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Autore: Sayuri_92    20/03/2013    2 recensioni
Shikaku, un intelligente e calmo Shinobi. Yoshino, una scorbutica ed aggressiva Kunoichi. Questi due ragazzi sono destinati a diventare i genitori di Shikamaru, ma come sono finiti insieme? Ecco la mia personalissima storia su come è nato il loro amore. Una coppia insolita, ma ho notato che storie su di loro quasi non ce ne sono. ShikakuXYoshino centric, accenni KushinaXMinato.
Dalla storia: “ Premetto che non ho mai creduto alle voci che si spargono in giro. Valuto sempre con i miei occhi com'è veramente una persona e poi ... circa due settimane fa ti ho vista seduta su una panchina, con un fiore in mano … ” iniziò a spiegare il castano, spostando lo sguardo verso di lei. “ … ed hai sorriso. Eri pensierosa e forse credevi che nessuno ti vedesse, ma io ero lì ed è stato in quell’occasione che ho capito che ogni tanto sorridi anche tu e diamine … era il più bel sorriso che avessi mai visto. ” terminò di dire, fornendo la risposta a tutti i suoi dubbi. ||| Buona lettura =)
Questa storia partecipa al contest "Dear Winter" indetto da Denbisara.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Kushina Uzumaki, Minato Namikaze, Shikaku Nara, Yoshino Nara
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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- Capitolo 1 -
Uscire insieme?



Erano passati diversi giorni da quando si erano celebrati i funerali dei genitori di Yoshino e costei sembrava essersi leggermente ripresa, o almeno questo era ciò che faceva vedere agli altri.
L'inverno era appena giunto ed il freddo iniziava ad essere sempre più pungente.
La castana camminava per le vie di Konoha, con le buste della spesa tra le mani. Aveva comprato molte cose per la cena, avendo invitato Kushina e Minato da lei, o meglio, si erano autoinvitati pensando che un po’ di compagnia le facesse bene.
Svoltò per un vicolo, optando per una scorciatoia. Desiderava solo raggiungere la sua abitazione e cucinare per tutto il pomeriggio, così da tenere la mente occupata e non pensare ai suoi genitori.
Improvvisamente degli strani individui le si pararono dinnanzi, obbligandola a fermarsi.
Li osservò attentamente, squadrandoli da capo a piedi. Erano due uomini sulla trentina, uno magrissimo e l’altro più in carne, con una pancia similare a quella di un alcolizzato.
“ Che volete? ” chiese Yoshino, acida e scortese , pronta ad ingaggiare battaglia se necessario.
“ Non temere, non ti faremo nulla … vogliamo solo i soldi che hai con te. ” disse l’uomo magro, allungando una mano verso di lei.
La castana sbuffò, comprendendo di trovarsi di fronte a due rapinatori da quattro soldi. Ce n’erano sempre stati a Konoha, ma quella era la prima volta che ci si imbatteva.
“ Allora? ” domandò l’uomo più in carne, impaziente.
Yoshino li squadrò attentamente, seccata da quella situazione. Poggiò le buste della spesa a terra, estraendo un Kunai dalla borsetta posta al suo fianco.
“ Siete capitati male. Sono una Kunoichi di Konoha e vi consegnerò all’Hokage. ” asserì la castana, pronta ad attaccarli.
I due, anticipando le sue intenzioni, ghignarono, balzando verso l’alto in contemporanea. Lanciarono entrambi dei Kunai con delle carte bombe attaccate verso la figura della donna che, abilmente, saltò via, evitando di rimanere coinvolta nell’esplosione. Sfruttò la parete di un palazzo per darsi una spinta verso l’uomo magro, tirandogli un pugno impregnato di chakra in pieno volto. L’altro approfittò di questa situazione per attaccarla alle spalle, colpendola con un calcio alla schiena.
Yoshino accusò il colpo,senza però demordere. Era famosa per la sua forza ed il tizio che aveva colpito ne fu la prova. Era finito a terra, con la mandibola spaccata ed il volto insanguinato.
“ Bastarda, guarda come hai ridotto il mio compagno! " sbottò l’unico malvivente rimasto in piedi, tornando all’attacco. A differenza del precedente sembrava essere più abile, tanto che non si avvicinò alla castana, avendo capito che la sua specialità era il Taijutsu.
Il nemico compose dei rapidi sigilli, andando successivamente a sputare dalla bocca un getto potentissimo d’acqua. Yoshino lo schivò per miracolo, non aspettandosi un vero Ninja come avversario. Per fortuna i suoi riflessi l’avevano salvata. Alcuni schizzi d’acqua la raggiunsero, bagnandole la felpa rossa che indossava.
Sarebbe tornata all’attacco se solo il nemico non si fosse bloccato improvvisamente, come paralizzato. Non comprendeva cosa fosse accaduto, ma tutto le fu chiaro quando il suo sguardo cadde sull’ombra a terra, fin troppo lunga rispetto alla norma. La seguì con lo sguardo, risalendo lungo tutta la superficie dell’abitazione al suo fianco, fino ad individuare la figura di Shikaku, l’uomo incontrato qualche giorno prima.
“ E’ da vigliacchi avventarsi in due contro una donna. ” disse il castano, in piedi sul tetto di un palazzo. La sua era una tecnica molto particolare, famosa nel villaggio della Foglia. In pochi erano in grado di utilizzarla, trattandosi di un Jutsu segreto.
“ E tu che ci fai qua? ” domandò Yoshino, scontrosa come al solito.
“ Mi sembra ovvio … ti aiuto. ” rispose il Nara, componendo nuovi sigilli. “ Kage Kubi Shibari no Jutsu! ” esclamò successivamente, utilizzando un’altra delle sue tecniche uniche.
La castana osservò l’ombra del nemico iniziare ad attorcigliarsi attorno al suo corpo, fino ad arrivare al collo, in un tentativo di strangolamento. L’ombra strinse, fino a quando l’avversario  non perse i sensi. Dopodiché si ritirò.
“ Non era necessario il tuo aiuto, me la sarei cavata benissimo da sola. E poi per quale motivo non si sarebbero dovuti avventare in due contro una donna? Sei per caso uno di quei ragazzi maschilisti che crede di essere superiore? ” domandò la Kunoichi, incrociando le braccia sotto il seno. La seccava quell’intromissione ed il suo orgoglio le impediva di ringraziare.
“ Ohi, ohi ... non ho detto nulla di tutto ciò. Solamente che ... nella vita non bisogna affrontare tutto da soli per forza, a volte un aiuto può far piacere. ” disse Shikaku, balzando giù dal tetto. S’avvicinò alla ragazza, sorridendole in modo genuino e spontaneo.
“ Resto dell’idea che li avrei gonfiati di botte da sola. ” borbottò la castana, scostando lo sguardo di lato.
“ Ne sono sicuro, in fondo è rinomata la tua forza nel villaggio. Molti Shinobi tremano solo sentendo nominare il tuo nome. ” mormorò il Nara, continuando a sorriderle in quel modo così dolce. L’odiava per questo, l’odiava perché lui riusciva ad essere gentile ed affabile, mentre lei no.
“ Appunto, se ne sei a conoscenza perché sei intervenuto? ” chiese nuovamente Yoshino, sbuffando.
“ Perché mi andava di aiutarti. ”
Quella risposta la lasciò spiazzata. Non riuscì a ribattere, non avendo idea di cosa dire. Generalmente tutti si tenevano a debita distanza da lei, così da evitare delle sfuriate, battutine acide o nella peggiore delle ipotesi di beccarsi un po’ di botte. A parte Kushina e Minato, pochi le avrebbero offerto il loro aiuto spontaneamente.
“ Non hai freddo? ” chiese Shikaku, interrompendo il flusso dei suoi pensieri. Yoshino si guardò la maglia, accorgendosi di essere bagnata come un pulcino. Con il freddo che faceva rischiava di prendersi un bel malanno.
“ No ed anche se fosse sono problemi miei. ” asserì la castana, risultando scontrosa ancora una volta. Non voleva rispondere a quel modo, non voleva trattarlo male, ma come ogni volta le parole le erano uscite taglienti e spontanee.
“ Non è necessario stare sulla difensiva, non siamo tutti lupi cattivi e famelici. ” sibilò il Nara, sorridendole.
La Kunoichi avrebbe desiderato prenderlo a pugni. Come faceva a sorriderle a quel modo anche dopo le risposte acide e fredde che gli dava? Come faceva a non andarsene offeso o quantomeno arrabbiato per il suo comportamento? Non riusciva proprio a capirlo, era un vero mistero.
“ Non sto sulla difensiva. ” rispose la castana, tradendosi con il suo stesso tono incerto e scorbutico.
Se ne accorse lei stessa, abbassando lo sguardo repentinamente, imbarazzata per la figuraccia che stava facendo. Non riusciva nemmeno a dire una bugia come si doveva. Era proprio una ragazza patetica.
Sentì qualcosa poggiarsi sulle sue spalle ed il suo viso si sollevò di scatto, andando a fissare il volto di Shikaku. Si era tolto la giacca e gliel’aveva avvolta attorno al busto, così da riscaldarla ed evitarle di prendersi una polmonite.
Quel gesto estremamente gentile e dolce la fece arrossire vistosamente, facendola diventare dello stesso colore dei capelli di Kushina. Nessun ragazzo aveva mai dimostrato interesse nei suoi confronti, anzi, più stavano a distanza più erano contenti e per tal motivo non era abituata a certe circostanze.
“ G-Grazie. ” balbettò la castana, non sapendo cosa altro dire. Raramente le capitava di balbettare, se non in situazioni di estremo imbarazzo.
“ Allora a volte sai essere anche gentile … quel rossore sulle guance ti dona. ”
Che fosse un complimento quello che l’uomo le aveva appena fatto?
Yoshino non riusciva proprio a capire il perché di quei comportamenti gentili, di quei sorrisi donati solo ed unicamente a lei, così come non riuscì a capire perché il suo cuore iniziò a battere un po’ più forte. Si sentiva strana, come mai prima di quel momento. Le gambe quasi le tremavano e nemmeno di fronte al nemico più pericoloso e temibile le era capitato. Che si stesse ammalando? Forse sì, forse si stava ammalando di una malattia unica ed incurabile nel suo genere, una malattia d’amore.
“ Perché … perché sei così gentile? ” domandò la Kunoichi, trovando il coraggio di porgli quella domanda.
Shikaku sembrò pensarci un po’ su, ma poi le sorrise nuovamente, come se avesse trovato la risposta.
“ Perché sei una ragazza molto interessante e mi piacerebbe uscire con te. ”
Quella richiesta fu come un fulmine a ciel sereno. Un uomo le stava chiedendo di uscire, le stava chiedendo un appuntamento. Mai aveva pensato di maritarsi, anche perché era sicura che non avrebbe mai trovato qualcuno che la sopportasse, così come mai avrebbe pensato che qualcuno la invitasse ad uscire.
“ Mmh … ” mugugnò Yoshino, cercando di prendere tempo per pensare e riflettere. La sua mente era nel caos più totale in quell’istante, non riusciva a mettere insieme un pensiero di senso compiuto.
“ Credo … credo di sì, credo che vada bene. Sì, insomma, ok. ” rispose in seguito, confusa, maledicendosi mentalmente per aver dato una risposta tanto idiota. Poteva rispondere ‘sì’ e basta, senza tutti quei giri di parole.
“ Perfetto! Allora ci vediamo domani alle quattro, davanti al chiosco di ramen. ” mormorò il Nara, sorridendole ancora. Lei si limitò ad annuire, senza pronunciare più nulla. Era meglio se rimaneva in silenzio, almeno avrebbe evitato di fare figuracce.
Shikaku si avvicinò ai corpi dei due Shinobi svenuti, sollevandoli da terra e caricandoseli sulle spalle.
“ A loro ci penso io, tu vai pure. Ci vediamo! ” la salutò il castano, balzando sul tetto di una delle case.
Yoshino lo fissò andar via, restando immobile come una perfetta idiota. Scosse la testa, cercando di riprendersi da quel trance in cui era caduta.
La vita era realmente imprevedibile. Tutto poteva accadere, perfino che lei avesse un appuntamento. Ne avrebbe parlato con Minato e Kushina, aveva bisogno di un consiglio.


Yoshino aveva preparato molti manicaretti per la coppia di fidanzati e li attendeva con ansia. Si sentiva come una tredicenne alla prima cotta, peccato che lei avesse compiuto da poco la maggiore età e fosse ormai una giovane donna. Avrebbe dovuto gestire meglio quella situazione e non cadere nel panico.
Il campanello della porta suonò, facendola catapultare ad aprire.
Fece entrare il duo, osservando i loro volti sorridenti e felici. Forse era l’amore a renderli così sereni e spensierati, così gioiosi di vivere.
Si accomodarono a tavola scambiandosi i soliti convenevoli, pronti a gustarsi una bella cenetta.
“ Ti vedo molto con la testa tra le nuvole. ” disse l'Uzumaki, inclinando la testa di lato, perplessa.
“ Uh? No, no … cioè, forse un po’. ” mormorò Yoshino, facendo restare perplessi i due.
“ Sei sicura di sentirti bene? Hai sicuramente la febbre, dattebane! ” sbottò la rossa, allungando repentinamente una mano verso la fronte dell’amica.
“ No, no! Sto bene! ” esclamò la castana, scostandosi da quel tocco.
“ Oggi Shikaku Nara si è presentato nel mio ufficio e mi ha spiegato quello che è successo con quei due ladruncoli. C’entra con questo? ” chiese Minato, perspicace come pochi.
Yoshino avvampò, abbassando lo sguardo. Il biondo Hokage aveva centrato il punto della situazione con estrema facilità.
“ Yoshino che arrossisce? La situazione è più grave del previsto! ” asserì Kushina, sgranando gli occhi.
Minato sorrise, quasi divertito da quella situazione poco consueta.
“ Appunto di questo volevo parlarvi, insomma … chiedere un consiglio. ” disse la castana con un fil di voce, sentendosi quasi una stupida a chiedere pareri su simili questioni. Le sembrava strano parlare di un argomento così poco familiare.
La Jinchuuriki, ancora una volta, sgranò gli occhi. Sbatté le mani sul tavolo, alzandosi in piedi.
“ Sei sicura di non avere qualche strana malattia? Minato, dobbiamo chiamare un Ninja – Medico, dattebane! ” sbottò ancora l'Uzumaki, agitata e preoccupata per la situazione dell’amica.
“ Kushina, smettila con questa malattia! Sto benissimo! ” esclamò Yoshino, sbattendo anch’ella le mani sul tavolo. Le due donne si lanciarono uno sguardo di fuoco, fulminandosi a vicenda. Spesso e volentieri battibeccavano per nulla, ma anche quello faceva parte del loro rapporto di amicizia.
“ Ehm … calmatevi … ” provò a dire il povero Quarto Hokage, sentendosi in mezzo a due fuochi.
“ Sei troppo acida! ” esclamò la rossa, assottigliando gli occhi.
“ Potrei dire lo stesso! ” sbottò la castana, digrignando i denti.
“ Perché non torniamo alla questione del consiglio? ” propose il biondo, osservandole girarsi di scatto verso di lui. Entrambe lo incenerirono con lo sguardo e Minato comprese che forse era meglio tacere. Quelle due erano peggio di tutti e nove i Bijuu assieme.  Avrebbe preferito combattere con il più terribile dei nemici che trovarsi a subire la loro ira.
“ In ogni caso … ” mormorò Yoshino, tossicchiando. Così come si era arrabbiata, si placò e lo stesso accadde a Kushina. Tornarono a sedersi, pronte a riprendere il loro discorso lasciato in sospeso.
“ C’è un enorme, grandissimo problema. ”
Yoshino introdusse così l’argomento, diventando nuovamente rossa per l’imbarazzo.
“ Che problema?” domandò l'Uzumaki, preparandosi a qualsiasi rivelazione possibile.
“ Shikaku mi ha chiesto di uscire. Ha detto che sono una ragazza interessante ed io … ho accettato. ” raccontò la castana, mettendosi le mani nei capelli. “ Non avrei dovuto … è un’idea assurda quella di uscire con lui! Quando mi conoscerà meglio mi odierà sicuramente. Devo dirgli che non voglio più andare all’appuntamento, vero? ” continuò, per la prima volta indecisa su qualcosa.
Kushina e Minato rimasero entrambi spiazzati da quella notizia. Tutto si aspettavano, fuorché un appuntamento. La loro amica non aveva mai mostrato interesse per il genere maschile, preoccupandosi solo della sua vita da Ninja e delle sue pochissime amicizie.
“ Ma è … una notizia fantastica! ” esclamò la rossa, alzandosi nuovamente in piedi.
“ Cosa? ” chiese Yoshino, perplessa per quella reazione.
“ Sono dell’idea che dovresti andarci. ” disse Minato, esponendo anch’egli la propria opinione.
“ Concordo con lui! Shikaku Nara è un uomo molto intelligente, non è come gli altri. Sono certa che potrebbe piacerti e poi se vuole uscire con te evidentemente gli interessi. Ti mostri sempre per come sei, non scoprirà nulla di peggio, tranquilla! ” asserì la Jinchuuriki, sorridendole.
“ Intendi dire che mostro sempre il mio lato peggiore? ” domandò la castana, con una venuccia pulsante sulla tempia destra.
“ Esattamente, il tuo caratteraccio già lo conosce. ” mormorò l'Uzumaki, annuendo con la testa.
“ Kushina ... io ti meno! ” esclamò Yoshino, alzandosi di botto in piedi.
“ Cosa? Perché? ” chiese la Jinchuuriki, mettendosi sulla difensiva.
“ Maledetta vipera! Non mostro sempre il mio lato peggiore! ” sbottò  la diciottenne, alterata, seppur sapesse che in fondo fosse la verità.
“ Maledetta vipera? Yoshino, ti faccio a pezzi, dattebane!” urlò la ventenne, digrignando i denti.
Minato si mise le mani nei capelli, domandandosi mentalmente perché quelle due finissero sempre così. Era ovvio che andassero d’accordo, avevano entrambe un caratteraccio da far paura.
Così, tra un litigio ed una risata, la serata passò in modo più o meno piacevole. Al Quarto Hokage sarebbero presto venuti i capelli bianchi, ma quelli erano solo futili dettagli.
Yoshino salutò i due fidanzati verso le undici di sera, ritrovandosi sola in quell’enorme casa, con i suoi numerosi dubbi.
Doveva andarci all’appuntamento oppure no? Minato e Kushina le avevano consigliato di recarcisi e fare conoscenza con il Nara, ma lei era dannatamente dubbiosa. Temeva di fare una brutta impressione e mandare a rotoli l’unica relazione nella quale si sarebbe potuta cimentare, anche perché solo Shikaku poteva essere così folle da interessarsi a lei. Dall’altro lato, però, se non ci fosse andata avrebbe perso automaticamente quell’unica occasione, senza nemmeno tentare. Un dilemma senza soluzione.
Magari la notte le avrebbe portato consiglio e l’avrebbe aiutata a decidere cosa fare il giorno successivo.


To be continued ....


Eccomi qui  con il primo capitolo ^^ Spero vi sia piaciuto =) Alcune scene sono state pensate apposta per lasciare un sorriso e spero che questo accada. Insomma, siamo agli inizi. Il primo appuntamento sarà un grande passo, ma avverrà? E se avverrà, cosa accadrà? Scoprirete tutto nel prossimo capitolo e spero che la storia vi interessi =) Fatemi sapere che ne pensate! Grazie a chi ha messo la storia tra le preferite, tra le seguite, le ricordate e chi ha recensito ^^ Al prossimo capitolo!
   
 
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