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Autore: JB4ever    17/03/2013    0 recensioni
Joe ha 30 anni ed è un avvocato alle prime armi, Demi ne ha qualcuno più di lui ed è una semplice impiegata che, dopo anni vissuti nell' ombra del marito che la picchiava, ha deciso di chiedere la separazione, la custodia del figlioletto Christopher e di sporgere denuncia. Purtroppo i soldi scarseggiano e gli avvocati di fama costano parecchio...
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nota importante:

Premetto che avevo accantonato questa storia a causa della mancanza di tempo e idee per continuarla ma, rileggendola distrattamente qualche sera fa, ho deciso di continuare a scriverla sperando che vi piaccia :)

Capitolo sette:

Parola dopo parola, sguardo dopo sguardo, i due avevano conversato a lungo quel pomeriggio, fin quando Demetria era dovuta scappare al lavoro. Joseph a quel punto era tornato al suo appartamento e, sedutosi al piccolo tavolo che si trovava al centro della cucina, aveva analizzato per ore le deposizioni della donna e,a suo malincuore, anche i referti medici che constatavano la presenza di lividi da percosse sul corpo della donna e del figlioletto Christopher al momento della visita.

 Già, Christopher.. non conosceva ancora quel bambino ma per una strana ragione si sentiva legato a lui da una sorta di affetto astratto, trasmessogli probabilmente dai mille racconti di Demetria qualche ora prima. Si sentiva in dovere di impiegare tutte le sue forze per vincere quel caso e far riabbracciare madre e figlio. Questa volta era diverso dalle altre: certo aveva accettato un caso così impegnativo perché necessitava di soldi, ma da quando l ‘ aveva ottenuto  era stato così preso dalla storia di quella donna così affascinante sotto ogni aspetto da scordarsi completamente di pattuire un giusto compenso.

Se se lo fosse potuto permettere, avrebbe  lavorato gratis accanto ad una giovane di tale tenacia e coraggio, ma il denaro che avrebbe ricavato alla fine di quella faccenda gli era fondamentale per pagare le ore di fisioterapia che suo fratello Nicholas avrebbe dovuto fare per riacquistare le sue capacità motorie, dopo quello sfortunato quanto terribile incidente in moto che lo aveva visto protagonista.

Giorni dopo,Joseph ci stava giusto rimuginando mentre si rilassava sotto il caldo getto della doccia e si insaponava i capelli, quando la porta del bagno si spalancò all’ improvviso , portandolo sull’ attenti e facendogli spegnere l’ acqua per sentire meglio i rumori circostanti. Forse era stato il vento a far sbattere la porta in quel modo , dopo tutto aveva lasciato la finestra del bagno aperta. Proprio quando decise di riprendere a lavarsi però, la tenda di plastica decorata con una stramba fantasia a quadri si scostò facendolo sobbalzare.

- Giorno fratello! Doccia ristoratrice?- lo salutò con fare divertito suo fratello maggiore.

- Dio santissimo, Kevin! Maledetto il giorno in cui ti ho dato la copia delle chiavi dell’ appartamento!- sfuriò spazientito – si può sapere che ci fai qui?! – proseguì poi portando nuovamente la tenda al suo posto  mentre l’ altro abbassava l’ asse del water per poi sedersi sopra di essa, appoggiando la schiena al muro e allungando le gambe fino quasi a toccare la parete opposta della piccola stanza.

- Pensavo di venirti a fare una visita, tutto qui.- alzò le spalle il maggiore, scrollando la testa ricciuta.

Ma Joe sapeva bene qual’ era il vero motivo della presenza del fratello -È successo di nuovo, vero? Sentiamo, perché ti ha sbattuto fuori questa volta? – alzò gli occhi al cielo mentre prendeva al volo un asciugamano blu notte lanciatogli dal riccio e se lo avvolse in vita per poi uscire goffamente dalla doccia.

Kevin rise per quella scena a dir poco comica – La vecchiaia sta arrivando anche per te eh, Joe?-

- Non cambiare discorso Paul! – assottigliò gli occhi fino a farli divenire due fessure e gli rivolse uno sguardo severo.

-Uh,sei davvero arrabbiato fratello! Non mi chiami mai con il mio secondo nome!- proferì prima di sospirare e alzare le mani in segno di resa- okay, okay, Lilian mi ha cacciato fuori da casa, ancora.-

- E posso sapere perché, di grazia?- Joseph pareva esasperato.

-  Beh, sai quella ragazza della pista di pattinaggio?-

- Quella che hai fatto cadere a terra rovinosamente perché pattini peggio di come inventi scuse?!- sorrise appena il minore

- Si, d’ accordo! Ma non è questo il punto, comunque! Il fatto è che ci sono uscito.-

- Di nuovo?! – lo rimproverò Joseph.

-  Si. Joe, non puoi capire…lei è fantastica! Non posso fare a meno di vederla- sospirò rassegnato il riccio per poi osservare nello specchio il riflesso del fratello che lo fissava confuso.

- Kevin, tu sei già sposato! – esordì poi con un tono di ovvietà – e lei ha dieci anni meno di te!-

- Nove per l’ esattezza! E comunque il mio matrimonio non è felice!- si difese l’ accusato seguendo il fratello che intanto si era vestito e frizionato i capelli un paio di volte  con una salvietta di spugna  per asciugarli e ora gli stava offrendo una birra, invitandolo a sedersi accanto a lui sul divano.

- E dove è finito il << Lily è perfetta per me, sono così innamorato, oh non puoi nemmeno immaginare>>- lo schernì facendogli il verso e ridendo subito dopo.

- Si è andato a schiantare contro il muro come uno dei tanti piatti che mi ha lanciato contro mentre mi gridava di andarmene da casa sua! Quanto mai ho lasciato che ce la comprasse suo padre, accidenti!:-

Joe alzò gli occhi al cielo- Ho idea che tra un po’ dovrò farti da avvocato, sai?-

- Per come si stanno mettendo le cose, meglio prima che poi! –

- Dovrai aspettare- scosse la testa il minore- sono occupato da un caso difficile-

- E sei sottopagato come sempre?- rise il giovane dagli occhi verdi come smeraldi.

- Molto spiritoso- gli sorrise l’ altro, di rimando – e comunque i soldi non sono la cosa che più mi preoccupa. È complicato e ho paura di non farcela-

- Ce la farai- Kevin gli accarezzò una spalla con fare fraterno.

- Lo spero! Allora, per quanto ti fermerai?- chiese poi il padrone di casa.

- Oh, mmh, non saprei…qualche giorno, o giù di lì!- borbottò con fare confuso.

- Un paio di mesi?- Joseph conosceva il fratello meglio delle proprie tasche.

- Probabile!- ammise in fine l’ interessato con rassegnazione.

- Afferrato! Vado a preparare la tua stanza!- ma si bloccò a metà strada- tanto per curiosità, come si chiama questa misteriosa e fin troppo giovane ragazza per cui hai perso la testa?-

- Danielle- e in quel momento i suoi occhi brillarono di una luce che Joe non aveva mai visto.

***                                                                                                                          

-        -Demetria? Pronto?-

-      -  Si, scusami. Ero sovrappensiero, dicevi?

-     -   Stavo pensando che sarebbe molto utile tenere in considerazione il parere di Christopher.-

La donna dall’ altra parte della cornetta aggrottò le sopracciglia – Joseph, è un bambino di quattro anni!-

-       - Lo so perfettamente, ed è proprio per questo che voglio parlargli. So per certo che non dirà bugie e se ci confesserà di non essere felice o di essere maltrattato a casa del padre, saremo già a metà strada. La giuria terrà principalmente conto del benessere del bambino, qualunque sia il verdetto- spiegò paziente l’ interrogato, sorridendo compiaciuto della sua tesi.

-        -Interessante- ammise la donna – non avevo mai pensato alla situazione dal punto di vista di Chris, potrebbe funzionare! Si, facciamolo.-

-       - D’ accordo. Ora dovremo richiedere la possibilità di trascorrere per lo meno un paio di pomeriggi insieme al bambino! Così potrai anche approfittare per rivederlo!-

Il suono della voce di Joseph era dolce e rassicurante e la giovane non potè che sentirsi sollevata all’ idea di stringere il suo bambino prima del previsto.

-        -Cercherò di avere i permessi il prima possibile, intanto mi piacerebbe aggiornarti riguardo a ciò su cui ho lavorato  in questi giorni-

-       - Oh certo, potremmo vederci nel tuo ufficio e- ma non riuscì a terminare la frase perché l’ avvocato la interruppe.

-        -Oppure potrei offrirti un pranzo. Mi farebbe piacere! Facciamo per la una alla tavola calda proprio di fronte al parco, accanto alla farmacia dove hai preso quelle pastiglie, la volta scorsa. – sembrava veramente entusiasta e ciò indispettiva Demetria non poco. Dopo tutto, lui era semplicemente un suo assunto e gli appuntamenti dell’ ultimo minuto non erano previsti nel suo contratto lavorativo.

-        -Senta, avvocato- lo tentò di riprendere tornando a dargli del lei- le ho già detto che il suo metodo lavorativo non mi piace per n- ma ancora una volta si fermò a causa dell’ insistente “ tu, tu” che proveniva dall’ altro capo del telefono.

Alzò gli occhi al cielo – È pazzo, completamente svitato. – Eppure, mentre pronunciava quella frase le sue labbra carnose e dai contorni ben definiti non poterono che incresparsi in un sorriso. Tra un paio d’ ore lo avrebbe rivisto e,infondo ,l’ idea di pranzare con lui non gli dispiaceva più di tanto. Anzi, tutto il contrario.

 

  
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