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Autore: Lady Orkan    16/03/2013    1 recensioni
Il mondo come lo conoscevate non esiste più, al suo posto, un'unica dittatura che ha spazzato via qualsiasi forma di libertà di espressione. Solo un gruppo di eroi tenta di sopravvivere e di salvare tutti coloro che non hanno intenzione di piegarsi alla dittatura mondiale. E gli Eroi sono Nove, all'assalto del mondo su un aereonave chiamata "Maggot", che custodiscono gelosamente l'ubdicazione del loro rifugio. Un breve racconto un pò steampunk, spero vi piaccia.
Genere: Drammatico, Fantasy, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Tornarono alla stazione riprendendo l'ascensore di prima e ritornando in strada. Ormai era sera e le strade erano illuminate dai lampioni. One richiamò un altro taxi da una palina del telefono vicino alla stazione e venne a prenderli un'altra macchina. Questa li lasciò davanti ad un edificio maestoso. One l'accompagnò nell grande atrio per prendere un altro ascensore. Arrivarono quasi in cima al palazzo ed uscirono su un pianerottolo con un'unica porta. One aprì usando una chiave strana, la serratura della porta scricchiolò e si aprì e One fece entrare Hex mentre accendeva le luci da un interrutore vicino alla porta illuminando un corridoio spoglio che dava in un salotto. One la prese per mano accompagnandola, il salotto era enorme, con un caminetto in stile liberty gigantesco su un lato della stanza. Ad arredarlo un soffice tappeto piazzato davanti al camino, delle poltrone e un divano rossi, alcune librerie e un tavolino con delle sedie. Hex si guardò attorno.

"E' enorme qui..."
"Sì- rispose lui- mi piace per questo"

L'accompagnò attraverso la stanza verso un'altra porta che dava in un altro corridoio. Aprì una delle porte ed entrò accendendo la luce. Hex lo seguì.
Si trovavano in una grande sala da pranzo, al centro della stanza un lungo tavolo di legno scuro e al fondo uno strano congegno che sembrava un portavivande.

"Hai fame?" le chiese.
"Non molta in verità" rispose Hex impegnata a guardarsi attorno.
"Un the caldo?"
"Quello volentieri"

One trafficò vicino al portavivande, c'era una piccola tastiera color ottone su cui digitò qualcosa e il meccanismo si mise in moto.

"Posso sedermi?" chiese Hex.
"Certamente"
Hex prese una sedia e si sedette al tavolo, era molto stanca, come prima giornata forse aveva camminato un po' troppo. One le si avvicinò

"Non ti senti bene?"
"Sì, sto bene, sono solo stanca".
"Vuoi sistemarti in salotto? Così stai più comoda".
"Va bene"

Tornarono in salotto ed Hex si sedette sul divano davanti al caminetto che One accese tramite un comando situato sul muro accanto poi se ne andò di nuovo in cucina. Tornò poco dopo con un vassoio su cui c'era una teiera, due tazze e un piattino con dei biscotti. L'appoggiò sul tavolino davanti ad Hex.

"Serviti pure" le disse e si sedette accanto a lei.
"Tu non vuoi nulla?" gli chiese versandosi il the.
"No grazie".

Hex bevve il the in silenzio contemplando il fuoco del caminetto. Stare seduta in quella casa immensa insieme ad One la tranquillizzava, i demoni del dolore sembravano si fossero allontanati lasciandola un po' in pace. Guardò One e lui ricambiò lo sguardo, le accarezzò il viso senza dire nulla mentre lei gli sorrideva.

"Sei molto buono con me e io non so cosa fare per ringraziarti"
"Non ne hai bisogno. E poi mi hai già ringraziato prima..."

Hex arrossì, il bacio sulla terrazza, il tocco delle labbra di One era il ricordo che si portava dietro da quella sera. Le sarebbe piaciuto ribaciarlo anche in quel momento, ma temeva di essere troppo audace.
Finì il the e non riuscì a trattenere uno sbadiglio.

"Sei stanca, vieni con me, ti mostro la tua camera" le disse One prendendola per mano.

Effettivamente aveva bisogno di riposare, la sua prima giornata fuori da qull'ospedale l'aveva sfinita. One l'accompagnò di nuovo nel corridoio e aprì un'altra porta.

"Questa è la mia camera degli ospiti, potrai stare qui. Arrivo subito" ed uscì lasciandola sola.
Anche questa stanza era enorme, con un letto in legno decorato da grandi volute, comodini e la cassettiera con il grande specchio nello stesso stile. Tappeti soffici coprivano il pavimento in marmo e le lampade erano in vetro piombato, come la grande vetrata proprio dietro il letto, in quel momento oscurata da una pesante tenda di velluto. Hex si sedette sul letto. Poco dopo entrò One nella stanza, aveva in mano degli asciugamani che apoggiò sulla sedia accanto al tavolo vicino alla porta.
Le si avvicinò per accarezzarle la testa. "Ti ho portato degli asciugamani puliti. Per qualsiasi cosa, se hai bisogno di me, la mia camera è quella in fondo al corridoio". Si abbassò a toccarle la testa con la maschera, poi uscii dalla camera.

"Lascia la porta aperta se non ti dispiace" gli chiese.
Lui si voltò. " Va bene, buonanotte...".

Hex sorrise, non avrebbe mai immaginato che sarebbe finita così la giornata, aveva ancora in mente il ricordo del bacio sulla terrazza, le aveva fatto bene, aveva allontanato un po' i suoi demoni. Si tolse i vestiti, s'infilò sotto le coperte e spense le luci con il ricordo delle labbra di One a scaldarle il cuore.
Ma i demoni del dolore non erano così facili da sconfiggere, la meravigliosa sensazione del bacio di One fu sopraffatto dal ricordo della sua prigionia. Tornarono le mani a ghermirla e le voci, così vivide da darle l'impressione di essere ancora lì, nelle mani del nemico. Urlò nella notte tentando di scrollarsi di dosso l'orrenda sensazione di essere violata, quando si riprese dall'incubo accorgendosi che le mani che sentiva erano quelle di One chino su di lei, che tentava di tranquillizzarla.
Con un profondo respiro Hex si calmò e guardò One che era in maglietta e pantaloncini neri ma con la maschera piazzata sul volto e i capelli spettinati. L'abbracciò forte facendogli perdere l'equilibrio e candendo entrambi sul letto. Lui la strinse contro di sé.

"Va tutto bene, era solo un incubo".

Hex teneva il viso premuto contro il suo torace stringendolo forte, come se avesse paura che scomparisse da un momento all'altro.

"Mi dispiace, mi dispiace, non volevo svegliarti"
Lui si tirò su sulle braccia. "Non importa, mi sono preoccupato sentendoti urlare. Stai meglio?"
Lei annuì guardandolo, erano al buio perchè One non aveva acceso nessuna luce per andare da lei.
"Hai la maschera? Perchè? Siamo al buio, io non ti vedo" gli chiese accarezzandogli il viso.
"Lo so, ma non sapevo se avresti voluto accendere una lampada o meno"
"So che la tieni per non mettermi in pericolo però..." One si tirò su sedendosi sul letto e allontanandosi da lei tenendole le mani. "No... Non voglio che tu mi veda non solo per tenerti al sicuro ma...".
"Qual è il problema?"
One rimase un attimo in silenzio. "Ho paura di non piacerti..."
Rimasero un attimo in silenzio entrambi. Hex rise piano nella notte. "Come puoi pensare di non piacermi?"
"Magari mi trovi brutto"
Hex si tirò su sedendosi di fronte a One. "Siamo al buio, non ti posso vedere".
One con un sospiro sollevò la maschera lasciandosela sulla testa, lei non perse tempo, gli mise le braccia al collo e lo baciò. One cadde all'indietro trascinandola con sé, gemendo quando Hex lo schiacciò con il proprio peso.
Lo lasciò andare per riprendere fiato. "Non pensare mai più di non piacermi".
Lui rise, aveva un suono argentino, come di monete d'argento che cadono sul pavimento. Un suono che ad Hex sembrò curare il suo dolore e scacciare per un attimo i suoi demoni. Rimasero in silenzio con One sdraiato con i capelli sparsi attorno a lui.
"Potresti... Potresti rimanere qui con me, stanotte?". Per fortuna erano al buio, perchè Hex sapeva di essere diventata rossa fino alla punta dei capelli e si chiedeva come mai era diventata così audace.
One le passò una mano tra i capelli. "Va bene". Il suo sussurro le fece venire la pelle d'oca.
Si tirò su facendola alzare, posò la maschera sulla lampada del comodino e si infilò sotto le coperte con lei. Hex si accoccolò fra le sue braccia, godendosi il calore del suo abbraccio, il battito del suo cuore come un tamburo teneva lontano i suoi incubi, forse sarebbe riuscita a dormire. One la teneva stretta a sé accarezzandole la schiena, sentiva che si stava scivolando nell'oblio ma per una volta poteva farlo senza rischiare di imbattersi nei suoi incubi. E anche se fosse stato, si sarebbe svegliata tra le braccia di One che li avrebbe scacciati per lei.
   
 
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