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Autore: Mini GD    20/03/2013    4 recensioni
Un panorama mozzafiato che prendeva dall'alto tutta la città che brulicava di vita. Tante macchine percorrevano le strade di quella grande metropoli, ricca di negozi grandi e piccoli, colorati e svariati che vendevano articoli l’uno diverso dall'altro. Una città grande, con tanti posti da visitare, ricca di cultura e storia ma anche di nuove generazioni che hanno tutta la vita da percorrere e segreti da svelare.
Come un grande albero che affonda le radici in secoli passati che vede i suoi rami verdi e rigogliosi puntare sempre più in alto fino a sfiorare il sole.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: G-Dragon, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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“Tu hai delle capacità! Hai già memorizzato bene la strada, eccezion fatta per alcune curve” si complimentò Gio’ nei confronti di YoungBae, non appena arrivarono davanti casa; lui parcheggiò e scese per andare a bussare, per avvisare gli altri della situazione.
“Sta male?!” dissero in coro i tre ragazzi che erano rimasti a casa, non appena saputo dal loro amico che JiYong non stava tanto bene
 “Si, ora andiamo ad aiutare Gio’, non può fare tutto da sola” tornò fuori, seguito a ruota dal grande SeungHyun, mentre i due più piccoli afferrarono il telefono, pronti a chiamare il dottore in caso di necessità; si affacciarono alla porta guardando il loro grande hyung prendere, senza troppi problemi, il leggero peso del ragazzo tutto da solo.
Lo portò nella sua stanza e lo lasciò sul comodo e grande letto a una piazza e mezzo, ringraziando il cielo che il leader era un tipo abbastanza ordinato, quello che bastava a non farti controllare sempre dove metti i piedi. Gio’ era sempre a poca distanza da lui, seguita da tutti gli altri che fissavano attenti il ragazzo dall’aspetto palliduccio e anche sudato; Seungri, con una scusa portò via gli altri, lasciandoli soli come da piano originale, anche se JiYong doveva stare bene e loro dovevano solo andarsene, senza più tornare, dalla sala dove di solito guardavano la televisione.  Avevano scelto anche un bel film da prima uscita e già sapevano dove cercare i pop-corn, ma alla fin fine l’importante era che stessero soli, con o senza film.


“Hai la febbre alta” disse guardando il termometro, che continuava a suonare come avviso che aveva finito la misurazione
“E’ solo un forte mal di testa” la sua voce, leggermente sofferente, si espandeva nel silenzio di quella camera, soprattutto dopo che la ragazza mise fine al fastidioso “bip”
“Troppo caldo fa male, come lo stress”  posò l’oggetto elettronico sul mobiletto accanto al letto e andò verso la finestra, spalancandola del tutto; bisognava far entrare un po’ d’aria fresca che serviva ad abbassare la temperatura, in continuo rialzo a causa della febbre estiva.
“Devi stare al fresco, restare al riposo e bere tanta acqua” aggiunse, tenendo il conto con la mano le indicazioni che gli aveva dato. Poi sparì, uscendo dalla porta bianca che richiuse al suo passaggio; raggiunse la cucina e cercò tra le stoviglie una bacinella piccola.
“Ti serve una mano?” Daesung si accorse della grande confusione che la ragazza stava portando tra le varie pentole e piatti dai diversi colori
“No, ho trovato quella che cercavo” alzò il braccio per mostrare la bacinella arancione; si alzò e cominciò a sistemare tutto ciò che aveva preso. Non era mai stato un tipo ordinato, anzi, ma la casa non era la sua e per tanto si sforzò di non lasciare tutto in giro, come invece avrebbe fatto nella sua cucina. Era il disordine in persona a detta di chi la conosceva, un caos in tutti i sensi per i più ordinati e perfezionisti.
Richiuse l’anta del mobile, dalla quale aveva preso la bacinella, e aprì l’acqua del lavello per riempirla di quel liquido freddo. Si perse nel guardarla scendere, limpida, tuffandosi contro quella superfice liscia che la colorava di arancione; continuava a fissarla anche quando stava per uscire dai bordi perché era troppa.
“Ci vuole tutta quest’acqua?” rise Daesung chiudendo la fontana e riportando la ragazza in quella casa, visto che i suoi pensieri si erano persi tra piccole onde, che si formavano dall’incontro tra le gocce d’acqua che ancora cadevano dal rubinetto e quelle che erano contenute nella bacinella
“No, è anche troppa” scosse la testa e, tolta l’eccedenza, la prese con entrambe le mani, puntando verso la stanza dalla quale qualche minuto prima era uscita; un’ultima fermata nel bagno per prendere un panno, colorato di blu, dalla trama delicata, non troppo fitta, per poi entrare nel buio di quella camera, in contrasto con la luce artificiale che c’era nella cucina.
Prese una sedia e si sistemò vicino al letto e al comodino sul quale c’era la bacinella; si ringraziò mentalmente per aver scelto di mettersi qualcosa di sportivo, in una situazione del genere un vestito o una gonna non l’avrebbe sopportati.
Immerse il panno nel liquido che rinfrescò anche le sue mani, dandole qualche brivido dovuto al contatto contrastante con l’afa di quella serata piena di stelle. Lo strizzò, lasciando cadere le ultime gocce di eccedenza , per poi posarlo con delicatezza sulla fronte calda di JiYong, che sembrava già sentirsi meglio, trovando giovamento in quella freddezza che l’aveva investito.
“Il panno è anche abbastanza coordinato con quello che indossi” cercò di rompere il ghiaccio, prima che la situazione diventasse troppo congelata, più dell’acqua che ancora si agitava nella vaschetta dov’era contenuta, scossa ancora dalla precedente intrusione.
“Almeno questo… il tappeto che hanno messo all’entrata è un omicida per gli occhi, non capisco con quale criterio l’hanno messo” tornò a pensare a quella accozzaglia di colori che avevano sistemato davanti la porta, con la convinzione di possedere il nome di tappeto; per lui Gaho era capace di scegliere meglio, anche da bendato e con il raffreddore. Intanto lei rideva mentalmente, cosciente di sapere che la scelta di quella “cosa” era di Seungri, solo per il puro piacere di vederlo irritato dai troppi colori esagerati e tendenti all’evidenziatore.
“Sono sicura che chiunque l’abbia scelto ci avrà visto qualcosa di speciale” cercò di trattenere le risate, dopotutto nessuno avrebbe scelto una cosa del genere, nessuno sano di mente, ovvio.
“Questo solo perché cerchi qualcosa di speciale in tutto, anche nella posa del caffè la mattina” portò una mano sulla fronte, esercitando un po’ di pressione per sentire ancora quella freschezza benefica che stava, pian piano, diventando calore.
“Perché, non è forse vero che anche la posa di caffè serve a qualcosa? E’ un ottimo fertilizzante per piante, me lo diceva sempre mio nonno” anche se sapeva di non poter essere vista in tutto quel buio, assunse un’espressione da finta imbronciata
“Ti pare adesso il momento di parlare di fertilizzante per piante?” puntualizzò lui, girando la pezzuola dall’altro lato
“Se vogliamo puntualizzare è ottimo anche per la febbre, con due fette di limone, tutto avvolto in un grande panno, non troppo doppio… sempre tutto sotto consiglio di mio nonno. Quell’uomo era bravo in troppe cose, oltre che nell’essere un formidabile nonno” annuì verso se stessa ripensando alla persona che aveva segnato la sua infanzia e la sua vita, a cui voleva bene tanto quanto un secondo padre
“Niente più sulla fronte? Che ne dici di metterci anche qualche fragola?” si lasciò sfuggire una risatina, immaginando gli occhi sognanti che in quel momento aveva la ragazza, dovuti ai ricordi con il suo “super nonno”
“Niente di più, niente di meno. Ma guarda che funzionava, almeno con me… sicuramente meglio che con le medicine” prese il panno che ormai, a contatto con la pelle bollente, aveva convertito tutto il freddo in calore
“Se lo dici tu… Perché adesso stai qui a fare l’infermiera?” divenne serio, cercando di mettere a fuoco e vederci qualcosa in quel buio che soffocava anche la poca luce che entrava dalla finestra
“Perché è più forte di me, sono sempre stata un’infermierina da piccolissima e continuerò a farlo finché non servirà a me” rise, posando sulla sua fronte di nuovo il panno che adesso aveva di nuovo una temperatura fredda.
“Adesso vado a dire ai ragazzi che stai già un po’ meglio” aggiunse sorridendo; fece come per muoversi e alzarsi, ma una mano la trattenne, premendo quella di Gio’ sul panno che adesso perdeva qualche goccia d’acqua, forse non era stato strizzato molto bene.
“Resta ancora qui” le disse, stringendo di più quella mano, che era in pieno contatto con il freddo e il caldo di quella di lui

“Resta ancora qui, con me”




-In primis, mi scuso per il ritardo, la febbre mi ha letteralmente steso ç_ç <\3
Ringrazio tutti quelli che di buona volontà sono arrivati fino a qui e a 
 sonnensystem  e LeLe_Sun -Lele, grazie ancora per la tua mega recensione-
Un bacione a tutti <3
  
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