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Autore: Miss Wixen    18/03/2013    6 recensioni
Che cosa succederebbe se Lea Michele e Cory Montheith non si fossero conosciuti durante le riprese di glee ma un po’ di tempo prima? Se si ritrovassero a dividere lo stesso appartamento?
Sarebbero nemici, amici o qualcosa di più?
Una convivenza forzata e divertente che forse si trasformerà in qualcosa di assolutamente imprevisto, uno scorcio su come potrebbe essere stata la vita dei due attori prima di approdare nel favoloso mondo di Glee!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cory Monteith, Jonathan Groff, Lea Michele
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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DICIASSETTE – LA CASETTA SULL’ALBERO PARTE II

 
<< Lea non approfittarne per guardarmi il sedere!>> scherzò Cory fermandosi a metà della scala.
<< Il tuo sedere l’ho già visto… e non è poi un granchè!>> disse rimanendo seria.
Cory si fermò un secondo e la fulminò con lo sguardo.
<< Guarda che lascio la presa e ti precipito addosso!>> La sfidò lui.
<< Oddio! Per carità, mi schiacceresti!!>> e scoppiando a ridere arrivarono alla piccola casetta sull’albero.
<< Benvenuta nel mio rifugio segreto!>> disse dandole una mano per entrare.
Con un ultimo balzo Lea entrò dalla porticina e si guardò intorno.
Era una casetta in legno abbastanza grande, per essere una casetta sull’albero, il tetto era alto, evidentemente Cory doveva essere stato alto anche da bambino. Notò degli scatoli di latta contenenti dei vecchi giocattoli impolverati.
<< Ma che bella!>> disse stupita.
<< Non deve venirci nessuno da un po’!>> costatò Cory dando un occhiata ai fumetti risalenti ad almeno una quindicina di anni prima.
<< Ma sei sicuro che questa cosa regga?>> chiese Lea presa improvvisamente da una punta di terrore.
Cory rise.
<< No dai, credo di si…>>
<< Come credi?>>
Cory continuò a ridere vedendo Lea farsi prendere sempre più dal panico.
<< Non fa ridere Cory!>> lo rimproverò la ragazza.
<< Avanti!! Come potrebbe cadere!?>>
<< Che ne so! Hai detto che non ci vieni da tanto…>>
<< Tranquilla se cadiamo ti prendo io!>> disse facendosi improvvisamente serio avvicinandosi a lei prendendola per i fianchi.
<< Ci credo molto! Sono sicura che se dovesse cominciare a cedere la struttura mi lanceresti per farti da materasso!>> lo prese in giro Lea allontanandolo.
<< Devo dire che stai mettendo su dei morbidi cuscinetti!>> disse cominciandole a pizzicare i fianchi.
<< Smettila!>> disse ridendo e divincolandosi correndo per il perimetro della casetta.
Cory la prese quasi subito e la tirò a se.
Continuavano a ridere.
Si sentivano come due bambini, giocando a rincorrersi in quella piccola casetta.
Bisognerebbe più spesso ritornare bambini, pensò Cory. E’ come se il male del mondo non esistesse, è come se tutto potesse essere risolto in una risata.
Però non erano due bambini, non più.
Smisero di ridere lentamente, quasi senza accorgersene.
Con Cory era tutto così naturale, pensò Lea, come respirare.
Non riusciva a capire come fosse possibile che in così poco tempo si fosse così tanto legata a lui da saperne riconoscere persino il respiro. Il tocco delle sue mani sulla sua pelle.
<< La proviamo questa canzone?>> disse Lea per spezzare lo strano silenzio che si era creato.
<< Hai ragione!>> disse Cory allontanandosi leggermente da lei, quel poco che la piccola casetta gli permetteva.
<< Avanti Lea Michele…. Canta!>> le disse guardandola.
Lea aprì la bocca. Poi la richiuse.
<< Non ricordo come comincia>>
<< Just a small town girl. Livin' in a lonely world. She took the midnight train going anywhere >>
<< Ma come fai a conoscerla? >>
<< Dai, Lea è una canzone famosissima! La suonavo con la band!>>
<< Ma il testo non riesce ad entrarmi in testa!>>
<< Non ci pensare, rilassati! Hai imparato cose più difficili! Dai continua! Fai finta che ci sia la musica!>>
Cory chiuse gli occhi si avvicinò a lei sorridendo e canticchiò la melodia prendendole le mani e facendola girare su se stessa.
Lea rise e dopo qualche istante si fece trasportare da quella danza scoordinata.
<< Just a city boy. Born and raised in south Detroit. He took the midnight train going anywhere >>
Fu incredibile, all’improvviso era come se sentisse davvero la musica rimbombare da delle casse immaginarie nella sua testa.
Chiuse gli occhi e continuarono a ballare e cantare.
<< A singer in a smoky room. The smell of wine and cheap perfume. For a smile they can share the night . It goes on and on and on and on. >>
Riaprirono gli occhi e saltellarono tenendosi le mani per tutta la casetta.
<< Don't stop believin'. Hold on to that feelin' . Streetlight people . Don't stop believin' .Hold on Streetlight people >>
Terminarono la canzone tra le risate.
Cory si buttò a terra con il fiatone. Erano anni che non ballava e saltava in quel modo, aveva sempre odiato ballare, ma era felice che quello stratagemma aveva aiutato Lea a ricordare tutte le parole.
<< Ce l’hai fatta! Non hai sbagliato nemmeno una virgola!>>
<< E’ vero!!! Non c’ho fatto nemmeno caso!>> disse Lea riprendendo fiato sedendosi accanto a lui.
<< Lo so sono un insegnante eccezionale!>> disse Cory tronfio.
Lea gli fece una smorfia.
Poi si mise a sedere accanto alla piccola finestrella.
Mise le gambe penzoloni e appoggiandosi all’asta di legno si sporse leggermente per guardare fuori.
Sentiva le guance avvampare a causa del movimento e l’aria fresca di quella serata era piacevole.
La vista era spettacolare. Si vedevano le stelle e il folto manto d’erba del giardino ricco di alberi.
La luce blu della sera rendeva tutto più magico, quasi un giardino incantato, illuminato solo dalle luci soffuse provenienti dalla casa e dal cortile.
<< Certo che deve essere stato bellissimo crescere qui!>> disse continuando a contemplare quello spettacolo naturale.
<< Si, per lo più. Non che sia stato tutto perfetto…. ma questo rifugio l’ho sempre adorato!>> disse Cory sedendosi anche lui come Lea per guardare fuori.
<< Mio padre costruì questa casetta per crearmi uno spazio tutto mio, lontano dalle mie sorelle! Non fraintendermi io le adoro, ma sai, esser l’unico maschio in mezzo a tante donne non è facile!>>
Lea sorrise.
<< Sai… io non so niente della tua famiglia!!>> si accorse all’improvviso Cory.
<< Non c’è molto da dire >> disse lei alzando le spalle.
<< Mia madre è infermiera e mio padre ha un negozio di alimentari. Sono cresciuta praticamente da sola, nessuna sorella o fratello, mia madre ha sempre avuto dei turni assurdi. A volte passavo il tempo nel negozio di mio padre ad immaginare che vita potesse avere ogni cliente. Poi a nove anni ho cominciato a recitare, e a teatro mi sono sempre sentita a casa. I miei genitori mi hanno sempre supportata in tutto dandomi tutto quello che desideravo. A diciassette anni sono andata via definitivamente di casa. Li vedo poco i miei, e mi dispiace, ma è la vita! John è sempre stato come un fratello per me, una sorta di famiglia>>
Quando Lea parlava di John le si illuminavano gli occhi, doveva essere davvero molto importante per lei, pensò Cory.
<< Sei una continua sorpresa Lea Michele!>>
<< Sarfati!>>
<< Cosa? >>
<< Lea Michele Sarfati. E’ il mio vero cognome!>>
<< Ah, già! Ma posso chiederti perché l’hai cambiato?>>
Lea si morse un labbro.
<< Ti sembrerà una cosa stupida…. Ma alle elementari ero una tipa piuttosto solitaria e i miei compagni tendevano a prendermi in giro storpiando il mio nome, tipo Lea “ So-fatty” e cose del genere. Quando ho fatto il mio primo provino avevo tredici anni, così quando mi hanno chiesto il nome ho risposto : Lea Michele. E basta, e da allora è stato sempre il mio nome d’arte.>>
<< Non è stupido!>> disse Cory comprensivo.
Per la prima volta la guardò con ammirazione. Non riusciva a smettere di fissarla mentre parlava illuminata dalla luce della luna continuando a guardare dritta davanti a se.
Pensò che era proprio bella, ma scacciò subito quel pensiero.
Poi lei lo guardò e rise.
<< Perché mi guardi così?>> gli chiese.
<< Così come?>>
<< Non lo so, in maniera strana…>>
<< No, stavo solo pensando… >>
<< A cosa?>>
Che sei molto bella…
<< Che ti voglio bene, e che sei davvero una buona amica!>> gli uscì invece.
<< Anche tu sei un buon amico!>> disse lei sorridendo.
Senza nemmeno farci caso Cory spostò la ciocca di capelli che era finita sul viso di Lea, lei rimase immobile mentre lui si soffermava sulla sua guancia accarezzandola.
Non sapeva cosa gli stesse succedendo, non avevano nemmeno bevuto.
Forse era la luna, o l’aria di gelsomino, ma si stavano avvicinando sempre di più.
I nasi si sfioravano. Nessuno dei due sapeva esattamente cosa stesse accadendo, era come se una forza li attraesse l’uno all’altro.
Non erano più bambini…. No!
<< Ecco dove eravate!>> squittì una voce femminile.
Si allontanarono bruscamente e Cory si alzò in piedi.
<< La cena è pronta, vi stavamo cercando!>> annunciò Charlotte spuntando con la sua testolina bionda.
<< Arriviamo!>> disse Cory sorridendo alla sorella ancora un po’ scombussolato per quello che stava accadendo.
Charlotte sorrise ai due e scese dalla casetta.
<< Pronta?>> le disse allungandole la mano per aiutarla ad alzarsi.
<< Pronta!>>

 
Angolo della scrittrice *___*
 
Non ci sono più scuse ormai sufficienti!!! Mi dispiace tantissimo di avere sempre meno tempo!!! Però prometto che non  vi abbandonerò!!! E continuerò a scrivere anche se meno frequentemente!! Anche perché ci stiamo avvicinando al momento clou!!! Hihihihihi ma non vi anticipo niente!!!
Vi ringrazio per la pazienza e ovviamente a tutte coloro che continuano a seguire la storia e a commentare!! Vi adoroooo
 
Ps ( X CHI HA VISTO LA PUNTATA 4x16)
 
Ma la scena di Finn che picchia Brody e gli dice sta lontano dalla mia futura moglie???? Sono morta!!! Ma quanto si sta facendo figo quest’uomo???? Lo adoroooooo
Hauhauahauaahau
 
XOXO

MW
  
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