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Autore: Martunza    07/10/2007    6 recensioni
Susie è una giovane universitaria di talento che, per pagarsi l'affitto della casa a New York, lavora in una rivista di musica che si occupa di scoprire nuovi talenti. Susie viene scelta per partire in viaggio con una nuova e promettente band, che deve promuovere il nuovo album: i My Chemical Romance. Riuscirà la ragazza a superare il suo scoglio di perfezione e seriosità per conoscere i veri MyChem, invece di vederli solo sotto l'aspetto di giovani talenti?
Scusate faccio cagare nei riassunti, ma giuro che poi mi rifaccio^^
Se recensite, gratitudine e amore eterni vi sono assicurati*.*
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Susie doveva proprio essere una stupida, ora ne aveva la prova definitiva.
Come le era potuto venire in mente anche per un solo istante che le cose potessero essersi sistemate per sempre?
Glielo fece notare Gerard, che appena ebbero un momento buono la prese per mano e la trascinò in un luogo appartato. Susie rimase a guardarlo perplessa, come per dire: e ora che è successo?
Gee rimase immobile, o meglio, non disse nulla per un po’, mentre continuava a dare tiri nervosi alla sigaretta che non voleva proprio saperne di rimanere accesa, nonostante lui continuasse a trafficare come uno scemo con l’accendino. Alla fine la ragazza, per spezzare il ghiaccio, gli chiese in tono scherzoso: "Ma vuoi che l’accenda io?" allo sguardo sprezzante di lui però decise che era meglio stare zitta.
Quando finalmente Gerard tornò a guardarla, aveva un espressione un po’… spersa, confusa.
La ragazza aggrottò lo sguardo, cosa stava succedendo? Lui si decise finalmente a dare spiegazioni.
"So che hai parlato con Mikey -disse- e so che avete parlato di Bert… perché l’hai fatto?" non c’era rabbia nella sua voce, voleva davvero solo capire. Susie si tranquillizzò, credeva di aver combinato l’ennesimo casino con Gerard a causa delle loro stupide incomprensioni e dell’eccessivo orgoglio, mentre si trattava semplicemente di una piccola svista.
Si rilassò: "Si è vero abbiamo parlato e ci siamo chiariti, chiedendoci scusa reciprocamente. E’ davvero un bravo ragazzo Gee… e soprattutto ti vuole bene, davvero. Mi ha raccontato di Bert, o meglio, io gliel’ho chiesto, perché si intuiva che c’era stato parecchio male e…" Susie s’interruppe vedendo il volto dell’ uomo rabbuiarsi, mentre lei pronunciava quelle parole.
"So di aver deluso tutti mettendomi con Bert, e soprattutto comportandomi cosi da idiota dopo ma…" disse lui, ma Susie l’interruppe: "No aspetta… nessuno pensa che tu sia un idiota, chiaro? Mikey mi ha semplicemente raccontato la storia dal suo punto di vista, e che ci fosse stato male come tutti gli altri lo sapevi, ma come potevi far star bene gli altri se la prima persona che non stava bene eri proprio tu? Avevi bisogno di tempo per ritrovare te stesso, le persone a cui tieni e le cose che ami, e ora l’hai fatto. Smettila di vivere nel passato… Smettiamo insieme, va bene?"
Gerard guardò la ragazza, la quale temeva la reazione di lui, conoscendolo un po’ si poteva anche tranquillamente aspettare che rimanesse qualche secondo in silenzio per poi sbottare all’improvviso e urlarle contro chissà cosa… ma per fortuna quella volta non lo fece, anzi, sorride e l’abbracciò. Forte.
"Grazie di capirmi sempre… -le sussurrò all’orecchio- ti voglio bene, Susie".
Lei per tutta risposta lo strinse più forte a se, ringraziandolo a sua volta.
"Mmmh, sai cosa?" disse Gee, con la faccia pensierosa. Lei sorrise scuotendo la testa.
"Mh, io credo che dovremmo festeggiare la nostra voglia di lasciarci tutto alle spalle in qualche modo, approfittando del fatto che dopo il bello show che abbiamo fatto ieri, tutto merito mio, nemmeno dirle ‘ste cose, potremmo andarcene da qualche parte, no?"
Il volto di Susie s’illuminò, aveva avuto una bella idea… "Io avrei pensato a qualcosa, ma è davvero un po’ estremo, non so se te la senti, che si può pretendere da un Way?"
Gerard puntò i piedi come un bambino, incrociando le braccia e gonfiando le guance facendole diventare rosse, era davvero uno spettacolo bellissimo, specie se dopo si metteva ad agitare i pugni, come ogni volta che, per scherzo ovviamente, si offendeva.
La ragazza moriva dalle risate ogni volta che lo vedeva, e anche quella volta non mancò.
Appena si furono entrambi ripresi, Gerard le circondò le spalle con un braccio e indirizzandola verso il bar all’interno dell’ hotel dove, come lei ben sapeva, avrebbe preso un bel caffè doppio, rispettando il motto con in quale si svegliava ogni mattina: ‘Nowhere without coffee!’

All’inizio Gerard aveva acconsentito, ma appena visti gli aghi, saltò letteralmente in braccio a Susie, pregandola di portarlo via da quel posto infernale. La ragazza aveva riso, ringraziando il cielo che non fossero entrati nel negozio, altrimenti non avrebbe saputo spiegare il comportamento dell’ amico.
La ragazza, per gioco, l’aveva portato davanti a un negozio di tatuaggi, e lui era sbiancato scuotendo energicamente la testa e balbettando: "Nonpuoifarmiquestononpuoinonpuoinonpuoi!" lei non aveva resistito e si era messo a ridere, trascinandolo via.
Rimasero comunque nella zona, gironzolando qua e là, senza una meta precisa, ogni volta che qualcuno notava qualcosa d’interessante lo faceva notare all’altro, e poi dopo un tot di tempo chi aveva fatto notare più cose all’altro aveva diritto di esprimere un desiderio su cosa fare.
In questo modo si erano girati già abbastanza strade nel centro di L.A., e Susie era contenta di essere riuscita finalmente a visitare, almeno un minimo, la città in cui avevano fatto un concerto, visto che sarebbero ripartiti il giorno dopo in mattinata.
Gerard fece notare alla ragazza una signora che passava proprio accanto a loro sul marciapiede: era una donna corpulenta, bassa e tarchiata, con un faccione imbronciato, crespi riccioli marroni (tinti rossi) le ricadevano sulle spalle, e la signora non sembrava affatto vergognarsi del fatto che girava con un vestitino decisamente un po’ troppo corto per quello che poteva permettersi, per di più, era di un colore fucsia sparato, con tanto di fantasia di fiorellini, era veramente strana, sembrava uscita da un quadro.
I due aspettarono che avesse svoltato all’angolo per sbottare a ridere, e Gerard gonfiò il petto pieno di orgoglio, visto che aveva diritto a decidere lui il prossimo posto dove andare: "Bene, -disse- ho pensato che, visto che siamo a Los Angeles, sia il caso di andare nel luogo che caratterizza davvero questa città, la spiaggia! Senza contare che ho una voglia matta di rivedere il mare, quant’è che non lo faccio…" la ragazza sembrò un po’ perplessa, ma non obbiettò.

Si tolsero le scarpe e non appena ebbero affondato i piedi nella sabbia, si guardarono con aria sognante: entrambi avevano dimenticato la bellezza di quella sensazione.
Corsero. Corsero davvero moltissimo. Era stata Susie a sfidare Gee, il quale si era dato per vinto non appena aveva visto che non aveva possibilità di vincita sulla ragazza, in effetti, non erano i polmoni di lei che andavano avanti a un pacchetto di sigarette al giorno.
Si lasciarono cadere sulla sabbia esausti ma felici.
Rimasero a contemplare la bellezza delle onde del mare in silenzio.
Fu Gerard a parlare per primo: "Susie io vorrei davvero ringraziarti… Una volta per tutte, e voglio farlo bene. Sai, abbiamo cominciato il tour che io a mala pena ti conoscevo, e lo stiamo concludendo che sei diventata una delle persone che più mi conosce".
La ragazza rimase in silenzio. Si accesero una sigaretta, da smezzare.
"Però, ora sta tutto per finire e tu sai tutto di me, senza contare che sai tutto sulla mia storia con Bert… mentre io non so un accidente di te. Che superficiale sono stato, in tutto questo tempo nel quale tu mi correvi dietro per assicurarti che io non facessi cazzate, ne io ne nessuno della band ti abbiamo mai chiesto come l’avessi vissuto tu tutto questo. Scusami…"
Susie lasciò la sigaretta a Gee, accendendosene una per sè.
Lui rise, accarezzandole la schiena con dolcezza: "Non è necessario parlarne se non ti và".
Lei scosse la testa: "Non è che abbia problemi a parlare o che, è solo che… Non credo ci sia molto da dire. Sai che c’è? Credo che avrebbe dovuto andare tutto diversamente, proprio dall’inizio. Con te, con Mikey, con Frank mi sembra di aver sbagliato tutto. Certo, conserverò dei ricordi meravigliosi ma… ammetto che non so se lo rifarei -si voltò un attimo verso il ragazzo, sapendo perfettamente che a un tipo come Gee poche parole non sarebbero mai bastate, si mordicchiò il labbro e riprese a parlare- sai… prima di partire per questo viaggio, ero molto diversa. Avevo molte certezze che credevo fossero incrollabili, ero sicura di tutto ciò che facevo e pensavo, perché nessuno l’aveva mai messo in dubbio. Facevo quello che dovevo fare, perché mi hanno insegnato che si fa cosi. E poi siamo partiti, ho conosciuto te per primo, e piano piano tutti gli altri, rendendomi conto che in questa vita, nella vostra più che mai, seguire un ordine preciso, uno schema predefinito, è praticamente impossibile, finisci pazzo e basta… E ci sono andata vicino varie volte".
Entrambi risero, e a Susie tornò in mente una cosa a cui non pensava da molto: "Hey Gee -disse- ti ricordi dopo la prima intervista che ti feci, che mi rovesciasti il caffè addosso, e dopo ti offristi di portarmi a cena fuori?" Gerard la guardò un po’ imbarazzato, ricordandosi della sua goffaggine, ed annuì.
"Beh, credo di aver capito solo ora quello che mi dicesti quella sera, sai, sul lavoro dei giornalisti e la figura del musicista che viene troppo spesso idealizzata… del fatto che si sottovaluta enormemente l’importanza di mantenere come una specie di ‘distacco’ tra la vita lavorativa e quella privata, che invece vengono spesso mescolate… e… è per questo che Frank ce l’ha con me vero?"
Solo dopo aver finito di parlare trovò il coraggio di guardare Gee in faccia. Proprio mentre lei si voltava verso di lui, lui distoglieva lo sguardo, guardando le onde che andavano a infrangersi sulla riva.
"Sono contento che tu abbia veramente colto ciò che intendevo dire, credevo di averti fatto confondere le idee e basta, e comunque ho sbagliato a parlare cosi e in quella circostanza soprattutto. Ma sono contento che tu non abbia frainteso le mie parole. Per quello che riguarda il tour, anche io conserverò ricordi molto belli e… altri un po’ meno… ma sono contento che sia andata cosi, sai? Questo tour è stato davvero molto importante e formativo per me, ho imparato davvero ad essere forte e a capire cosa è importante per me e cosa no… Ma soprattutto, -disse prendendole le mani- mi ha dato al possibilità di conoscere un’amica straordinaria… Tu Susie, ti devo davvero molto".
Tipico di Gee, pensò Susie, cambiare discorso quando si iniziavano ad affrontare tematiche spinose. Ma comunque la ragazza decise di non insistere, quel pomeriggio l’aveva passato bene con Gerard, Frank li in quel momento non c’era, ed era con lui che avrebbe chiarito prima o poi, Gee non poteva e non doveva entrarci.
La ragazza aveva gli occhi pieni di lacrime, ma questa volta erano lacrime di gioia, commozione e di ringraziamento. Non riuscì a dire una parola, e fortunatamente sembrò che Gee si accontentasse di abbracciarla e tenerla stretta per un po’. Un senso di pace l’avvolse, erra da troppo tempo che non si sentiva cosi bene tra le braccia di qualcuno.

"Gee?"
"Si?"
"Ho voglia di fare bene. Ho voglia di ricominciare da capo, e di farlo nel modo giusto questa volta. Ho voglia di lasciare tutto alle spalle".
"Io ho voglia di urlare".
"Sai, stavo pensando la stessa cosa…"
"Oh bene, prima tu allora…".

"GERAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARD"
"SUSIEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE"

Era tardi quando tornarono in albergo. Erano rimasti in giro ancora per un bel po’, a cena fuori (Susie era riuscita a portare Gerard dal messicano, e lui, nonostante ammettesse che era buono, si lamentava ancora del dolore per la lingua tutta scottata da quelle ‘maledette salse e intrugli vari’) e quando fecero il loro ingresso all’hotel tutti gli saltarono addosso infuriati.
"Dove siete stati? Come accidenti vi viene in mente di uscire senza dire nulla? Potevate essere chissà dove! Ci avete fatto prendere un colpo, e il cuoco e il proprietario dell’albero si erano messi d’accordo per farci una sorpresa, avevano addobbato una sala apposta per noi con un menu speciale, in quanto nostro ultimo giorno qui!"
Brian era veramente arrabbiato, e i due ragazzi mortificati.
Mentre Gee cercava di gestire gli isterici Brian e Mikey, Susie veniva trascinata fuori da un furioso Frank, e, nonostante temesse un po’ l’ormai inevitabile scontro, doveva ammettere a se stessa che era anche curiosa di vedere cosa sarebbe successo, dopo tutto quel tempo nel quale lui non aveva fatto altro che disprezzarla, e lei ignorarlo.

Frank camminava a passo talmente svelto che Susie doveva correre per mantenere il ritmo, lui si muoveva a scatti e si guardava spesso in torno con aria sospettosa, ciò significava che aveva paura di essere sentito o visto, e ovviamente che era nervoso.
Stranamente, al contrario del ragazzo, lei rimaneva calmissima, aspettando che fosse lui a parlare, dopo tutto, era lui che l’aveva trascinata il quell’ angoletto, e ora si stava incamminando verso gli scalini che collegavano la spiaggia con la terrazza dove aveva incontrato Mikey l’altro giorno.
Il ragazzo si accese una sigaretta, ma non porse il pacchetto a Susie, chiedendole se ne voleva una, cosi lei prese il suo dalla tasta e se ne accese una.
Trascorsero vari minuti in silenzio. Frank sospirò, Susie attese.
Aveva la voce tagliente e dura, quando disse: "Senti ragazzina. Sarò chiaro e conciso. Mi rendo conto che per te è un’ esperienza fantastica, il fatto di andare in tour con un gruppo come il nostro, ma… non è un gioco questo. Noi siamo ragazzi e vogliamo divertirci, ma abbiamo anche delle responsabilità a casa… persone che ci aspettano… Insomma, abbiamo qualcosa da perdere. E Gee… ha indubbiamente fatto delle cazzate, ma è amico mio. E giuro che se lo sputtani davanti a tutti tu e la tua bella rivista per ragazzine finirete molto, molto, molto in basso, e ti assicuro che non sarà facile per te. Capito? Sta fuori dai nostri affari, che non ti riguarda! Voi giornalisti che pretendete di sapere, ma cosa? E’ per questo che ti sei fatta cosi tanto amico Gerard, no? Perché speravi di arrivare a tutti noi attraverso di lui no? O magari speravi solo di poter tornare a casa dicendo che eri riuscita a portarti a letto il cantante dei MyChem? Si vede lontano un miglio che non sei nemmeno una vera giornalista!"
Susie era allibita. Ma aveva un senso tutto quello che era successo fino a quel momento? O tutti i suoi sforzi per essere una persona reale, anche con loro, erano stati tutti vani?
Credeva di essere riuscita a far capire che lei non li vedeva solo come un ottimo ingaggio, ma, almeno nel caso di Gee, Bob, Ray, e ora anche Mikey, li vedeva come veri e propri amici.
Perché per Frank era cosi difficile da credere che lei potesse essere davvero animata da buoni sentimenti?
Non riusciva a capire davvero perché dovesse comportarsi cosi. Ma sapeva un’altra cosa.
Sapeva come e perché lei si comportasse cosi.
La chiacchierata con Gee quel pomeriggio era stata preziosa per Susie, non solo perché aveva finalmente chiarito le idee a entrambi, ma anche perché adesso sapeva, anche se lui non gliel’aveva confermato, la causa dell’atteggiamento strafottente di Frank il quale, potenzialmente, era mosso dalla paura e dal rancore.
Chissà, forse altre volte, altri giornalisti li avevano citati con poco entusiasmo o chissà cosa, forse davvero il chitarrista era convinto che Susie fosse un minacciosissimo nemico per lui o per la band, forse Frank aveva davvero qualcosa da nascondere.
Ma lei non lo sapeva, ne le importava saperlo. La ragazza sapeva altre cose in compenso, ben più utili e gratificanti di tutta la merda che Frank non aveva esitato a scagliarle addosso fino a quel momento.
Sapeva di essere ammirata ma soprattutto rispettata da tutti gli altri componenti della band che la ritenevano una persona competente nel suo lavoro e le volevano bene. Si era creata delle amicizie stupende, e non aveva la minima intenzione di farsi rovinare la bella giornata che aveva avuto da quell’idiota esaltato di un Iero.
Quel pomeriggio stesso si era ripromessa di essere paziente con Frank e cercare di fargli capire che le cose non stavano come credeva lui, ma ora aveva perso anche la più piccola briciola di pazienza e di buon senso. Era stufa, doveva smetterla, e basta.
Fece un bel respiro, pronta a rispondere per le rime: "Allora, tanto per cominciare, si da il caso che qui il ragazzino direi che sei tu. Poi, non azzardati mai più a parlarmi in questo modo, solo perché io e/o la mia professione non ti stiamo simpatici, non vuole affatto dire che tu sia meglio di me capito?! Quindi vedi di toglierti dalla faccia quel ghigno strafottente che assumi ogni volta che mi vedi, perché non è proprio il caso che ti metti a fare il cazzone facendo battutine idiote, capito? M’infastidisce, e infastidisce anche gli altri. Quindi vedi di smetterla" Susie distolse lo sguardo, e vide alle spalle del ragazzo che c’era Ray che si stava sbracciando facendole segno di rientrare.
Lanciò un’ultima occhiata sprezzante a Frank, il quale per tutta risposta sbuffò e si accese un’altra sigaretta.
Senza dire una parola, la ragazza si risistemò una ciocca ribelle dietro l’orecchio e, riacquistando uno sguardo tranquillo, tornò dentro lasciando il ragazzo lì, solo con la sua rabbia.


P.S. Martunza:
Saaaalve^^ allora come va? piaciuto sto capitolo? scusate tantissimo se c'ho messo veramente i secoli e millenni a pubblicare, nonostante il cap fosse pronto da un bel pezzo *hem-hem* ma ho avuto un pò di problemi tecnici e non, eqqquindi sono stata impossibilittata a postare, ma ora che c'è spero ve lo siate goduto, è anche bello lungo!XD
Uff, anche oggi di fretta, indi veniamo alle vostre recensions [*______*]:
linking park: attie caVa*-*
SadSong:beh direi che qui Susie si prende una bella rivincita, aaaw sono contenta che tutti amiate i "miei" fratellini Way, vi giuro che l'immagino tatissssimi!^^
missblack'92:grazie O.O mi avevano già detto che la mia fic si distingueva perchè cercavo di scrivere qualcosa di diverso dal solito, ma fa sempre piacere sentirselo ridire, sopratutto da diverse persone, significa che sto continuando bene*__* grazie!^^
FrankieLou: ghighi stiamo parlando proprio ora su msn, e li come qui vorrei davvero ringraziarti, non solo per i complimenti ma per la solidarietà che mi hai mostrato ultimamente... grassie grassie grassie!<3pandistelle XD
disenchanted_vale: assie cara! si susie che si dimentica del lavoro cioè O_O me l'hanno stravolta O_O XD
Bell_Lua: glassie glassie glassie, prima o poi ci sposeremo anche noi ve? hihi :**
Elyrock:cioè ma avete letto la recensione di MIA MOGLIEH? se non l'avete fatto, fatelo per favore. la amo T.T grazie tata, davvero :***
miss_D: uddiu anche io amo tantissimo i fratellini Uai nei loro momenti *sooo lovely^^* qundi è statu belliccimo scriverne*_*
Glael:aaaaaaw un'altra convertita al MyChem*__* si scusssi per sto capitolo, non uccidermi °_° ti mando un messaggio con il mio contatto msn^^

Bene ragassuole, ci aggorniamo, rendetemi fiera con le vostre belliccime recensioni, daidaidaidaidaidai*___*
  
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