Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: tempebrennan    20/03/2013    7 recensioni
FutureFic!
A ventisette anni, i ragazzi del Glee vivono tutti insieme a New York. Una mattina Sam fa una sconvolgente scoperta in cucina e Santana comincia ad indagare fra i suoi ex compagni di liceo..
Genere: Comico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Quinn Fabray, Rachel Berry, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana, Finn/Rachel, Puck/Quinn
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Santana non si ricorda molto di quei nove mesi, sa solo che ogni giorno ha fatto le corse per tornare in tempo a casa, ha scavalcato i cancelli della metro e dato gomitate per uscire prima dalle porte.
Non hai mai dato a vedere la sua preoccupazione ma spesso la notte si è alzata per andare a piangere silenziosamente in bagno, finchè Brittany non se n’è accorta ed è entrata, una notte durante il quarto mese, nella doccia: ha messo un braccio attorno alle spalle della latina, che si è lasciata andare sulla sua spalla.
“Ho paura Britt” ha confessato.
È vero, Santana ha ancora paura perché sa perfettamente, più da quasi madre che da medico, che niente è mai sicuro finchè non faranno la prima ecografia.
“Andrà tutto bene amore, non ti preoccupare” la culla Britt senza mai smettere di carezzarle i capelli.
 
 
Santana ormai non piange da tanto ma quando Quinn poggia la sonda sul ventre rotondo di Brittany e sul display compare una nocciolina con le sembianze di un bambino, la latina sente davvero qualcosa premere dietro gli occhi lucidi. E quando l’unico rumore che riempie il silenzio è il furioso battito del cuore del bambino, Santana non si trattiene: Britt le stringe la mano e raccoglie le lacrime con un dito, per poi poggiare la guancia sulla sua e liberare una lacrima anche lei.
Quinn le guarda e sì, non si trattiene nemmeno lei: perché sa cosa hanno passato, sa cosa sta frullando nella testa di Santana e di Brittany, sa che questa è la prova del loro amore.
Allora le lascia sole, perché hanno tante cose da dirsi.
E infatti l’unica cosa, strozzata, che esce dalle labbra di Santana è:” Come la chiamiamo?”.
Brittany sorride, perché c’è un’unica risposta.
“Gloria”.
 
 
Brittany non balla più, fa ginnastica: ha paura per la bimba, e non vuole che Santana si precipiti da lei preoccupata e sbraitando che è un’irresponsabile e che sono in due adesso.
Brittany passa tutti i suoi pomeriggi nel ‘Britt space’, davanti agli specchi, immaginandosi con la pancia più cresciuta e, un giorno, con Santana e la bambina al parco oppure il primo giorno di scuola.
Si è innamorata di quella visione e spera sempre che il tempo trascorra più in fretta, per questo guarda sempre l’orologio sperando che le lancette corrano.
Non vede l’ora che Santana torni a casa per raccontarle la sua giornata e per ascoltare quella della latina, che si ostina a non dirle i casi più brutti che le capitano, in quell’istinto di protezione che non l’ha mai abbandonata.
Santana continua a lavorare la notte, nonostante Mike le continui a ripetere di stare a casa; visita le persone e scappa appena può, perché la paura che possa succedere qualcosa alle donne della sua vita si impadronisce di lei se si ferma a pensare.
Perché ciò che è successo a lei si ripresenta spesso, soprattutto sotto forma di sogno, con Britt protagonista e allora non si controlla, trema come una foglia e ha voglia di piangere.
Ma quando torna a casa e sale le scale di corsa per trovare Britt ancora a letto addormentata con i capelli sul cuscino, si tranquillizza e torna a respirare.
 
 
 
Brittany e Santana si sposano un giorno di fine giugno, il trenta.
È una giornata meravigliosa, il sole bacia New York e un venticello fresco allevia per un poco la sensazione di afa di quei giorni.
Santana non vede Brittany dalla sera prima e sta impazzendo, facendo sorridere Quinn che, da brava migliore amica, le diagnostica il suo problema:” Hai la Brittanyite San”. La latina prima nega poi si lascia cadere su una sedia biascicando un:” Voglio Britt ADESSO!”.
Kurt si occupa dei loro vestiti: azzurro cielo per Brittany, proprio come i suoi occhi, e rosso per Santana, perché non è Santana senza rosso.
E sono proprio gli occhi della bionda che la latina nota quando la quasi moglie entra in chiesa al braccio di un commosso Kurt il quale non resiste, passando accanto a Sam, a sistemargli il nodo della cravatta. Santana alza gli occhi al cielo.
Ci sono proprio tutti gli ex membri del Glee, anche la Sylvester con Becky e la figlia, Will Schue e la Pillsbury, la coach Beiste con David Martinez, beata lei.
Brittany ha gli occhi blu certo, ma oggi sono più azzurri, come un lago di montagna: è emozionata Britt e quasi inciampa nel gradino, prontamente afferrata da Santana.
Quinn, testimone della latina, e Puck, testimone della bionda, si guardano e si scambiano un occhiolino, vedendo la faccia di Santana quando l’ispanica nota il micio in braccio a Blaine; altra scena memorabile è l’espressione della solita Santana vedendo Rachel avanzare con le fedi.
“Non farle cadere!” sibila la latina prontamente zittita da una gomitata di Quinn.
Quando il prete dice che ora ‘può baciare la sposa’, Britt si ritrova improvvisamente in un dolce casquet, sorretta dalle forti braccia della moglie, che le preme le labbra carnose sulle sue.
Il pranzo è caotico ma divertente, la latina non stacca gli occhi dalla moglie e la mano dalla sua pancia: sta crescendo finalmente.
Il primo ballo da sposate dura un’eternità, che è anche troppo poco per Santana.
L’alcol afferra Rachel e la trascina in bagno con Quinn per una mezz’oretta buona, ma Puck e Finn non l’hanno mai saputo, e poi con lo stesso Finn ma escono dieci minuti dopo perché Rach ride troppo.
La prima notte di nozze Brittany la ricorda come la più bella, la più intensa e la più vera notte della sua vita.
 
 
Santana perde anni di vita durante il quinto mese, una mattina presto di metà luglio. Hanno messo la sveglia prima del previsto, per un po’ di coccole: ma quando la latina solleva il lenzuolo per salutare la bambina e vede sangue sotto Brittany urla spaventata. Non riesce a trattenersi e la paura si impadronisce di loro, bloccando ogni singolo muscolo.
“QUINN!” è l’unica cosa che Brittany riesce a gridare prima di scoppiare a piangere. E la bionda, Puck e tutto il resto della banda si precipita in camera loro.
Perché nessuno le ha lasciate sole, tutti quanti aspettano Gloria quanto Santana e Brittany ed hanno , sempre fatto in modo che la bionda avesse sempre compagnia.
Nessuno  cosa fare, tranne Quinn che urla a Puck di andare a prendere la macchina mentre lei prende un asciugamano e tampona la perdita che sembra non volersi arrestare, sotto gli sguardi impietrito di Santana e impaurito di Brittany.
Santana ha paura perché sa cosa Brittany sta passando e darebbe qualsiasi cosa per essere al suo posto: perché sa quanto fa male e quanto ci si senta impotenti. Santana non sa cosa fare, Brittany sembra su un altro pianeta.
E in macchina, sui sedili posteriori, Santana non sa fare altro che stringersela a se e mormorarle che andrà tutto bene, anche se non è del tutto convinta.
Brittany scompare dietro le porte della saletta di emergenza con Quinn e Santana non può entrare, sente solo la sua donna piangere e la bionda che ruggisce ordini.
Non sa quanto tempo passa Santana, si ricorda solo di aver abbracciato Rachel per tutto il tempo piangendo finchè, sfinita, non si addormenta; Quinn la sveglia due ore dopo.
“Entra San” le dice soltanto.
La latina entra in punta di piedi: Brittany è sul lettino e guarda verso la finestra.
Si volta con occhi colmi di lacrime e non appena i loro sguardi si incrociano, una lacrima solca il suo viso.
Santana si sente svuotata.
Non a lei, accidenti. L’ha detto tante volte, se ti succede qualcosa Britt non me lo perdonerò mai, e infatti stringe i pugni nelle tasche.
“Va tutto bene San, la bambina sta bene” la rassicura Brittany spalancando le braccia; la latina vi si tuffa e nasconde il viso fra i suoi capelli.
Piange forte e si scusa ripetutamente, non sa nemmeno quante volte, mentre la ballerina le dice di stare calma, che non è colpa sua.
Ci vuole tanto prima che Santana si tranquillizzi e bacia Brittany in un bacio prima lento e casto, poi via via veloce e approfondito, i gemiti gemelli si liberano nell’aria senza timore.
Quinn decide saggiamente di tirare le tendine ai lati del letto.
Devono stare sole.
                
 
L’ultima volta che Brittany e Santana fanno l’amore è il pomeriggio del compleanno della bionda, il quattordici settembre.
Santana l’ha trovata in camera e le ha afferrato i fianchi sensuale, premendola dolcemente contro il cassettone mentre Britt geme delicatamente e intreccia le dita con quelle della latina; la bionda si gira nell’abbraccio e la bacia chiedendo il permesso con la lingua di entrare nella bocca di Santana, che dischiude le labbra ed inizia una danza ritmata. La spinge dolcemente sul letto e ve la sdraia sopra, poi con le dita traccia linee invisibili sul pancione facendo sorridere le bionda. Brittany le prende il viso fra le mani e preme le labbra sulle sue, bisognosa di non staccarsi dalla moglie; la latina le fa scivolare i pantaloni e slip lungo le gambe e preme le dita sul suo centro.
“San..” mormora Brittany.
La bionda allarga le gambe e Santana non esita oltre, intrufolandosi dentro di lei con due dita: mantiene la dovuta dolcezza, non deve e non vuole farle del male.
Le due dita danzano dentro la bionda al ritmo del suo bacino mentre le lascia baci lungo la clavicola e sulle labbra, anche se sente l’eccitazione accumularsi nel basso ventre.
Britt è vicina al picco, le sue pareti interne si stringono attorno le dita di Santana: un gemito, il nome di Santana, si libera alto ed incontrollato dalle sua labbra e la latina sente un liquido caldo e familiare avvolgerle le mani e scivolare lungo il polso.
Esce da lei e le intreccia le dita con le sue mentre appoggia l’orecchio sul suo cuore, ascoltandone i battiti furiosi calmarsi e il respiro farsi più regolare.
“Ti amo Brittany, ti amo da morire” sussurra la latina.
“Sei la miglior cosa che sia mai stata mia”.
 
 
 
 
Una notte di inizio dicembre Santana era a lavoro, stranamente rilassata per essere una che era fuori di casa dalle sette della mattina; col camice tristemente abbandonato al suo destino sull’attaccapanni, la latina era nell’impeccabile divisa bianca a maniche corte, i capelli sciolti lungo le spalle e gli occhiali neri da vista che Brittany trovava davvero sensuali.
Era splendida anche a mezzanotte e mezzo.
Essendo fondamentalmente lei il capo del pronto soccorso quella, per adesso, tranquilla notta, teneva i piedi stesi sul bancone ed era praticamente distesa sulla sedia girevole; l’espressione era concentratissima come se stesse facendo un’operazione a cuore aperto.
Le parole crociate erano appoggiate sulle gambe.
“Otto verticale, Carlos famoso cantante messicano. Sette lettere” bofonchiò.
Corrucciò il viso pensando e giocando con la matita fra le labbra.
“SANTANA!”.
L’urlo di Quinn la spaventò e la latina cadde rovinosamente dalla sedia trascinando con se la rivista.
“Grazie bionda!” esclamò contenta ancora stesa per terra scrivendo a lettere chiare il nome.
“No idiota” la rimbeccò Quinn “a Brittany sono rotte le acque”.
A Santana, invece, ci volle qualche minuto per capire ed assimilare l’informazione per poi dire solo:” Oh”.
“Hai capito cosa ho detto? Tua figlia sta nascendo!” ringhiò ancora Quinn.
“San..”.
Un sussurro.
Bastò quello perché Santana scattasse in piedi e si materializzasse fulminea accanto a Brittany, piegata su se stessa per il dolore.
“Amore mio” soffiò lei “Perché non mi hai chiamato?”.
Sul volto di Britt si dipinse un sorriso sofferente. “Volevo che fosse una sorpresa”.
Santana la baciò sulle labbra.
“Andiamo piccola” sorrise “C’è una bimba, che poi è mia figlia, da far nascere”. E, fatta sedere la moglie su una sedia a rotelle, imboccò il corridoio verso una delle salette d’emergenza fischiettando.
“Quinn quanto accidenti ci metti a indossare una divisa?” aggiunse la latina con un urlo.
 
 
 
Britt venne fatta sdraiare sul lettino ed un’infermiera le passò una pezza bagnata sulla fronte: nonostante fosse dicembre, la bionda sudava e tremava come una foglia.
“San.. San io ho paura” confessò a voce bassa.
Santana deglutì. “Uscite un momento vi prego”.
Rimaste sole, la latina si sfilò le ciabatte e sotto lo sguardo perplesso della ballerina, salì sul lettino sistemandosi in mezzo alle gambe della sua moglie. Le prese le mani, lasciò un bacio su ciascun palmo, poi incatenò il suo sguardo in quello lucido di Brittany: era impaurito come mai l’aveva vista in quei nove mesi e si sentì improvvisamente meglio.
“Io sono qui Britt, non ti lascio. Devi essere forte adesso perché ormai siamo in ballo e dobbiamo ballare” si congratulò con se stessa per l’uso della metafora sul ballo “Tu sei la persona più forte che conosca, solo tu puoi fare una cosa del genere. Io non ti lascerò un istante”.
“Davvero San? Perché io ho paura, una paura matta. E se qualcosa va storto?”.
“Non andrà niente storto, te lo prometto” la rassicurò Santana.
Rafforzò la stretta e con la mano libera toccò il ventre della moglie.
Brittany allungò la mano a stringere dolcemente un seno di Santana, sentendo la calma invaderla immediatamente.
“Ti amo San. Dimmi che non te ne andrai mai”.
La latina chiuse gli occhi. “Ti amo anch’io Britt. E non me ne andrò mai”.
 
 
“Rachel dico, ma come ti sei vestita?”.
Alle quattro e mezzo di notte, dopo venti ore di travaglio, Brittany stava urlando come una matta che voleva l’epidurale e Santana era accanto a lei, intenta a non commentare l’abbigliamento di Rachel.
Che indossava le converse blu, per altro della latina, sul pigiama rosa.
“Beh scusa se Brittany era così impaurita che non si calmava se non veniva subito da te” la ribeccò “Ho messo le prime cose che ho trovato”.
“Ed cosa ci facevi in camera mia, visto che quelle sono le mie conv-“. Santana realizzò e fulminò Rachel con un’occhiataccia.
“Berry! Non stavi per caso facendo qualcosa con Finn sul mio letto?”.
“Ma cosa stai blaterando? Ero in ciabatte e ho messo le prime scarpe che ho trovato” protestò Rach.
Lo sguardo furioso di Quinn le fece tacere entrambe.
“Amore come stai?” tentò Santana.
Non evitò il ceffone che Brittany, infuriata, le tirò.
 
 
“Mi fa male!”.
“Dai amore spingi, un’altra spinta e ci siamo!”.
“Facile per te, sei laggiù a guardarmi fra le gambe!” ringhiò Brittany.
Era più di un’ora che, finalmente, aveva raggiunto i fatidici dieci centimetri e Santana stava facendo nascere la loro figlioletta con l’aiuto di Quinn. Non le avevano fatto l’epidurale e la bionda si ripromise di dire un paio di paroline alla moglie e alla testimone di nozze della suddetta.
“Oh andiamo amore, non è niente che non abbia già visto”. Santana spuntò allegra dalle gambe aperte di Brittany e le scoccò un’occhiata felice ma la ballerina non era dello stesso avviso e la fulminò.
Poi la voce di Britt si fece piccola piccola. “San.. San come sto andando?”.
Santana spuntò ancora dalle sue gambe, stavolta con un sorriso materno.
“Stai andando benissimo amore mio” la rassicurò.
Quinn la sostituì quando la schiena della latina dette segni di cedimento, e fu proprio la bionda a far uscire la testa.
Santana, come promesso, non se ne era mai andata.
“Sta arrivando un’altra spinta e..” l’informò la moglie diversi minuti dopo, quando ormai Santana era tornata operativa e Quinn era pronta con un asciugamano caldo.
“Lo so Santana, LO SO”.
Rachel strinse forte la mano di Brittany, che la utilizzò come leva per tirarsi su e dare le ultime spinte.
Un urlo nuovo spezzò il silenzio e la bionda si lasciò andare sul lettino sfinita.
Un esserino apparve fra le braccia di Santana che la sollevò appena con un sorriso per mostrargliela, poi Quinn la posò dolcemente negli asciugamani.
La latina non perse tempo e la portò lei stessa al lavandino apposito per lavarla per bene e liberarle il nasino affinchè respirasse meglio. L’avvolse nella copertina gialla di Rachel e cullandola la portò da Brittany.
La bionda la prese subito in braccio e la guardò sfregando il naso contro il collo della figlia appena nata: la sua pelle era color biscotto e i capelli erano neri come quelli di Santana, ma aveva due splendidi occhi azzurri, anzi blu intenso. Come quelli di Brittany.
Quelli di cui si era innamorata.
Santana sentì una lacrima scivolarle sulla guancia, poi si chinò e baciò a lungo la moglie.
“Grazie Brittany” disse la latina appoggiando l’orecchio sul cuore della ballerina.
Il vagito di sua figlia è ancora il secondo suono preferito di Santana, che continua a considerare il battito del cuore di Brittany la cosa più bella che abbia mai ascoltato.


--------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Piccola premessa: l'uso del presente e del passato è voluto, ho cercato di entrare di più nella storia col presente e raccontare la nascita della figlia di San e Britt come sempre!
Beh, che dire? Siamo arrivati alla fine! Spero vi sia piaciuta e che abbiate apprezzato il mio tentativo di confondervi le acque: è stato molto divertente scrivere e vedere che vi scervellavate ogni volta dicendo un nome diverso. 
Grazie a tutti, davvero: è stata la mia prima 'long' ed era partito un po' come un esperimento! 
Grazie a chi ha letto, preferito, seguito, ricordato e recensito, dandomi l'impulso per scrivere ed aggiornare più in fretta che potevo.. siete grandi!
Come ho già detto, ho ancora qualche idea Brittana/Faberry/Heya, ditemi pure se vi piacerebbe che scrivessi altro :D 
Scusate gli errori ma è tardi e sono in piedi da un bel po' xD
Hasta luego :D
  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: tempebrennan