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Autore: Tomoko_chan    18/03/2013    7 recensioni
Per ovvi motivi, la discoteca non è di certo il luogo adatto alla dolce Hinata-chan; ma se questa fosse l’ambientazione del momento più bello e che aspettava da una vita, cambierà idea?
[NaruHina]
Terza classificata al contest "Au Power" indetto da Neji'sfan94
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La discoteca non fa per me.

 
Autrice: Tomoko_chan (ex Nickname “ClaudiettaD”)  su EFP, sul forum ancora non registrato.
Genere: Introspettivo, Sentimentale
Raiting: Giallo
Prompt: A tutto AU!
Note: Au, lemon.
Ambientazione assegnata: Discoteca.
Partecipante al contest: “AuPower!! *.*”
Introduzione: Per ovvi motivi, la discoteca non è di certo il luogo adatto alla dolce Hinata-chan; ma se questa fosse l’ambientazione del momento più bello e che aspettava da una vita, cambierà idea?
Angolo autrice: Ci ho messo un bel po’ a scrivere questa cosuccia, non è stata proprio un parto naturale.
Non sono nemmeno soddisfatta del risultato! L’ambientazione mi ha messo in difficoltà,
ma credo di esserne uscita abbastanza bene, almeno da questo punto di vista!
Ringrazio tutti coloro che leggeranno, spero che vi piacerà!
 

[1876 parole, contatore di Word]

 
 
Hinata non era mai andata in discoteca e, decisamente, non era il luogo adatto a lei.
La musica altissima, che per altro non le piaceva, l’aveva accolta appena entrata, accompagnata dal profumo acre di quegli strani gas colorati, che arrivavano chissà da dove nella pista da ballo, mischiato all’odore nauseante di corpi sudaticci.
Già sentiva un forte mal di testa premerle le tempie. No, la discoteca non le piaceva, e non le piacevano nemmeno tutti quei ragazzini idioti che bevevano tanto per atteggiarsi e finivano in una strada a picchiarsi come bruti.
Non si trattava di snobismo verso le persone che frequentavano tale luogo, anzi, in molti erano persone che conosceva, se non addirittura suoi intimi amici, come le persone che in quel momento l’accompagnavano.
Non le piaceva in genere quell’ambiente poiché lo considerava una foresta in piena regola: un luogo in cui si incontravano prede e predatori, pronti a sbranare e ad essere sbranati.
Ad Hinata non piaceva per niente l’idea di ballare in mezzo ad una grande folla con il solo scopo, esattamente come le sue amiche, di attirare l’attenzione su di sé.
Lei non voleva questo, anzi, la imbarazzava sentire tanti occhi puntati sul suo decolté, messo abbastanza in mostra poiché era stata costretta ad indossare un’audace vestitino prestatole da Sakura.
Che per altro, le stava pure stretto in quei punti focali che solitamente tendeva a nascondere.
Già per strada alcuni ragazzi le avevano fischiato dietro e, mentre Sakura e Ino ridevano e le dicevano di rilassarsi, lei si era irrigidita e si era ripromessa che mai più avrebbe messo piede fuori di casa conciata in quel modo.
L’unica cosa che l’aveva convinta ad avvicinarsi a quel luogo che aveva sempre considerato scabroso, era l’idea di vedere Naruto.
Lui era il suo migliore amico da tempo immemore, l’aveva sempre aiutata nei suoi momenti più duri ed era stato il motivo di molti suoi giorni di felicità. Era il motivo del suo sorriso.
Era una persona estremamentesolare, vivace, leale, dolce e profondo. E tutto questo nonostante, fin dall’infanzia, non avesse vissuto una vita tanto semplice.
Era una persona che stimava profondamente, che, in un certo senso, le aveva insegnato a vivere e a non abbattersi mai. Se ne era innamorata perdutamente.
Ed in quel momento, mentre lo vedeva scherzare e ballare stretto con una strana ragazza dai capelli rosso fuoco, tutti quei pomeriggi passati a sentirlo ripetere dolcemente “Combatti, riprovaci, ce la puoi fare” andarono in frantumi come un vaso schiantato contro il pavimento. Proprio come il suo cuore, che si spezzò in mille pezzi.
Naruto non sapeva del profondo sentimento che la ragazza nutriva per lui. E probabilmente, pensava la ragazza, non immaginavanemmeno quello che lei provasse.
E quindi non l’aveva nemmeno ferita intenzionalmente. Tutto questo creava in Hinata un profondo senso di turbamento. Sapeva che, se stava così, era per colpa del suo cuore, che aveva scelto di innamorarsi di Naruto.
Ma come si fa a non innamorarsi di lui? Se lei avesse avuto il coraggio di dichiararsi, non lo avrebbe mai visto comportarsi in quel modo, come un predatore che bracca la sua preda.
Era quello che le bruciava, anche se non capiva esattamente perché. Forse perché lo vedeva parte di quel gioco enigmatico e crudele, un gioco che lei non sopportava.
Che senso aveva trasformarsi e mettersi in mostra, solamente per una notte di sesso? Il punto era proprio quello. Lei non voleva un flirt, una storia di una notte e via.
Lei voleva l’amore puro, che ti ghiaccia e ti infuoca il cuore contemporaneamente, l’amore idilliaco che non ti fa capire niente.

“Mi sembra uguale agli dei
Quell’uomo che ti siede davanti
E vicino ti ascolta
Mentre parli con dolcezza
E ridi amabilmente
Questo mi fa balzare nel petto il cuore,
e appena ti vedo
non ho più voce;
ma la lingua silenziosamente s’inceppa
e un fuoco sottile
corre sotto la pelle,
con gli occhi non vedo più niente,
mi rombano le orecchie,
un sudore freddo mi avvolge,
un tremito m’afferra,
più verde dell’erba divento,
e già quasi vicino a morire sembro.
Ma tutto è sopportabile…”1

 
Le venne in mente quell’ode della poetessa Saffo e subito si rese conto di quanto quegli antichi versi fossero contemporanei.
D’altronde l’amore non cambia mai, anche se ogni storia e ineguagliabile. La gelosia la colpiva fortemente e quando lui volse lo sguardo verso di lei sorridendole, si sentì pervasa da un grande calore e da un’emozione forte.
I suoi occhi chiari si incatenarono a quelli cielo di lui.
Nulla esisteva più: non si ricordò di essere in mezzo a tanta gente praticamente svestita, non riuscì più a sentire la musica nonostante fosse così forte e quell’odore non la nauseava di più.
Cercò di chiamarlo, ma aveva la bocca secca e il suono si perse fra gli altri. Poi vide la mano della rossa avvicinarsi al colletto della camicia per richiamarlo, lui voltò lo sguardo e l’incanto finì.
Poteva un semplice ragazzo intrappolarla così in un sogno?
Il problema però non sussisteva poiché, dato che non avrebbe mai avuto il coraggio di dichiararsi per paura di rovinare una lunga e preziosa amicizia, non aveva il diritto di essere gelosa. Poteva solo amare in silenzio.
 

Voltò lo sguardo annoiata. Era un po’ che era rimasta sola.
Non riusciva a pensarci e non voleva sapere dove fosse Naruto mentre riusciva a vedere benissimo le sue due amiche, mezze ubriache, flirtare con due ragazzi mori che ben conosceva: Shikamaru e Sasuke.
Capì che la sua presenza era stata richiesta solamente per avere qualcuno in grado di guidare e, infondo, non le dispiaceva aiutare le proprie amiche.
Però era mortalmente annoiata. Si alzò dal tavolino, dove stava sorseggiando un cocktail analcolico, per poi dirigersi verso il bagno.
Oltrepassò qualche ragazzo maleducato che cercò di toccarla, forse ubriachi, forse no. Le venne in mente il verso di Dante: “Nati non foste per vivere come bruti, ma per seguir virtude e conoscenza”.
Parole sprecate al vento.
Oltrepassò la porta del bagno delle ragazze e si pentì amaramente di averlo fatto: c’era una grossa nebbia di fumo, alcune ragazze sedute per terra e alcuni versi… strani che venivano dal bagno.
Ebbe una profonda repulsione per quel bagno e per tutta quella serata, di cui riusciva a vedere solo lati negativi. Ma ormai era lì e decise di darsi una rinfrescata.
Andò davanti allo specchio, si sistemò velocementeil trucco e poi portò le mani alle tempie.
Il frastuono della discoteca le aveva lasciato addosso la sua ombra, che si faceva pressante sotto la pelle di quel punto con rombi assordanti. Le sembrava di impazzire.
-Tieni.- una di quelle ragazze si alzò e le porse una pillola bianca, interpretando i suoi pensieri –Ti farà passare il mal di testa in un attimo.
Il suo viso le sembrò bonario e si fidò, quindi prese la pillola e l’inghiottì.
-Grazie.- sussurrò, prima di sentirsi svenire mentre le ragazze ridevano.
Barcollò, cadde all’indietro e rimase a terra. Tutto si fece buio.
 
Quando si svegliò, le sembrò un sogno.
Non ricordava molto, solo di aver parlato con una ragazza in bagno e di aver preso qualcosa per il mal di testa… che probabilmente non doveva avere quell’effetto.
Comunque, non sapeva quanto tempo fosse passato, ma non c’erano più ragazze. Ad ogni modo non era rimasta sola, infatti era stretta fra le braccia possenti di Naruto.
Lui le sorrise dolcemente e un po’ preoccupato. Con una mano le accarezzò il viso, che subito si infiammò.
-Ehi, Hina… tutto bene?
-Credo… credo di sì.- c’erano tante cose che gli voleva dire, ma non riusciva a pronunciarne alcuna –Co-come ma-mai sei qui?
-Ti ho tenuta d’occhio per tutta la sera, Hinata. Ti ho vista entrare in bagno, ma dopo un po’ mi sono preoccupato, perché non uscivi più.
Lui l’aveva notata, l’aveva guardata per tutta la notte nonostante fosse impegnato con altre ragazze; questo, doveva ammetterlo, la lusingava segretamente.
Gli sorrise dolcemente e fece per alzarsi, ma il ragazzo la strinse ancora più forte a sé.
-Era più di un’ora che non ti svegliavi… mi hai fatto morire di spavento, Hinata.
Lei balbettò di rimando qualche scusa, inebetita.
-Mi spieghi cosa è successo?
Lei tacque, incapace di rispondere. Non sapeva nemmeno cosa fosse successo esattamente, quindi cosa poteva dire?
-Ti hanno dato qualcosa?
Ecco che Naruto chiariva ancora una volta i suoi dubbi. L’avevano drogata, chissà con cosa. Annuì leggermente, sconsolata.
-Ah, Hinata, Hinata…- sospirò lui, muovendo piano il capo in gesto di dissenso –Sei troppo ingenua per frequentare certi posti.
-Che intendi?
-Qui c’è tanta gente, musica alta e confusionaria, cose non adatte a te, che sei sempre così dolce e delicata. E poi…- Naruto arrossì, abbassando lo sguardo sul vestito attillato della ragazza -… con questo vestito ti salterebbero tutti addosso!
“Smettila, smettila, smettila!” si disse mentalmente Naruto, cercando di interrompere il flusso di quelle immagini così provocanti.
“Non sono mica come il nonno Jiraya!” e subito gli venne in mente il sopracitato parente mentre si apprestava a saltare addosso alla sua dolce Hinata. La sua dolce Hinata.
Tornò a guardarla, stavolta con occhi diversi, profondi. La ragazza era arrossita, imbarazzata.
-Non voglio che qualcuno ti veda ancora così, Hinata.- disse lui con voce roca, cercando di celare quella punta di gelosia che era nata in lui.
-Tu mi hai guardato per tutta la sera?- chiese lei in un sussurro, citando una sua frase precedente.
Naruto le si avvicinò al viso, stringendola maggiormente fra le braccia possenti, facendole perdere un battito.
-Non ho smesso un secondo. Mi attrai, come il girasole è attratto dal sole.
Hinata divenne di un caldo rosso peperoncino e nel suo cuore si fece largo la speranza che ciò che desiderava da anni sarebbe divenuto realtà.
Naruto poggiò dolcemente la fronte contro quella di Hinata, immergendosi in quegli occhi lunari che tante volte avevano scrutato la sua anima, ripresentandosi più volte nei suoi sogni e in ogni suo pensiero.
Inspirò lentamente il profumo della ragazza –dolce, lavanda- e ne rimase estasiato.
Sentiva il suo respiro infrangersi irregolare contro la sua bocca, facendogli salire i battiti del cuore.
Le si avvicinò, lentamente, mentre lei chiudeva gli occhi e si lasciava andare in un sospiro liberatorio.
Il piccolo nasino di lei sfiorò il suo, fino a sistemarsi l’uno accanto all’altro, posandosi con le punte sulle guance accaldate dell’altro.
Le loro bocche erano ormai vicine, ma sostavano, procedevano lentamente, per godersi quel momento che avrebbero ricordato all’infinito.
Naruto la osservò per un’ultima volta, le lunga ciglia lunghe tremanti che disegnavano due perfette mezze lune, poi chiuse gli occhi e si avvicinò ancora.
Il tocco delle loro labbra li fece sospirare, con quel bacio dolce e lento si stavano dichiarando tutto il loro amore. Poi il bacio si fece più profondo: il biondo fece scivolare una mano fra i capelli di lei, premendo sulla nuca e spingendola verso di lui. E così, semplicemente, come se fosse la cosa più normale del mondo, il bacio si fece profondo e passionale.
Si staccarono non senza difficoltà, accaldati com’erano da quel lungo e meraviglioso bacio che li aveva emozionati moltissimo.
Si sorrisero dolcemente, scambiandosi una carezza e con la consapevolezza che da tanto sentivano quei profondi sentimenti e che troppo avevano indugiato.
-Adesso adoro la discoteca.- disse Hinata, sorridendo.
 
 
 
 
Note1: Poesia di Saffo “Mi sembra uguale agli dei”, riscritta da Catullo, sulla gelosia e l’amore.
 




Grammatica 7,5/10 
IC: 8/10 
Originalità: 7/10 
Gradimento personale 4/5 
Ambientazione 5/5 
Totale: 32,5/40
 

   
 
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