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Autore: Sirene Chan    06/10/2007    2 recensioni
Sei sempre stato la mia meraviglia. Appena ti ho visto, qualche secondo dopo essere nato, ho pensato che mai e poi mai avrei potuto permettermi che qualcuno ti facesse del male. Ti ho voluto bene dal primo momento, dal primo sorriso che hai fatto.
Genere: Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Perchè...?

Sei sempre stato la mia meraviglia.

Appena ti ho visto, qualche secondo dopo essere nato, ho pensato che mai e poi mai avrei potuto permettermi che qualcuno ti facesse del male.

Ti ho voluto bene dal primo momento, dal primo sorriso che hai fatto.

Tuo padre ti coccolava, i tuoi nonni ti lodavano, tutti ti volevano bene. E tu sei cresciuto circondato da un amore infinito.

Eri sempre allegro, giocherellone, scherzoso. Eri un angelo.

Il tuo primo giorno di asilo piansi, guardandomi andare verso l’uscita. E io mi voltavo, costretta a tenere a bada la mia immensa voglia di venirti incontro, abbracciarti, stringerti e consolarti. Ti salutavo, con la mano appena tremante dal dolore che provavo nel doverti abbandonare, anche solo per qualche ora, in un posto in cui non volevi stare.

Alle scuole elementari eri cresciuto un po’, ma le tue paure erano sempre le stesse. Non volevi restare lì. Mi volevi sempre accanto. Ma io non potevo stare con te in quel luogo, e così provavo nuovamente dolore nel lasciarti li solo. Soffrivo veramente tanto, in quel periodo. Ma eri il mio tesoro, e non potevo fare a meno di patire.

In molti mi hanno ripetuto che ero esagerata. Che ti avrei rivisto il pomeriggio, ma io ogni mattina continuavo a dolermi.

Alle scuole medie già non ti dovevo più accompagnare, insistevi col dire che eri grande. Iniziavi ad uscire con gli amici, ed io ricordo che non cercavo di impedirtelo, perché se era quello che volevi, lo avresti fatto.

Ma tu non mi sembravi grato per gli sforzi che facevo per farti felice.

Io non mi scomponevo, pensavo fosse normale. Ma dentro continuavo a rodermi. Tuo padre mi continuava a dire che era nella norma che un ragazzo rifiutasse le moine di una madre follemente legata al figlio, e io mi illudevo che avesse ragione.

Alle superiori eri sempre più assente. Non ci hai mai presentato neanche un amico ne una ragazza. E per quel motivo piangevo, pensando che tu ti vergognassi di me. Sentivo che ormai stavi andando avanti nella vita senza me. E che io restavo li, ferma e sola come una boa in mezzo all’oceano.

Non ho mai pensato seriamente di aver sbagliato qualcosa con te, neanche adesso che hai 30 anni.

Ma qualcosa devo aver sbagliato, se adesso ci troviamo in questa situazione. Sei in piedi, davanti a me, e tieni la mano stretta a pugno con dentro un coltellino.

Perché?

Perché stai cercando di uccidermi?

Salve, sono Sirene Chan!

Ho scritto questa fic di getto, senza badare a quello che stavo digitando. Ed è venuto fuori questo. Reputandolo abbastanza dignitoso, ho deciso di pubblicarlo. Spero che sia piaciuto ad almeno qualcuno!

Sirene Chan

  
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