt, fai il bravo- mormorò la voce attutita del suo amore dall'incavo del suo collo.

Furono interrotti da un rumore di rami spostati ed ecco comparire Kurt nella radura.
L'umano guardò lo strano terzetto con sguardo un po' confuso. -Credevo ci fossimo salutati definitivamente- disse aggrottando lo sguardo.
-Ho pensato che avresti avuto bisogno di altro aiuto- spiegò Blaine Anziano.
-Di solito, dopo un Cammino dell'Anima, vengono sempre alla luce delle verità sconvolgenti - spiegò Kurt Elfo. -E il rossore dei tuoi occhi ci fa pensare che anche stavolta sia stato così.
Non occorse altro a Kurt per scoppiare a piangere, disperatamente. Senza che la sua forza di volontà avesse voce in capitolo, si piegò sulle ginocchia scosso dai singhiozzi.
Blaine Anziano fece un cenno d'intesa al suo compagno e, senza ulteriori argomentazioni, Kurt Elfo acchiappò una scalcitante Joyfulcarrie per le ali e si allontanò. Blaine Anziano si avvicinò pacatamente a Kurt, invitandolo a sedersi su una roccia lì vicino.

-Cos'è che ti sconvolge così?- chiese.
-Tutto quanto- singhiozzò Kurt. -E' una lunga storia.
-Io e il mio Kurt la conosciamo già. Blaine ci ha raccontato tutto la prima sera che è arrivato.
-Vi ha raccontato tutto?
-Sì. Era disperato, e convinto di averti perso per sempre. Non aveva idea di dove ritrovarti ed è quasi collassato. Ci ha raccontato tutta la vostra vicenda dall'inizio alla fine, senza tralasciare nulla.
-Vi ha anche raccontato la sua storia?
-Sì. E ancora non capisco il motivo delle tue lacrime. Non sei felice che lui ti ami così tanto da aver sfidato tutte le leggi del cosmo per stare con te?
-Per stare con me, oppure per stare con qualcuno?

Blaine Anziano lo guardò perplesso e Kurt cercò di spiegarsi meglio: -E se in realtà lui avesse solo voluto fuggire da un mondo in cui era destinato alla solitudine? Io dovevo essergli capitato proprio a proposito: non c'era nessun Blaine nel mio mondo e la storia era bloccata. Non era con me che voleva stare, ma con un qualsiasi Kurt. Non era me che amava, capisci? Amava solo l'idea di amarmi- e così dicendo Kurt scoppiò di nuovo in singhiozzi.

-Ha detto che appena ti ha visto si è innamorato di te, e io gli ho creduto. In fondo è quello che è accaduto anche a me quando ho visto il mio Kurt, la prima volta, al mercato degli schiavi.
-Però voi appartenevate allo stesso mondo. Eravate stati creati l'uno per l'altro.
-Dici? Eppure all'epoca ci sembrò l'amore più impossibile dell'universo. Sapessi quante ne abbiamo passate. Quel ragazzo lassù, alle rovine, ti ama con tutto se stesso, credimi.
Kurt annuì, cercando di asciugarsi gli occhi col dorso della mano, ma peggiorando solo la situazione. -Vorrei tanto crederci anch'io. Ma in questo momento dubito di tutto e... e non ho il tempo per questi tentennamenti. Non me ne è più rimasto.
E così dicendo tirò dei grandi respiri.

Non era sicuro neanche lui delle cose che aveva detto, in realtà. Non era sicuro di niente. E presto sarebbe morto, se non fosse riuscito a farsi venire un'idea dell'ultimo minuto per raggiungere Trevor. Con un filo di consolazione, gli venne in mente che, al di là di ogni incertezza, c'era senza ombra di dubbio un lato positivo in tutta quella situazione.
-Almeno- sospirò con un filo di voce -mi consola il fatto che se non riuscirò a ritrovare Trevor, Blaine non morirà con me. Lui non appartiene al mio mondo, quindi sarà salvo.

Blaine Anziano assunse uno sguardo perplesso, prima di decidersi a rispondere. -Non è così.
-Come?
-Non è vero che lui si salverà.
Kurt scosse il capo: -Trevor distruggerà la storia che ha dato vita al mio mondo. Non ha nessun potere sulla dimensione d'origine di Blaine.
- Questo è irrilevante. Blaine ha legato il suo destino al tuo rimanendo al tuo fianco in questo viaggio. Finchè starà insieme a te dividerà la tua sorte.
Il viso di Kurt divenne una maschera di puro orrore. -Vuoi dire che morirà anche lui? Nonostante il fatto che il mondo che Trevor distruggerà non è il suo?
-Esattamente- insistette Blaine Anziano. -Finché sta con te, divide il tuo destino. E' così che funziona la luce azzurra.
-E lui questo lo sa?
Blaine Anziano annuì. -Certo che lo sa.
Poi, dopo alcuni istanti di interminabile silenzio, aggiunse: -E ancora tu credi che non ti ami?
Kurt rimase immobile per qualche istante, pietrificato come ai tempi del McKinley. Poi girò sui tacchi e prese a correre più veloce che poteva.

***

Blaine girava in tondo come un animale in gabbia. Voleva scendere al ruscello da Kurt, scavare una buca a mani nude, sbattere la testa contro un muro, gridare contro il cielo, cercare Kurt, prendere a calci il muro diroccato delle rovine, ritrovare Kurt. Ma invece doveva aspettare minuti che non potevano permettersi, perché si era ridotto all'ultimo giorno per rivelare una verità che avrebbe da sola richiesto mesi e mesi per essere digerita.
Tutto ad un tratto si sentì afferrare per le spalle e girare bruscamente.

-Tu adesso apri un varco di luce e te ne vai! Subito!- gli gridò in faccia Kurt, con l'espressione sconvolta.
-Cosa?
-Mi hai sentito. Esigo che tu te ne vada immediatamente. Non ti permetterò di morire con me, brutto stupido!
Blaine comprese allora cosa gli stava chiedendo Kurt e scosse la testa ostinatamente.
-Mai.

Kurt allora prese a singhiozzare istericamente scuotendo l'altro con quanta più forza poteva:
-Te ne devi andare subito! Sei uno stupido Blaine! Stupido! Stupido!- e ad ogni stupido Kurt colpiva il petto di Blaine con rabbia e disperazione. Blaine lo strinse a sè con tutte le sue forze.
-Mai, mai, mai- mormorava Blaine ogni volta che Kurt lo colpiva, baciandogli il viso e piangendo a sua volta. Furono baci salati e ciechi, mani che si stringevano e colpivano. Isteria e disperazione, con Kurt che ripeteva, sempre più flebilmente, stupido e Blaine che rispondeva, sempre più risoluto, mai.
Rimasero stretti l'uno tra le braccia dell'altro per un tempo indefinito. Si riscossero solo dopo un po', quando un frullio di ali li distrasse dalla loro tristezza. Era il folletto di Blaine Anziano, che stava vorticando intorno alle loro teste indicando con le manine da bambola il suo padrone lì vicino.

Blaine Anziano li aveva raggiunti e, assieme al suo compagno, li guardava intento.
-Nessuno di voi morirà oggi- disse serio. -Sono sicuro che troveremo un rimedio. Riuscirete a convincere Trevor a fermarsi.

-Il problema- rispose mestamente Blaine senza smettere di stringere Kurt al suo petto e carezzandogli i capelli con amore infinito -è che non sappiamo dove trovarlo. Abbiamo girato a vuoto per giorni, saltando alla cieca, senza fortuna. Continuare così è impensabile.

Kurt Elfo li guardò perplesso. -Ma tu, quando ci hai raccontato la vostra storia, avevi detto che con un gancio avresti potuto raggiungere la dimensione giusta immediatamente.

Kurt annuì. -Sì, è vero. Isabelle ci aveva spiegato che se fossi riuscito a procurarmi qualcosa di Trevor, allora avremmo potuto stabilire una specie di collegamento. Purtroppo non ci sono riuscito.
Gli tornò in mente il laccetto di pelle al polso di Trevor e gli occhi gli si riempirono di lacrime. -Ero così vicino a prendere quel maledetto bracciale. Avremmo risolto tutto Blaine. E invece all'ultimo minuto io...
-Shhh, basta- lo interruppe Blaine, carezzandogli la schiena con piccoli movimenti circolari- hai fatto del tuo meglio.
-Ed è praticamente impossibile che io riesca ad addormentarmi di nuovo e rimettermi a sognare Trevor. Non abbiamo nessuna idea e nessun gancio.
-Sì che ce l'avete- disse Kurt Elfo, con gli occhi fissi su Kurt.

Solo allora i ragazzi si accorsero di una leggera luce argentata che pervadeva l'elfo, e del fulgore quasi metallico che brillava nel suo sguardo.
Kurt Elfo guardava nella direzione di Kurt, ma sembrava trapassarlo da parte a parte. Sollevò un dito verso l'umano.
-Tu hai un gancio- mormorò l'elfo come in trance, facendo roteare la mano, come a cercara qualcosa sospeso a mezz'aria. - Ce l'hai addosso in questo istante. Riesco a percepirlo con chiarezza. Si trova ... lì.
L'elfo puntò 'indice verso la tasca dei jeans di Kurt, che si scambiò con Blaine un'occhiata confusa.

-Ma io ricordo bene di non essere riuscito a prendere il braccialetto- disse il ragazzo, mettendosi le mani in tasca. E infatti nella tasca non c'era nessun braccialetto, solo uno dei vecchi origami gialli di Blaine, ormai completamente stropicciato, e il foglietto su cui aveva scritto la lista con le caratteristiche di Trevor. Kurt lesse mentalmente la lista per l'ennesima volta, mestamente:

1) Trevor
2) quattordici anni (quasi)
3) bullizzato perché sembra ancora un bambino
4) nome del suo peggior bullo: Mitch
5) rapporto teso con i genitori
6) prova vergogna (così mi ha detto più di una volta)
7) padroneggia enormi quantità di luce azzurra
8) Redemption Lake Camp
9) 15 ottobre 201210) suona la chitarra e compone canzoni
11) analogie tra la vita di Kurt e la vita di Trevor (disegni/ poesie)
12)vuole suicidarsi

-Eccolo, il gancio!- eslamò Kurt Elfo esultante.
Kurt sollevò lo sguardo dalla lista. -Questa lista? Ma questa l'abbiamo scritta noi insieme ad Isabelle, non appartiene a Trevor- protestò debolmente.
-Eppure la mia essenza magica percepisce chiaramente che si tratta di un gancio con un altro mondo che non è né il nostro né i vostri- insistette l'elfo.

Kurt guardò meglio la sua vecchia lista, poi un lampo di comprensione lo invase.
-Oh mio Dio- esclamò, mentre con mani tremanti apriva il foglio che avevano usato per segnare i loro appunti.
Non era un qualsiasi foglio bianco.
Quel giorno, nel mondo di Kurt e Blaine Miliardari, quando avevano iniziato a stilare quei punti, Kurt aveva cercato un foglio bianco ma non trovandolo aveva ripiegato per l'unico pezzo di carta utile che si era ritrovato in tasca.
Era lo spartito che lui e Blaine avevano provato a riconoscere insieme, Blaine suonando la melodia e Kurt cantando le parole, e che poi avevano abbandonato perché a nessuno dei due sembrava una musica familiare.
Adesso la mente di Kurt andava veloce come un treno.
Dove aveva trovato quel foglio la prima volta?
Era stato appena si era svegliato, nel McKinley pietrificato. In quei primi momenti dopo il risveglio, quando si era accorto dello stato in cui versava la scuola, gli era preso un mezzo attacco di panico e si era bloccato, finché lo spartito non gli era piombato in faccia trasportato dal vento.
Il vento.
A quel pensiero Kurt ebbe un altro ricordo, risalente a pochi giorni successivi.
-Oh mio Dio- disse di nuovo mentre di fronte agli occhi gli balenava l'immagine della Lima pietrificata che lui e Blaine avevano contemplato dall'alto di uno dei piloni del campo di football.

E così Kurt tornò a guardare il paesaggio tutto intorno, cercando di non pensare troppo all'istante in cui sarebbero dovuti ridiscendere. A quel punto avrebbe voluto rimanere davvero lì per sempre, a contemplare dall'alto la scuola, le case in lontananza, la Lima in cui non riusciva a tornare e chissà cos'altro dopo i suoi confini. Su in alto, sopra la città, un palloncino sfuggito dalla mano di qualche bambino rimaneva sospeso nel vuoto, bloccato a mezz'aria nel suo istante infinito. Quel particolare in qualche modo colpì Kurt.

-Non c'è un filo di vento- constatò Kurt. Anche l'aria lassù, sebbene molto fredda, era perfettamente immobile.

- Se davvero il tempo si è fermato, non è possibile che il vento soffi- rispose Blaine, tracciando pigre carezza sul suo dorso. A quelle parole dentro la testa di Kurt suonò un piccol segnale d'allarme. C'era qualcosa che gli sfuggiva, un piccolo particolare dissonante, qualcosa che strideva con tutto il resto, eppure più cercava di afferrarlo, più la realizzazione di cosa fosse quella cosa che non tornava gli sfuggiva.

Il vento.
Ecco quale era il particolare che gli era sfuggito.
-Che c'è Kurt?- chiese Blaine. -Sembra che tu abbia visto un fantasma.
Kurt gli sventolò il foglio sotto al naso. -Non ci può essere il vento in una dimensione dove il tempo si è fermato, Blaine.
-Eh?

-Se il tempo è fermo, l'aria non può spostarsi e non può esserci il vento. Giusto?
-Ehm... suppongo di sì.
-E allora come ti spieghi che questo spartito mi è volato in faccia trasportato dal vento, pochi minuti dopo che tu mi avevi risvegliato?
Blaine lo guardava con espressione completamente vuota.

-Blaine ascolta! Non poteva essere vento. Io l'ho scambiato per vento, ma semplicemente era impossibile che lo fosse. Però tu hai detto che quando mi hai risvegliato l'aria intorno a noi era percorsa dalle scariche di luce azzurra, giusto?
-Sì- annuì Blaine. -Dopo che ti ho baciato la luce azzurra era praticamente impazzita. E' per questo che mi sono dovuto trascinare dentro l'edificio. Dovevo trovare un posto tranquillo dove riprendere possesso di me stesso intanto che tu ti svegliavi.
Kurt annuiva, con sguardo trionfante.
-Esatto! Ecco quello che penso sia successo: il mio corpo era saturo della luce azzurra che tu mi avevi trasmesso, anche dopo che tu ti sei trascinato via. Probabilmente nella disperazione del momento può darsi che tu abbia esagerato e mi abbia infuso addosso anche troppa energia rispetto a quella che materialmente sarebbe stata sufficiente per svegliarmi. E per un qualche motivo a noi sconosciuto quella la luce azzurra in eccesso ha attirato questo foglio. Probabilmente è come per i magneti che si attirano. Questo spartito è a sua volta così pieno di energia creativa, che la luce azzurra che tu avevi immesso nel mio corpo l'ha richiamato, come due poli che si attirano. Non era il vento Blaine! Io ho pensato che si trattasse di una folata di vento perché in quel momento ero confuso e non sapevo nulla della luce azzurra, ma non era vento!
-Ma perché tra tante cose che c'erano nel cortile la luce azzurra doveva attirare quello specifico foglio? E che c'entra con Trevor?
Kurt sorrise trionfante, al ricordo di uno dei sogni in cui aveva incontrato il ragazzo.

-Suoni?- gli chiese Kurt scioccamente.
Trevor alzò lo sguardo su di lui. Era spento e annoiato.
-Suonavo qualche anno fa, ma mio padre mi ha fatto smettere.

-Perché io e questa musica abbiamo lo stesso creatore. Questa canzone l'ha scritta lui, Blaine.

Gli occhi di Blaine si spalancarono come non mai.
Avevano trovato un gancio.
Anzi no, ce l'avevano sempre avuto, fin dal primo istante, ma non avevano saputo riconoscerlo.
-Forse siamo ancora in tempo- sussurrò.
A questo punto Blaine Anziano li afferrò entrambi per le spalle. -Sicuro che siete ancora in tempo!C'è sempre una speranza, fino all'ultimo.

-Infatti- annuì Kurt Elfo. -Tutto quello che dovete fare adesso è saltare nella luce azzurra lasciandovi guidare dal vostro gancio.
-Ma noi il foglio lo abbiamo avuto sempre- protestò Blaine -eppure non siamo mai arrivati al mondo di Trevor.

-Perché il gancio non è il foglio- disse Kurt. -Il gancio è la canzone. E' quella che ci porterà a Trevor.
Blaine annuì e guardò l'orologio.

Avevano ancora un'ora abbondante, ce la potevano fare.
Con un ampio gesto della mano, aprì un varco nell'aria augurandosi che fosse l'ultimo.
Al di là dell'apertura c'era il solito mare di sfere luccicanti che volteggiavano come tanti pesciolini luminosi.
Kurt al suo fianco, con voce tremante, accennò la melodia:

Stuck in a dream

i can't run away

i close my eyes

nobody is there



where is my blossom?

where is my smile?

maybe one day

i'll dream it again



maybe one day

i will dream again

Mano a mano che la sua voce si faceva più salda e le note più sicure il mare di pesciolini luminosi si aprì in due onde cerulee splendenti e nel mezzo, un unico minuscolo globo pulsante si avvicinò soave e inesorabile al tempo stesso.
Kurt e Blaine si presero la mano e saltarono.

****

Note di Oldlady.

Ci siamo ragazzi! Finalmente siamo alla fine.
Blaine e Kurt hanno solo un 'ora di tempo per trovere Trevor e convincerlo a desistere. Riusciranno o moriranno insieme? E sappiate che in effetti qualcuno, la prossima volta, morirà...
Se tutto va bene posterò la seconda parte del capitolo martedì, e dopo un paio di giorni l'epilogo.
Ve lo dico subito: la storia non è finita e le speranze non sono distrutte finché non vedete scritta la parola fine in fondo all'epilogo, eh! Se mi avete seguita fino a questo punto e avete avuto fiducia in me, continuate a darmi ancora fiducia anche dopo il prossimo capitolo, ci saranno ancora molte sorprese... Come dice Blaine Anziano, c'è sempre speranza, fino all'ultimo!
Sono molto nervosa ed emozionata per la fine di questa storia, mi farebbe davvero piacere sapere la vostra opinione, o qui oppure sulla mia pagina di facebook:

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Grazie ancora, a martedì!

  
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