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Autore: Ntunella    19/03/2013    0 recensioni
[Urban Fantasy]
Ciao, ragazzi\e! Questa FF parla di un mio personaggio creato in un GDR di Fallen, la saga della Kate.
I miei capitoli racconteranno momenti del passato di Misty, un demone del fuoco, che cadde dal Paradiso insieme a suo fratello Jace per non aver scelto da che parte schierarsi. Loro decisero di scegliere la libertà, ma le cose cambiano.
In questi capitoli racconterò il suo passato prima di finire alla Sword&Cross, il famoso riformatorio dove si sono incontrati Luce e Daniel.
Ah, a proposito. Non sono una grande amante dell'ordine e i racconti non saranno in ordine cronologico!
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Misty
In questo secolo mi tocca fare la donzella orfana di una famiglia agiata che vive insieme al fratello più grande che si prende cura di lei.
Pfff. Ovviamente è tutto un trucco. Nessuno mi deve tenere d’occhio e tantomeno difendere. So come tenere una spada in mano e so come usarla. So usarla meglio di tutti i cavalieri che gironzolano intorno al villaggio e mi definiscono una ragazzina che gioca a fare il maschiaccio.
Idioti, non sanno con chi hanno a che fare. Se volessi, potrei torglier loro quello stupido sorrisetto da sottuttoio in un batter d’occhio fondendogli quelle cose che chiamano armature, ma non posso altrimenti la nostra copertura salterebbe in aria. Non devo usare i miei poteri davanti agli esseri umani. Ultimamente tendono a pensare che tutte le cose fuori dalla norma siano infestate dalla stregoneria che, tra parentesi, non esiste. Superstiziosi. Gli umani lo sono sempre stati.
Il paesaggio davanti a me non si può non definire fantastico. Scozia, nelle Highlands. Adoro queste pianure verdeggianti. L’aria è umida, ma il sole batte quasi sempre e quindi non posso lamentarmi.
Abbiamo scelto questa vita qui, ma quando gli abitanti del villaggio incominceranno a chiedersi come mai noi non invecchiamo, dovremo darcela a gambe. Beh, come sempre, ma non è così male in fondo. Mi piace viaggiare e mi piacciono soprattutto le soste nei posti caldi, ma non durano mai tanto perché Jace non è fatto per questi luoghi. Ha bisogno di acqua e quindi cerchiamo sempre di trovare posti che stiano bene ad entrambi, né troppo caldi e né troppo freddi, una via di mezzo.
Adesso ho i capelli lunghi intrecciati, indosso una divisa di pelle nera morbidissima che mi sono fatta fare su misura da un artigiano e sto cavalcando intorno al nostro castello. Già, un castello. Fantastico, no?
Il mio cavallo è nero e bellissimo, ma non sono i pregi di bellezza a fare di questo cavallo un esemplare unico, ma sono la sua agilità e la sua velocità. E’ veloce, è veloce come un fulmine ed è proprio così che l’ho chiamato, Thunderbolt. Adesso siamo solo io e lui e lo sto spingendo a fare cose che un altro cavallo non riuscirebbe mai a fare. Quando si stanca gli do’ un po’ della mia energia e questa piccola scintilla lo sprona a migliorare ed è proprio questo che fa. Ogni giorno esco a cavalcare con lui ed ogni giorno lui riesce a correre più veloce. Quando corriamo insieme mi sembra quasi di riuscire a volare.
Tutti i bambini intorno, alla stessa ora, corrono a godersi lo spettacolo di me e Thunderbolt e a volte si fermano anche le madri a guardarci. A volte mi lanciano delle occhiate infastidite. Teoricamente io non dovrei nemmeno saper cavalcare. Sono una signorina con delle responsabilità precise e invece di passare il mio tempo a cavalcare e a usare la spada dovrei  indossare vestiti ampi e passeggiare accompagnata sempre da una guardia pronta a difendermi o da un cavaliere che vuole corteggiarmi visto che sono una fanciulla in età da marito.
Ci sono, però, dei però.
Però numero uno: non ho intenzione di sposarmi, sto troppo bene così come sono e poi non ci sarebbe mai un futuro tra me e il mio futuro marito. Come farei a spiegargli che lui invecchierà o si ammalerà e morirà, mentre io rimarrei giovane per sempre?
Però numero due: non avrò mai una guardia con me. Se mi seguisse sempre sarebbe imbarazzante e anche troppo. Il mio orgoglio andrebbe a farsi benedire. Amen.
Però numero tre: quando vengono dei signori o cavalieri dei villaggi vicini a farci visita devo comportarmi veramente da signorina, ma anche se non faccio del mio meglio nel farlo, almeno mi vesto da donna, facendomi anche acconciare i capelli dalle cameriere che lavorano in casa nostra.
Tornando al discorso su quello che sto facendo adesso, è da più di un’ora che non mi fermo, così faccio rallentare il ritmo di Thunderbolt e ci dirigiamo verso il suo abbeveratoio. Io scendo agilmente dal cavallo e prendendolo per le redini lo porto verso l’acqua. Quando incomincia a bere, prendo anch’io la mia borraccia e lo imito.
Dei bambini corrono verso di noi vedendo che questo probabilmente sarà l’unico momento della giornata quando potranno accarezzare la criniera di Bolt. E’ troppo stanco anche per brontolare, il permaloso.
-Misty! Misty! Ce lo fai accarezzare?- incominciano a chiedermi con quegli occhi imploranti. Come si fa a dire di no a questi marmocchi? Li prendo uno a uno in braccio e Bolt si fa accarezzare chiudendo gli occhi. A quello stupido di un cavallo queste attenzioni piacciono, ma non lo ammetterà mai. Ad un tratto prendo l’ultimo, Cassian, e lo issò su di lui.
Gli altri fanno un verso di stupore misto ad un po’ di invidia.
-Forza, marmocchi. Da oggi in poi un giretto lo farò fare a tutti, va bene?- chiedo alzando gli occhi al cielo. Gli altri incominciano a saltare contenti. Chissà da quanto tempo stanno aspettando questo momento.
Cassian stringe forte le gambe per paura di cadere. Dico ai bambini di andarsi a sedere e io mi porto Cassian a fare una piccola passeggiata.
-Non stringere così forte le gambe. Bolt riesce a sentire la tua paura e incomincerà ad innervosirsi. Rilassa i muscoli, fai un respiro profondo.
Il bimbo mi ascolta e io gli cosa cosa fare.
-Bene, adesso prendi le redini. No, non prenderle così. Non ti scoraggiare.- lo rimproverai. –Da grande diventerai un valoroso cavaliere. E cos’è che i cavalieri fanno?- chiedo.
-Combattono?- chiede lui. Io incomincio a ridere e lui solleva gli angoli della bocca mostrando due fossette che quando sarà cresciuto faranno cadere ai suoi piedi un milione di fanciulle.
-Ricorda questo: i cavalieri, i combattenti, i guerrieri non si arrendono mai.- proclamo io in tono solenne.
-Tu ti sei mai arresa, Misty?- mi chiede a quel punto.
-Mai.- gli rispondo con un sorriso. –E tu lo farai?-
-Io non mi arrenderò mai.- dice lui gonfiando il piccolo petto orgoglioso di sé stesso.
-Bravissimo.- dico scompigliandogli affettuosamente i capelli.

 Jace
La guardo mentre cavalca con quella treccia che gli salta sulla schiena. Con la sua statura sembra proprio una ragazzina, ma lei è una guerriera e anch’io lo sono, ma qui non lo faccio vedere o perlomeno non lo faccio vedere tanto. Da quando abbiamo deciso di vivere in Scozia ho deciso di prendermi cura, anche se per poco tempo, di questo villaggio per rendere la vita di questi poverelli un pochino migliore. Anche Misty mi aiuta a volte, ma questi non sono lavori che fanno per lei. Odia stare al chiuso. Persino quando incomincia a piovere forte, quando ci sono i temporali, rimane sotto la pioggia a infracidarsi per guardare i fulmini che illuminano il cielo scuro. Quando smette, però, torna dentro e le cameriere sono costrette a preparargli una vasca di acqua bollente per farle passare i brividi e poi rimane tutta la serata con me vicino al fuoco. Mentre io mi occupo di documenti che lei definisce ‘’dannatamente noiosi’’, la signorina si mette a giocare con il fuoco. E’ l’unico momento in cui può scaricare un po’ i suoi poteri visto che non possiamo farci vedere per nessuna ragione al mondo.
Credo che questa cosa le dia molto fastidio, ma nessuno di noi ci può fare niente. E’ un periodo un po’ così e se vogliamo vivere pacificamente tra gli umani, come lei mi ha chiesto, dobbiamo seguire queste poche e facilissime regole.
La guardo dalla finestra mentre corre con il suo cavallo e incomincio a notare i bambini che incominciano a sedersi per terra per guardare entrambi. Lei e quel cavallo saranno la mia rovina. Ci scommetto anche la spada migliore che ho, che gli somministra un po’ della sua energia. Se un cavallo normale corresse in quella maniera come minimo in un quarto d’ora sarebbe sfinito. Sembra che abbiano il diavolo alle calcagna e probabilmente lei si immagina questo oppure quel po’ di furbizia l’ha mandata a farsi benedire. Sospiro e mi passo una mano tra i capelli. Ho voglia di fare un duello con la mia sorellina. Saranno settimane che non prendo una spada in mano e probabilmente lei non aspetta altro. Vado nella mia stanza a cambiarmi e metto la sua stessa divisa di pelle nera. Inizialmente l’artigiano si stava rifiutando di farla anche per lei visto che è una donna, ma guardando i suoi occhi che avevano incominciato a fiammeggiare aveva cambiato idea. Se ci penso rido anche adesso. E’ tremenda e con quegli occhi è capace di ridurre all’obbedienza un esercito intero, ma lei continua a considerarli banali. Perché le donne si sminuiscono sempre? Sarà una cosa genetica.
Mi guardo un attimo allo specchio e vedo un giovane che sembra un umano normale solo che non rispetta le regole della moda di oggi. Tutti gli uomini vanno in giro con i capelli lunghi, ma cosa sono? Delle femmine?
Mi rifiuto di tenerli lunghi, così i miei sono corti e continuamente spettinati. Sono un gigante rispetto a Misty e la cosa diverte me, ma non lei. Il Trono non poteva farci più diversi. In Paradiso eravamo sotto forma spiridica, ma in forma umana siamo uno l’opposto dell’altra. Si vedono guizzare i muscoli delle braccia quando prendo la spada e la lego alla cintura. Io e lei non usiamo armature. Sono troppo scomode, così ci siamo fatti fare queste divise apposta. Morbide, elastiche, robuste che si adattano perfettamente ai nostri corpi.
Le spade le portiamo in vita aggrappate a cinture fatte apposta e Misty a volte porta anche dei pugnali con sé divertendosi a scagliarli contro gli alberi e andandoli poi a riprendere. So che li nasconde in taschini che ha fatto fare negli stivali, ma non sono mai andato a curiosare di persona.
Incomincio ad andare verso il cancello del castello e mentre cammino per i corridoi non posso non notare gli sguardi ammirati delle cameriere. Sorrido e continuo a camminare. I rapporti tra umani ed angeli sono troppo pericolosi e io non posso rischiare di mettere incinta qualcuna di loro, anche se una nottata di divertimento non mi dispiacerebbe. Arrivo fuori all’aria aperta e mi guardo intorno cercandola con gli occhi. Avvisto i ragazzini e seguo con lo sguardo la direzione dei loro occhi. Ah, eccola!
Sta insieme a Thunderbolt e sta davvero facendo fare un giro sopra il suo cavallo ad un bambino? Guardo meglio e sì, non mi sbagliavo. La osservo mentre spiega al bambino come tenere le redini del cavallo e riesco a scorgere nei suoi occhi il divertimento e l’affetto che sta provando in questo momento. Cerca sempre di non mostrare i suoi sentimenti, ma la sua maschera con me non funziona.
Mentre lei ride e scompiglia i capelli al bambino, vedo un ragazzo avvicinarsi verso di lei. E’ uno dei cavalieri che girano sempre da queste parti e che la osservano mentre si allena con la spada o cavalca. Che cosa vuole?

Misty
Stavo facendo il solletico a Cassian sui fianchi facendolo ululare per le risate. Adoro quando i bambini ridono. Il suono delle loro risate è così sincero e cristallino che ti scalda il cuore e io non riesco a resistergli, così rido anch’io insieme a lui anche se non è la sottoscritta la vittima del solletico.
-Dai, per oggi basta insegnamento su come andare a cavallo. Ti porto io a fare un giretto.- dico saltando sul cavallo dietro di lui. Prendo le redini, ma una voce mi fece girare.
-Sai, non credo che dovreste farlo, fanciulla.- mi dice una voce maschile. Sia io che Cassian ci giriamo a guardare chi parla. E’ uno dei cavalieri che girano sempre intorno al villaggio e che si allenano a fare i grandi uomini da queste parti. L’ho individuato a causa della sua stazza e a causa degli sguardi che mi manda a volte. E’ enorme, muscoloso, moro e con gli occhi verdi. Ha i capelli più lunghi di Jace, ma non troppo. Le sue braccia, quando non sono protette da quello stupido aggeggio di ferro, risaltano subito a causa delle sue cicatrici. Cicatrici più muscoli uguale potenza ed energia. Interessante.
-Prima di tutto, io direi che sarebbe educato salutare una signorina come me, Signor..?- dico sbattendo innocentemente le ciglia.
Lui mi guarda un po’ confuso e devo ammettere che è un bel ragazzo, ma non voglio avere nessuna relazione amorosa con qualcuno di loro, quindi lo guardo a malapena con sufficienza.
Subito dopo, però, supera lo stupore e mi lancia un sorriso malizioso. Mi prende la mano e poggia le labbra sopra baciandola dolcemente.
-Chiedo scusa, fanciulla. Sono un maleducato. Sono Garrett, Garrett Mc Clark.- dice in modo galante.
All’inizio rimango a guardarlo stupita, ma ritraggo subito la mano e lo guardo male.
-Bene, Mc Clark. Cos’è che non dovrei fare?- chiedo con voce leggermente irritata. Stringo tra le braccia Cassian che ci osserva curioso senza parlare. Anche Bolt sembra interessato alla nostra conversazione.
-Andare a cavallo con quel bambino. Non sono cose che dovrebbero fare le donne.- dice lui mandandomi in bestia.
-Questi, credo, che non siano affari vostri, signore. Ha paura che sia una donna ad essere più brava su qualcosa che fanno solo ed esclusivamente gli uomini? Come andare a cavallo, per esempio?- chiedo io per ripicca senza alzare la voce. Autocontrollo.
Lui mi sorride in modo impertinente e prima che possa rispondermi, parla Cassian stupendo entrambi.
-E’ impossibile che il Signor Mc Clark batta la signorina Misty. Non c’è nessuno più veloce di lei e Bolt qui in giro.- dice guardandomi con occhi orgogliosi.
Gli accarezzo i capelli sorridendogli.
-Beh, Cassian ha ragione.- dico io con un sorriso arrogante. Non ho mai capito perché le donne non si devono vantare quando sono brave in qualcosa. E’ una cosa stupida da fare.
Ho come la sensazione di essere osservata e quando mi giro vedo che avevo ragione. Lì, vicino agli altri marmocchi c’è Jace che ci guarda e.. Quella è la sua spada?
Gli faccio cenno di avvicinarsi a noi e anch’io mi dirigo verso di lui con Cassian e Bolt. Mc Clark ci segue. Dio, quanto è fastidioso.

Jace
Misty sembra infastidita e io incomincio ad innervosirmi. Cosa vuole da mia sorella quel tipo?
Vedo che gli risponde senza alzare la voce e mi scappa un sorrisetto. Sarà meglio per lui che non le faccia perdere le staffe. Misty mi vede e mi fa segno di avvicinarmi e incomincia a venirmi in contro, così accellero il passo. Arrivo da lei e le sorrido.
-Che stavi facendo, sorellina?- chiedo.
-Stavo facendo vedere a Cassian come si cavalca un cavallo, ma questo signore è stato così gentile da venirmi a dire che queste non sono cose che dovrebbe fare una donna comune.- mi dice delicata, ma mandando un’occhiata di fuoco all’uomo che è venuto dietro di lei.
Lo saluto con un sorriso anche perché è una situazione divertente. Odia essere paragonata ad altre persone e anch’io lo odio, ma è divertente lo stesso vederla mentre è irritata.
-Ma tu non sei una donna comune, Misty. Lo sanno tutti.- dico io tranquillo e ricevendo da lei un’occhiata di approvazione.
-Buongiorno, Jace.- mi saluta lui. –Beh, non sarà una donna comune, ma è sempre una donna e si sa che non sono capaci come noi uomini a cavalcare, no?- dice sicuro di sé.
Prevedo sviluppi interessanti. Penso guardandolo mentre dice quelle parole.
-Vuoi sfidare mia sorella a cavallo?- chiedo io incuriosito.
Lei rimane a bocca aperta per un secondo, ma la richiude in un attimo, guardandolo interessata.
Ahi. Conosco quello sguardo. Penso. Il bambino tra le braccia di mia sorella non si perde una battuta e sembra essere soddisfatto di essere finito in questa situazione. Per lui deve essere eccitante, ma per lei… Si salvi chi può.
-Mi stai sfidando?- chiede lei con quella luce negli occhi.
-Beh, se la mettiamo così..- incomincia a dire lui. –Sì, voglio sfidarti.-
Sono sicuro che abbia qualcosa in mente. Che cosa vuole ottenere?
-E se vinci cosa vorresti?- chiedo io incominciando ad intuire qualcosa. Siamo in tre che lo guardiamo in attesa di una sua risposta e lui sembra godere di queste improvvise attenzioni.
-Se vinco io, voglio che tua sorella diventi mia moglie.- dice sicuro di sé. Per l’arco di tempo di qualche secondo nessuno parla, ma superato lo shock provo una rabbia improvvisa che mi fa avanzare.
-Toglitelo dalla testa.- dico io stringendo i pugni e avvicinandomi a lui. Non riesco ad immaginare nessun uomo vicino a lei all’infuori di me e di sicuro non le si avvicinerà se non vuole una spada conficcata nella gamba.

Misty
Rimango ammutolita dalla sua richiesta, ma vedendo Jace che si avvicina a lui a pugni serrati, mi risveglio dalla sorpresa.
-Cosa?- chiedo io per avere la conferma.
-Qual è il problema, signorina? Non sono l’unico a volerla sposare qui e visto che lei si crede così veloce a cavallo, come mai è così preoccupata?- mi chiede lui orgoglioso di come sia arrivato così in fretta al punto.
-Io non sono preoccupata.- gli dico lanciandogli un’occhiataccia.
-Non mi interessa se sei preoccupata o no.- dice Jace incominciando ad arrabbiarsi. –Ma tu non accetterai la sfida. Mi spiace, ma mia sorella non è il premio di nessuna scommessa o sfida. Non è un oggetto.
Mi da’ fastidio che lui si intrometta. Sono affari miei e quel tipo ha bisogno di qualcuno che gli dia una lezione con i fiocchi.
-Sì, capisco.- dice a quel punto Mc Clark lanciandomi un’occhiata. So bene cosa significa. E’ sicuro che io non riesca a batterlo, ma si sbaglia.
-Bene. Se vuole conquistarla, trovi un altro modo anche se dubito che ci riuscirà.- gli dice Jace con un sorrisetto. Non sopporto quando mi difende. Me la so cavare da sola. Mi fa piacere che si preoccupi per me anche perché anch’io lo sono per lui in certe circostanze, ma adesso no.  Sono un tipo orgoglioso e non ho bisogno di lui in queste occasioni.
-Jace, posso vincere, quindi per piacere fatti gli affari tuoi.- dico irritata. Cassian sente la tensione e mi accarezza il braccio e contemporaneamente Bolt nitrisce piano.
Jace si gira verso di me e adesso vedo chiaramente che è arrabbiato.
-Ho detto di no. Il discorso è chiuso.- mi dice gelido. Gira i tacchi e se ne va. Lo guardo arrabbiata, ma sa che non posso ribattere se c’è ancora quest’idiota a guardarmi soddisfatto. Devo mantenere la mia identità senza combinare troppi guai e dato che teoricamente sono una donzella, non posso disobbedirgli. E’ questo che le donne fanno oggi: obbediscono agli uomini senza opporre resistenza. Non è giusto. Non è così che dovrebbe essere. Saluto freddamente il cavaliere e me ne vado a fare quella che doveva essere una passeggiata rilassante insieme al marmocchio e a Bolt. Ho detto bene, doveva, ma in realtà sono così arrabbiata con Jace e con quell’uomo che darei fuoco a tutto quello che mi capita a tiro, ma dato che non posso stringo i denti e sto zitta. Jace me la pagherà. Col cavolo che stasera riuscirà ad accendere il fuoco.
Sono ferita nell’orgoglio. Non mi piace quando mi danno degli ordini e lui si è comportato proprio male. Sapeva benissimo che avrei potuto vincere. Perché non si era fatto semplicemente i fatti suoi? Era da un sacco di tempo che non mi divertivo un po ‘ e quello per me era come un invito a nozze. Scusate il gioco di parole. Continuo a riflettere borbottando dentro di me, fino a quando Cassian non parla. Mi sento un po’ in colpa visto che mi stavo dimenticando completamente di lui.
-Non dovreste essere arrabbiata con suo fratello, signorina.- mi dice lui piano piano.
Io sospiro e rispondo. –Non chiamarmi signorina, Cassian. E dimmi, perché non dovrei esserlo?-
-Beh, perché era preoccupato per te, Misty.- mi dice lui. Da quando in qua i marmocchi come lui fanno discorsi simili? Rimango zitta e continuiamo la camminata fin quando il sole non incomincia a tramontare. Rimaniamo a guardare il sole che crea nel cielo quei colori così belli e caldi. Il tramonto è sempre stato uno dei miei momenti preferiti della giornata.
Capisco quando è ora di far tornare Cassian a casa quando degli uomini incominciano ad uscire per la veglia notturna. Lo vedo correre verso casa e io mi dirigo verso la stalla per portare Thunderbolt a riposare.

Jace
Non so cosa gli passi in quella testa mora. So bene che se volesse potrebbe stracciare Mc Clark a cavallo solo per la sua velocità, ma lui non giocherà pulito. Glielo leggevo negli occhi. E’ un tipo furbo e scaltro e non voglio allontanarmi dalla Scozia per un bel po’. Mi piace stare qui e se lei perdesse quella gara per un motivo o per un altro, sarebbe costretta a sposarlo, cosa che sicuramente non farà, o saremo costretti a trovare un altro posto, lontano da qui, in cui vivere. Potrebbe andarsene da sola, ma io non la lascerei mai. Sarebbe troppo strano stare lontano da lei anche per più di cinque ore consecutive, figuriamoci lasciarla scappare da sola. Non riuscirei a stare senza di lei troppo a lungo, è più forte di me. A quest’ora di solito stiamo sempre insieme, ma scommetto che è offesa a morte per averle dato degli ordini senza che lei potesse replicare. Non mi sono comportato bene, lo ammetto. Mi sono innervosito soprattutto perché per un attimo mi sono immaginata lei, che indossava un abito da sposa con al suo fianco un uomo che la portava via da me. Quell’immagine mi aveva dato così tanto fastidio che avrei voluto tirare volentieri un pugno in faccia a quell’idiota che aveva avuto l’idea di sfidarla a cavallo per conquistare la sua mano. Poi, lei, che stava anche per accettare la sfida.. Per me è una cosa inaccettabile. Fin quando non troverà qualcuno che ama davvero e che sarà capace di mettermi ko quando cercherò di ucciderlo, forse, ma dico forse, riuscirò a farci un pensierino. Forse a cena le chiederò scusa. Prima devo valutare la situazione. Non litighiamo spesso come fanno i fratelli umani, ma una litigata al mese ci esce sempre. Guardo fuori dalla finestra e vedo che il sole incomincia a tramontare e anche la temperatura incomincia a calare. E’ ora di accendere un fuoco. Prendo la legna e la metto nel camino dello studio dove passo la maggior parte del mio tempo. Cerco di accenderla, ma non ne vuole proprio sapere di accendersi. Strano, la legna non è verde e dovrebbe accendersi in fretta visto che è secca. Prendo da un cassetto una scatola di fiammiferi che non uso quasi mai visto che ho una fiamma vivente che gira per casa, ma appena si accendono non faccio a tempo a muovermi di un millimetro che la fiammella si spegne subito. Riprovo con un altro, ed un altro e un altro ancora fin quando la scatola non finisce. Non è una cosa normale. Ho appena avuto la prova che mia sorella è veramente arrabbiata. Ha fatto in modo di non far accendere il fuoco in casa fin quando non arrivi lei. Dispettosa e offesa. Mi ha messo in condizioni di chiederle scusa o altrimenti mi farà congelare le chiappe per tutta la notte. Sbuffo e mi affaccio di nuovo alla finestra. Il sole sta finendo di tramontare e alcuni uomini incominciano ad uscire dalle loro case per fare la ronda notturna. Scorgo un puntino in lontananza che corre verso il villaggio. Metto bene a fuoco e vedo che era il bambino a cui Misty oggi stava insegnando a cavalcare. Se il bimbo sta correndo significa che incontrerò la mia sorellina a cena.

Misty
Dopo aver portato il mio fulmine a riposare, mi dirigo verso casa. Non ho fame questa sera, così quando incontro le cameriere dico loro di non apparecchiare anche per me e vado nelle mie stanze. Chiudo il portone e guardo il luogo più familiare che ho in questo castello. Le pareti richiamano i colori del sole quando tramonta. I mobili che arredano la mia stanza non sono molto sfarzosi, ma il mio letto a baldacchino è pieno di cuscini. Mi piace dormire comoda. A fianco dell’armadio che contiene perlopiù vestiti da donna quasi mai indossati, c’è un enorme specchio con i bordi dorati attaccato al muro dove posso specchiarmi e vedermi tutta. Quel tocco l’aveva aggiunto Jace. Come se ci fosse bisogno di vedere ogni giorno la mia bassa statura. Sembravo una marmocchia. Passo davanti lo specchio senza guardare il mio riflesso che imita tutto quello che faccio. Vado nel bagno che è adiacente alla stanza e trovo già dell’acqua pulita nella vasca. Peccato che sia fredda, ma non ci metterà molto a riscaldarsi. Usare il mio fuoco con l’acqua non è una cosa semplice, ma riscaldarla è una cosa da niente. Muovendo teatralmente una mano, visto che non c’è nessuno con me in questo momento, l’acqua incomincia a ribollire. In un paio di minuti l’acqua è alla giusta temperatura, ossia bollente, e io mi sto facendo un bel bagno rilassante. A contatto con l’acqua calda i muscoli si rilassano e anch’io mi tranquillizzo un po’. Ho un piano per domani. Jace può arrabbiarsi quanto vuole, ma quando decido una cosa sono irremovibile e lui lo dovrebbe sapere bene.
Quando esco dalla vasca profumo tutta d’arancia e mi asciugo più in calma. Il bagno mi è servito davvero tanto. Sono riuscita a pensare a cosa farò\combinerò domani e mi sono anche rilassata un sacco. Un bel sonnellino non me lo toglie nessuno.
Mi metto in fretta una veste per dormire e mi infilo sotto le coperte. Jace, te le sei cercate.. penso un secondo prima di addormentarmi.

Jace
Misty non si è presentata a cena. Le cameriere mi hanno detto che l’hanno vista entrare nella sua stanza, quindi dovrà essere ancora lì. Mi sembra strano che non sia venuta a cercarmi per farmi la ramanzina su come mi sono comportato, ma forse era stanca o non era molto arrabbiata. Speriamo che non lo sia. Non ho voglia di sentirla mentre si arrabbia e grida e non voglio litigare con lei. Quando litighiamo, qualcosa va sempre a fuoco e questi sprechi si potrebbero evitare se non litigassimo. Anch’io sono nervoso. Non sopporto quando mi da’ buca a cena o quando mi evita. Ho bisogno di passare del tempo con lei anche se la mia gemellina è una gran rompi scatole. Appena finisco di mangiare, mi dirigo verso la sua stanza per vedere se è ancora sveglia. Voglio vedere se è arrabbiata con me e se lo sarà molto le chiederò anche scusa. Sono orgoglioso, ma non come lei. Se mi perdonerà probabilmente mi farà spazio nel suo letto e lei dormirà tra le mia braccia come facevamo qualche tempo fa. Quando dormiamo insieme entrambi siamo più tranquilli. Sinceramente spero che succeda così questa sera. Supero un paio di corridoi e finalmente mi trovo davanti la sua porta. La apro piano ed entro. Le candele sono accese come ogni notte e un fuoco allegro crepita nel suo camino. Anche di notte devono esserci delle fonti di luce nel castello. Entrambi odiamo il buio. Mi avvicino al suo letto e vedo che dorme come un ghiro. Ci manca poco che incominci a russare. Sarebbe divertente vederglielo fare. Le accarezzo dolcemente i capelli.
-Buonanotte, nanerottola…
I miei personaggi. 
Nello scorso capitolo mi ero dimenticata di dire che i prestavolti di Misty e Jace sono Victoria Justice e Colton Haynes. Jace è un bel bocconcino, eh? xD
Vi lascio! Buona lettura e spero che vi piaccia!
  
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