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Autore: keiko86    19/03/2013    2 recensioni
Rimase alla finestra ad osservare la figura in rapido allontanamento dell'ispettore per un po', poi senza un particolare motivo si sentì come invaso da un senso improvviso di allarme, come un pugno allo stomaco che lo fece quasi piegare in due. Alzò di nuovo gli occhi verso Javert, ormai quasi scomparso in fondo alla via.
"Devo essere pazzo...." Borbottò fra sè, prima di fiondarsi di corsa giù per le scale all'inseguimento dell'uomo che lo avrebbe dovuto arrestare.
******************
Javert aveva ormai preso la sua decisione. Aveva chiuso brevemente gli occhi recitandosi in testa una preghiera (anche se sapeva bene che per lui non ci sarebbe più stato posto in Cielo dopo quell'atto) ed era scivolato giù dal ponte senza un suono, rassegnato.
"JAVERT! NO!!"
Genere: Angst, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Javert, Jean Valjean
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Javert Sviato'
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Chapter 03.Recovery

Dopo aver passato alcuni minuti in uno scomodo silenzio (Javert, ancora tra le braccia dell'ex forzato, diveniva sempre più imbarazzato di secondo in secondo aveva le labbra serrate, e lo sguardo abbassato ostinatamente, mentre Valjean ogni tanto avrebbe voluto iniziare una conversazione, ma gli bastava un'occhiata al poliziotto per rinunciare) i due si ritrovarono daccapo di fronte all'ingresso dell'appartamento di Rue de l'Homme Armè 7.

Javert sospirò "D'accordo, Valjean. Fatemi scendere, ora, non pensate nemmeno un istante di trascinarmi in casa vostra in questo modo!"

"Ispettore? Non mi sembravate contrario, un attimo fa..."

"Un attimo fa è un attimo fa, per l'appunto!" Ribadì Javert, divincolandosi e riuscendo da sè a ritornare con i piedi per terra. Valjean si concesse un leggero sorrisetto.

"State arrossendo, credo. Siete forse imbarazzato?"

"Certo che no. E'.... Ecco, è solo il freddo!" Rispose secco l'altro, ma con suo orrore arrossì ancora di più, mentre il sorriso di Valjean si faceva più largo.

"Siete imbarazzato. E va bene.... Ma non preoccupatevi, non c'è nessuno quì. La domestica sarà tornata a casa sua ormai ore fa, ci sono soltanto io, e nulla di questo mi imbarazza, lo avrete capito da voi ispettore!"

Lo sguardo che Valjean ricevette a quel punto da un Javert rosso in volto come un pomodoro maturo, avrebbe potuto incenerirlo.

"No, eh? Vi siete dimenticato di vostra figlia?!" Esclamò ironicamente, al chè l'uomo più anziano rispose con un'espressione conciliante che non c'era di cui preoccuparsi, la sua cara Cosette era nella sua stanza addormentata, non ci sarebbe stato alcun problema.

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Javert sospirò di nuovo, ma accettò riluttante di seguire l'ex detenuto in casa sua, ancora tremando leggermente dal freddo.

Una volta all'interno si soffermò per qualche istante sulla soglia, guardandosi attorno e notando l'arredamento raffinato e squisitamente curato dell'appartamento, e non potè inconsciamente non paragonarlo al suo, con solo i mobili prettamente necessari, nessun confort e uno stile decisamente spartano ed essenziale, scelto non per povertà ma bensì a causa del suo poco interesse anche solo all'oziare in casa, avendo il vizio di passare ogni suo minuto libero al distretto di polizia a riordinare gli elementi di qualche caso, studiarsi gli indizi o a redigere rapporti.... Praticamente faceva uso della sua abitazione prettamente come luogo dove dormire, e neanche sempre visto che si era trovato numerose volte ad addormentarsi alla sua scrivania al distretto.

Era così perso nei suoi pensieri che quasi non si accorse del ritorno di Valjean fin quasi quando questi non gli comparve dinnanzi, le braccia cariche di abiti e coperte, sorridente.

"Ecco quì, ispettore. Vi ho portato coperte in abbondanza con cui potrete asciugarvi, e questi sono degli abiti asciutti da indossare. Mi dispiace non aver trovato qualcosa di più consono, ma c'era troppa urgenza per cercarne di migliori, vogliate scusarmi." Detto questo l'uomo poggiò il mucchio sul divano della sala, guidando poi Javert all'interno con una delicata spinta alla spalla con una mano, non volendo innervosirlo.

"Se permettete vado a cambiarmi anch'io, vi lascio alla vostra privacy ispettore. Fate come se foste a casa vostra!" E sparì su per le scale, silenzioso come un gatto.

Javert si concesse un breve sorriso ironico.

"Mpfh. Privacy ha detto." 

Si ritrovò a pensare che questa ai detenuti di Tulon non venisse data affatto... Tutta qulla cura da parte di Valjean lo spiazzava e confondeva, si sarebbe aspettato di tutto da un uomo contro il quale aveva sempre imposto rigidamente la sua autorità durante gli anni di prigione, che aveva egli stesso braccato per anni senza tregua.... Ora che si ritrovava vulnerabile e sottomesso nelle sue mani avrebbe potuto (e dovuto) aprofittarne per vendicarsi, fargli scontare tutti quegli anni di sofferenza e odio, e invece.... Invece....

"Ma ispettore! Siete ancora così?!" Fu il commento improvviso che lo riscosse dai suoi pensieri.

Si voltò di scatto per notare Jean Valjean tornato di nuovo all'ingresso della sala con i piedi scalzi e indosso un abito diverso, una camicia sciolta e dei pantaloni semplici, i capelli leggermente umidi che stava frizionando con un panno, che lo stava osservando con aria interrogativa.

"Che state facendo? Non vi cambiate?" Chiese questi, avvicinandosi di un paio di passi mentre Javert lo fissava come trasognato "Ispettore state ancora tremando, non vorrei sembrarvi scortese, ma siete fradicio, così vi prenderete qualche malanno!"

Il poliziotto sbattè in risposta le palpebre confusamente, quindi abbassò lo sguardo su di sè e sembrò finalmente accorgersi del suo stato, e che a forza di essersene rimasto immobile per tutto quel tempo aveva ormai creato una piccola pozzanghera ai suoi piedi, sulla moquette. Arrossì per l'ennesima volta.

"Io.... Mi dispiace... Ho bagnato tutta la vostra tappezzeria...." Mormorò, imbarazzato. Valjean scosse la testa bonariamente facendosi vicino.

"Non preoccupatevi per questo. Ecco, sedetevi quì vicino al camino, vi prendo la coperta." Gli rispose, guidandolo nuovamente con la mano sopra i cuscini del divano, sui quali l'altro si sedette docilmente, quindi raccolse un paio di coperte e gliele avvolse sulle spalle con cura, frizionandogli leggermente la schiena per aiutarlo a scaldarsi. Javert non riuscì a reprimere un brivido ben visibile, ma ormai non era più affatto sicuro se fosse causato solo dal freddo o dal suo sconvolgimento emotivo, e preferì evitare di chiederselo, per il momento.

Si limitò ad allungarsi un po' più vicino al fuoco, sospirando e godendosi il piacevole calduccio per un po'.

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Valjean vedendo che l'ispettore sembrava a posto, finalmente, uscì nuovamente con la scusa di preparare un the caldo, magari, in modo da permettere all'uomo più giovane di cambiarsi gli abiti in tranquillità.

Quando tornò nel salone dopo una ventina di minuti, in mano un vassoio con due tazze fumanti sopra, si concesse un sorriso alla vista che gli si parò davanti: l'ispettore Javert, con indosso uno dei suoi pigiami, che data la differenza sostanziale della loro corporatura (massiccio e imponente Valjean, alto e sottile Javert) era troppo grande per lui di parecchio e che gli dava un'aria quasi da ragazzino, di nuovo avvolto nel mucchio di coperte soffici e raggomitolato del tutto sul divano, profondamente addormentato con il viso affondato ad uno dei cuscini e con un braccio mollemente gettato verso il pavimento.

Si sorprese a provarsi quasi intenerito nei suoi confronti, in quel momento, e poggiato il vassoio su un tavolinetto nelle vicinanze attento a non fare il minimo rumore, si avvicinò all'uomo e gli sistemò uno dei lembi della coperta di nuovo sopra le spalle, per poi sedersi tranquillamente sulla poltrona lì a fianco ed aprire un libro, attendendo il suo risveglio.

Prima di immergersi completamente nella lettura non potè fare a meno di constatare sorridendo di come nel sonno il viso dell'ispettore fosse davvero sereno e rilassato.

End Chapter 03.

  
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