Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Ca7    19/03/2013    2 recensioni
<< Non so a quanti di voi sia capitato di incontrare una persona e sentire sin da subito una certa sintonia. Beh, a me è accaduto con Jennifer. Quando l’ho conosciuta, ho come avuto la sensazione che avremmo legato facilmente, non so spiegarvelo bene. La nostra amicizia è cresciuta con il passare del tempo, è diventata un’amicizia importante, ma la cosa che mi ha stupito è stata quella di realizzare quanto lei fosse diventata una presenza fondamentale nella mia vita. E quando tieni tanto a una persona, speri che abbia solo il meglio. >>
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Un mese dopo

 

 
Sopra il divano marrone, appesa al muro, una cornice racchiudeva una serie di fotografie di Micky con i suoi amici. Al centro ce n’era una di dimensioni più grandi rispetto alle altre e aveva come soggetti lei e Jennifer. Era stata scattata durante la loro vacanza in Sicilia. Micky se ne stava lì di fronte con un bicchiere mezzo pieno di vino rosso. Soffermarsi a guardarla così attentamente la portò a realizzare quanto siano più le circostanze a influire nei legami con le persone che non il tempo trascorso assieme. Bevve un lungo sorso prima di lasciare il bicchiere in cucina e salire su in terrazzo. La temperatura si era notevolmente abbassata durante la sera, ma sentire la brezza gelida sulle guance e sulla tempia la faceva rilassare: spesso riusciva a scacciar via ogni pensiero. Spesso, appunto. In quel momento il suo stato d’animo le impediva di farlo.
E’ talmente incredibile quanto la malinconia possa renderci vulnerabili, specie quella silenziosa che arriva quando cala la notte e ci lascia soli con i ricordi taglienti di ciò che è stato e non potrà più essere; quando le cose andavano bene. Si voltò di colpo senza neanche riuscire a capire se lo volesse fare davvero o se fosse stato un riflesso incondizionato del suo corpo, e la vide lì, ferma dietro di lei.
<< Ho usato le mie chiavi.>>, esordì Jennifer mentre si avvicinava.
Micky la guardava senza spiccicare parola.
<< Di solito non faccio caso al tempo che passa. Solo che, senza sapere perché, mi sono ritrovata a contare i giorni.>>, le tremava la voce, << Un mese, Micky. Un mese.>>, disse a denti stretti, << Come siamo arrivate a questo punto?>>
<< Non lo so!>>
<< Penso che la nostra amicizia meriti di più.>>
<< Non credo che “amicizia” sia ancora il termine giusto da usare. Ci ho riflettuto, e onestamente non ho più idea di cosa siamo tu ed io. Amiche, amanti, entrambe le cose o peggio ancora, più nulla.>>
<< E’ così importante definire necessariamente cosa siamo?>>
<< Sì! E il fatto che tu me lo chieda mi fa capire che non riesci proprio a comprendere quanto sia diventato doloroso per me starti accanto.>>
<< E non pensi che valga lo stesso per me? Vuoi delle risposte che io non so darti.>>, la guardò intensamente, << Micky, sono uscita nel cuore della notte lasciando mia moglie a letto a dormire da sola perché il bisogno di vederti, di parlarti, è stato più forte del senso di dovere che ho nei confronti di quella donna. Mi comporto in maniera ambigua perché non ho la più pallida idea di cosa mi stia succedendo.>>, Jennifer smise di parlare per un attimo e senza pensarci più di tanto si gettò tra le sue braccia come se farsi stringere in un caldo e forte abbraccio fosse l’unica cosa che avesse importanza, << Ti chiedo solo un po’ di comprensione e ti prego non allontanarti mai più da me, altrimenti mi uccidi.>>, le sussurrò a occhi chiusi mentre il vento gelido spazzò via dal suo viso una lacrima.
E così, in quel momento, Micky si arrese all’idea che la donna che stava stringendo a sé, fosse diventata il suo punto più debole. Perché in questo dannato universo c’è per tutti una sola e unica persona che sarà sempre in grado di smuovere le corde delle nostre emozioni, chiunque essa sia.
<< Ti va di parlare?>>, la invitò a sedersi su una delle sedie a sdraio.
Jennifer annuì e si sedettero.
<< Mi sento cambiata. Qualcosa dentro di me è cambiato e non fa che spingermi sempre più verso di te. Ma al tempo stesso, una parte di me, dice che tutto questo è sbagliato, che non dovrei provare nulla per te che non vada oltre tutto il bene che già provo e mi ricorda che sto con Madison e che ho preso un impegno con lei. Sono così confusa che mi sembra di impazzire.>>, sbuffò e sorrise nervosamente.
Micky si stupì. Le servì qualche minuto prima di mettere a fuoco ogni singola parola che aveva ascoltato.
<< Dì qualcosa.>>, la supplicò Jennifer.
Micky unì le sue mani l’una all’altra.
<< Mi hai spiazzata.>>, il labbro superiore s’inarcò in un mezzo sorriso, << Ed è come se mi avessi dato quel briciolo di speranza che non ho mai avuto.>>
<< Non voglio illuderti, ma non so davvero perché mi sento così… alla deriva.>>, Jennifer sospirò.
<< E’ normale sentirsi confusi. Il matrimonio, questa cosa tra me e te… è successo tutto in fretta e contemporaneamente. >>, con l’indice della mano sinistra le spostò alcune ciocche della frangetta in modo da poterle baciare la fronte. Poi, rimasero semplicemente a guardarsi.
 

Alcune mattine dopo, Jennifer si recò alla “Williams Pubblications” per vedere in anteprima i provini fotografici della collezione primavera-estate e scegliere quali mandare in stampa per il nuovo numero di “The Best Bride”. Era una scelta che Madison le aveva concesso fin dall’inizio della loro collaborazione. Arrivata nell’ufficio della moglie – momentaneamente assente come riferitole dalla segretaria - attese che quest’ultima tornasse. Si sedette alla sua scrivania – il PC era acceso – e notò l’Home Page del sito internet di una clinica per l’inseminazione. Su un foglio lì vicino c’era anche segnato il numero di telefono corrispondente. Jennifer capì immediatamente e divenne nervosa.
<< Ciao tesoro.>>, entrò Madison, << E’ da molto che aspetti? Sono dovuta scendere in sartoria per un controllo.>>
<< No, sono arrivata da poco.>>, si alzò in piedi e accettò senza entusiasmo il bacio della donna, << Potresti spiegarmi questo?>>, indicò con un dito il sito internet.
<< Avrei preferito parlartene questa sera a casa ma giacché ci siamo… ho fatto qualche ricerca tra le cliniche che si occupano d’inseminazione e questa è la migliore in tutto lo stato di New York. Pensa che quando ho chiamato, ho scoperto che il direttore è un caro amico di mio padre e mi ha garantito che qualora fossimo interessate, ci farà avere la precedenza.>>
<< Certo, togliamo la possibilità a chi vuole veramente avere un figlio e aspetta da mesi, solo perché di cognome facciamo Williams.>>
<< Sai Jenny, sei pesante quando fai così. Ti ricordo che anche il tuo cognome pesa tanto quanto il mio.>>, rispose stizzita.
D’istinto Jennifer le diede uno schiaffo.
<< Questa potevi risparmiartela. A differenza tua non ho mai sfruttato il mio cognome per ottenere le cose più facilmente. E quando parli, io almeno ti ascolto. Ti ho esplicitamente detto che non voglio avere un figlio e tu ti comporti come se avessi detto l’esatto opposto.>>
<< Ho solo pensato di sondare il terreno, così qualora tu cambiassi idea, sapremo già a chi rivolgerci.>>
<< E se io non cambiassi idea? Sentiamo Madison, saresti disposta a intraprendere tu la gravidanza? Ad assentarti dal lavoro, stare in casa, partorire e allattare il figlio che tanto desideri?>>
Madison la guardava senza dire una parola, perché il suo silenzio era già una risposta.
<< Come pensavo.>>, continuò Jennifer ancor più nervosa. Fece per andarsene e Madison parlò.
<< Lo dirò una volta sola e spero che tu finalmente riuscirai ad accettarlo: porto un cognome importante, sono una privilegiata, figlia di un uomo ricco e influente, e se questo è sinonimo di garanzia, ben venga. Non devo chiedere scusa a nessuno né per la famiglia in cui sono nata né tanto meno per la donna che sono diventata.>>
<< Bene, allora sappi questo: impara a scindere la Madison donna d’affari con la Madison sposata che vuole avere una famiglia, perché la prima non mi piace per niente. I giochi di potere, i favoritismi e l’arroganza, andranno bene con le persone con cui fai affari o con cui lavori, ma con me no. E tu questo lo sai benissimo.>>, Jennifer le puntò un dito contro e poi andò via dall’ufficio mandando al diavolo anche il motivo per cui era andata lì.
 
Qualche ora più tardi, appena uscita da una sala operatoria, Micky fu fermata da un’infermiera.
<< Dottoressa DeLuca? Scusi, dovrebbe mettere una firma quì.>>, le indicò il punto esatto.
<< E’ dimessa oggi la signora White?>>
<< La paziente della 23? Sì. Ma come fa a ricordarsi tutti i nomi?>>
<< Sono persone, prima di tutto.>>, sorrise.
<< Senta, giù c’è una donna che ha chiesto di lei.>>, concluse l’infermiera.
Pensò subito a Jennifer, così s’incamminò verso l’ascensore e scese al piano terra. Ma proseguendo verso l’entrata principale vide Madison.
<< Madison? Ciao!>>, disse con stupore.
<< Ciao Micky. Hai un minuto? Dovrei parlarti.>>
<< Sì … okay!>>, disse e fece strada verso la sala d’attesa, << Allora, dimmi pure.>>
<< Credo di aver esagerato con Jennifer. Abbiamo avuto una discussione qualche ora fa … davvero antipatica.>>
<< Riguardo cosa?>>
<< Suppongo te l’abbia detto che abbiamo parlato dell’idea di avere un bambino.>>
<< Sì, me l’ha detto.>>
<< Beh, pur sapendo come la pensa, ho fatto di testa mia e ho ignorato i suoi sentimenti. E la cosa l’ha spazientita parecchio.>>
<< Posso immaginare, conoscendola.>>
<< Lo so, sono stata la solita stronza viziata.>>
Micky annuì.
<< E’ che a volte ho la sensazione di… non conoscerla per niente. Di non conoscere cosa pensa, cosa prova, cosa desidera.>>, ammise con fatica, << E non è piacevole.>>
<< So che sei una donna schietta che non ama giri di parole, quindi voglio farti una domanda: perché le hai chiesto di sposarti? Ci credevi davvero o è stata l’idea di sposarla che ti ha spinto a farlo?>>
Madison rimase a bocca aperta. Assunse l’aria di una alla quale era stata fatta una domanda cruciale.
<< Non fraintendermi.>>, precisò Micky, << Ma molte persone amano qualcuno perché sono innamorate dell’idea di amare. Ed è come se seguissero uno schema, come se il fatto di amare garantisca che tutto debba andare in un certo modo. Ma la realtà spesso non è così. Forse tu hai semplicemente idealizzato Jennifer. Le hai cucito addosso un’immagine che le va stretta … ed è una di quelle cose che lei odia.>>
<< Non avevo mai pensato a questo! A dire il vero, il matrimonio non rientrava proprio nella mia prospettiva di vita. Però…>>
<< Poi hai conosciuto lei…>>
<< Esatto! Comunque, oltre a scusarmi e organizzarle una cena questo fine settimana, hai qualche valido consiglio da darmi per rimediare?>>
<< Impara ad ascoltarla.>>
Durante la giornata non fu solo Madison a cercare Micky, anche Jennifer si presentò al Presbyterian Hospital.  Chiedendo di lei, la raggiunse alla mensa, dove stava mangiando.
<< Ciao!>>, si sedette. Il tono della voce era quasi incolore.
<< Giornata schifosa?>>
<< Abbastanza!>>
<< Aspetta!>>, Micky si schiarì la voce assumendo un atteggiamento piuttosto serio, << Micky DeLuca consulente matrimoniale. In cosa posso esserle d’aiuto?>>, sorrise ampiamente.
Jennifer scoppiò a ridere.
<< Perché pensi che abbia a che fare con Madison?>>
<< Perché è venuta questa mattina. Voleva parlarmi e mi ha detto che avete avuto una brutta discussione.>>
<< Madison è venuta qua per… confidarsi con te?>>
<< No, è stato il suo avatar!>>
<< Scema! Non pensi che sia stato decisamente strano?>>
<< Eccome! Ed è stato anche piuttosto imbarazzante.>>
<< Cosa ti ha detto?>>
<< Ha parlato di te, di voi. Di come a volte sente che camminiate su strade opposte.>>
<< Non ha tutti i torti.>>
<< Ha spiegato che il motivo del litigio è stato il fantomatico “bambino”.>>
<< Non solo. Ha detto cose che mi hanno lasciato un po’ perplessa. E poi mi sono sentita umiliata, messa da parte, come se non contassi nulla. Tanto aveva già deciso tutto lei.>>
Micky allungò una mano per accarezzare il viso di Jennifer.
<< Ti va di stare insieme stasera? Ho bisogno di tranquillità.>>
<< Una serata tra amici ti andrebbe bene lo stesso? Andiamo allo “Stonewall Inn”.>>
Jennifer annuì e le sorrise.

 
Quella sera, l’ultima ad arrivare al locale fu Quinn. Intravedendo il tavolo dove erano seduti i suoi amici, s’incamminò e una volta raggiunti si sedette proprio accanto a Micky.
<< Ciao bellezza!>>, la salutò  ammiccando, << Ciao pervertiti!>>, salutò così Milo e Dustin.
<< Come mai così in ritardo?>>, domandò Dustin.
<< Un piccolo contrattempo. Niente di che.>>, gli sorrise, << Oh ma ciao principessina. Ci sei anche tu questa sera.>>, si rivolse a Jennifer.
<< Non dovresti essere lungo il marciapiede?>>, rispose di rimando.
<< Okay, va bene, fine primo round.>>, si intromise Micky gesticolando.
<< E’ bello vedervi sempre così amiche.>>, aggiunse Milo per sdrammatizzare.
<< Non ci vediamo da un po’, tutto bene?>>, chiese Micky.
<< Sì, sto bene.>>, Quinn mise un braccio intorno al collo dell’amica, << Lo sai che sei sempre nei miei pensieri più intimi?>>, le sussurrò.
<< Guarda che abbiamo sentito tutti.>>, disse Jennifer infastidita.
Micky, Milo e Dustin risero di gusto.
<< Vado a prendere da bere.>>, Quinn fece l’occhiolino ai due ragazzi e si alzò dal tavolo.
<< E’ necessario che sculetti in quel modo solo per andare a prendere da bere?>>
Micky scosse il capo divertita.
<< Non ci trovo nulla da ridere!>>, puntualizzò Jennifer.
<< Dai Jenny, ancora non hai capito che il 90% di quello che fa Quinn lo fa solo per provocarti?>>, spiegò Milo.
<< Beh, potrebbe evitare di prendersi tanto disturbo. E’ irritante.>>
<< Se solo la smettesti con questa ridicola gelosia, potreste andare d’accordo.>>, disse Micky.
<< Esatto! Quinn non è quella che sembra.>>, aggiunse Dustin.
<< E’ chiaro che voi tre fate parte del fan club “Tutti pazzi per Quinn.”>>, disse Jennifer, << E comunque, non sono gelosa di Quinn.>>, terminò lanciando un’occhiataccia a Micky.
<< Come no!>>, bisbigliò Dustin.
<< Lascia stare amico. E’ una battaglia persa in partenza.>>, Micky rivolse lo sguardo fissò verso  Jennifer, << Vi spiego una cosa: ogni donna, che lo ammetta o no, che lo lasci a vedere o no, si sentirà sempre meno bella, meno attraente, meno sexy di un’altra. Nonostante non abbia nulla da invidiare a nessuna, e ci tengo a sottolineare nessuna. E quando hai a che fare con una di queste donne, potrai stare ore e ore a farle capire quanto la desideri, a dirle che dal primo momento che l’hai vista, ti ha completamente sconvolto l’esistenza, ma non servirà a nulla. Nella sua testa continuerà a pensare che lì fuori c’è sempre qualcuna più bella, più attraente, più sexy di lei che potrebbe interessarti. E sarà talmente ostinata da non capire che quel “più”, tu l’hai già trovato in lei.>>
Jennifer arrossì palesemente e si ammutolì.
<< Okay, concetto afferrato. Milo? Alza il culo tesoro … siamo di troppo.>>, Dustin ci scherzò su.
<< Eccomi!>>, disse Quinn di ritorno, << Mi sono persa qualcosa?>>
<< No, niente di nuovo.>>, rispose Milo sorridendole.

 
Più tardi, Micky riaccompagnò Jennifer a casa.
<< Non hai più aperto bocca. Suppongo che il mio discorso ti abbia messo a disagio.>>, esordì Micky dopo aver spento il motore della macchina.
<< Più che a disagio, direi in imbarazzo. Nessuna mi aveva mai parlato così.>>, Jennifer si voltò per guardarla.
<< C’è sempre una prima volta.>>, Micky fece spallucce.
<< Comunque, non avevi tutti i torti.>>, Jennifer fece un respiro profondo, << Fin da ragazzina, nutrivo sempre un po’ d’invidia nei confronti di ragazze come Quinn. Insomma, lei è sicuramente una che non passa inosservato e penso che quelle come lei non si siano mai sentite goffe, a disagio, inappropriate. Lo so che “ci prova con te” per provocare me, anche se non ne capisco il motivo, ma il punto è che ci sa fare; sa come sedurre. E quindi poi penso che lesbiche così ce ne siano in giro… e che tu ne potresti restare affascinata e… andarci a letto.>>, confessò timidamente.
<< Non vado a letto con nessuna, J.J.>>
Calò il silenzio. Jennifer comprese che Micky le stava dando una fedeltà che lei non le aveva chiesto o preteso. E capì fino a che punto la amava.
<< Perchè ci tieni così tanto a farci diventare amiche? Non possiamo semplicemente essere Jennifer e Quinn che non si sopportano?>>
<< Per quanto mi divertano i vostri battibecchi… siete entrambe due persone importanti per me e mi piacerebbe vedervi andare d’accordo… o magari avere un rapporto un po’ più civile. E ti sbagli di grosso sul fatto che lei non si sia mai sentita strana o diversa. Siamo tutti un po’ difettosi in questo mondo.>>
Jennifer ci pensò su.
<< Grazie per la serata, comunque.>>, stava per salutare Micky con un bacio in guancia, quando quest’ultima non resistette alla tentazione di baciarla sulle labbra.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Ca7