Libri > Shadowhunters
Segui la storia  |       
Autore: Water_e_Fire    19/03/2013    1 recensioni
Victoria, è sempre stata la classica ragazza di campagna, da quando sua madre è morta, lei e sua nonna vivono in città. Un giorno Victoria discute seriamente con sua nonna, e scappa, non sapendo che il destino ora voleva giocare con lei, viene salvata da un ragazzo, dai bellissimi occhi dorati.
Scoprirà chi è veramente e che sua madre non è morta come credeva.
Dopo The Mortal Instruments.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alec Lightwood, Clarissa, Jace Lightwood, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CITY OF LOST MEMORIES

 

 

PARTE PRIMA LA FOLGORE.




La folgore

Io t’amo come la folgore che scioglie la neve

Io t’amo nell’infinito mio essere mortale

Io t’amo nell’eterno fuoco del cuore del tuo cuore immortale, del mio cuore mortale...

Io t’amo nel tuo essere in me, io in te...

Io t’amo nell’essere mio eterno amore.

La Torre Maria Cristina

 

 

Capitolo 1 Le sorelle Oscure.

Una figura si alzò dal letto, era minuscola e malconcia. I suoi capelli castani, che una volta erano dei bellissimi boccoli, ora erano un vero e proprio cespuglio. Victoria cercò di sistemarseli in qualche modo, ma senza successo, si arrese subito a quel pensiero.

Andò verso lo specchio attaccato a un grande armadio, quasi il doppio di lei e si osservò. Indossava ancora i vestiti del suo rapimento. La sua maglietta preferita dei Beatles, che le aveva regalato sua madre, era ormai rovinata per via della lotta, notò che a uno di loro mancava una parte del labbro. I jeans una volta chiari erano di una tonalità verdastra, e gli anfibi erano totalmente graffiati. Si ricordava tutto come se fosse stato il giorno prima, aveva litigato con sua nonna ed era uscita di casa, qualcosa nella sua testa le aveva detto di correre al parco, e cosi ha fatto, ma non sapeva che il destino stava giocando con lei.

Si sedette su letto.

Due giorni, sono passati soltanto due giorni! Pensava mentre si sdraiava sul letto. Qualcuno bussò alla porta e lei si sedette di scatto.

-Ecco a lei la cena- era la serva delle donne che l’avevano rapita, due persone orribili che si facevano chiamare le Sorelle Oscure.

Lei si alzò, e respinse il cibo che la serva aveva poggiato sul comodino vicino al letto. Non si fidava di quelle due donne,aveva deciso quindi che non avrebbe mangiato nulla di quello che gli veniva offerto. La serva se ne andò lasciandola sola, come tutte le volte, non si fermava per controllare che mangiasse qualcosa. Victoria prese il vassoio e andò verso la finestra.

Gli uccelli amavano i residui che gli lasciava, e lei era felice di sfamarli. Aveva pensato di mangiare qualcosa, anche perché il suo stomaco brontolava, e aveva notato che agli uccelli non era successo niente, ma pensò che forse sugli animali non funzionava. Appoggiò il vassoio sulla cornice della finestra in perfetto equilibrio.

Oggi come cena aveva brodo e carne, prese la carne e inizio a tagliarla in piccoli pezzettini, magari gli uccellini non la avrebbero gradita, ma forse qualche gatto randagio o cane invece si.

Li buttò di sotto, per il brodo sospirò, non aveva nessuna scelta se non buttarlo cosi, era al primo piano di un palazzo, e sotto c’era un giardino in cui si vedeva un bellissimo lago.

Buttò il brodo, e senti qualcuno urlare, si sporse e vide una testa nera, era un ragazzo. Chi sa cosa ci fa qui un ragazzo? Si chiese.

Victoria sgranò gli occhi, e si mise una mano sulla bocca.

-Oh mio dio! Mi dispiace tanto!! – il ragazzo alzò la testa per guardarla, rimase colpita nel vederlo, era un ragazzo bellissimo, ma da lontano riusciva a vedere solo i suoi occhi. Erano bellissimi, ma allo stesso tempo strani, non riusciva a credere che potessero esistere occhi color oro, la pupilla nera aderiva perfettamente a quel colore. Lui la guardò con una faccia sconvolta quasi arrabbiata.

- Stai tentando di uccidermi? – malgrado il suo sguardo aveva una voce gentile, Victoria sorrise.

- Oh no, prima di uccidere la gente io la conosco e poi penso se ne vale la pena ucciderla- il ragazzo gli sorrise, poi pensò a quanto fosse poco presentabile e anche se non si stava specchiando, sentì le sue guancie arrossarsi.- Chi sei? – il ragazzo la guardò e sorrise di nuovo, -chiedo perdono donzella in difficoltà, sono venuto a liberarla dal castello che vi tiene prigioniera, ma se vi divertite a fare la principessina … - mentre il ragazzo parlava, Victoria si ricordò del pane e iniziò a sbriciolarlo buttandolo giù dalla finestra.

- La smetti di buttarmi il cibo addosso??- Urlò il ragazzo facendola sorridere - non è colpa mia se sei lì sotto- continuava a sorridere, mentre il ragazzo si toglieva le briciole dai capelli.

-Perche butti il cibo fuori dalla finestra, giovane Giulietta?- disse il ragazzo, Victoria girò gli occhi.

- Do da mangiare agli animali,e ti conviene toglierti tra poco arrivano le anatre alla ricerca del pane- il ragazzo sgranò gli occhi e la guardò.

- Hai detto anatre?- chiese quasi spaventato, Victoria vide che era sotto shock. -Si anatre, sai quei animali con il becco e le ali, che fanno “quack quack” – disse imitando le anatre, il ragazzo la guardò male.

-meglio che indietreggi, sto per salire- disse, Victoria iniziò a ridere.

-e come?- il ragazzo le lanciò un sorriso malizioso.

-sciogliendo i tuoi capelli raperonzolo?- Victoria scoppio a ridere –molto divertente- poi il ragazzo tornò a guardarla –ora indietreggia o ti farò male- Victoria indietreggiò e un gancio apparve sulla finestra, poco dopo anche una mano, Victoria corse ad aiutarlo, appena il ragazzo entrò completamente dalla finestra,si mise dritto davanti a lei, e lei poté notare che gli arrivava a malapena all’altezza delle spalle.
Il ragazzo la guardò, dovrebbe avere la mia stessa età, penso Victoria.
Il viso del ragazzo era bellissimo da vicino le labbra perfette erano arcuate a forma di un sorriso. Ma la cosa che la colpi furono gli occhi.
Verdi al centro ma color oro intorno, le ciglia lunghe, il viso era quello di un uomo, però aveva un che donava una bellezza surreale. Il ragazzo dovette abbassare la testa per guardare Victoria negli occhi.
Che spalle larghe che ha, pensò osservandole,erano larghe e forti, indossava una sottospecie di tuta nera in pelle che gli mostrava le braccia muscolose piene di tatuaggi strani,erano dei simboli neri che non aveva mai visto, al fianco portava una sottospecie di coltellino fino e argentato.
-allora chi sei?- chiese Victoria.
-Mi chiamo Nicholas Herondale,ma tu puoi chiamarmi Nick- disse tendendo la mano.
-Io mi chiamo Victoria,ma te puoi chiamarmi Vivi- disse stringendogli la mano.
-Perché sei qui?-chiese Victoria a Nicholas.
-Per liberarvi mia giovane Giulietta- disse inchinandosi teatralmente, Victoria giro gli occhi.
-Peccato che siamo ancora chiusi qui mio giovane Romeo- disse sbuffando, poi alzò lo sguardo e lo fissò.
-Vuoi starmi a fissarmi, e ti capisco, quando mai ti capiterà di rivedere di nuovo in giro un gran pezzo di ragazzo come me, questo vuol dire che non hai tutta questa gran fretta di fuggire mia Giulietta- disse Nicholas sorridendo.
-Gradirei non essere paragonata a Giulietta- borbotto Victoria.
-E perché no? Non è il prototipo a cui voi femmine volete assomigliare?- chiese chinando la testa di lato, in tal modo che i riccioli neri gli caddero su gli occhi.
- Ma io non sono come le altre ragazze- disse Victoria incrociando le braccia.
-Già di questo me ne ero accorto, le altre ragazze in questo momento starebbero già ringraziando il signore per tale miracolo, ossia me- disse Nicholas sorridendo, ha un bel sorriso, penso Victoria.
-La tua autoconvinzione e una cosa ammirevole da far invidia al povero Narciso- disse Victoria.
Nicholas rise e le prese la mano destra e la osservò.
-Hey!- disse Victoria ma lui non la ascoltò neanche.
-Sei mancina?- gli chiese.
-No perché?-rispose bruscamente liberando la mano dalla presa di Nicholas.
-Mondana come pensavo- mormorò -senti ragazzina sono venuto qui alla ricerca di una certa Starkweather, la conosci?- chiese Nicholas facendo scoppiare Victoria dal ridere.
-Perche ridi?- chiese alzando un sopraciglio.

-Facciamo cosi, io ti dico dove si trova Starkweather, e tu mi dirai che cosa vuoi da lei, e perche la cerchi lei, ok?- chiese Victoria.

-Ci sto, dov’è lei?- chiese Nicholas, Victoria si tolse l’anello dal dito medio della mano destra, era uno di quegli anelli da pollice ma lei lo usava come un anello normale, poiché le stava benissimo al dito, era di suo padre, così com’era stato di suo nonno, l’anello era fatto di piccole folgori, sei in tutto, prese la mano di Nicholas e lasciò cadere l’anello sul suo palmo.

-sono io, la ragazza che cerchi, il mio nome è Victoria Starkweather - disse sorridendo.

 

 

Nicholas rimase zitto, e la guardò sorpreso.

Da giorni lui e l’istituto erano alla ricerca di questa ragazza, e oggi sua madre aveva trovato un’ottima traccia da una fata che aveva visto la scena.

Nicholas là guardò attentamente,secondo lui era più minuta di sua madre, per niente aveva il fisico da shadowhunters.

-Chi ti ha rapito?- gli sussurrò, Victoria alzò lo sguardo.

-Le sorelle oscure- sussurrò lei come risposta, Nicholas si fermò a osservare i suoi occhi, erano tra il verde e il grigio, un perfetto miscuglio, tremava, forse dal freddo o dalla paura.

-Ti hanno fatto del male?- chiese e la vide annuire, le cadde una lacrima, lui gliela pulì sorprendendo entrambi del gesto.

-Ti porto al sicuro nell’istituto- Victoria annui.-Shadowhunters- disse Nicholas senza neanche rendersi conto.

-Cosa?- Victoria inclinò la testa di lato –Come hai detto?-

Nicholas sospirò e andò a sedersi nel letto, nella speranza di allontanare quegli occhi verdi curiosi, ma Victoria non capì il segnale e si sedette accanto a lui.

Oh per la miseria!  Nicholas si trattene.

-Cacciate le ombre?- chiese Victoria innocentemente, Nicholas si ricordò quando suo padre glielo disse per la prima volta chi era e cosa faceva, doveva avere cinque anni quando gli porse la stessa domanda, suo padre rise e gli scompigliò i capelli. “si Nicholas cacciamo le ombre” gli disse scherzando.

-Si e no, il termine è quello ma noi cacciamo soltanto i demoni e vigiliamo le creature magiche- disse guardandosi le mani, non riusciva a guardarla negli occhi.

 -Creature magiche e di che tipo?- Nicholas notò un po’ di sarcasmo, ma sbuffo soltanto, -le solite: fate, vampiri, licantropi, stregoni … la lista è lunga sei sicura di volerla sentire tutta?- chiese ma Victoria scoppiò a ridere, Nicholas dovette ammettere che aveva una risata contagiosa, se non fosse una questione seria, avrebbe riso anche lui.

-Perche ridi?- le chiese cercando di nascondere un sorriso.

-Dalla tua tonalità: Fate, vampiri, licantropi e stregoni- disse fingendo una voce mascolina, Nicholas girò gli occhi.

-Oddio! Veramente?- chiese poi asciugandosi le lacrime dovute alla risata, Nicholas annui soltanto.

Qualcuno bussò, Nicholas s’irrigidì e guardò Victoria che era diventata improvvisamente pallida.

-Signorina Starkweather, abbiamo sentito una voce maschile provenire dalla vostra camera, c’è qualcuno lì con lei?- chiese una voce anziana, Nicholas guardò Victoria.

-Chi è?- mimò con la bocca.

-Non lo so- rispose lei mimando.

-Ehm. Non c’è nessun altro qui con me!- urlo la ragazza, Nicholas si alzò e andò dietro la porta, da lì le fece segno di aprire, ringraziò l’angelo che lei capì al volo.

Appena Victoria aprì la porta, due mani le afferrarono il collo tentando di strozzarla, Nicholas scattò subito, estraendo la spada.

-Lasciala strega- urlò il ragazzo, la donna entrò, e Nicholas vide che era davvero una strega,aveva i capelli grigi, forse per la vecchiaia? Ma le streghe non invecchiano! Pensò.

La strega cambiò posizione, afferrando Victoria con una mano sola,notò che era piena di artigli.

-Un Nephilim, sai ragazzo, se non fosse per gli occhi direi che non mi sei famigliare, come ti chiami?- disse stringendo la presa su Victoria.

-Nicholas, Nicholas Stephen Herondale, ora lascia stare la ragazza non c’entra niente con tutto questo- disse abbassando un po’ la spada.

-Herondale?- la strega sputò su un lato della stanza, cosa parecchio disgustosa.

-Sei imparentato con quel villano di William Herondale?- chiese poi.

-Si,direi di si,ora lasciala andare,hai me no? non è quello che volevi? Vendicare il tuo schifoso onore, non mi sorprende che il mio parente non sia andato a letto con te, sicuramente puzzavi già in quel periodo- le disse cercando di provocarla, un’altra figura apparve, Nicholas notò che era molto più giovane della strega.

 -Uccidilo- gli ordinò la strega.

La giovane si avventò contro il ragazzo. Nicholas rialzò la spada. -Urithiel- sussurrò e la spada iniziò a brillare.

Un altro passo e Nicholas la trafisse senza nessun ritegno, lasciando Urithiel conficcata nel suo petto.

La più vecchia urlo, e buttò Victoria lontano come se non pesasse nulla. Nicholas prese la sua seconda spada – Sithael!- urlò e scaglio un colpo contro di lei la strega parò il colpo con la sua spada.

-SORPRESA!- urlò lei.

-Una Spada demoniaca, come mai non mi sorprende?- rispose spingendo la lamina verso la strega.

- Non solo voi avete le riforniture di armi- rise lei.

-URITHIEL!- urlò una voce dietro la strega, decapitandola, Nicholas vide cadere il corpo di lato, dalla parte opposta dove cadde la testa, dietro spuntò Victoria, aveva un orribile taglio sulla gola e perdeva molto sangue, la vide girare gli occhi cosi dovette buttare giù la spada e prenderla al volo prima che cadesse per terra.

-L-L’ho uccisa?- sussurrò lei, Nicholas scoppiò a ridere.

-Si sei stata bravissima, hai saputo utilizzare una spada angelica senza averne mai vista una- le sussurrò la risposta spostandole una ciocca bagnata di sangue dalla fronte.

-È grave?- chiese Victoria quasi sussurrando.

-Che cosa?-chiese Nicholas mentre si guardava intorno.
-La ferita- rispose, Nicholas la guardò, -Ti fa male?- le chiese toccando dolcemente la ferita che gli provocò un gemito di dolore, notò poi che aveva un altro taglio sulla fronte, -e questo?-  gli chiese toccandogli la ferita,-non brucia molto- gli mentì -dove sei caduta?- le chiese poi il ragazzo,-sono finita a dosso allo specchio- disse sorridendo debolmente -credo di avere sette anni di sfiga ora- Nicholas scoppiò a ridere mentre la prendeva in braccio.
-Quindi ti chiami Victoria?- chiese nella speranza di farla rimanere sveglia il più possibile.
-il mio vero nome è Victoria Rosalie Starkweather - rispose.
-Bel nome, latino vero?- chiese mentre attraversava il corridoio.
- Sì dalla dea romana Victoria- rispose sorridendo.
-Quindi saresti una piccola dea?- le chiese mentre scendeva le scale.
-Si sono la reincarnazione della dea Victoria, attento io vinco sempre- Nicholas si fermò davanti alla porta, apprendola e con il sedere la spalancò.

-Oh non ne sarei molto convinta se fossi in te- Nicholas sorrise.

- Oh se è per questo neanche, noi- disse una voce femminile. Nicholas si bloccò, senza essersi ancora girato sapeva già molto bene chi fosse.

–Ciao mamma- disse, sentendosi il sangue sparire dal viso.

Victoria rise silenziosamente tra le sue braccia.

-Che ti ridi? Questa mo’ mi uccide!- mormorò lui.

-NICHOLAS STEPHEN HERONDALE!- urlò sua madre avvicinandosi minacciosamente, Nicholas non aveva il coraggio di guardarla in faccia, -Nick lo sai che quando tua madre pronuncia il tuo nome completo, uno sei fregato, due devi pregare l'angelo Raziel che lei abbia pietà di te- disse una voce maschile,era suo padre.

-Riunione di famiglia?- sussurrò Victoria.

-ma insomma ti stai divertendo?- borbottò Nicholas, girandosi.

Sua madre indossava una maglietta bianca e dei jeans, la maglietta le rivelava la pancia di 5 mesi della sua futura sorella, i suoi capelli rossi erano legati a coda di cavallo in alto, i suoi occhi verdi accesso cosi diversi da quelli di victoria, lo guardavano come se potessero vaporizzarlo sul posto. Suo padre invece era in tenuta da combattimento dei shadowhunters, tuta di pelle in nero, dal fianco gli penzolava una spada angelica, i suoi capelli dorati erano scompigliati come se si fosse appena svegliato. L’unica cosa che Nicholas aveva ereditato dai suoi genitori erano gli occhi, un po’ da suo padre e un po’ da sua madre,per il resto sembrava un alieno, era l’unico con i capelli neri, secondo suo zio Magnus era di un suo antenato, ma non ci aveva fatto molto caso.

Suo padre gli sorrise divertito, dividevano anche lo stesso senso dell’umorismo. -Mamma, papà lei è Victoria, la ragazza perduta.- disse avvicinandosi a loro.

- È lei?- chiese sua madre e lui annui, poi sospirò.

- Jonathan Herondale porta via tuo figlio prima che gli stacchi la testa, assicurati che la porti nell' istituto-

disse sua madre andando verso la casa per esaminarla.

-CLARY!- urlò suo padre, ma la donna non si fermò, poi guardò la ragazza – è davvero carina, peccato che sia svenuta, dai portiamola via prima che torni tua madre sai, ho paura di lei in questo momento- disse, Nicholas si accorse ora, che aveva ragione in entrambi i casi.

Cosi seguì suo padre, verso, l’istituto silenziosamente.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Shadowhunters / Vai alla pagina dell'autore: Water_e_Fire