Crossover
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Autore: AxXx    20/03/2013    1 recensioni
[Infamous]"Abbiamo un problema... io e te..." Disse Cole pronto a colpire con l'amplificatore.
La donna tuttavia, non sembrava preoccupata e, con un gesto fulmineo afferrò la balestra e cercò di colpirlo.
Il conduit fu rapido ad evitare il proiettile, ma la distrazione fu sufficiente perfargli perdere la donna di vista.
'Merda...' Pensò quando si rese conto che lei non c'era più.
Ada Wong era sparita.
Alle porte di una crisi su scala mondiale i più grandi eroi della terra sono chiamati a combattere per il bene di tutti. Alcuni combattono per il bene superiore, altri per proteggere chi amano, altri per motivi personali ed altri ancora per motivi egoistici.
Ma sono tutti uniti sotto la necessità di affrontare un nemico comune: riusciranno a sconfiggere gli dei, prossimi al ritorno?
[Personaggi tratti da: Infamous, Assassin's Creed, Prototype, Uncharted, Tomb Raider, Tekken e Resident Evil con la partecipazione speciale di Iron Man.]
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Film, Videogiochi
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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                                       Something Strange

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tony Stark stava rientrando nella sua villa.

"Signore, il colonnello Rhodes chiede di parlare." Lo informò Jarvis, l'assistente computerizzato che gestiva la casa.

"Davvero? Cos'è successo? Ha perso le chiavi dell'armatura?" Chiese Tony con la solita ironia pungente.

"Non credo che sia questo il problema, signore." Rispose il maggiordomo con tono di voce piatta.

"Bene, allora posso stare tranquillo." Disse l'uomo entrando in casa e avvicinandosi al tavolo dei liquori prendendo un bicchiere di Wisky.

Ne aveva bisogno, ultimamente il lavoro l'aveva un po' spossato e la noi lo pervadeva.

All'inizio si era ritrovato a pensare in grande, mentre l'euforia lo pervadeva, mentre osservava il primo reattore Ark iniziava a prendere forma: il primo reattore ad energia pulita e quasi illimitato del mondo: questo avrebbe messo d'accordo tutti, mettendo fine al problema energetico mondiale.

"Tony!" Lo chiamò il suo amico Rhodes, salendo dalle scale. "Ero in laboratorio, ti aspettavo."

"Sì, scusa... sono solo un stressato... il reattore Ark ci mette troppo a venire su ed io non ne posso più.. ho una gran voglia di menare le mani..." Disse Tony appoggiando la schiena al balcone.

Il colonnello annuì e si sedette su una delle panche, accanto all'amico.

"Allora sarai accontentato, ho un favore da chiederti." Disse porgendogli un fascicolo con su scritto Top Secret.

"Un fascicolo riservato? Non pensavo che queste cose si potessero dare ai privati." Fece notare l'industriale aprendolo.

Non aveva tempo per leggerlo completamente, ma poteva intuire cosa contenesse: foto di un sottomarino, date, piani di navigazione e catalogo di armamenti.

"Un sottomarino nucleare... classe Titan... scomparso... cosa c'entra con me?" Chiese Tony dopo una rapida occhiata.

"È ricomparso... a sud di New Marais... l'abbiamo intercettato." Rispose semplicemente il colonnello afferrando una bottiglia di Scotch e versandone un po' in un bicchiere. "Offri te, vero?"

"Certo, certo... ma allora qual'è il problema? Mandate qualcuno ed è fatta, no?" Chiese Tony con un gesto scocciato del braccio, mentre finiva il suo bicchiere.

"Lo avrei già fatto, ma ordini dall'alto mi impediscono di muovermi... i miei superiori mi dicono che 'non c'è nulla di cui preoccuparsi', ma io sento che c'è qualcosa di strano: qualcuno non vuole che si sappia qualcosa." Spiegò il James facendo muovere lentamente il liquore nel bicchiere, preoccuato.

"Quindi... fammi capire bene.. tu non puoi muoverti, ma se qualcuno, una nota testa calda che fa sempre le cose a modo suo intervenisse in maniera spontanea, per te non ci sarebbero problemi, giusto?" Riassunse con enfasi Tony poggiando il bicchiere sul bancone.

Finalmente era arrivato il momento di sgranchirsi e questo era il miglior modo per fare un po' di moto, se qualcuno si fosse comunque lamentato, la cosa sarebbe passata sotto silenzio.

"Voglio sapere se quel sottomarino è una minaccia per la sicurezza nazionale... se i miei superiori non vogliono difendere questo paese e la sua popolazione, non significa che io non debba farlo." Disse con durezza il colonnello Rhodes.

"Giusta osservazione... bene amico, conta pure su di me: questa sera Iron Man sarà in ricognizione personale." Rispose Tony con una pacca sulla spalla. "Dai le coordinate a Jarvis e vai a riposare, domani avrai mie notizie."

"Sapevo di poter contare su di te!" Disse Roddy sorridendo, mentre si avvicinava ad un pannello di controllo per caricare sul computer le coordinate del sottomarino.

Intanto, Tony, finalmente contento di fare qualcosa che non fosse stare a controllare sempre le solite tre impalcature, scese le scale che portavano il laboratorio due a due.

"Jarvis, attva l'armatura Mach-5 che ho assolutamente bisogno di avere roba pesante con me." Disse, dopo aver digitato il codice d'accesso per entrare.

"Sissignore... per l'occasione ho pensato di inserire un aggiornamento ai protocolli di occultamento, dato che probabilmente dovrà nascondersi, inoltre vorrei ricordarle che l'armatura Mach-5 ha meno autonomia sott'acqua, rispetto alla Mach-4." Lo informò il computer, mentre iniziava i preparativi di assemblamento dell'armatura.

"Non preoccuparti... sei ore bastano e avanzano..." Rispose l'uomo piazzandosi sulla piattaforma al centro del laboratorio.

A poco a poco i pezzi dell'armatura si assemblarono direttamente sul corpo di Tony: le braccia e le gambe furono coperti da uno strato di metallo resistente, ma allo stesso tempo incredibilmente leggero, la cassa toracica, invece era protetta da uno strato metallico più spesso per difendere le parti del corpo più sensibili, mentre la testa era protetta dal casco che ospitava tutti i sistemi computerizzati e di controllo.

"Ah! Andiamo Jarvis abbiamo una missione da compiere!" Disse Tony accendendo i reattori di spinta che si trovavano sulla pianta dei piedi.

 

 

 

 

 

 

 

 

Cole si avvicinò al sottomarino salendo sul tetto del mezzo.

"Kuo... nessuno in vista... ma vedo un portellone, vado a controllare, anche se ammetto che tutto questo sembra strano davvero." Disse il conduit avvicinandosi all'entrata.

Il portellone era aperto e bastò far girare un paio di volte la valvola di apertura per poter entrare.

L'interno era un dedalo di corridoi di metallo stretti e claustrofobici, con tubature che si ripetevano ai muri e al soffitto.

Cole procedeva con la massima prudenza, sapendo che dietro ogni angolo ci poteva essere una guardia pronta a sparare: non aveva dubbi che, chiunque ci fosse, aveva l'ordine di sparare a vista per togliiere di mezzo eventuali testimoni.

Eppure, dopo i primi minuti passati alla ricerca di personale, Cole non trovò nessuno, il che lo insospetti.

"Kuo... il sottomarino è deserto... non c'è nessuno: guardie, soldati, tecnici... tutti spariti." Disse a bassa voce dopo aver acceso il cellulare.

"Cosa!? Strano... un sottomarino di questa portata lasciato incustodito... non lo so, mi sembra troppo strano..."

Mentre stava ascoltando McGranth continuava ad avanzare ed era così assorto nella conversazione con Kuo che quasi inciampò su un cadavere davanti ad una porta.

"Aspetta..." Disse, quando se ne accorse. "Qui c'è un uomo morto... o meglio qualcosa che somiglia ad un uomo..."

"Che vuoi dire?" Chiese Lucy perplessa dall'altra parte.

"Questa... persona è... mio dio, ha almeno cinque occhi in faccia e la pelle sebra strappata in più punti del viso... ha una freccia piantata in gola." Disse, mentre scattava una foto con la videocamara incorporata nel cellulare per mandarla a Kuo.

"Dio santo... non ho mai visto nulla del genere... cosa può essere?" Chiese lei dopo pochi secondi una volta ricevuta l'immagine.

"Di sicuro qualcosa di brutto, comunque..." Iniziò a dire Cole, subito interrotto da degli spari poco lontanti. "C'è ancora qualcuno qui!"

Il conduit si mise a correre all'impazzata, seguendo il rumore degli spari.

Andando avanti trovava nuovi cadaveri, tutti delle stesse creature in cui si era precedentemente imbattuto.

All'improvviso si trovò in una stanza che, al contrario delle altre fino ad ora trovate, era arredata in modo elegante e raffinato, con mobili in legno, alcuni vasi in ceramica contenenti dei coloriti fiori esotici e c'era persino la testa di un'ariete come trofeo di caccia attaccato al muro.

"Be' hanno buon gusto almeno..." Commentò Cole osservando distrattamente il quadro della danzatrice alla sua sinistra.

In un attimo una porta, dall'altra parte della stanza si aprì ed un uomo armato di mitragliatrice fece iruzione sparando a raffica diversi colpi.

"Merda!" Urlò il conduit gettandosi dietro un mobile per ripararsi dai colpi.

Appena sentì i colpi cessare si sporse dal riparo e sparò una decina di saette a raffica uccidendo la guardia.

"Kuo... ci sono alcune guardie ed è probabile che ci sia qualcun'altro di indesiderato su questa bagnarola, oltre me." Disse al telefono, mentre si avviava a corsa verso la porta.

Tuttavia a rispondere non fu Lucy, ma Zeke.

"Ehi! Fratello! Accidenti che storia, sei salito su un sottomarino nucleare! Come James Bond!" Urlò l'amico entusiasta.

"Sì, vero!? Ho anche incontrato dei mostri mutanti che farebbero paura ai corrotti... ora dimmi... Cos'ha da dirmi Kuo." Chiese vagamente irritato dell'entusiasmo dell'amco, mentre con una scivolata evitava altri colpi di mitragliatrice.

"Be'... sta facendo delle ricerche su quei mostri... comunque sono davvero disgustose!" Disse Zeke, tutt'altro interessato alla situazione dell'amico.

"Ascolta, sono in un corridoi di cui posso toccare il soffitto senza nemmeno mettermi in punta di piedi ed un paio di guardie armate che vogliono trasformarmi in un gruviera,quindi rimandiamo a dopo la discussione!" Urlò il conduit rotolando oltre la protezione di metallo e sparando alcune saette friggendo i suoi avversari.

Dopo aver svoltato altri due angoli si ritrovò in un magazzino dove una donna dai capelli neri, dai lineamenti orientali , vestita con un paio di pantaloni neri aderenti ed una camicia rossa stava combattendo armata di balestra altri uomini mutati.

"Bene... è il momento di capirci qualcosa." Disse Cole attaccando alcuni di quegli uomini con le sue capacità elettriche.

La prima linea di mostri furono colti di sorpresa e furono uccisi rapidamente, mentre gli altri furono costretti a ripararsi dietro delle casse impilate per evitare di essere falciati dalle saette e dalle frecce.

"Guarda, guarda... un aiuto inaspettato..." Sussurrò la donna voltandosi un attimo a guardare il nuovo arrivato.

"Allora... signorina... come mai da queste parti?" Chiese Cole lanciando una granata abbattendo i nemici dietro le coperture.

"Motivi personali... diciamo che sono stata invitata, anche se non mi aspettavo questi mostri..." Rispose con un sorriso, mentre afferrava una mitraglietta abbattendo un gruppetto di nemici. "Lei invece? Cosa la porta qui?"

"Credo si possa definire una questione di sicurezza... personale." Rispose McGranth abbattendone un altro e girando l'altro.

Insieme si fecero strada tra i nemici fino all'uscita del magazzino, dove furono costretti a ripararsi dietro lo stipite della porta, dato che almeno cinque uomini armati di mitra avevano dato inizio ad un muro di fuoco.

"Vedo che spari elettricità... sei il primo mostro con questa capacità." Disse la donna, con uno strano sorriso.

"Senta, signorina... chiami mostro qualcun'altro, perché in questo momento non sono in vena!" Urlò Cole per sovrastare il rumore delle armi da fuoco lanciando una granata multipla facendo esplodere i nemici. "Ora occupiamoci delle cose serie."

Il ragazzo si voltò verso la donna che lo stava osservando con sufficenza, come se non lo considerasse un gran pericolo.

Erano l'uno di fronte all'altra e nessuno dei due intenzionato a farsi battere.

"Sei strano... perché sei qui?" Chiese lei alzando inarcando le sopracciglia.

"Te l'ho già detto: motivi personali." Rispose Cole senza esitazione.

Tuttavia, la donna si avvicinò a lui e sorrise con aria astuta.

"Non provi a mentirmi, signor McGranth... so molte cose su di lei, come il fatto che non agisce mai senza motivo..." Disse lasciandolo senza parole.

Quella donna sapeva troppe cose per essere un membro sopravvissuto dell'equipaggio.

"Allora dimmi che ci fai qui!" Urlò lui, cercando di afferrarla, ma lei con una rapida mossa, si scansò e, con una pistola rampino che sembrava uscita da un film, raggiunse una passerella a tre metri sopra di lui.

"Spiacente, sarà per la prossima volta!" Rispose la donna con un sorriso.

"Dannazione... Zeke! Ho bisogno di te!" Disse Cole accendendo il cellulare, mettendosi a correre.

"Amico! Allora, cos'hai scoperto?" Chiese l'amico dall'altra parte.

"Ho scoperto una montagna di domande: una strana donna dai capelli neri mi consce e c'è un esercito di uomini-mostri che cerca di uccidere me e lei... vi mando qualche immagine e cercate di scoprire qualcosa!" Disse il Conduit preoccupato, dirigendosi velocemente verso la prossima stanza.

Per fortuna, durante lo scontro, era riuscito anche alla donna ed ai nemici.

Improvvisamente il sottomarino tremò con violenza e girò sul fianco per poi impennarsi, costringendo Cole ad aggrapparsi ad una tubatura.

"Cole, sono Lucy... ho fatto qualche rapida ricerca negli archivi dei Servizi segreti e ho trovato un archivio intero sulla donna che hai incontrato: si chiama Ada Wong." Disse l'ex agente.

"Davvero?" Chiese ironico il conduit, mentre si avvicinava ad una presa d'aria, per entrare nelle tubature per evitare l'acqua che stava entrando. "E cosa avrebbe fatto per finire sulla vostra lista nera?"

"Oh be'... solo omicidio, intrigo, crimini contro l'umanità, furto, massacro, spionaggio politico, militare, terrorismo, ed industriale ed un'altra decina di crimini vari e di minore importanza." Rispose con altrettanta ironia.

"Cavolo... ti sei trovato proprio un bel soggetto Cole... è mella lista dei dieci criminali più pericolosi del mondo." Disse Zeke impressionato.

"Bene... ora devo solo trovarla!" Urlò, mentre l'acqua lo inseguiva attraverso le tubature.

L'acqua avanzava inesorabile e lui sapeva che se l'avesse raggiunto sarebbe morto bruciato e l'ultima cosa che voleva era diventare un hot dog.

Dopo secondi che sembrarono durare ore, riuscì a trovare un apertura laterale dalla quale strisciò fuori a tutta velocità.

"Merda, così non va bene..." Sussurrò osservando il luogo dove si trovava: un altro magazzino, mezzo allagato e lui si trovava su delle casse a pochi metri dall'acqua.

"Vedo che siamo cocciuti..." Disse Ada poco lontano.

Stava combattendo con quello che sembrava uno sciame di insetti che si muoveva in formazione a formare il corpo di una persona.

"I mostri peggiorano..." Cantilenò il conduit saltando su delle casse vicine, mentre l'acqua continuava a salire.

Saltò su un'altro paio di instabili casse galleggianti e raggiunse una piattaforma di metallo abbastanza vicina ai due combattenti e lanciò un'onda d'urto che travolse lo sciame disperdendolo.

Al centro di quegli insetti c'era un insetto più grande .

"Bel colpo!" Urlò Ada attaccando l'enorme creatura con la balestra.

Appena quello morì gli insetti si dispersero e la maggior parte morì quasi subito.

A quel punto Cole decise di raggiungere la sua nuova amica per parlarle e con un saltò atterrò sulla sua passerella.

"Abbiamo un problema... io e te..." Disse Cole estraendo l'amplificatore pronto a colpire.

La donna, però, non sembrava preoccupata e, con un rapido gesto, estrasse la balestra e cercò di colpirlo.

Il conduit fu rapido ad evitare il proiettile, ma la distrazione fu sufficiente per fargli perdere quella tipa di vista.

"Merda..." Sussurrò Cole guardandosi intorno.

Ada Wong era scomparsa.

Di nuovo... e con troppe informazioni per lasciarla scappare.

Il ragazzo si mise di nuovo a correre, raggiungendo un corridoio laterale non ancora invaso dall'acqua e si mise a correre.

Il dedalo di claustrofobici corridoi era un inferno tra prese elettriche saltate, fuoriuscite di gas e acqua, soprattutto acqua che per lui era letale.

Ancora a destra... poi sinistra, poi di nuovo a destra...

i corridoi sembravano non finire mai, come il tempo: doveva essere la sensazione di claustrofiobia... quella che senti quando il panico monta e ti chiude il cervello in una morsa di adrenalina che ti scuote da capo a piedi imponendo al tuo corpo di agire d'istinto, senza pensare.

Invece aveva bisogno di pensare e riflettere, cercare una via d'iuscita, senza girare a casaccio per un sottomarino in procinto di affondare.

Cole iniziò a fare ampi respiri, imponendo alle sue gambe di fermarsi e accese il cellulare.

"Kuo... mi senti... sai se queste bagnarole hanno delle vie di fuga? Il sottomarino sta affondando." Disse, mentre si concentrava sul livello dell'acqua che si alzava a poco a poco.

La risposte di lei, tuttavia, non fu chiara: "Cole... ti sento... issimo tr... co ti perderò." Disse, mentre le interferenze aumentavano.

Il nervosismo cresceva e lui sapeva di dover fare in fretta se non voleva arrostire. "Kuo, ho bisogno di una via di fuga, subito!" Urlò al cellulare, mentre ormai l'acqua che gli arrivava alle caviglia dava i primi segni di elettrificazione.

"Ok... ci sono, a prua ci sono della capsule di espulsione!" Urlò la ragazza all'apparecchio prima che la linea cadesse del tutto.

Il conduit si mosse rapidamente e percorse gli intricati corridoi con l'acqua che gli arrivava oltre le caviglie provocandogli delle bruciature, fino ad arrivare alla prua, dove erano i moduli di salvataggio.

'Bene, dovrò farmi solo sparare fuori..." Si disse osservando le capsule più simili a missili. "Ne manca uno... quella donna è arrivata qui prima di me..." Sussurrò, notando lo spazio vuoto.

Il codice era già stato inserito, quindi gli bastò entrare nel modulo accanto ed attivare i comandi di espulsione.

'Speriamo non esploda...' Pensò un po' preoccupato, mentre la capsula veniva letteralmente sparata fuori dal sottomarino che affondava.

Il modulo percorse una linea retta verso la superfice senza rallentare, grazie alla spinta propulsiva e non ebbe problemi a raggiungere la superficie.

Appena fuori, Cole accese il cellulare.

"Kuo... sono io... abbiamo un grosso problema." Disse trafelato, mentre faceva del suo meglio per riprendere fiato.

 

 

 

 

 

 

  
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