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Autore: supermaan    17/03/2013    0 recensioni
Non penso che nessuno sarebbe mai stato più fortunato di noi. In quel momento mi sentivo come se tutte le cosa brutte avessero un lietofine. Quella notte, che tanto ho odiato, si è rivelata l'inizio di tutto.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: PWP
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Ci guardammo intorno, spiazzate più che impaurite. Il sentimento di impotenza era quello che odiavo di più. non sapevo dov'ero, in uno dei posti che odiavo di più e che in quel momento mi metteva una paura immensa. Rivolsi subito uno sguardo ad Alessandra. Giusto per vedere come stava. Avrei preferito non farlo. Il suo sguardo sembrava ancora più impaurito del mio. In preda al panico le presi la mano "stai tranquilla." alle mie parole sbottò, quasi come se avesse voluto parlare da anni ma nessuno la lasciava dire niente "COME FACCIO A STARE TRANQUILLA? NON SO SE TE NE SEI RESA CONTO MA SIAMO IN MEZZO AL NULLA, DI NOTTE, MENTRE TUTTI PENSANO CHE STIAMO DORMENDO. HO UNA FOTTUTA PAURA E TU MI DICI DI STARE TRANQUILLA?" intravidi delle lacrime scendere sul suo viso bianco semi coperto dall'oscurità. L'abbracciai forte "siamo nella stessa barca. Domani, col giorno, ritroveremo la strada, ne sono sicura." Lei ricambiò il mio abbraccio, ma sentì del bagnato nella mia spalla, stava piangendo. Appoggiai lo zaino che avevo portato per terra e estrassi un fazzolettino. Glielo porti e lei mi ringraziò con un sorriso. Spostai lo sguardo verso destra, vedendo uno spazio piano ma riparato, era perfetto. saremmo rimasti li per la notte, avremmo acceso un fuoco e uno alla volta avremmo fatto il turno. Sembrava così facile a dirsi.. Iniziai a stendere i sacchi a pelo, intanto Alessandra andò a cercare della legna èper il fuoco, ovviamente non allontanandosi. La paura non era scomparsa; ma, avendo un'idea sul da farsi, era diminuita. Sentì dei passi avvicinarsi. Indietreggiai, troppo impaurita per concentrarmi sul apire chi fosse. Quando sentì la sua voce "Martina?" scoppiai in una risata fragorosa. Era solo Alessandra. Lei mi guardava con aria dubbiosa quando le spiegai "MI HAI MESSO UNA PAURA TREMENDA" la spinsi indietro, come vendetta e lei mi spinse a sua volta. "Comunque ho portato della legna.." "Perfetto, mettiamola la'" indicai un posto vicino al sacco a pelo. Purtroppo non avevo tenuto conto del fatto che non avessi la più pallida idea sul come si accendesse un fuoco. L'ho visto fare in molti film, si. Ma farlo nella realtà è qualcosa di completamente diverso. Rimanemmo quasi un'ora per cercare di accendere quel fuoco quando, finalmente partì una scintilla, poi un'altra, e un'altra ancora fino a quando si accese una fiamma che pian piano andava bruciando tutto il resto della legna. Mi girai soddisfatta del nostro lavoro verso Alessandra che, con un sorriso enorme, affermò "siamo le migliori casiniste del mondo" ci battemmo il cinque e ci infilammo nel sacco a pelo. Dopo un po' di tempo nel decidere chi avrebbe fatto per prima la guardia notturna, decidemmo di far scegliere alla sorte, con una partita a 'carta, forbice, pietra' vinsi io, quindi lei sarebbe stata la prima a fare il turo, tutta via capii che forse sarebbe stato troppo pesante per lei da sola. Voglio dire ci eravamo appena perse e lei doveva stare sveglia di notte da sola..no. Non potevo permetterlo. Così uscì dalla tasca dello zaino il mio Ipod e gli passai una cuffietta. Lei mi guardò interrogativa “non dormi?” “Pensi davvero che ti lascerei da sola proprio adesso?” Ci mettemmo sdraiate a guardare io cielo ascoltando tutte le canzoni che passavano. Certo che era proprio bello quel cielo. Non avevo mai visto tante stelle in vita mia..In Città è difficile..quasi impossibile avere una vista notturna così limpida. Parlammo del più e del meno quando iniziai a vedere più nitidamente tutti gli oggetti. Inizialmente pensavo che mi fossi solo abituata all'oscurità ma, girando lo sguardo verso destra, mi accorsi che stava sorgendo il sole. Guardai l'orario: Erano le cinque e mezza del mattino. Non ero mai stata così contenta di vedere la luce. Voleva dire tornare a casa. Voleva dire tornare dai miei amici. Voleva dire TUTTO. Alessandra si alzò e mi prese per il braccio. Iniziò a saltare gridando “torniamo al campo! Dai veloce prendi tutto che dobbiamo tornare al campo!” se qualcuno dei nostri amici ci avesse viste in quel momento sarebbe probabilmente rimasto senza parole. Io e Alessandra, quelle serie, che odiano il campeggio, stavano ridendo e saltando per tornare a lavare pentole sporche e avere le gambe stanchissime dopo escursioni che durano mezza giornata. Ebbene si. Ero contentissima di tornare al campo. Feci più in fretta possibile a raccogliere le cose. In pochi minuti lo zaino era pronto. Ci incamminammo vero il campo, verso ovest. Quando mi sentì tirare dall'altra parte. Era Alessandra. “Dove stai andando? Il campo è di la” indicò l'est “Che cosa? No. E' ad ovest” “No, Martina. Siamo arrivati qui da quella parte. Quindi il campo è sicuramente verso Est” “Che stai dicendo? Siamo arrivati dalla parte opposta.” Ecco. Lo sapevo. Era tutto troppo facile per essere vero. Dov'era la strada per il campo?
  
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