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Autore: chaska    20/03/2013    1 recensioni
1937, Barcellona.
Con la Guerra Civile ormai inoltrata, l'inglese Arthur Kirkland si ritrova catapultato in un mondo che non è il suo.
«Forse fu solo la mia immaginazione, ma per la prima volta in vita mia mi sentii importante per qualcuno.»
Genere: Guerra, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Inghilterra/Arthur Kirkland, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Sigarette

Nonostante fosse primavera da appena due settimane, il sole batteva caldo quella mattina, ben più del solito, almeno.
Eppure ben pochi notavano quello strano particolare, tanto la folla era attratta da tutt'altro spettacolo.
Tutti si accalcavano come formiche attorno alla Rambla, applaudendo e acclamando gli eroi che marciavano sulla stessa.
E io stavo lontano da quella calca, rintanato all'ombra di un portico in una delle rare quanto piccole traverse che davano sulla via principale.
Sbuffai nel sentire rimbalzare la parola héroes di bocca in bocca ad un gruppo che mi passò vicino per un momento.
Così alzai lo sguardo e prestai attenzione a questo cosidetto manipolo di eroi.
vidi ragazzi che sapevano a mala pena tenere un'arma in mano e che non avevano la più pallida idea di cosa fosse una marcia ordinata.
God, quegli spagnoli erano così disorganizzati da non avere nemmeno una divisa decente, bensì un accozzaglia di vesti messe a casaccio che dovevano avere un qualche vago senso comune, con qualche accenno di rosso qua e là.
Sospirai ancora più forte: altro che eroi, sembravano tante marionette pronte a cadere all'eco di un'unico sparo!
Ero così impegnato in quel momento a maledire in mille e più modi Iain per avermi mandato in quella bolgia infernale, che non mi accorsi che qualcuno mi si stava avvicinando. Così mi trovai all'improvviso i suoi stivali davanti agli occhi senza rendermene nemmeno conto.

«Vuoi una sigaretta?»

Alzai lo sguardo allarmato, e ciò che vidi per primo fu un pacco di sigarette dall'inconfondibile fattura spagnola. Un ragazzo dai ricci capelli neri e un sorriso stampato sul volto abbronzato me li stava porgendo.

«Che cosa?»

Domandai nel mio spagnolo incerto. Dopotutto un tizio sconosciuto sbucato dal nulla mi stava offrendo delle sigarette. Non so come qualcun altro avrebbe reagito, ma io un attimo perplesso ci rimasi.

«Sigarette. Sai, si fumano.»

Il suo tono e il sorriso accentuatosi sulle sue labbra non mi fecero venire voglia di agire nel migliore dei modi, ma faceva davvero troppo caldo per adirarmi sul serio.

«Senti, non so chi tu sia-»

«Antonio.»

Rimasi interdetto per qualche istante, riuscendo ad articolare solamente un lamento interrogativo. Cosa diavolo aveva quel tizio per la testa?

«Sono Antonio Fernanzed Carriedo.»

Ripetè con fare ingenuo la sua presentazione in perfetto spagnolo. Solo allora mi soffermai nel guardarlo per bene.
Antonio Fernandez Carriedo? Quel nome ridicolamnte lungo mi ricordava qualcuno, ma chi? Solo quando posai lo sguardo sul suo petto e i gradi lì alla bell'e meglio segnati, mi ritornò tutto in mente.
Ricordo che mi venne quasi un colpo al cuore, mentre con un balzo mi alzai e mi misi sugli attenti, il caldo e il baccano ormai divenuti dei particolari insignificanti.

«Mi scusi per la mancanza di rispetto, signore.»

Avevo davanti il sotto tenente Carriedo. Non aveva un grado memorabilmente alto, ma abbastanza per farmi passare dei brutti momenti, cosa che di sicuro, dopo la mia iniziale reazione, avrebbe ormai fatto.

«Oy, calma, se ti agiti con questo caldo potresti pentirtene. Ah, hai detto di chiamarti..?»

Incredulo, abbassai lentamente la mano dal capo. Stava... ridendo?

«Arthur Kirkland, signore.»

«Piacere di conoscerti, Arthur. E chiamami Antonio, mh? Siamo tutti compagni, no?»

E rideva ancora, mentre annuivo perplesso e lui prendeva posto proprio accanto a dove ero seduto io pochi minuti prima.

«Quindi, vuoi una sigaretta?»


Fu così che cominciai a far parte di quello strano mondo che era la Spagna.
Fu così che lo incontrai.















Note: Same as before, people.
Sono moralmente distrutta dall'amara scoperta che hanno usato la meravigliosa canzone di Assassin's Creed 3 per quella cagata dell'Ospite. Quale blasfemia. Blah.
Cià.
   
 
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