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Autore: danhausers    16/03/2013    6 recensioni
Provavo qualcosa in più di un'amicizia con Liam, anche se lui non era mai andato oltre al 'ciao' con me. Era la persona che frequentavo di meno all'interno del gruppo.
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Harry era diventato stranamente attaccato. Non ci eravamo mai 'frequentati' così tanto. Probabilmente non mi avrebbe nemmeno salutata se non fossi stata amica di Louis ma ora era cambiato tutto e non riuscivo a capire perché.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si alzò, buttando lo zaino a terra e continuando a pensare a cosa avrebbe potuto fare. Poi si accorse di una bottiglia di vetro a terra. La prese e corse verso di lui. Non sapeva cosa voleva fare, la rabbia agiva al posto suo. Non lo avrebbe ucciso, gli avrebbe fatto perdere i sensi in modo che avesse avuto tempo per chiamare la polizia.
L’uomo iniziò ad imprecare alla vista di Liam ma lui con un colpo secco gli diede la bottiglia in testa. Svenne subito dopo. Lo stese sulla panchina e col fiato corto compose velocemente i numeri sulla tastiera.
Non gli restava che aspettare e sperare.
Davvero facendo questo Abby sarebbe tornata?
Erano due settimane che era partita. Due settimane che niente era più lo stesso.
Liam aveva bruciato la lettera. Non voleva avere, e vedere, nulla che gli ricordasse lei. Che gli ricordasse la ragione dei suoi sorrisi. Che gli ricordasse il suo amore. La persona più importante della sua vita.
Aveva iniziato a fumare. A bere. Voleva farsi del male, ormai senza lei non contava più niente.
Poco dopo, un auto con due agenti al suo interno, arrivò. Lo ringraziarono e quando riprese coscienza, gli misero le manette e lo caricarono dentro, sfrecciando verso la stazione di polizia.
Tornò a casa, con la solita sigaretta in mano, che buttava prima di entrare. Ma quella volta Karen lo vide.
«Da quando fumi?» urlò portandolo dentro.
Fece spallucce, annoiato.
«Rispondimi!»
«Una settimana, boh», mugugnò.
«Finché vivi dentro questa casa non ti è permesso fumare, quindi le opzioni sono due: o smetti o vai fuori!»
Liam si morse il labbro. La salutò con la mano e uscì di casa, iniziando a camminare per una meta sconosciuta.

 
«Dobbiamo proprio fare questa cosa?» mi lagnai aggrappandomi alla maglia di Ed.
Lui annuì, divertito, e mi diede una piccola spinta, incitandomi ad entrare nell’auditorium.
Avevano già iniziato.
Quando entrammo ci guardarono con disprezzo, soprattutto Summer, insieme alle sue amiche. Avevo fatto la collezione di quanti insulti mi aveva detto. E questo in sole due settimane.
Ogni volta mi ripetevo ‘chi sei tu per giudicare?’ ma non riuscivo a reagire. Ero impotente davanti al loro comportamento. Forse perché non c’ero abituata.
Forse perché a Londra ognuno pensava a sé stesso, non tutti, ma nessuno si era mai accanito così contro me. Come faceva Ed a resistere? Io ero lì ma due settimane ma lui da chissà quanto tempo.
«Ora sentiamo Edward Sheeran e Abby Felton!»
Appena sentii il mio nome fui distolta dai miei pensieri e, con le gambe che iniziavano a tremare, mi diressi verso il palco. Questa storia avrebbe peggiorato tutto.
«Su Felton, facci sentire, cerca di essere intonata, anche se non lo sei mai, altrimenti rovini l’udito a tutti questi studenti presenti», rise insieme agli altri, tutti gli altri.
Deglutii rumorosamente e sentii le gambe cedermi.
Iniziò a suonare la chitarra ma io non cantai. Aprii la bocca ma non emisi nessun suono. Ero paralizzata. Non avevo il coraggio di cantare davanti a tutte quelle persone che stavano ridendo di me. 
Volevo abbracciare Liam.
Volevo l’appoggio di Kate.
Volevo i ‘andrà tutto bene’ di Louis.
Sentii le prime lacrime bagnarmi il viso e corsi via.
Aprii la porta del bagno e mi accasciai contro di essa, scoppiando in un pianto isterico. Era l’unico modo che avevo per sfogarmi.
«Abby dove sei?» sentii Ed ma non mi mossi. «Merda», borbottò. «Sai che non posso entrare nel bagno delle donne, perché sei lì? Esci, voglio aiutarti»
Cercai di smettere di singhiozzare ma non servii a niente, e continuai più forte.
«Va bene, voglio solo che sai che io sono qui»
Si sedette anche lui contro la porta.
«Non devi dar ascolto a quello che dicono», sussurrò dopo un’interminabile momento di silenzio. «Sono tre anni che con me succede la stessa cosa, devi imparare a fregartene, tu sei migliore di loro»
«N-non s-sto piangendo solo p-per quello», la voce era spezzata dai singhiozzi.
«Se vuoi ti ascolto»
Nascosi il viso tra le ginocchia e cercai di calmarmi. «Ho lasciato i miei amici, il mio ragazzo, la mia vita a Londra, sono dovuta andare via per colpa di mio padre», la mia voce era piena d’odio. «Picchiava mia madre ed una volta ha cercato di ucciderla, siamo dovuti scappare, io non sarò mai al sicuro, lui ci troverà sempre»
Lo ritrovai davanti a me. Tese la sua mano verso di me. L’afferrai e mi rialzai. Istintivamente lo abbracciai.
Era inaspettato, per un attimo rimase sorpreso, poi ricambiò, iniziandomi ad accarezzare i capelli.
«Beh», mi sussurrò all’orecchio. «Anche io ho una storia simile, meno tragica però», fece una pausa. «Mia madre tradì mio padre e voleva che il suo nuovo compagno venisse a vivere in quella casa.
Io ero contrario, ho sempre amato mio padre così decidemmo di cambiare vita, di andarcene da tanta angoscia, mi sono trasferito qui che avevo quattordici anni»
Si allontanò e mi guardò, sorridendo. «Va meglio?»
Annuii, incurvando gli angoli della bocca e asciugandomi il viso con la manica della felpa.
«Ti accompagno a casa?»
«Si, usciamo da questa merda».
 
Liam bussò alla porta di casa di Harry.
Stava sorridendo, ed era in mutande, ma appena vide Liam tornò serio e arrossì all’istante.
«Vedo che ti diverti», commentò annoiato.
«Già, ho da fare, che succede Leeyum?»
Aveva fretta, parlava veloce, e si sistemava più volte i capelli.
«Sono andato via da casa, qualche problema con mamma, posso stare qui per un po’?»
Lanciò uno sguardo fugace verso il piano di sopra e si inumidii le labbra. «Beh non lo so, ora sono impegnato»
«Ma che razza di stronzo sei? Come puoi stare così dopo che Abby se ne è andata?» gli gridò contro.
«Non posso rovinarmi la vita, dobbiamo accettare le cose, Abby non tornerà e basta parlare di lei»
«Quindi tu ti arrendi? Fai come se non l’avessi mai conosciuta, no?» si passò una mano sui capelli e soffiò dal naso.
«No, ma faccio di tutto per non ricordarmi di una delle persone più importanti della mia vita, e forse sono l’unico che ci soffre così tanto. Fuori da casa mia», ringhiò poi.





 

cowabonga.
okay, ho aggiornato dopo un secolo e vi chiedo scusa cc
ho avuto da studiare e non avevo molto le idee chiare
anyway, i'm here OuO
liam il salvatore skst, lui può
harry no, non ci siamo
ed let me love you
fatemi sapere cosa ne pensate hgfd
shamalaya.

   
 
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