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Autore: KidStardust    20/03/2013    2 recensioni
Sono le 9.43, la mia testa è già collassata all’ultimo banco, il professore spiega ma nessuno lo ascolta, c’è chi parla con il compagno di banco, chi gioca con il telefono e chi, come me, attende il lento scorrere del tempo… il guaio è che lo faccio solo io.
Il mio nome è Francesco, ho 18 anni e questo è il mio ultimo anno scolastico. Sono tutti agitati per la maturità e al contempo tristi perché non si rivedranno mai più fra loro. La falsità della gente, per 5 anni siete usciti insieme nei modi più assurdi e disparati, adesso improvvisamente si interromperanno tutti i contatti, che belle amicizie! Forse è per questo che non ne ho mai avute, sono altamente asociale, depresso per i comuni mortali, ma la verità è che questo mondo non è all’altezza delle mie aspettative e non mi da ciò che vorrei, anche se in parte questa è colpa mia visto che sono pessimista e arrendevole. Ecco io chi sono, ed ecco la mia storia…
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Quel pomeriggio, tornando verso casa dopo averti evitata, la strada sembrava infinita e insolitamente grigia, forse era solo il mio essere triste che ai miei occhi tutti i colori parevano cupi, spenti, non sentire quella voce mi aveva lacerato dentro, un taglio netto e in principio indolore, una lama così affilata da non sentire il momento in cui la carne veniva recisa, ma adesso bruciava, bruciava da morire. Eccola lì, casa di Arianna, ripensandoci adesso quanto stupido sono stato, quando da piccoli ci dicono: ‘potrai realizzare tutto ciò che vorrai fare’, non dovevamo credergli, la vita mi ha insegnato che se vuoi qualcosa, si devi lottare per averla, ma non l’avrai! Per quanto tu ti possa sforzare, più vuoi una cosa meno la otterrai, ti piacciono quelle scarpe? Vai al negozio e non le trovi. ‘Belli quei jeans’, non c’è la tua misura, ‘quelle scarpe non mi piacciono più’, e puntualmente troverai uno scaffale pieno solo del tuo numero, ‘che carina quella ragazza’, ti spezzerà il cuore! In questo mondo i buoni perdono e solo chi ha sputato in faccia a quella puttana della vita avrà ciò che vuole, prenderà il comando e farà strada, tra calci in culo e fortuna, mentre io, mentre noi, strisceremo a terrà con un foro sanguinante nel petto, con i polmoni pieni di delusioni e aspettative infrante che ci toglieranno il fiato, vivremo agonizzando giorno dopo giorno, vedremo la gente che ci passa davanti impietosita ma che non si fermerà ad aiutarci, siamo vittime di un gioco sporco, corpi inermi di fronte a finti padroni che non sanno neanche dire bene il tuo nome, cadaveri a cui hanno detto che c’era speranza per noi, che la nostra felicità era nelle nostre mani, quelle mani che voi ci avete amputato…
Ho sbagliato, mi sono accontentato, pensavo: ‘mi prendo ciò che è facile avere, prendo io il comando della vita’, ma un buono non può diventare un bastardo, ci sarà sempre quella vocina del cuore che ti dirà: ‘stai facendo la cosa sbagliata, tu ami lei!’.
Queste parole ti ostacoleranno sempre, per quanto tu possa essere forte, il tuo cuore è debole, e sopperirà ai sentimenti ogni volta che guarderai una ragazza e nulla scatterà, solo un paio di occhi ti accendo, ti fanno sentire vivo ma non saranno mai quelli che avrai di fronte, sapete perché? Perché davanti a me, ora davanti a casa di Arianna, c’era proprio lei ma non era sola, era in dolce compagnia di Diego a.k.a. figlio di puttana. Si erano loro, non c’erano dubbi, perché con tutte le persone del mondo, sette miliardi ripeto sette, proprio voi due ora state pomiciando?
Eddai Dio, stai scommettendo con il diavolo entro quanto tempo perderò la pazienza? La mia quota è 1,05 ma sta scendendo, ti conviene scommettere in fretta altrimenti non vincerai niente. Il sangue mi ribolliva nelle vene, ero talmente arrabbiato che stringendo i pugni con le unghie mi ferii il palmo della mano, sentivo sulle mie nocche la presenza del suo zigomo come se già l’avessi colpito, stavo per partire all’attacco poi… Miaoh!
<< Sky? Che cazzo ci fai qui >>
<< Miaoh >> , già è vero, tu sei un gatto, non puoi rispondere alle mie domande ma quando distolsi lo sguardo da Sky quei due erano spariti. Come un angelo custode, quel piccolo gattino, mi aveva salvato da macchiarmi le mani di un peccato che non era degno di me, più mi isolavo più Sky era presente, non è così che si comporta un buon amico? Camminai verso casa e lui mi seguiva come se lo stessi portando a spasso, lui mi aveva salvato ora era il mio momento di salvare veramente lui, era arrivato il momento di dargli un tetto sopra quella testolina, dei pasti caldi e ricambiare l’amore che lui mi aveva sempre dimostrato. Dopo mille discussioni con mia madre, su quanto dovessi essere responsabile e che dovevo occuparmene solo io, accettò e così quel piccolo micio diventò parte della famiglia, ma questa allegria durò poco, la notte calava e i miei demoni iniziavano ad uscire fuori dall’ombra, un pensiero mi assillava, mi faceva impazzire, era come il suono delle unghie che grattano la lavagna, uno stridio assordante che non mi concedeva riposo, parlare a Eleonora o no? Era compito mio avvertirla, proteggerla? Era ancora una mia responsabilità?
<< Sky che facciamo? >>
<< Miaoh >> e sbadigliò.
<< Hai ragione, è meglio dormire >>
Così dissi ma, allo stesso tempo, così non pensai, dopo quelle parole l’unica cosa che rimbombava nella mia mente erano due versi di due canzoni, la prima diceva: “ a volte la notte non porta nessun fottuto consiglio”, la seconda invece: “ e mi addormento sperando che ti sogni, è troppo tempo che faccio brutti sogni”, brutti sogni, troppi, incubi, horror, mi addormento nella speranza di un po’ di sollievo, mi addormento nella speranza di sognare te…
  
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