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Autore: Valeriagp    17/03/2013    9 recensioni
Attenzione! Spoiler sulla 5a Stagione.
Merlin ha cercato Arthur ogni momento delle sue innumerevoli vite. Ormai rassegnato a non vederlo mai più, un viaggio in Metro gli cambierà la vita.
Primo capitolo ispirato ad una fic breve letta su Tumblr mesi fa, di cui purtroppo non ho mai più trovato l'autore.
Genere: Erotico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Galvano, Merlino, Parsifal, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: Lemon | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nessuna stagione, Nel futuro
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A Thousand Years and Back'
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Nota dell'autrice:
Questo capitolo per me è stato un parto. Difficilissimo da scrivere, ancora più complicato da concludere. E' un po' più corto del precedente, ma era perfetto così secondo me.
In questo caso, più che mai, devo ringraziare la mia grande amica Ginevra, che mi ha fatto da beta, sistemando cose varie qui e lì per rendere il capitolo scorrevole. Grazie come sempre, sei meravigliosa <3
Vi ricordo che ho aperto una paginetta Facebook su questa fanfiction, dove condivido cose che mi ispirano, oltre che aggiornamenti sulla scrittura. Se vi va di farci un salto, mi trovate lì :) http://www.facebook.com/pages/A-Thousand-Years-Un-racconto-di-Valeriagp/413796298707467
Ed ora, buona lettura! Fatemi sapere che ne pensate :*

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Qualche ora prima...

 


Morgana aveva passato una giornata durissima: i preparativi per il party si erano rivelati molto più complicati del previsto. La ditta che forniva le decorazioni floreali aveva sbagliato il colore dei tulipani, e ancora non avevano trovato quelli giusti. Sembrava che in quel momento a Londra non ci fossero tulipani cremisi, o almeno non abbastanza per il suo party.

Il nervosismo iniziava a farsi sentire, e quando Mordred tornò, nel pomeriggio, e le arrivò dietro senza farsi sentire facendole il solletico, lei si girò pronta a catapultarlo dall’altra parte della stanza con la magia. Lui fece una faccia stupita e alzò le mani in segno di difesa, come a dire “tranquilla sono solo io”. Morgana gli chiese scusa e lo abbracciò.


Mordred le disse: “Che cosa ti è successo, Gana? Non credo di averti mai visto così isterica...”

“Sta andando tutto male!! Mancano i tulipani cremisi, il catering mi dice che non hanno abbastanza foie gras per le tartine, le candele non sono arrivate.... e io credo che piangerò presto.”

Mordred abbracciò sua sorella e le disse: “E tu, potente maga, nonché sorella di un potente stregone, ti scoraggi per così poco? Dimmi cosa manca, vedremo di farlo magicamente arrivare!”


La donna lo guardò, come se lo vedesse lì per la prima volta, e disse: “Mordred, sei un GENIO!!! C’è qualcosa nei tuoi libri che faccia cambiare colore ai fiori?? Ho centinaia di tulipani rosa che non mi servono...”

“Andiamo, sorellona, e sistemeremo tutto.”


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Alle 18.30...


Percival e Leon si tirarono la porta dietro, entrarono in ascensore senza dire una parola, e una volta che le porte si chiusero, si guardarono per un istante e scoppiarono a ridere.

“Dio che cosa imbarazzante!” disse Percival.

“Ma FINALMENTE! Ce l’hanno fatta a darci sotto, quei due!! Sono secoli - letteralmente secoli - che si corrono dietro... segniamo la data sul calendario!” disse Leon.

“Devo dirlo subito a Gwaine!!” disse ridendo Percival, e tirò fuori il suo telefono mentre si dirigevano alla macchina.


Indovina cosa ho appena visto? - P


Oh no... non dirmi che hai trovato le mie foto nudo per il Gay Magazine... - Gw


….scusa, cosa? Vabè, ne riparleremo un’altra volta... No, ho appena visto Merlin e Arthur impegnati in un bollente incontro di bocche, e non solo, sul bancone della cucina... - P


NON MI DIRE!!! Finalmenteeee stappiamo lo champagne!! Erano sexy? - Gw


Piantala, stupido... l’unica persona che vedo sexy sei tu... pensa come sono ridotto... - P


Hai scelto il migliore, per farti cambiare strada nella vita... - Gw


Questo è ancora tutto da vedere... per ora sono solo parole parole parole... - P


Se mi stai sfidando, sappi che non sai con chi hai a che fare... - Gw


Ti aspetto stasera in camera, sono proprio curioso di scoprirlo :D - P


“Piantala di flirtare per SMS, Perce, i due piccioncini stanno arrivando.” disse Leon.

Percival alzò lo sguardo, e vide Merlin e Arthur elegantissimi che uscivano dalla porta a vetri di palazzo Camelot, mano nella mano. L’immagine gli fece molta tenerezza. Aveva l’impressione che ora che il muro che li divideva era stato abbattuto, quelle due mani non si sarebbero mai più lasciate.


Arrivando alla macchina, Arthur, evidentemente di buonumore, disse: “Nuovo dettaglio delle nostre coperture: il ricco e viziato possidente e il suo assistente personale sono segretamente una coppia.” e si mise a ridere, seguito da tutti gli altri, mentre chiudevano gli sportelli e l’autista partiva, per dirigersi verso il party.


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Elena e Gwaine erano in auto, e stavano andando al party.

Il ragazzo aveva un sorrisetto sornione sul volto, ed Elena pensò che gli voleva molto bene. Fino a poche ore prima aveva pensato di amarlo, ma ora che aveva recuperato i suoi ricordi della vita precedente, non poteva dire di esserne sicura. Non sapeva esattamente cosa avrebbe portato questa nuova consapevolezza, a parte la sua accettazione del rapporto fra i due cavalieri di Camelot, ma sicuramente si sarebbe presa un po’ di tempo per scoprirlo.


Non voleva tagliare i rapporti con nessuno di loro: anche se a Camelot aveva conosciuto solamente alcuni componenti del gruppo di oggi, erano tutti parte di una realtà molto particolare, e questo li univa sicuramente per il resto della loro vita presente.

Tuttavia, aveva bisogno di ripercorrere un po’ le sue vite, passata e presente, per mettere in prospettiva il suo futuro: non poteva ignorare il bagaglio di conoscenza ed esperienza che i suoi nuovi ricordi le portavano. Si sarebbe quindi distanziata da tutti loro per qualche tempo, probabilmente una quindicina di giorni, per riflettere.


Era comunque estatica: la sua nuova memoria era affascinante, perché i ricordi si sovrapponevano senza soluzione di continuità, ed avevano la stessa vividezza, che risalissero a ieri o a centinaia di anni fa.

Avrebbe sicuramente voluto parlarne con qualcuno del gruppo, che condivideva la stessa sensazione, ma non ora. Dopo stasera, li avrebbe salutati per un po’.


Nel frattempo, avevano una missione da svolgere: prima di uscire, le era stato spiegato cosa avrebbero dovuto fare, e quanto fosse importante la missione di quella sera. Sebbene il suo ruolo fosse piccolo, avrebbe fatto tutto il possibile per dare il suo supporto a tutti.


Gwaine stava di nuovo sorridendo mentre guardava lo schermo del suo telefono, ed Elena credeva di sapere perché... quindi glie lo disse.

“Stai flirtando col tuo amante, caro?” Disse questa frase col sorriso sulle labbra, e Gwaine dovette cogliere che era una battuta, e che non le dava fastidio.

Le rispose: “Un po’... ma in realtà rido per quello che mi ha appena raccontato Perce: lui e Leon hanno beccato Merlin e Arthur che pomiciavano!”

“Ma va?!? L’ho sempre pensato che erano molto uniti... ma non immaginavo così tanto!! Ma che cos’è che avete, fra voi uomini di Camelot? Meno male che queste relazioni non sono iniziate nella vostra vita precedente, o il popolo dell’Inghilterra si sarebbe estinto!!”


Ridendo entrambi, si resero conto che erano arrivati alla mansione dove si sarebbe tenuta la festa, e scesero dalla macchina, pronti allo show.


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Gwen, Lancelot e Elyan arrivarono nei pressi della enorme casa con ampio anticipo rispetto al resto del team, e posizionarono il loro van nero a mezzo isolato di distanza, per non destare sospetti. Elyan scese e si diresse alla mansione, per riunirsi con Gwaine ed Elena, e Gwen e Lance, che rimasero soli, prepararono tutto l’armamentario tecnologico necessario per la loro parte della missione.

Il telefono di Gwen squillò, e lei vide che si trattava di un SMS di Arthur.


Io e Merlin ci siamo baciati. Non sai che meraviglia Gwen... - A


La ragazza fece un urletto e iniziò a saltellare nel ristretto spazio del van. Lance la guardò perplesso e chiese: “Che cosa è successo, amore mio?”

“MERLIN E ARTHUR!!! SI SONO BACIATI!!! ODDIO FINALMENTE!!!”

Lancelot scoppiò a ridere, e la abbracciò con affetto... era bello vedere quanto fosse entusiasta per la felicità degli altri. Aveva sempre avuto un buon cuore.


“Ma ti rendi conto Lance? Sono secoli che quei due si corrono dietro!! E’ fantastico che finalmente si siano trovati! Credi che mi faranno fare da damigella d’onore al loro matrimonio? Eh? bisogna iniziare a pensare al ricevimento! Oddio... non sto più nella pelle!!”

“Gwen, tesoro, calmati adesso... si sono appena baciati! Diamogli tempo di abituarsi alla loro nuova realtà, no? Al matrimonio ci si penserà più in là...”

“Oddio, hai ragione, scusa è che mi lascio sempre trasportare dall’entusiasmo...”


“Lo so, amore mio, ed è una delle cose che più amo di te.” Lancelot le prese la testa fra le mani e le diede un tenero bacino sulla punta del naso, e Gwen allora lo ricambiò stampandogli un sonoro bacio sulle labbra.

“Mettiamoci all’opera, Dottore!” disse Gwen. Sistemò l’attrezzatura, collegò tutti i cavi ai computer, li accese ed iniziò a digitare sulla tastiera delle stringhe di comandi. Lancelot la supportava come poteva, ma principalmente la ammirava incantato come gli succedeva sempre quando lei entrava nel suo ruolo. Dopo qualche minuto, Gwen esclamò: “SI! Ce l’ho fatta... sono dentro. Sbirciamo un po’, vediamo che succede alla festa.”


Lo schermo secondario collegato al suo PC prese vita, e delle immagini iniziarono a venir trasmesse.

Dalla telecamera di sicurezza dell’ingresso, videro entrare il loro team, proprio nel momento in cui Arthur disse con un filo di voce, “Siamo dentro”. Gwen era molto orgogliosa dei microauricolari che i ragazzi portavano dietro all’orecchio destro: il design era dei servizi segreti, ma lei con delle particolarissime idee aveva aiutato a perfezionarli, ampliandone la portata e la chiarezza di trasmissione.


Gwen e Lance passarono alla fase successiva della loro missione, che era quella di cercare di localizzare il ricercato numero uno, The Hate, in mezzo alla folla. Ovviamente avevano un duro lavoro davanti, visto che non sapevano nulla di lui - o a ben pensare, lei. Quindi iniziarono a fare una sorta di zapping virtuale fra le varie telecamere distribuite nella casa, cercando qualsiasi cosa sospetta che attirasse la loro attenzione. Avevano davanti a sé una lunga serata.


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Qualche minuto prima...


Merlin era disorientato, ma principalmente non stava più nella pelle. Erano in macchina, Leon e Percival nei due sedili anteriori, lui e Arthur seduti uno accanto all’altro nel sedile posteriore. Mano nella mano. Le loro dita intrecciate. Le loro gambe si toccavano, e Merlin, ad un certo punto del viaggio, aveva appoggiato la testa sulla spalla di Arthur, ed aveva ricevuto in cambio un bacio sui capelli. Aveva allora alzato lo sguardo, e con un lieve imbarazzo, aveva fatto un sorriso al biondo, che aveva alzato la mano libera e gli aveva accarezzato una guancia, prima di dargli un casto bacio sulle labbra.


Ok. Poteva baciare Arthur quando voleva. Era davvero una sensazione nuova. Avrebbe davvero fatto di tutto per approfittarne pienamente per tutto il resto della sua vita.

Non sapeva come definire quello che provava se non con il termine ‘estasi’... Sapeva che la sua ragione di vita era aiutare Arthur a compiere il suo destino, ma in quel momento non riusciva ad immaginare cosa ci potesse essere di più importante del baciare Arthur. O del continuare quello che avevano interrotto solo pochi minuti prima... Ma ci avrebbe pensato stasera al loro ritorno a casa, per adesso avevano una missione da compiere. E Merlin, come sempre, avrebbe fatto del suo meglio per proteggere il suo Re. Il suo uomo.


Quando arrivarono alla mansione, Percival e Leon si girarono verso Arthur e gli dissero: “Andiamo a dare un’occhiata alla situazione. Aspettateci qui, torneremo fra 5 minuti.”

Una volta che rimasero soli, Merlin era ancora perso nei suoi sogni ad occhi aperti, quindi Arthur gli strinse dolcemente la mano per attirare la sua attenzione, e il moro alzò la testa di scatto e guardò il suo amico: si sorrisero, e Arthur gli disse, sommessamente: “Sei pronto per lo show?”

Merlin gli accarezzò i capelli, scostandoglieli dagli occhi, e lo baciò dolcemente. Arthur ricambiò il bacio, dapprima con dolcezza, poi con più passione: il fuoco che ardeva dentro i due ragazzi non era stato ancora domato.


Il bacio fra Merlin e Arthur si faceva sempre più profondo, e Merlin a quel punto decise di lasciar da parte la logica e le loro responsabilità, e che era giunto il momento di ritagliarsi un momento tutto per loro, approfittando del momento di solitudine.

Si staccò per un istante da Arthur, sussurrò Fýrbendum fæst, e chiuse le sicure delle portiere della macchina con la magia.

Arthur guardò i suoi occhi diventare d’oro e con uno sguardo predatorio che avrebbe incenerito anche un drago, gli disse: “Mi fa impazzire quando fai gli incantesimi” e ripiombò sulle sue labbra divorandolo con una veemenza incontrollabile. Merlin iniziava a perdere coerenza, e riusciva a sentire solo la vicinanza di Arthur e il bisogno di averlo ancor più vicino.


I vetri oscurati dell’automobile garantivano loro la privacy, quindi Merlin, con un’agilità che poco gli si addiceva, si spostò e si sedette sulle gambe di Arthur. Si ritrovarono quindi faccia a faccia, con Merlin che sovrastava di poco in altezza il suo amante, e dalla posizione di predominanza in cui si trovava, spinse all’indietro la testa di Arthur, per avere migliore accesso alla sua bocca, e riprese a baciarlo con tutta la passione di cui era capace.


Lo spazio ristretto del sedile posteriore della macchina non permetteva loro molti movimenti, ma Merlin spinse delicatamente sulle spalle di Arthur fino a farlo scivolare lateralmente, e finire semisdraiato, con la schiena appoggiata alla portiera della macchina. Merlin si sollevò leggermente, permettendo ad Arthur di accomodarsi con una gamba stesa, l’altra piegata al ginocchio con il piede poggiato sul sedile. Allora Merlin si sdraiò sopra ad Arthur, petto contro petto, le sue gambe fra quelle di Arthur, e soprattutto, bacino contro bacino.

All’unisono iniziarono a muoversi l’uno verso l’altro: un gemito uscì dalla bocca di Merlin, e un suono simile ad un ruggito da quella di Arthur.


Le loro erezioni a contatto una con l’altra creavano una dolce frizione che era attutita dalla presenza degli indumenti a dividerle, ma per entrambi era una sensazione divina poter sentire vicino l’altro in tutto e per tutto.

I movimenti dei due si facevano sempre più rapidi e scoordinati, e loro erano sempre più persi nell’eccitazione, fin quando Merlin per primo, e Arthur subito dopo, raggiunse un orgasmo che lo fece tremare fino al midollo. Urlarono insieme, abbracciati, completamente vestiti, e incapaci di dominare l’estasi che li avvolse, e dopo rimasero lì per alcuni minuti, fermi, ansimanti e sconvolti, a cercare di riprendersi da quello che avevano appena provato.


Merlin sollevò la fronte dalla spalla di Arthur, e lo guardò negli occhi con un’enorme dolcezza, e un’espressione divertita. “Siamo peggio degli adolescenti: la nostra prima volta sul sedile posteriore di una macchina parcheggiata...”

“Ma è stata assolutamente perfetta. Altrimenti non sarei sopravvissuto alla serata che abbiamo davanti... non avrei fatto altro che cercare ogni angolo nascosto della casa per poterti violentare.”

“Mmm... suona interessante... forse dovresti farlo comunque...”

“Stasera... più tardi.” disse Arthur, baciando Merlin lascivamente. Poi continuò: “Forse sarebbe bene avvisare Percival e Leon di andare a dormire altrove stanotte... voglio inaugurare tutte le stanze di Palazzo Camelot.”

“Guarda che ti prendo in parola...”

“Oh, non preoccuparti... sai che io sono un uomo d’onore... se dico una cosa la faccio!” affermò Arthur, scoppiando a ridere subito dopo.


Merlin fece per sollevarsi, e Arthur guardò in basso, poi di nuovo verso il moro, e con aria leggermente imbarazzata disse: ”Oh... siamo due pazzi. Come facciamo a presentarci alla festa in queste condizioni?” I loro bei completi di sartoria erano tutto raggrinziti e in disordine.

Il moro guardò il biondo, sorridendo spavaldo, e disse: “Devo davvero iniziare ad elencarti quante utili applicazioni ha la magia?” Con un incantesimo, fece sparire le prove del loro veloce intermezzo privato, causando una risata di cuore del suo amante, che aggiunse: “Beh, questo può davvero tornare utile! Finalmente ho trovato un buon utilizzo per te, buono a nulla di un servitore!”


Merlin diede giocosamente un pugno sulla spalla di Arthur, e lo aiutò a mettersi seduto e a ricomporsi: ora era davvero tempo di entrare nei loro rispettivi personaggi. Prima di aprire la portiera ed uscire dalla macchina, Arthur si girò e diede un ultimo, affamato bacio a Merlin. “Più tardi, amore mio.”

Con quella promessa nel cuore, scesero dalla macchina ed entrarono in scena.


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Gwaine ed Elena erano già nel mezzo dell’azione: salutavano gente qui e lì, si mischiavano coi presenti e rendevano nota la loro presenza, come gli era stato chiesto di fare. Gwaine non era un personaggio politicamente importante, quindi si sperava che la sua presenza frivola potesse costituire una sorta di esca per coloro che conoscevano The Hate, per farsi sfuggire un nome, una descrizione, una battuta sulla sua presenza lì.

Li raggiunse Elyan, fingendo di incontrarsi per caso con loro, e si unì ad essi per tenere d’occhio Elena e proteggerla in caso di pericolo.


Dopo qualche minuto Gwaine vide arrivare gli altri. Merlin e Arthur avevano un’aria estremamente felice: pur nella finzione di essere semplici collaboratori, adesso qualcosa nei loro gesti tradiva, (almeno ai suoi occhi perché li conosceva bene) una nuova consapevolezza dell’altro, una nuova attenzione; era come se i loro corpi gravitassero uno intorno all’altro... come se il loro equilibrio personale fosse cambiato dopo quello che era successo fra di loro quella sera.

Gwaine era felicissimo di vederli felici, più uniti che mai: entrambi avevano sempre sacrificato tutto per Camelot, ed era ora che avessero un po’ di gioia anche per loro stessi.


Con fare casuale, Gwaine Elena ed Elyan si avvicinarono agli altri, e Gwaine finse di presentarsi: “Arthur? Buonasera, sono Gwaine Jones. Scusi se la importuno, ma ho sentito grandi cose su di lei e la sua famiglia, e ci tenevo a conoscerla.”

Arthur, perfettamente calato nel suo personaggio, lo guardò dall’alto verso il basso, e gli riservò una fredda stretta di mano, ignorandolo subito dopo e tornando a parlare con la bellissima donna tutta ingioiellata che gli si era avvicinata poco prima.


Merlin, anche lui perfettamente nel ruolo, strinse la mano di Gwaine e aggiunse: “Lo deve scusare, Gwaine, ma quando parla con qualcuno odia essere interrotto.”

Il sorriso che Merlin gli rivolse però era assolutamente genuino, e Gwaine vide negli occhi dell’amico la gioia repressa finalmente alla luce, dovuta naturalmente alla sua nuova condizione di uomo innamorato, e ricambiato.

Gwaine gli sorrise, e aggiunse: “Lei dev’essere Merlin, si parla molto anche di lei e della sua fedeltà ad Arthur. E’ vero che sono anni che sopporta il suo caratteraccio?”

“Non ha idea, Gwaine... a me sembrano secoli...” rispose Merlin strizzandogli l’occhio, e Gwaine ed Elena risero di cuore, sapendo che erano davvero secoli che Merlin aveva a che fare con Arthur.


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Morgana e Mordred si erano a malapena spostati dalle cucine o dal centro direzionale, sito nel saloncino secondario al piano terra che tenevano sempre libero durante gli eventi, nel quale erano rinchiusi con i loro principali collaboratori per supervisionare le operazioni della festa. Per quanto Morgana fosse sempre attenta alla pianificazione, mancava sempre qualcosa: stasera scarseggiavano le bottiglie d’acqua! Era vero che molti invitati stavano pasteggiando a suon di champagne, ma l’acqua non poteva comunque mancare.

Morgana era comunque soddisfatta di come stavano andando le cose, e per la questione dell’acqua  si sarebbe comunque trovata una soluzione in qualche modo.


Non aveva più visto Nimueh, da quando erano arrivati i primi invitati, visto che lei si era spostata stabilmente nel salone principale a fare gli onori di casa.

Morgana lasciava sempre la cura dell’accoglienza ospiti al suo cliente, a colui che aveva deciso di organizzare un evento: non amava essere al centro dell’attenzione come organizzatore, per lei il successo del suo lavoro si misurava in quanti clienti soddisfatti avesse ottenuto fino a quel momento, non nei complimenti che poteva ricevere dagli invitati.


Mordred si rendeva utile come poteva: dopo che le aveva risolto il problema dei tulipani, quel pomeriggio, Morgana aveva davvero rivalutato il fatto che avesse bisogno di suo fratello come lui aveva bisogno di lei. Lui era pronto di ingegno e probabilmente più capace di improvvisare, rispetto a lei. In cambio lei teneva a bada i suoi bollenti spiriti, e lo guidava nelle sue scelte - su cui peraltro erano sempre d’accordo, alla fine.

Il suo affetto per suo fratello era davvero enorme. Si era sempre sentita un po’ mamma nei suoi confronti, visto che lo aveva di fatto allevato fin dalla giovane età, data la perdita dei loro genitori.


Il giovane la raggiunse, e le disse: “Allora, sorellona, come ti senti?”

Lei rispose: “Non male, fratellino. Sono soddisfatta di come stia venendo il party. Per ora non ci sono grossi imprevisti, e la gente sembra divertirsi. D’altro canto, è circa mezz’ora che mi sento leggermente disorientata, di nuovo quella strana sensazione di star dimenticando qualcosa di importante. Bah, passerà: prima o poi ricorderò cos’è che dimentico da tutta la vita!”

Mordred rise, e le disse: “Prima o poi... Comunque stai bene? Hai bisogno di una pausa, Gana? Rimango io qui a controllare se vuoi.”


“No, grazie, tranquillo che ce la faccio. Ascolta, hai visto Nimueh? Volevo controllare con lei se ci fosse qualcosa di particolare da sistemare.”

“No, è da un pezzo che non la vedo. Andiamola a cercare.”


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Nel salone principale, Nimueh stava socializzando con chiunque, principalmente sorridendo e scambiando poche parole con tutti quelli che le capitavano a tiro.

Quando vide entrare Arthur e il suo lacchè, fece si che non la vedessero, celandosi alla loro vista con un sottile incantesimo, e sorrise fra sé e sé pensando che la loro trappola (sua e del suo occulto socio) aveva funzionato alla perfezione: aver fatto girare la voce che The Hate sarebbe stato al party aveva attirato lì esattamente le persone che dovevano esserci, ovveroo i due appena arrivati.

Nimueh salutò l’anziano uomo con cui stava parlando, e si diresse verso il retro della casa, in una stanza che era stata resa inaccessibile a chiunque tranne lei e la sua ospite. O, per meglio dire, la Sacerdotessa Suprema che con lei condivideva i segreti dell’Antica Religione. Anche soprannominata The Hate dagli ignoranti plebei che non la conoscevano, e non capivano nulla del loro progetto.


Entrò nella stanza, e la donna si alzò di scatto, esclamando: “Allora? Pendragon è arrivato?”

“Si, Morgause, sono qui da pochi minuti.”

“E’ giunto il momento allora. Portami da lei.”


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Mentre Mordred e Morgana stavano avviandosi per andare a cercare Nimueh, la porta si aprì, e lei stessa entrò nel saloncino con un’altra donna. Bionda, alta poco più di Morgana, molto affascinante e dagli occhi magnetici, lei entrò nella stanza e fissò il proprio sguardo su Morgana non distogliendolo più.

Morgana provava una strana attrazione per questa donna: la sentiva molto familiare pur trattandosi di una sconosciuta, ma in modo diverso da quello che sentiva quando era in presenza di Nimueh... era come se ci fosse un forte legame fra loro, eppure non sapeva nemmeno come si chiamasse.


Mordred e Morgana si avvicinarono ulteriormente alle nuove arrivate, e Nimueh, sorridendo, fece le presentazioni: “Morgana, Mordred, questa è Morgause.”

La bionda allungò la mano destra verso Morgana, ignorando Mordred completamente, e quando glie la strinse, Morgana sentì un calore ed una specie di scossa che la lasciarono per un istante interdetta. Guardò Morgause negli occhi, e quelli della donna sembravano brillare di una luce intensa, oltre ad essere umidi, come se fosse commossa.


“Morgana, ho sentito grandi cose su di te. Grazie per aver organizzato questo party, ci tenevamo molto che riuscisse alla perfezione. E così è stato. E’ un piacere finalmente conoscerti.”

“Organizzare questo party è stato un piacere, Morgause.” rispose Morgana con un sorriso smagliante. La bionda chiuse per un istante gli occhi, sorridendo, dopo di che si girò verso Mordred e gli strinse la mano, ma senza dargli troppa confidenza. Il ragazzo la guardò con un’aria lievemente perplessa, ma fu cordiale e le sorrise ricambiando la stretta di mano.


Nimueh si accomiatò ed uscì, e Morgana fece accomodare Morgause sul divano in un angolo del salone, chiedendo a tutti i suoi collaboratori e alla servitù di lasciarli soli. Capiva che questa persona era qualcuno di importante, e la sua educazione le impose di metterla a suo agio, mentre la sua innata curiosità le diceva di scoprire di più su di lei.

Mordred continuava a guardarla con perplessità, e Morgana lo fulminò con lo sguardo, come ad intimargli di smetterla di fissarla. Mordred alzò le spalle in risposta, e distolse lo sguardo.


Morgause comunque non aveva occhi che per Morgana, e questa attenzione iniziava ad innervosire la mora. Oltretutto non capiva perché, ma sentiva un bisogno istintivo di avvicinarsi a lei, di abbracciarla. E anche questo la innervosiva. Troppe cose inspiegabili...

Iniziarono a parlare del più e del meno, fino a che la porta si aprì di nuovo...


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Alcuni minuti prima...


Nimueh uscì dalla stanza, e si diresse verso il salone. Si fece strada in mezzo alla folla che ormai riempiva ogni angolo, e salì sul palco posizionato in fondo alla sala eventi, facendo allo stesso momento cadere l’incantesimo che la nascondeva agli occhi dei suoi nemici.

Accese il microfono, si schiarì la voce per attirare l’attenzione, e iniziò: “Buonasera, amici ed amiche. Prima di tutto vorrei ringraziarvi per essere qui: la vostra presenza è importantissima, visto che con quello che ricaveremo da questa serata potremo sovvenzionare un’importante branca della ricerca contro i tumori. Sapete quale sia il nostro impegno in questo e tanti altri campi benefici, ma senza ognuno di voi che ci avete voluto aiutare questa sera, non andremmo da nessuna parte. Spero che la serata sia di vostro gradimento, e spero di vedervi al nostro prossimo evento!”


Un applauso chiuse le parole di Nimueh, che, mentre scendeva dal podio, si girò fissando negli occhi Merlin che stava lì vicino, non distogliendo lo sguardo da lui nemmeno mentre si incamminava verso l’uscita della sala.

Vide lui cambiare espressione e stringere gli occhi, e allora seppe di aver avuto successo. L’esca era stata buttata e il pesce aveva abboccato.


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Emrys.... che caso rivederci, dopo tutti questi anni... dopo che mi hai uccisa.


Merlin sentì queste parole nella sua testa e si girò di scatto verso il palco su cui stava salendo la donna: era Nimueh, e lui la vedeva solo adesso! Sicuramente prima doveva aver fatto un incantesimo per nascondersi ai loro occhi, ma allora perché rivelarsi proprio adesso?

Per tutto il tempo del discorso di Nimueh, Merlin la fissò, ma lei non si girò mai nella sua direzione. Solo quando scese, si girò verso di lui e lo fissò a lungo, con aria di sfida.


Il giovane mago decise di seguirla, e fece per dirigersi verso di lei, ma Arthur gli afferrò un braccio e disse: “Che cosa stai facendo?”

Merlin lo guardò e gli rispose: “Arthur, Nimueh ci sta sfidando... sono sicuro che sappia qualcosa sull’identità di The Hate, e che seguendola potremmo scoprire chi sia questa persona... Devo seguirla! Se la perdiamo di vista potremmo non rivederla più, sicuramente prima usava un incantesimo per nascondersi a noi... se lo dovesse usare di nuovo potrebbe diventare invisibile ancora una volta!”


“Va bene Merlin, capisco perché vuoi seguirla, ma non andrai da solo. Verrò con te.”

“No Arthur, potrebbe essere pericoloso!”

“E quando mai questo mi ha fermato? Andiamo!” Arthur si avviò e Merlin lo seguì. Leon e Percival fecero per seguirli, ma Arthur disse loro: “Aspettate qualche minuto e poi veniteci a cercare se non torniamo. Cerchiamo di non dare nell’occhio.”

I due annuirono, e rimasero dov’erano.


Merlin ed Arthur si fecero strada in mezzo alla gente, andando nella direzione in cui avevano visto sparire Nimueh, ed uscirono dal salone. Si trovarono in un corridoio in cui c’erano solo poche persone, e videro Nimueh sparire dietro un angolo. Le andarono dietro, cercando di non attirare troppo l’attenzione, e dopo un paio di ulteriori deviazioni, la videro sparire dentro una porta, che lasciò socchiusa di proposito.

Merlin stava lanciandosi al suo inseguimento, ma Arthur lo fermò per un istante, mettendogli un braccio intorno alla vita, e dicendogli: “Stai attento.” Gli diede un veloce bacio sulle labbra, e lo seguì mentre entrava nella nuova stanza.


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Alcuni minuti prima...


La serata sembrava essere tranquilla, per ora non c’erano stati segnali che ci fosse qualcosa di strano fra gli invitati al party, e Gwen e Lancelot non avevano visto nessuno di sospetto che potesse essere il fantomatico e pericoloso The Hate.

I due continuavano a stare concentrati sui 3 schermi che avevano davanti che, collegati alle telecamere di sicurezza della mansione, trasmettevano immagini dal party.

All’improvviso, videro che qualcosa si stava muovendo nella zona del palco, e seguirono Nimueh che saliva e faceva un discorso, senza però sentire cosa dicesse, visto che le telecamere trasmettevano solo il video. La videro scendere dal palco e girarsi a fissare qualcuno, allora su un altro schermo si collegarono alla telecamera di fronte per vedere chi stesse fissando: solo in quel momento si resero conto che si trattava di Merlin e Arthur.


Videro i due scambiarsi qualche breve parola, e spostarsi per seguire la donna quando lei uscì dal salone. Cambiarono allora prospettiva, e seguirono i tre per i corridoi della mansione spostandosi di telecamera in telecamera. Dopo alcuni minuti, lei entrò in una stanza e lasciò la porta aperta. Merlin e Arthur si fermarono per un secondo e si scambiarono un rapido bacio sulle labbra (il che causò un urletto di gioia da parte di Gwen), e poi la seguirono dentro.

Lancelot attirò l’attenzione di Gwen sulla stanza, che non aveva posizionate telecamere di sicurezza, ma di cui riuscivano comunque a vedere uno scorcio interno tramite una telecamera posta subito fuori dalla porta. Riposizionando l’obiettivo, riuscirono a vedere che all’interno della stanza, oltre a Nimueh, c’erano altre persone, sedute su un divano. Gwen sgranò gli occhi sorpresa e allerta, riconoscendo nei volti intravisti qualcuno a loro già noto, così urlò forte nel microfono collegato agli auricolari che portava tutto il team: “ATTENTI! E’ UNA TRAPPOLA!”


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Merlin ed Arthur sentirono le parole di Gwen quando stavano già entrando nella stanza, e una rapida occhiata agli occupanti del divano confermò loro che era vero. Erano caduti in una trappola.

Morgana, Morgause e Mordred si girarono a guardarli, e mentre Morgause sorrideva con aria beffarda e soddisfatta, gli altri due li fissarono esterrefatti per un istante, e Morgana infine fece un sussulto e spalancò gli occhi per lo stupore... Merlin pensò che probabilmente anche lei, come tutti gli altri, aveva ricordato della sua vita precedente solo al trovarsi faccia a faccia con Arthur.


Era impossibile prevedere cosa avrebbe fatto Morgana, con Mordred, Morgause e Nimueh al suo fianco, al ricordare tutto: Merlin quindi si preparò a respingere un attacco, lasciando che la magia fluisse in lui liberamente. Istintivamente si mise fra gli altri ed Arthur, di fatto creandogli uno scudo con il suo corpo.

Gli occhi di Morgana si ridussero a due fessure, e con una rabbia che un attimo prima non era in lei, disse: “Emrys.... la pagherai per tutto quello che mi hai fatto!”

Distese velocemente una mano e lanciò un attacco con la magia, che però Merlin respinse con un gesto, quasi noncurante: “Morgana, devo dire che non mi sei mancata per niente. La tua sete di vendetta sta diventando puerile come il capriccio di una bambina!”


Morgana urlò con tutto il fiato che aveva in corpo e ripetè l’attacco, questa volta con due mani estese davanti al corpo. Merlin parò l’attacco anche questa volta, ma con meno facilità, tanto che sembrò accusare leggermente il colpo, ed indietreggiò di un passo verso Arthur, che rimaneva in silenzio e guardava quello che stava accadendo cercando di valutare la situazione.

Merlin era preoccupato adesso: Arthur era in pericolo. Mordred lo fissava con odio, e Nimueh e Morgause lo guardavano come se fosse un boccone prelibato, ma l’amico lo stupì.

Arthur decise che era il momento di cercare di mettere fine a questo circolo vizioso che si ripeteva da secoli e, spostandosi leggermente da dietro a Merlin, che rimaneva comunque in guardia con le mani in avanti, disse: “Morgana, sorella, quando finirà questa storia? E’ possibile che dopo tutti questi anni, dobbiamo ancora ripetere gli stessi errori che abbiamo compiuto in passato? Mettiamo fine a questa vendetta, ricostruiamo la nostra amicizia e cerchiamo di ragionare.”


Morgana non ebbe tempo di rispondere, perché Morgause si fece avanti al suo fianco.

“Non c’è niente da ragionare, Pendragon. Tu sei l’usurpatore del trono che è di diritto di MIA sorella di diritto! E questa volta non fallirò: la aiuterò a riconquistare ciò che è suo.”

Morgause iniziò ad avanzare verso Arthur, lentamente, e Merlin spostò la sua mano destra nella direzione della donna. Arthur lguardò Morgause, e le disse: “Tu! sei la ragione per cui Morgana è diventata quello che è adesso! Tu l’hai traviata e hai fatto si che diventasse arida e violenta! Prima che ti incontrasse era un’altra persona! Cosa le hai fatto, Morgause?”

Morgana fece un passo in avanti per affrontarlo: “Mi ha solo aperto gli occhi, Arthur caro. Grazie a lei ho iniziato a vedere come stavano davvero le cose, e a capire che il modo in cui venivo trattata era sbagliato. Che la mia vita era una bugia. Il nostro caro papino ha sempre avuto occhi solo per te.”

“Come puoi dire una cosa del genere, Morgana? Uther ti adorava, avrebbe fatto qualsiasi cosa per te!”

“Puoi affermare con sicurezza che sarebbe stato lo stesso se avesse conosciuto la mia vera natura?”


Arthur abbassò gli occhi, conoscendo purtroppo la risposta a quella domanda. Era vero, Uther non l’avrebbe accettata se avesse saputo che era un essere magico.

Morgana fuori di sé lo guardò e urlò: “Ecco, vedi? Non riesci a dirmelo vero? Perché non sarebbe stato così! Mi avrebbe rinchiusa, o esiliata, o peggio fatta uccidere come ha fatto con tutti i maghi che ha incontrato sul suo cammino. Tutti voi mi fate schifo!”

A quelle parole, tornò ad attaccare Merlin, che anche questa volta respinse l’onda di energia che quindi le ritornò incontro e la catapultò all’indietro. Lo stregone si difendeva, ma non contrattaccava.

Mordred aiutò Morgana a rialzarsi, e si girò a guardare Merlin, dicendo: “Emrys, il tuo nome si è tramandato in questi secoli come quello di un uomo d’onore, saggio e sensibile. Invece l’unico motivo per cui hai fatto quello che hai fatto, e hai scelto Camelot, è la tua cotta senza speranza per il principino biondo. Sei un egoista, tanto quanto lo siamo noi!”


Merlin spostò la sua attenzione verso il giovane, e gli lanciò contro una sfera d’energia bluastra che però Mordred deviò, facendola finire sul muro che aveva di lato su cui si disegnò un cerchio nero, dovuto alla bruciatura.

“Che cosa volete da noi?” disse Merlin, mentre continuava a tenere sotto controllo i maghi di fronte a sé.

A quella domanda rispose Morgause, ora forte dell’appoggio di Mordred e Morgana: “Io vi odio, odio voi e il simbolo che entrambi rappresentate, e avete rappresentato nella vostra vita precedente. Vi estirperò da questa terra come erbacce!” e questa volta fu lei ad attaccare. Lanciò una palla di fuoco in direzione di Arthur, e Merlin gli fece scudo con la magia, creando un muro d’acqua che spense la sfera prima che potesse arrivare al suo Re.


Da lì in poi le cose precipitarono: Morgause riprese ad avanzare, mentre Morgana, Mordred e Nimueh attaccavano Merlin uniti, con ogni magia possibile. Lo stregone colpo dopo colpo, parata dopo parata, iniziò a vacillare, ed Arthur sconvolto estrasse la sua pistola, iniziando a sparare verso i loro avversari per aiutare Merlin come poteva. I colpi però non andavano a segno, poiché i loro nemici erano ben protetti dietro uno scudo invisibile che deviava i proiettili.

In ultimo, Morgana si girò a guardare prima Mordred e poi Nimueh, tanto che a Merlin sembrò che stessero comunicando telepaticamente. La donna urlò: “ADESSO!” I tre insieme iniziarono a intonare una litania, e fra le loro mani congiunte iniziò a crearsi una sorta di elettricità statica, manifesta in una matassa di fili azzurrini di luce che si ingrandiva man mano che cantavano.

Merlin indietreggiò fino a dove era Arthur, e lo spinse dietro a sé con un braccio, pronunciando un incantesimo che creò uno scudo magico davanti a loro.


Ciononostante, quando i tre maghi conclusero l’incantesimo, davanti a loro si formò un’enorme sfera di nastri azzurrini, che sembravano voler sfuggire dai confini della sfera magica in cui erano rinchiusi. Morgana allungò le mani ed accarezzò la superficie elettrificata della sfera, ma non ebbe conseguenze. Allorà urlò “Forþ fleoge!!” e la sfera si scagliò sullo scudo magico tenuto in piedi da Merlin.

Lo stregone all’inizio sembrò resistere all’attacco, ma dopo pochi secondi la protezione magica si spezzò, e la sfera centrò Merlin in pieno così che cadde a terra e iniziò a contorcersi dal dolore, urlando.


Arthur disperato urlò: “MERLIN! NOOOO!”, ma non fece in tempo ad avvicinarsi perché Morgause gli si lanciò addosso, urlò un incantesimo e, afferrandolo per la vita, scomparve con lui.

Merlin, con la vista offuscata dal dolore delle convulsioni causate dall’incantesimo dei tre maghi, vide sparire Arthur e Morgause, e una lacrima gli scese su una guancia.

Incapace di urlare o di muoversi, perse conoscenza, pensando che aveva di nuovo fallito ed abbandonato il suo Re.


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Percival, Leon e Gwaine arrivarono di corsa: dopo che avevano sentito Gwen urlare che Merlin e Arthur erano caduti in una trappola, si erano precipitati a cercarli, mentre Elyan ed Elena erano usciti in fretta dalla mansione, così che lei potesse rimanere al sicuro.

Quando i tre cavalieri entrarono nel saloncino, videro tre figure: Leon pensò che una di esse sembrava Morgana. Li videro solo per pochi secondi, dopo di che scomparvero nel nulla, sicuramente grazie ad un incantesimo. Solo allora Leon, Percival e Gwaine si resero conto che a terra, a poca distanza da loro, c’era Merlin svenuto.


Gwaine si precipitò al suo fianco e gli mise due dita sul collo, per sentire se fosse ancora vivo, e disse con evidente sollievo: “C’è battito. E’ flebile ma Merlin è ancora con noi.”

Si guardarono intorno in cerca di Arthur, ma di lui non c’era traccia. Gwaine chiese a Gwen, che li ascoltava tramite gli auricolari: “E Arthur? Hai visto cosa gli è successo Gwen?”

La donna, con la voce incrinata dal pianto, disse: “Ho intravisto una donna afferrarlo e smaterializzarsi. Non è più lì.”


Allora, vista l’impossibilità di localizzare il loro Re, i tre decisero di portare in salvo Merlin. Percival lo sollevò dal pavimento, e tutti insieme uscirono dal saloncino dirigendosi verso un’uscita secondaria, guidati da Gwen che, guardando attraverso le telecamere, dava loro indicazioni tramite gli auricolari, in modo che potessero allontanarsi senza attirare ulteriore attenzione.


Arrivarono al van di Gwen e Lancelot, che li aspettavano pronti ad andarsene, e mentre salivano nel trasporto, la donna dava indicazioni ad Elyan di raggiungerli con Elena a Palazzo Camelot.

Percival adagiò delicatamente Merlin sul pavimento del van, e Leon si mise alla guida.

Mentre il loro trasporto si metteva in movimento, Lancelot fece dei rapidi controlli a Merlin, per accertarsi delle sue condizioni. Agli altri che lo guardavano preoccupati disse: “E’ solo svenuto. Dovrebbe svegliarsi da un momento all’altro.”


Percival guardò Gwen e le chiese: “Cosa avete visto voi? Che cosa è successo?”

“Abbiamo potuto vedere poco, il nostro punto di osservazione era pessimo. Ho visto Morgana e Mordred seduti con una donna bionda, ma poi si sono spostati e non ho visto più nulla, a parte Merlin che faceva incantesimi per proteggere sé stesso ed Arthur, per poi venir colpito da una strana sfera luminosa, che lo ha fatto cadere a terra in preda alle convulsioni. A quel punto la donna bionda si è avvicinata ad Arthur e insieme sono spariti.”


Percival disse: “Allora era davvero Morgana la donna che ho visto sparire quando siamo arrivati noi... e il ragazzo era Mordred. Probabilmente la terza persona che abbiamo visto smaterializzarsi con loro era Nimueh stessa. Che disastro... Probabilmente il party stesso era stato organizzato solo per tendere una trappola ad Arthur. Merlin sarà devastato quando scoprirà che lo abbiamo perso...”


Gwaine guardò con dolcezza il suo amico che era ancora incosciente sul pavimento, e gli prese una mano, cercando di risvegliarlo. Lo chiamò una, due volte, ma Merlin non dava segno di reagire in alcun modo.

Lancelot allora disse: “Sarebbe meglio che chiamassimo Gaius... L’attacco che Merlin ha subito è di natura magica, ed è possibile che ci sia bisogno di un contro incantesimo per annullarne gli effetti. Gwaine, hai il suo numero?”

“Sì, gli telefono subito. Gli spiegherò la situazione e gli dirò di raggiungerci a Palazzo Camelot.”


Quando arrivarono a destinazione, il van si fermò e tutti scesero, con Merlin che era sempre svenuto e veniva portato in braccio da Percival.

Entrarono nella hall del palazzo, e la guardia si affrettò ad aiutarli, prendendo dalle mani di Gwen le sue attrezzature e chiamando loro l’ascensore.

Una volta in casa, portarono Merlin in camera di Arthur e lo adagiarono sul suo letto. Con cura e gentilezza, Gwen e Lancelot gli tolsero le scarpe e la giacca, e lo coprirono con un plaid, in attesa che arrivasse Gaius.


Gli altri si fermarono in salone, a parlare sommessamente, tutti distrutti dagli accadimenti di quella sera.


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Leon era atterrito. Sapere che Arthur era in mano a Morgana e Mordred, e sarebbe probabilmente stato torturato, o magari peggio.... era un pensiero sconvolgente.

Aveva sofferto la perdita del suo Re ed amico già una volta, e non poteva credere che dovesse rivivere quell’esperienza.


Si sedette sul divano, accanto a Percival e Gwaine, che si tenevano per mano e non dicevano una parola. Erano sconvolti anche loro, ed era più che comprensibile...
Dopo poco arrivò Elyan, però era solo. Gwaine lo guardò perplesso e in risposta lui disse: “Abbiamo saputo quello che è successo da Gwen... Elena è sconvolta, e mi ha detto che preferiva stare da sola stasera. Bisogna capirla, non è abituata a questa vita. Dice che ti chiamerà domattina, Gwaine, per avere aggiornamenti, se non ci saranno novità prima.”

Gwaine sorrise e annuì.

Dopo qualche minuto arrivò Gaius, con una borsa da medico in mano. Buttò il suo cappotto sul divano, e corse senza dire una parola nella stanza di Arthur, ovviamente preoccupato per Merlin.


Dopo qualche minuto uscì in salone, e con un sorriso stanco informò gli altri: “Non preoccupatevi, non ci sono danni permanenti. Ho parlato con Gwen, e da quello che mi ha raccontato di aver visto, Merlin ha subito un potentissimo incantesimo che lo ha stordito, e ne avrà probabilmente per tutta la notte, prima di iniziare a tornare in sé. Rimarrò qui a fargli compagnia, voi andate tutti a riposarvi, ne avete tutti bisogno. Parleremo domattina.”


Pian piano, tutti si diressero verso le varie camere da letto, e Percival guidò Gwaine verso la propria. Il moro lo guardò con aria perplessa, e si fermò nel corridoio.

Percival allora disse: “Gwaine... stai tranquillo. Capisco che sei sconvolto, e non pretendo nulla da te. Solo che sono distrutto dall’aver perso Arthur, e pensare a quello che proverà Merlin quando si sveglierà e scoprirà quello che è successo, mi fa tornare indietro al giorno in cui persi te, tanti secoli fa. Stanotte ho bisogno di abbracciarti, per sentire che sei reale e sei vicino a me. Nient’altro. Voglio solo abbracciarti.”


Gwaine allora gli sorrise e gli diede un leggero bacio sulle labbra, ed insieme entrarono in camera.


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