17/03/2013
4 recensioni
Lacrime
Semir si catapultò verso il centro della stanza, incurante delle pallottole che Hissel continuava imperterrito a sparare.
Vide Aida cadere a terra ed Elisabeth gridare spaventata.
Quando però vide il sangue spargersi sul pavimento sotto alla figlia più grande, gli mancò il respiro.
Il criminale fuggì spaventato e Ben fece per seguirlo, ma lo dimenticò non appena il suo sguardo cadde sull’esile corpo di Aida disteso a terra in una pozza di sangue.
Semir raggiunse la piccola e la prese tra le braccia chiamandola per nome: non poteva essere accaduto davvero. Era solo un incubo, un terribile incubo che presto sarebbe finito… o almeno questo tentava di pensare il poliziotto; ma la sua speranza veniva tradita dalle lacrime, che amare gli bagnavano il viso.
«Aida… Aida svegliati! Aida!» provò a darle qualche schiaffetto sulla guancia ma niente, non reagiva.
«Aida… piccola, svegliati! Ben…» mormorò rivolto al collega. Questo, che era rimasto per qualche istante immobile senza riuscire a capacitarsi di cosa fosse successo, afferrò il telefono e compose meccanicamente il numero dei soccorsi.
Semir provò a fermare l’emoragia con dei fazzoletti, ma le mani gli tremavano talmente forte da non riuscire a fare niente. Asciugò con un dito una lacrima rimasta sul viso di Aida e la chiamò ancora per nome: «Svegliati… ti prego.».
Poi incrociò lo sguardo terrorizzato di Elisabeth, il cui volto era sbiancato.
«Ehi piccola… andrà tutto bene!» le disse dolcemente il poliziotto, sforzandosi di sembrare convincente.
Ben prese in braccio la bambina più piccola che ora piangeva disperata e le accarezzò i capelli tentando di tranquillizzarla.
«Semir, l’ambulanza sta arrivando.» comunicò, ma l’altro non sembrò neanche ascoltarlo.
Finalmente, dopo attimi che sembrarono ore, si sentì il suono di una sirena che si avvicinava, poi alcuni ragazzi fecero irruzione di corsa nella stanza e prelevarono il corpo della bambina, adagiandolo su una barella.
«Avete una macchina? Raggiungeteci in ospedale, meglio che nessuno salga sull’ambulanza. Durante il tragitto dobbiamo tentare di fermare l’emoragia.» spiegò un medico, chiudendo lo sportellone della vettura senza nemmeno attendere una risposta. Partirono a tutto gas, a sirene spiegate, lasciando Ben, Elisabeth e Semir immobili, in mezzo al piazzale.
«Semir… adesso andiamo, ma tu prova a stare calmo, okay? Andrà tutto bene!» disse il più giovane
L’ispettore non trovò nemmeno la forza di rispondere. Annuì, con lo sguardo perso nel vuoto. Gli girava la testa, vedeva tutto sfuocato, gli sembrò che il mondo intero gli fosse crollato addosso in un istante. Non riusciva a mettere in ordine i miliardi di pensieri che affollavano la sua mente e gli pareva che tutto ciò che lo circondava avesse un che di surreale. Aprì la bocca per dire qualcosa, ma non ne uscì alcun suono.
Ben gli toccò una spalla come per riportarlo alla realtà: «Semir… andrà tutto bene!» ripetè «Ora sali in macchina e raggiungiamo subito Aida… ma vedrai che andrà tutto bene.».
…
Ringrazio Reb, capitanmiki e Magika per le loro recensioni e vi lascio direttamente all’attesa del prossimo capitolo, questa volta!
A presto
Sophie :D