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Autore: lubitina    16/03/2013    4 recensioni
Due anime nate sotto stelle agli antipodi della Galassia trovano, come antidoto all'orrore della guerra, ciò che mai verrà distrutto: l'amore.
Siamo all'ultimo capitolo: "A brave new World"
Genere: Introspettivo, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Last Harvest'
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Muta, Ecdisi

 
 
Si estingueranno. Un’altra razza sulla coscienza, altri morti., mormorava l’Altro, seducente. E lei lo vuole. Lei è cambiata. Lei non si rende conto del peso che porti.
Come fai ad amarla, nonostante tutto?
Si voltava a guardarla, ogni tanto. E di lei, come sempre, riusciva a scorgere solo i grandi occhi grigi. C’era una luce ferina, che aveva visto solo in quelli dell’Altro, ad animarli. E l’Altro camminava al suo fianco, scrutandolo accigliato e critico, le mani intrecciate dietro la schiena, la barba appena fatta, i capelli rasati.
Che le è successo, eh, Shepard? È così spavalda, oggi. Così feroce. Così amazzone. Sarai mica stato tu, tu e le tue illusioni? Tu, che desideri ogni notte di sentire il suo corpo contro il tuo, ma con la voglia di maledirla ad ogni parola pronunciata dalle sue belle labbra morbide?  Di sentire la consistenza della sua pelle, baciarne ogni angolo, e pregare che non apra bocca? Che ti lasci fare? Che sia come tu la vuoi? Non l’avrai mai. Non la meriti.
Gli mise un braccio attorno alle spalle, con fare fraterno. Dammi retta, amico. Io sono te,- e puntò l’indice sul cuore,-  so cosa vuoi. Lei ti ha regalato il Filo, ma il suo compito è finito. Hai ciò che cercavi. Stai per uccidere il Minotauro, laggiù, nel Pozzo. Ed ora, e avvicinò la sua bocca all’orecchio di Shepard, sussurrò: Abbandonala qui, su questa roccia persa nella Galassia, e non tornare mai più da lei. Allora sì, lei incontrerà il sui Bacco, che la renderà felice. Perché tu vuoi che lei sia felice, vero, Amplificatore L-5?
Shepard non rispose, ma allontanò l’Altro da sé con forza.
Che fai, mi prendi a spintoni? Vuoi fare a pugni? Sai che non ha speranze. Finiresti con tutti i denti rotti. Ops, scusa. Con tutte le inserzioni di ceramica infrante. Ricordi che sei morto, o credi di esser sempre stato tra i vivi? E una risata sguaiata riempì ogni sua sinapsi.
E gli occhi dell’Altro esplosero, sangue e materia cerebrale schizzarono in tutte le direzioni. L’uniforme N7 si squarciò, le costole candide fecero capolino nella carne scarlatta. Sei così, ora, sai? Rideva, rideva ferino.
-VATTENE, FIGLIO DI PUTTANA!
L’onda violetta investì l’Altro. Lo scaraventò di sotto, sul pozzo nero. Ancora, sangue divenne nebbia rossa nell’aria.
Quello cadde, ma non prima che un urlo feroce uscisse dal corpo informe.
E quando quel suono colpì John, fu l’oblio. La corazza esplose, la sua pelle fluì via insieme ad essa, lasciandolo nudo ed indifeso. Exuvia,Paura. La muta, il rinnovamento, tutto deve cambiare perché tutti resti uguale. Addio            
 
 
C’era il terremoto. La terra tremava, lui veniva scosso. Il vento soffiava sulla sua faccia, schiaffeggiandolo.
Qualcuno urlava. Ma chi era? Forse una donna. Tutto era oscuro, confuso. Su che pianeta si trovava? Faceva caldo, faceva freddo. La testa.. il cervello, era compresso. Sarebbe esploso presto. Tutto scorreva. Fuggiva rapido. Il Bambino bruciava via. I prothean morivano come mosche.
-Shepard! Comandante!
-Joker manda una navetta, per gli Spiriti!
-Oh, keelah, John.. No, aspetta  Joker.. Sembra si stia svegliando. IDA, abbiamo degli Stimolanti? Garrus contatta la Chakwas!
-Ce l’ho io, Tali. Non mi risponde, Spiriti!
-Dammi qua. Cerca di tenerlo fermo.
Qualcuno gli aprì forzatamente la mascella, inserendo qualcosa.
-Eccola! Mi ha risposto! Shepard sta male, è crollato a terra e sembra svenuto.. Cosa? Portarlo immediatamente sulla Normandy? E la missione? Ci siamo quasi, cazzo!
-No! Keelah, io da qui non me ne vado per nessuna ragione! A costo di distruggere io stessa quel maledetto nucleo!
Una luce soffusa parve diffondersi, e strane macchie di vari colori apparire. Informi. O forme che lui non ricordava di aver mai visto? Quadrati, cerchi, linee, triangoli. Il pigreco e il rettangolo aureo.
Cos’era quella cosa?
Pian piano, tutto cominciò a schiarirsi, l’immagine divenne definita, le forme coincisero col loro contenuto. Ecco, davanti a lui c’era una femmina. Ne scrutò le forme morbide, i fianchi, il seno. Le braccia sottili e delicate. Aveva una maschera violetta. Solo due grandi occhi luminosi. L’ombra di un naso. Non era umana.
Era seduta vicino a lui. Gli teneva una mano, e la sua era di sole tre dita. Ma perché lui era seduto? Dio, la testa.
-È andato via?,- sentì uscire dalla propria bocca, in un rantolo.
-Chi, comandante?,- rispose quella, e la sua voce era innaturale, come filtrata da una radio.
Shepard si guardò attorno. No, l’Altro non c’era. Ma.. chi erano quelle persone? C’erano un Turian ed un’Androide, oltre alla mascherata.
-Nessuno. Aiutami a rialzarmi.
La donna, senza alcuno sforzo apparente, lo afferrò per entrambe le braccia, e rimise in piedi. Ecco, la testa stava per esplodere in mille frammenti d’osso  e materia grigia. Sentì le gambe cedere.
-Garrus, aiutami a tenerlo dritto… Tra poco gli Stimolanti dovrebbero fare effetto..
 
 

Disclosure


 
All’improvviso, i ricordi riaffiorarono. Ma senza violenza e rudezza.
Rannoch, il Pianeta Natale, i Quarian, i Geth, che dovevano morire se il ciclo doveva essere interrotto, il Crucibolo, Palaven essiccato, la Normandy, i Collettori fruscianti, un uomo sfigurato che urlava di lasciarlo morire, circondato da insetti; l’Uomo Misterioso e la sua fottuta sigaretta. Quel coglione di Hackett che gridava ordini incoscienti. Che lodava la sua scelta di aver ucciso.. Kaidan Alenko? Un Drell in un letto d’ospedale, Anderson sulla Terra in fiamme. Scariche viola, fiamme. Un buco nero. Un’asari nuda, un’Umana androgina coperta di tatuaggi.
E poi occhi grigi spauriti nei bassifondi della Cittadella, una tuta malridotta, il tramonto su Virmire e la supernova. Mani timorose che accarezzavano la sua pelle, i sussurri e le notti passate nascosti in Sala Macchine. Occhi come fari nel buio, aria per polmoni svuotati dall’oceano profondo.
La bellezza nella dissonanza, particelle che combaciavano e implodevano, il mistero dietro il vetro convesso e la straziante lontananza nella cella di Vancouver. La casa di pietre su Rannoch, sul greto del fiume, la vecchiaia sognata alla luce della Luna del Pianeta Natale.
Lei, lei che ora lo sorreggeva con spiazzante naturalezza. Lo guardava, e la luce incidente della Stella lasciava intravedere un volto delicato.
Shepard non desiderò mai così tanto strapparle quella maschera, e sentire, finalmente, per la prima volta, il sapore delle sue labbra. Ho vinto, sono libero. E lei sarà il mio premio.
 
-Garrus, lasciami. Mi sento meglio. Però non ho idea di dove dobbiamo andare..  Tali, passa i dati sul mio factotum. Dov’è quel dannato affare…,-chiese, massaggiandosi le tempie.
-Il fucile, John?
-Sì, quello..
-Come ti senti?
-Come dopo una sbronza colossale. Quanto sono stato k.o.?2
Dio, questa conversazione è già avvenuta. La sonda su Eden Prime,i prothean che morivano come mosche.
-Dieci minuti, più o meno, Comandante,- rispose IDA, senza guardarlo. Fissava un punto al di là della balaustra del ponte sopraelevato su cui si trovavano.
-Cosa stai guardando, IDA?,- chiese lui, sistemandosi il fucile sulla schiena. Lo sentiva stranamente pesante, quasi più del suo cervello, compresso nella scatola cranica. Per sicurezza, aprì e chiuse le mani, controllando che i poteri fossero a posto.
-Analizzo le emissioni della base.
Rinunciò a comprendere l’IA, visibilmente disinteressata alle sue condizioni.
-Beh, io so dove dobbiamo andare,-iniziò timidamente lei, abbassando lo sguardo luminoso sul factotum, ed, infine, a terra.
Ripresero ad avanzare, e la testa di Shepard minacciava di esplodere ad ogni passo, fino a trovarsi ad un bivio. Una passerella rientrava nel corpo della base, l’altra continuava nel perimetro esterno.
-Dobbiamo entrare qui. Ci sarà una specie di hangar, di rimessa armi… E molti ascensori, che portano direttamente alla pista d’atterraggio attorno al nostro obbiettivo.
Sull’ultima frase, la voce di Tali si affievolì. Si fermò un istante, passando in rassegna i tre volti che aveva davanti.
-..Ma c’è un problema. A quanto dicono i miei dati, la maggior parte dei Geth di sorveglianza lì si sono riattivati. E,- divenne un sussurro,- sono Nuclei.
All’improvviso, la voce di Legion risuonò negli auricolari.
-Dovrete attivare manualmente un bypass per permetterci di violare il sistema di sicurezza del Core. Il terminale è dalla parte opposta dell’apertura dell’Hangar in cui vi trovare ora. Probabilmente, quando agirete, la sala si sigillerà. Dovrete azionare un altro terminale tramite cui io aprirò le porte e attiverò gli ascensori nominati dalla Creatrice Zorah. Vi guideremo.
 
-Avanti, entriamo,- annunciò Shepard, tenendo il fucile puntato davanti a sé.
 
C’era solo il buio là dentro, rischiarato da led blu, che correvano lungo le pareti. Eccoci, nel ventre della meccanica balena.
L’ambiente appariva enorme, ed, in sottofondo, si udivano rumori come d’industria, di nastri trasportatori, sbuffi e cigolii. Incredibilmente, per i metodici Geth, casse metalliche, componenti smembrati, taniche di liquido di raffreddamento, erano sparsi ovunque come ossa in un campo di battaglia.
Gli occhi notturni di Tali le permettevano una perfetta visione infrarossa, suppose Shepard, notando la tranquillità con cui avanzava. Era alla sua sinistra, ed i suoi passi erano leggeri e armoniosi tra i detriti.
-IDA, ti sono arrivate le coordinate dei terminali di Legion?
-Sì, Comandante.
-Allora occupatene. E raggiungici appena fatto.
L’IA, impercettibilmente, annuì, allontanandosi cauta. La sua figura cromata si perse nel buio vellutato alla sua destra, scomparendo in un ultimo scintillio argenteo.
-Shepard..perchè hai mandato lei?,-borbottò Garrus, ispezionando una cassa, da cui trasse un fucile al plasma in perfette condizioni. Se lo rigirò tra le mani, soddisfatto . –Credo proprio che questo me lo prenderò..
-Perché tu, o Tali, non avete a disposizione infinite unità in cui trasportare la vostra  coscienza.. E una capacità di calcolo decisamente inferiore.
E si voltò a sorriderle, e sul volto di lei fari luminosi nel buio dei led blu. Quando torneremo sulla Normandy, quando tutto questo sarà finito, dovrò parlarle. Davanti al reattore. Le dirò ogni cosa.
 
 
 
Ma alcuni sogni hanno breve, brevissima durata. Non sempre viene loro concesso il tempo di realizzarsi; il Fato decide d’agire prima, di tagliare anticipatamente il filo, ridendo gioioso della propria crudeltà. Forbici in pugno, gioca a scacchi con la Morte. Muove il pedone, muove il Legionario. Muove l’Alfiere, ed infine, la Regina, il Prime. L’Araldo, silenzioso, sta a guardare, in attesa.
La realtà fu un minuscolo oggetto metallico, lanciato a terrificante velocità, contro lo scafo di un’antica nave. Viaggiò nel vuoto assoluto, nessuna forza poté rallentarlo. Si scontrò con esso, metallo contro metallo, e vinse. Colpì, tranciò, e creò una voragine. E, dalla voragine, l’ossigeno vitale si riversava nello spazio profondo. E, uno ad uno, e poi a frotte, corpi urlanti e disperati corsero fuori, veloci, sempre più veloci, mossi dal vento. Maschere infrante, grandi occhi luminosi iniettati di sangue. Volti segreti, lasciati liberi d’esser saccheggiati dai raggi cosmici.
Uno ad uno, fino ad essere migliaia, i Quarian della Rayya s’aggiungevano alle legioni dei morti della Galassia.
-Tali Zorah, abbiamo perso la Rayya. Sbrigatevi, la situazione è critica. Distruggete quella maledetta base!
 
E in quel momento, mentre la flebile voce di Shala Raan tentava di urlare parole imperiose nell’auricolare di lei,i Figli arrivarono. E furono mille.
Occhi sintetici erano puntati su di loro, squittì confusi e disarmonici riempirono il vuoto dell’hangar. Laser di puntamento, rossi come il sangue, indicavano le loro fronti. Corpi ancora nascosti dall’ombra si preannunciavano con arti metallici dipinti di bianco candido. Altri, simili a ragni e a gechi, si calavano rapidi dal soffitto. Ferraglie alte più di tre metri troneggiavano. E muovevano, tutti, l’oculare, raccogliendo dati e scannerizzandoli, negletti organici dispersi nel ventre della meccanica balena.
Sono furiosi, diamine.
Ma dietro di lui c’era lei, e lei era viva. E finché lei era viva, ogni pezzo combaciava, il mosaico era completo. La speranza respirava a pieni polmoni, ed ogni cosa era mutevole. Indietreggiò di un passo, e strinse la sua piccola mano destra nella sua. Era calda, e il sangue scorreva rapido. Lei, immediatamente, ricambiò la stretta.
-Guarda, John…,- mormorò, piano.
Un altissimo nucleo si stava avvicinando a loro. Pass dopo passo, lentamente, senza fretta. La luce che emanava, dai led e dalla testa, rischiarava l’ambiente, illuminando i suoi compagni. E l’arma.. l’arma era abbassata. Nessun drone di combattimento era lì, a fornirgli scudi aggiuntivi. Non squittiva minaccioso.
-Umano.
Cavernosa voce sintetica, ed ogni mormorio dei subalterni scomparve. Senza attendere risposta, proseguì.
-Molti Nuclei ci hanno comunicato l’azione del Turian Vakarian contro la stringa delle Antiche Macchine. Ve ne siamo grati. Ma siamo spaccati a metà. Il 50,1% delle nostre IA sarebbe favorevole alla vostra uccisione  immediata. La rimanente parte, tra cui quest’unità e tutti i suoi processi, vi lascerebbe vivere. E vi metterebbe al corrente di ciò che sta accadendo nell’orbita.
-Sappiamo.,- rispose Tali.
-No, non sapete, Creatrice Zorah. La Flotta è sotto il Suo diretto controllo. Sono favorevoli alla vostra eliminazione. La vostra unità alleata Legion è al corrente di tutto.
-Suo..di chi?
-Dell’Antica Macchina, Creatrice Zorah.
E, improvvisamente, a Shepard, tutto fu chiaro. I misteri di Legion, la sua assenza, perfino in quel momento. IDA, la sua scomparsa. Il Core era un Razziatore, e Legion non voleva sbarazzarsene con  mezzi usuali. No, voleva una battaglia impari e mitica, voleva l’eroismo. Voleva plasmare la Storia, umanizzare la Guerra. Voleva l’uomo solo, il piccolo Davide, contro il grande leviatano biblico, l’enorme Golia. Si erano lasciati ingannare. Eppure, non aveva tradito solo loro. Ma aveva tradito la sua stessa razza, rendendola schiava. Merita la morte. 
Ed IDA era con lui. Chissà, forse per solidarietà sintetica.
-E ora cosa ci farete, quindi?
Il Nucleo abbassò la testa, come avrebbe fatto un Quarian.
-Qui fallisce la democrazia e diventiamo popolo. Ti lasceremo passare, Umano Shepard. Ma non possiamo nulla contro l’Antica Macchina. L’Unità Legion ha inserito un virus che ci impedisce di uscire da questo hangar. Possiamo scortarvi solo fino alla Macchina.
Shepard guardò il nucleo, i riverberi blu sulla sua superficie rosso sanguigno. La luce tenue del suo oculo. Rammaricato.
-D’accordo.
Ma qualcosa  di molto simile alla paura si impadronì del suo spirito.
 
 
Ed il cielo di Rannoch ben presto apparve, enorme ed azzurro, davanti ai loro occhi. Le nubi s’erano diradate, le formazioni rocciose, lontane, scintillavano al sole.
 Il livello superiore dell’hangar terminava su di una passerella, direttamente a picco nel pozzo, ma almeno cinquanta metri più in alto. Ora, era aperto. Il lieve bagliore rosso, generato da qualcosa d’enorme, illuminava l’oscurità al suo interno, tingendola di scarlatto. Garrus si sporse a guardare, mormorando “non promette nulla di buono”. John sospirò, dimenticando per un istante l’emicrania, e premette il tasto di chiamata nell’auricolare.
-Joker? Mi ricevi?
-Sì, Comandante.
-Sono successe svariate cose.. ma prima di tutto, dimmi: se ti do un bersaglio, te la senti di colpire un Razziatore?
Dall’altra parte, ci fu un istante di silenzio.
-.. un cosa?
-La base è un Razziatore. Legion e IDA lo sapevano, ma hanno scelto di tacere per chissà quali fottute ragioni. Ora sono spariti entrambi, totale silenzio radio. Comunque, per ora non ci considera una minaccia, ed è ancora ibernato.
-COSA? IDA ci ha traditi? Oh, cazzo.. Io, me lo sentivo..quel maledetto Geth..
-Ti dispererai dopo. Sei in grado, sì o no?
-Ovvio.. sto già entrando nella bassa atmosfera.
-Ottimo. Ti fornisco le coordinate. Passo e chiudo.
Si accorse solo allora che lei, prontamente, aveva preso il suo fucile d’assalto e stava apportando alcune modifiche. Le sue dita sottili lavoravano febbrili, passando dal factotum al micro terminale nel fucile stesso.
-Grazie, Tali.
Lei alzò un istante lo sguardo, e quegli occhi grigi, di nuovo, come la prima volta, lo scossero. Era spaesato, di nuovo e per sempre, ma incredibilmente sereno.
 
Shepard prese la mira, seguendo con lo sguardo il breve viaggio del laser di puntamento, fin lì, al centro, alla fonte del bagliore rosso.
Non fece in tempo a rialzare lo sguardo, che Joker aveva colpito. E che il Razziatore, gigantesco, si innalzasse e distendesse i suoi tentacoli, annunciando il suo ritorno con un barrito furioso.
 
 

Variazioni

 
 
Correre. Corri lontano, corri più veloce, scappa dalla fiera che ti insegue. Raggiungi e supera il vento, cavalca con lui. Senti, senti l’aria fluire sulla tua pelle nuda, nelle lunghi notti di caccia nelle pianure erbose? Senti i passi leggeri dei tuoi fratelli e delle tue sorelle, senti che musica create? Avverti la loro danza?
Avverti il peso della lancia, nella tua mano luminosa? Scagliala contro la fiera, ma scegli il momento adatto. Individua il punto debole. Anche la bestia più feroce ne ha uno. Lì, in mezzo agli occhi.
Il mondo è una cacofonia, ma tu puoi usare la nota giusta. Tu puoi vincere. Tu potrai narrare le tue gesta, e portare a casa la testa della Fiera. La tua casa, sul greto del fiume.
 
Strane parole, assurde immagini si formavano nella mente della Quarian, mentre il Razziatore incalzava. Mentre loro tre, correvano senza alcuna meta.
Memoria ancestrale, avrebbe detto Liara T’soni, dalla sua comoda poltrona, sorseggiando liquore.
L’istinto di una maledetta stracciona, avrebbe aggiunto Ashley Williams.
L’aria ai polmoni iniziava a scarseggiare. Il suo cuore non ce la faceva. Sentiva rimbombare i passi pesanti di Garrus Vakarian, il terrore era palpabile. Moriremo tutti. Tutti.
E poi, fu un istante. Shepard si girò verso di lei, e la guardò negli occhi. Sì, per la prima volta, scelse di guardarla. E il suo sguardo la spogliò della tuta, della maschera, e le negò tutti i silenzi ostentati: ma si sentì nuda e protetta. E lei, se fosse stata umana, avrebbe potuto riconoscersi in quella luce, senza macchia e senza pentimento; ma era nata Quarian, e non capì. E lo vide alzare una mano. Conosceva quel gesto. Stava per attaccare.
E così fu. Una scarica viola la prese con inaudita violenza, e, scagliò lontano, contro qualcosa di duro, e metallico. Accanto a lei, Garrus.
Probabilmente perse conoscenza. Non lo sapeva. La sua tuta non aveva un sistema di immissione automatica di stimolanti. Indistintamente, avvertì la presa di due mani, tremendamente fredde, con cinque dita, a sorreggerla. Ad appoggiarla contro una parete.
Sentì di perdere, del tutto, il contatto col terreno.
-John…,- riuscì a sussurrare, prima che il sonno, potente ed ammaliatore, la strappasse alla Realtà.
 
 
 
Il comandante Shepard, della Marina dell’Alleanza, non si accorse di essere completamente solo, finché, con la coda dell’occhio, non vide la navetta volare via. Navetta pilotata da qualcuno tra IDA e Legion. Non riusciva a scegliere chi fosse il più affidabile.
Il Razziatore era lì, davanti a lui, enorme e pronto a colpire. Il suo occhio, la sua arma, pulsava.
Eppure, pareva soffrire. Sì, la Normandy aveva colpito duro. Scintille rosse brillavano nelle giunture, tra i tentacoli, come piccole ferite.
Comunque finirà, i Geth saranno liberi. Da Legion e dalle Antiche Macchine.
John Shepard guardava il Razziatore, e guardava se stesso. Era minuscolo, una goccia nel mare, un atomo nell’Universo. Infinitesimale come lo era stato di fronte al grande Leviatano. Probabilmente, nella caduta dalla piattaforma, si era anche ferito. Eppure, era ciò che Legion aveva voluto,e Legion non sbagliava mai un calcolo.
Lui non riponeva fiducia. Lui si basava su dati matematici. La Logica, in lui, sottometteva il Caso. I fili che lui tirava, seguivano un perfetto disegno.
-Joker, fa sì che tutte le navi della Flotta indirizzino i cannoni nel punto che io fornirò alla Normandy. IDA è fuori uso, dovrai occupartene tu. E quando il bastardo esploderà, contatta Vakarian e inviagli le mie coordinate. Che sia per venire a prendere me, o il mio cadavere.
-D’accordo, Comandante. Buona fortuna.
 
 
 
 
Il Razziatore caricava il colpo. Bene, siamo alla resa dei conti. L’uomo-macchina contro la Macchina. La scelta finale tra spirito di sopravvivenza e abnegazione.
Abnegazione. L’aveva sempre disprezzata, in lei. Lei, che si sarebbe sacrificata, prima di permettere la morte di anche uno solo dei suoi uomini; lei, che per amore della giustizia, si era immischiata in affari troppo oscuri, e si era ritrovata con un fucile puntato nella schiena; lei, che si era offerta volontaria di strisciare negli oscuri cunicoli dell’orrendo termitaio oltre il portale di Omega 4. Lei, che si era lanciata con lui nel Condotto, nei sotterranei di quel dimenticato, Ilos. E la paura, il terrore che lei fosse morta nel crollo del Presidium, sotto la morsa di Saren.
Già ti amavo, e non riuscivo ad ammetterlo, avrebbe voluto dirle John, ora. Non sapeva se  ce ne sarebbe stato modo. Di certo l’Uomo Misterioso non si sarebbe preoccupato, di nuovo, di riportarlo in vita.
Ed una finale, lancinante, consapevolezza lo colpì.
No, non avrebbe avuto senso vivere,sapendo che lei sarebbe rimasta nomade per l’eternità. Prendi esempio da lei, aveva detto Anderson. Combatti, e se non trovi alcuna ragione, pensa a lei.
Ciao Shepard, sussurrò infine qualcuno nella sua coscienza. Sono il Catalizzatore.
Colpisci, ora, Comandante.
Un’ inarrestabile forza comandò il suo braccio. E John, per la seconda volta, eseguì l’ordine. Il laser di puntamento si chiuse, con tremenda velocità, in quella piaga aperta della Macchina. Un ultimo barrito prima della Fine.
Ogni cosa esplose e si frantumò, il Mondo intero cadde, ma il Bambino non sparì. Lo guardò con infantile innocenza, viso delicato fatto di luce.Ti guiderò, John. Ci siamo quasi.
 
 
E’ lui che muove i fili. C’è lui dietro tutto questo. È lui che dirige il Piano. È il Bambino. Lui..deve andare sulla Cittadella. Bisogna trovarlo, nel Crucibolo. Era a Central Park. Devo cercarlo tra gli alberi.
Legion..emissario..esecutore.. La Sonda di Eden Prime, il Leviatano. La Sovereign, i progetti su Marte.
È stato lui. Lui, lui. 
  
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