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Autore: Elaysa    18/03/2013    4 recensioni
So che questo non è il più allegro dei pensieri che sono usciti da questi tasti, ma ieri sera girava così e non ho potuto evitare di mettere nero su bianco tutto quello che sentivo.
La lettera è rivolta ad una persona importante che ha fatto parte della mia vita; l'ho scritta pur sapendo di non potergliela consegnare, pur sapendo che lui, purtroppo non la leggerà mai..
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Quando guardo la tua foto non posso far altro che piangere…lacrime amare sgorgano copiose dai miei occhi senza chiedere il permesso e  continuano ad uscire senza ritegno.
Lo so, non vorresti vedermi così…tu eri allegro, pieno di vita.. però le lacrime sembrano un fiume in piena, non si fermano.
Che ti aspettavi? Che saremmo stati tranquilli senza di te? Come hai potuto solo lontanamente pensarlo?
Guardo la tua foto e mi vengono in mente tanti ricordi di noi. Ricordi belli.
Quando ti penso mi pare ancora di sentirti cantare e rivivo quei momenti, quando la tua voce risuonava tra le mura della scuola; mi sembra ancora di vederti seduto lì, concentrato a suonare la batteria….già, perché la musica è sempre stata nella tua vita, in un modo o nell’altro e anche quel giorno non poteva mancare.
QUEL giorno…
È inevitabile… insieme a tanti ricordi positivi, ne affiora uno bastardo, il più potente; si insinua nella mia mente e non la lascia più.
E io mi chiedo perché? Perché proprio tu, così puro, così innocente, così giovane.
Forse è proprio vero che lassù, accolgono solo le persone più buone e più meritevoli. E senza ombra di dubbio tu sei una di quelle. Ecco perché.
Ma questa giustificazione non mi basta.
Dovevi essere qui, non chissà dove, lassù tra le stelle, dove nessuno di noi può vederti.
Non ti possiamo vedere ma ti possiamo sentire.
Personalmente non ho mai creduto negli angeli ma a volte sento che ci sei; che sei qui, vicino a me, intento a guardarmi, a proteggermi e ad aiutarmi quando non ce la faccio.
Si, lo ammetto…quando non trovo la forza per andare avanti penso a te; a cosa avresti fatto tu al posto mio, e una cosa è certa… non avresti mollato, in ogni caso.
Hai sempre lottato e lo hai fatto anche quel giorno, quando hai dovuto lottare per una causa molto importante… una causa chiamata vita…
Il destino però ha voluto che tu, per la prima e ultima volta, perdessi questa dura lotta, lasciandoci qui, in balia dei nostri pensieri, delle nostre lacrime… del nostro dolore…dei nostri ricordi di te.
La notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno.
Tutti noi siamo venuti a sapere dell’incidente ma nessuno poteva immaginare che, quelle due iniziali, su quell’articolo, erano le iniziali del tuo nome.
Più rileggevo quell’estratto, più cercavo di capire chi fosse quello sfortunato ragazzo che aveva abbandonato la sua vita per strada, in sella ad una moto…. Centauro, 19 anni, della mia città.
Avendo la stessa età, mi scervellavo per cercare di capire ma subito non ci arrivai.
Solo dopo capii che quelle due iniziali appartenevano a te.
Un turbine di emozioni si scatenarono in me quando ci fu la certezza dell’identità della vittima… eri tu, non c’era alcun dubbio… purtroppo.
Non sapevo bene cosa provavo… sicuramente rabbia, rassegnazione, dolore, dispiacere e un grandissimo senso di impotenza… sapevo di non poter più fare niente… nessuno poteva.
Iniziai a piangere senza controllo… non volevo crederci, non potevi essere tu… non dovevi. Tu avevi ancora una vita davanti, era troppo presto per finirla così.
QUEL giorno…
La gente era tanta, tutti ragazzi, amici, conoscenti, compagni di vita. Tutti ti hanno voluto bene e anche ora che non ci sei più, continuano a volertelo.
Varcai la soglia di quel campetto, dove si doveva tenere la cerimonia, ed ero come frastornata. Non avevo ancora ben capito, o forse non volevo capire, qual era la situazione.
Soltanto vedendo un cartellone, con le tue foto attaccate realizzai che era veramente finita. Mi sentii mancare e iniziai a piangere, esattamente come poche ore prima.
È stato commovente vedere quante persone hanno preso parte alla funzione… erano lì tutti per te, per salutarti e ringraziarti di quello che ci hai dato.
Quella canzone…mandata a ripetizione, riempiva l’atmosfera.
Risuona ancora nella mia testa come un’eco… è entrata a far parte della mia vita, da quel giorno e mi ricorda te.
Non riesco a cancellare le immagini di quella cassa davanti a me… io che allungo una mano per sfiorarla, posandoci un bacio delicato con la speranza che questo, oltrepassasse il legno che separava la mia mano dal tuo corpo, disteso lì, inerme e senza vita.
E poi…. Resto lì, a fissare la cassa, con gli occhi vuoti.
 Vuoti ma pieni di emozioni, pieni di lacrime… pieni di te.
 
“Ci han concesso solo una vita, soddisfatti o no, qua non rimborsano mai…”
Ligabue – Non è tempo per noi.
 
 
 
 
 
  
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