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Autore: plsdavid    20/03/2013    1 recensioni
FF BLOCCATA(?)
"La sensazione più brutta è sentirsi da sola anche se si è in mezzo alla gente. L'amore che hai da dare svanisce piano piano, spegnendosi come una piccola candela. Però, quando qualcuno ti afferra la mano e ti trascina via dal buio, tutto ciò che gli vuoi dare è la tua stessa anima, grata di respirare ancora l'aria fresca."
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Amy, siamo arrivati.- Non riuscivo a tenere gli occhi aperti, sentivo la sua voce profonda in lontananza, come se mi trovassi fuori dall'auto.
- Amelia, sveglia.- Girai lentamente la testa verso Liam, a malapena distinguevo la sua sagoma dal sedile scuro.
- Che cosa hai?- La sua mano fredda si posò sulla mia guancia, facendomi capire la sua preoccupazione.
Continuò a chiamarmi, ma nemmeno un suono uscì dalla mia bocca per tranquillizzarlo, le mie forze erano scomparse.
Improvvisamente una luce riempì l'abitacolo, facendomi chiudere gli occhi di scatto, accompagnata poco dopo da un rumore tonfo.
La luce cessò un paio di secondi per ricomparire subito dopo.
Liam mi sollevò dal sedile e mi tenne stretta vicino al suo corpo caldo, proteggendomi come meglio poteva dalla bassa temperatura della notte.
Mi rannicchiai tra le sue braccia, sentendomi ormai sicura nel suo pungente profumo.
Mi sentii di nuovo piccola e indifesa, come quando mi addormentavo sul divano e mi risvegliavo dolcemente nel mio letto.
Il freddo si trasformò lentamente in un flebile calore.
Sentii la voce di mia madre, ma le parole si mischiarono insieme.
La sua voce leggera continuava ad alternarsi con quella di Liam, non riuscivo a capire cosa stesse succedendo.
La presa del ragazzo si allentò, posandomi delicatamente su qualcosa di morbido.
Mi accoccolai e non ascoltai più nulla di ciò che mi circondava.
****
Un rumore stridulo mi svegliò e infastidita mi girai dall’altra parte del letto, ignorando la sveglia che tanto detestavo.
Un colpo di tosse mi fece spalancare gli occhi per lo spavento.
Mi alzai di scatto e quando vidi la faccia conosciuta, mi rilassai leggermente.
- Cosa ci fai qui?- Gli chiesi con la voce roca per colpa del sonno, mentre spegnevo l'oggetto.
- Ieri mi hai spaventato.-
Liam era seduto sulla piccola poltroncina del salotto, che aveva spostato nell’angolo della mia stanza, permettendogli di tenere tutto sotto controllo.
- Che cosa ho fatto? Mi ricordo solamente di essermi addormentata in auto.- Mi grattai la testa, che martellava incessantemente.
- E’ quello che non hai fatto che ci ha preoccupati.- I suoi dolci occhi marroni erano cerchiati da un piccolo alone nero e mi sentii in colpa per questo.
- Non dovevi restare, ero solo stanca.- Dissi con un tono severo per rimproverarlo, sviando di assumermi interamente la colpa.
- Ero in pensiero e lo era anche tua madre, anzi lo è tuttora.-
Non dissi nulla.
L’imbarazzo mi colorò il viso di un rosso intenso.
Sul volto di Liam crebbe un leggero sorriso e mi fece capire che non era per niente arrabbiato con me.
- Ora faccio un salto a casa. Ci vediamo a scuola.- Si alzò dalla poltrona, scricchiolando la maggior parte delle sue ossa, sottolineando inconsciamente che aveva passato la notte scomodamente.
Mi salutò con un ampio sorriso e poco prima che chiudesse la porta d’ingresso, lo sentii salutare mia madre.
Mi nascosi sotto il piumone, non volevo pensare alla prossima conversazione che avrei avuto con quella donna.
- Amy.- Mi chiamò dolcemente. – Come ti senti?- La sua voce era colma di preoccupazione.
- Mi fa male un po’ la testa, nulla di più.- Uscii lentamente da sotto le coperte per guardarla in volto. Era ancora in pigiama, con i capelli arruffati e aveva delle grosse borse sotto gli occhi.
- Papà?- Era da giorni che non lo vedevo, sentivo una strana sensazione di vuoto dentro di me.
- E’ tornato a casa quattro o cinque ore fa, ma è appena uscito.- La sua preoccupazione si spostò da me a lui.
- Sei arrabbiata?- Le chiesi impaurita.
- Mi hai spaventata a morte!- Mi gridò contro, mentre si sedeva sul letto, giusto per eliminare la differenza d’altezza tra noi. – Per non parlare di Liam! Forse era più spaventato di me! Dovevi vedere la sua faccia. È per questo che ho accettato per farlo dormire qui. Tu non sai... Quando ti ho visto in braccio a lui senza conoscenza, ho pensato al peggio.- Prese un respiro profondo.
- Poi tuo padre che non è mai con noi, in queste situazioni avrei proprio bisogno di lui.- Una strana sensazione m’invase, una morsa invisibile mi afferrò il cuore, stritolandolo tra le sue luride dita, infettandolo con la sua cattiveria.
Mi alzai di scatto e apaticamente dissi.
- È tardi. Devo andare.-
La donna rimase da sola nella stanza con il suo dolore, con lo sguardo fisso nel vuoto e con i pensieri che le uccidevano l'anima.
*************
Il telefono continuava a vibrare nella tasca del mio giubbotto e la sua insistenza irritava i miei nervi già logori.
Di sicuro era Jake, pronto a rimproverarmi per non averlo seguito e per aver deciso indipendentemente da lui. Speravo in un suo vuoto, che mi dimenticasse, lasciandomi così libera.
Oltre a quello, c'era il fatto di non aver trovato la giacca di pelle di Niall a peggiorare il mio umore.
 Liam mi aveva promesso che gliela avrebbe riportata lui, ma avevo sperato ardentemente il contrario.
Le porte del piccolo autobus si aprirono, riportandomi alla realtà.
Stava ricominciando a piovere, anche se il cielo era poco più chiaro del giorno precedente.
Seguii la folla e mi persi nei discorsi degli altri.
- Ehi!- Sentii alle mie spalle, ma non gli diedi molta importanza.
La strada verso la scuola era affollata, il grande marciapiede era trafficato.
Qualcuno mi toccò la spalla, facendomi girare di riflesso in quella direzione.
L'imponente figura mi tolse quasi il respiro.
Era una ragazza alta, dai folti e lisci capelli scuri. Quella spaventosa altezza, che poteva mettere in soggezione, veniva dimenticata alla vista del dolce viso nascosto dagli occhiali da vista neri.
La ragazza tremava leggermente dal freddo.
- Ciao.- Mi disse, mostrandomi un timido sorriso.
- Dimmi.- Non sapevo cosa fare e cosa dirle, la timidezza mi paralizzò la mente.
- Piacere, io sono May.- Mi porse la mano destra.
La fissai in silenzio, fino a quando, con un gesto, m’incitò a stringergliela.
- Amelia.- Mi presentai imbarazzata.
- Lo so che ti stai chiedendo perché ti ho fermata.- Le sue piccole dita giocherellavano con una ciocca scura.
La fissai in silenzio.
- Beh, io sono una amica di Niall.- La mia curiosità crebbe a dismisura dopo quella frase.
- Lui non sa che sono venuta a parlarti.- Disse guardandosi intorno, forse per paura che comparisse il ragazzo biondo.
- Volevo solo avvertirti che lui sarà in cortile alla seconda ora, casomai tu gli volessi parlare.-
Riprendemmo a camminare lentamente verso la scuola.
- Lo so che ti potrebbe sembrare strano, ma gli piaci e non è facile conquistare l'attenzione di Niall.- Il suo sguardo era fisso su di me, non lasciava sfuggire nulla, neanche il movimento più insignificante.
- Solamente perché ho fatto una figura di merda con lui?- Dissi scherzando.
Non volevo sembrare nervosa, stranamente volevo piacere a May.
- Lo hai conquistato.-
- Ci penserò.- Dissi sincera.
- Ora devo andare, mi stanno aspettando.- Solo con quella frase mi accorsi di essere arrivata dentro l'edificio poco illuminato dai neon.
Mi salutò con un ampio sorriso, che ricambiai faticosamente e se ne andò verso un ragazzo dai capelli scuri, che la fissava arrivare.
Li guardai andare via, mentre lei lo salutava.
Il suono della campana mi riportò alla realtà, facendomi correre su per le scale, entrando di fretta nella piccola classe affollata.
*************
- Dove stai andando?- Mi chiese Alexandra, quando ero già oltre la soglia della classe.
Il suo corpo alto e sottile era proprio all'entrata dell'aula e ritentò con un tono severo di farmi cambiare idea.
- Jake è da ieri che cerca di chiamarti.- Non mi girai e continuai a camminare lungo lo stretto corridoio. Il mio passo era svelto, non avrei dovuto scappare via in quel modo.
Però oltre ad Alexandra, nessuno se ne sarebbe accorto.
Inciampai un paio di volte sulle scale di marmo, i miei piedi erano scoordinati per la velocità.
Sgattaiolai silenziosamente nell'atrio, in quel momento deserto e uscii dalla piccola porticina, che si affacciava verso il cortile interno.
Il piccolo cortile quadrato era popolato da pochi studenti, seduti sulle panchine grigie sparse nel prato.
Nell'angolo più remoto del giardino, una folta chioma chiara era abbassata sui libri.
Mi avvicinai lentamente, misurando ogni mio minimo movimento, giusto per evitare altre figuracce.
Di fianco a lui c'era la giacca nera, che mi aveva dato la sera precedente.
La sollevai per farmi posto e la appoggiai comodamente sulle gambe.
Niall sobbalzò leggermente a quei movimenti e quando mi riconobbe, un sorriso beffardo comparve sul suo viso pacifico.
- Ehi.- Tolse le cuffie dalle orecchie.
- Ehi.- La mia voce uscì smorzata per colpa del nervosismo.
 Io non dovevo essere lì.
- Grazie per la giacca.- Ruppi il silenzio.
Sembrava divertito al mio disagio.
- Ti ho creato problemi con il gorilla?-
- Il che?- Sapevo benissimo a chi si stava riferendo.
- Il tuo fidanzato, il ricciolino intendo.-
- Non lo so ancora.- Risposi sinceramente.
Spostò il suo corpo nella mia direzione, poggiando il braccio sulla panchina, dietro alla mia schiena.
Mi stavo immaginando la scena dall’esterno.
Io dovevo sembrare rigida, con un’espressione alquanto sforzata, a fianco del ragazzo con il volto angelico, forse un po' troppo espansivo.
Intorno a noi c'era solamente la tranquillità che quell'ora poteva offrirci.
- Vorrei scusarmi per il mio comportamento di ieri.- Lo guardai dritto negli occhi blu dalle venature cristalline.
Quella frase mi aveva incuriosita.
- E come vorresti scusarti?- Mi rilassai leggermente.
- Domani pomeriggio, solo io e te.-
- Non credo che questo aiuterebbe.- L'idea però mi elettrizzava. Provavo per quel ragazzo uno strano interesse, era una sensazione completamente nuova.
- Il gorilla non ti lascia uscire?- Fece una smorfia.
Mi sentii colpita nell'orgoglio, forse era proprio quello che voleva.
- Jake non ha nessuno controllo su di me.- Il mio volto si irrigidì, stava vincendo e lo sapeva bene.
Se avessi rifiutato la sua offerta, gli avrei dato in qualche modo ragione; invece, se avessi accettato, avrei passato un pomeriggio con lui.
- Allora... - Alzò gli occhi al cielo, imitando un’espressione dubbiosa. Sapeva come manipolarmi e si stava divertendo.
Scossi la testa e rinunciai.
- Dove dovremmo andare?-
- Vestiti comoda e copriti bene.- Mi sorrise, alzandosi dalla panchina elettrizzato.
Raccolse i suoi libri e fece per andarsene. Lo guardai attentamente, quasi sbigottita.
All'improvviso, tornò verso di me.
- Mi servirebbe il tuo indirizzo.- Mi porse il suo telefono, sorridendomi.
- Non dovrei... -
- Non dovresti nemmeno essere qui.- Mi incastrò, ancora una volta.
Scossi la testa e raccolsi il cellulare con un gesto goffo. Silenziosamente m’inviai un messaggio, giusto per
avere un leggero vantaggio.
- Almeno dimmi per che orario devo essere pronta.- Mi alzai, avvicinandomi troppo al suo viso.
- Per le tre.- Mi salutò con una leggera carezza tra i miei capelli e se ne andò.
Lo guardai andare via, ammirando il suo corpo atletico.
Quel ragazzo mi avrebbe portato solo guai.

 Saaaalve!
Lo so, lo so, è un capitolo un po' incasinato, ma nei prossimi sarà ancora peggio lol
Il piccolo Niall è troppo dhguiagyi da descrivere #js
Anyway, lasciate una recensione e fatemi sapere c:
@plsdavid 

 
  
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