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Autore: NightOfTheHunter    21/03/2013    2 recensioni
Kate è una ragazza giovane e apparentemente normale che ha sulle sue spalle un peso enorme che tiene nascosto da mesi. Questo segreto la schiaccia sempre più e la porta dove una ragazza della sua età non dovrebbe mai arrivare. Con l'aiuto di un batterista, forse, riuscirà a guardare la vita con gli occhi di una sognatrice. In lui trova tutto l'amore e la forza che ha sempre desiderato.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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Non vedo niente, sono completamente al buio. Cerco di muovermi ma ogni muscolo del mio corpo è dolorante. La testa mi fa male, le tempie sono pesanti e gli occhi bruciano. Non ho la forza di aprire gli occhi ma sento delle voci. Sono sul letto, almeno credo, e ho freddo. Le punte delle mani e dei piedi sono congelate. Vorrei che qualcuno mi coprisse.
«...il fatto che sia svenuta è dovuto all'influenza...come ha detto suo fratello, la signorina, sta mangiando poco...dovete provare a darle qualcosa di più sostanzioso e sopratutto riuscire a somministarle dei farmaci sintomatici» sento una voce bassa e lontana. Non la conosco. Continuo ad ascoltare ma non mi sembra familiare. Èun uomo, forse un dottore da come parla.
«Quindi non dipende dal fatto che sia incinta?» Questa è la voce calda, bassa e sabbiata di Shan. È lui, non ho dubbi.
«No no èpresto per le prime nausee» sono solo in due a parlare nella stanza: Shannon e quell'uomo.
«Potrebbe non essere incinta?» rimango ad ascoltare con gli occhi chiusi senza muovermi. Non riesco a capire chi sia l’altro uomo.
«Se la signorina ha detto cosi forse ha avuto un ritardo e ha fatto un test come ha detto vostro fratello»  'Jared? Cosa c’entra?'
«Si si...ma potrebbe sbagliarsi, no?»
«Signor Leto, la vedo leggermente agitato...ha paura che sia incita la sua fidanzata?»
«Paura? No no! Voglio essere sicuro...sono più che felice. Non vorrei festeggiare e poi bhe ecco...si vorrei tanto che fosse incinta perché voglio diventare papà. Le chiedevo perché voglio una conferma...non per paura che lo sia...» 'Oh Shan! Ti amo!' É più che felice che io sia incinta. Non ci posso credere, forse sto sognando. È tutto nero, ho dolori ovunque, forse sto immaginando tutto. Se non fosse un sogno sarebbe la cosa piùbella che io abbia mai sentito.
«Capisco. Ma dovrebbe mangiare un po' di più perché mi sembra sotto peso...»
«È l'influenza...»
«Non saprei signor Leto. È per caso anoressica? Ho notato che le clavicole...» l’uomo abbassa la voce che diventa subito preoccupata.
«No!» Shannon alza la voce e quasi mi sembra di vederlo. Immagino che l’abbia detto a denti stretti, le mani chiuse in due pugni e gli occhi ridotti a due fessure.
«Va bene...la faccia mangiare un po' di più...sopratutto per il bambino» Shannon conserva il nostro segreto ancora. Non sono più quello, ormai è passato, però ho riperso peso a causa dell’influenza. Mi piace sentire Shan che mi difende. Difende noi e quello che siamo. E’ geloso .  Vorrei tanto alzarmi, abbracciarlo e baciarlo. Chiedergli scusa per il mio comportamento cosi infantile. A volte tendo a scappare dai problemi e mi rifugio dove capita: è sbagliato.
«Va bene...l’accompagno. Grazie mille Dottor Stone» 'bingo! Un dottore!' Ho tanto sonno e freddo. Mi ranicchio su un lato e mi riaddormento.
 
Sento la mano destra calda mentre la sinistra é fredda, quasi congelata. Apro lentamente gli occhi e noto subito che dalla finestra non entra luce: è sera. Sbatto le palpebre velocemente e la vista, prima appannata, diventa chiara. Volto la testa a destra e abbasso lo sguardo. La mia mano è calda perchè qualcuno la tiene nella sua. Alzo lo sguardo e noto che Shannon é seduto accanto a me su una sedia, mi tiene la mano e fissa la mia pancia quasi incantato come se fosse assente.
«Ciao...» Sussurro e lo guardo. Alza lentamente la testa e mi guarda sorridendo dolcemente.
«Ciao...come stai?» Mi posa la mano sulla guancia e me l'accarezza con il pollice. Io sorrido e continuo a guardarlo perdendomi in quelle foreste luminose che ha al posto degli occhi.
«Insomma...ho freddo, Shan» strofino i piedi fra loro e mi volto su un fianco rimanendo con la mano sulla sua.
«Non posso coprirti» storce la bocca in una smorfia dispiaciuta abbassando la fronte. «Hai la febbre...» Sospiro e mi ranicchio su me stessa stringendogli la mano. Mi piace che lui sia qui e che si preoccupi di me.
«Dammi calore con il tuo corpo...entra nel letto, no?» Lo guardo e so che involontariamente il mio viso e i miei occhi lo stanno pregando. Lui si irrigidisce, lo capisco dalla presa che aumenta sulla mia mano, e della sua bocca che si schiude. Sembra scioccato, quasi sconvolto, dalla mia proposta. 'Era cosi avventata? Che ho detto?' «Va bene, fa niente...tranquillo. Ho la febbre...si alzerebbe e...» Non mi da il tempo di finire la frase. Mi lascia la mano e si piega per slacciarsi gli scarponcini. Lo guardo strano mentre se gli sfila. Mi sposto appiccicando la schiena al muro per fargli posto e lui si sdraia nel letto.
«È da tanto che non mi dimostri qualcosa...» Ha pienamente ragione ed istintivamente abbasso la testa. «Ti dico che ti amo e non mi rispondi...ti bacio ma non ti vedo convinta...» Gli passo una mano fra i capelli e lo guardo. Non mi piace vederlo soffrire sopratutto se la causa sono io. «Non mi hai ancora perdonato?» La mia mano scende e gli accarezzo il viso. Ha un po' di barba che non mi dispiace affatto anzi, gli da un'aria più sexy.
«No no, ti ho perdonato...é che sei nervoso ultimamente e sempre arrabbiato» posa la sua mano sul mio fianco e già non sento più freddo.
«Nervoso e arrabbiato perché non sei con me...mi eviti» i miei occhi diventano lucidi. Mi sembra come se avesse perso un pezzo di se stesso e quel pezzo sono io. Perché non me ne rendo conto? Stare lontani non fa bene ne a me ne a lui. Non possiamo stare lontani perché soffriamo. Ci facciamo solo del male quando possiamo stare insieme ed essere veramente felici. Allora mi chiedo: perché l'uomo tende a cercare la felicità ma è bravo a negarsela per orgoglio? é una cosa quasi normale stare lontani da una persona anche se questa è la nostra vita e la nostra unica fonte di felicità.
«Avevo bisogno di riflettere...ma mi sei mancato veramente tanto...» Poso la mano sulla mia pancia e me l'accarezzo mentre lo guardo e i suoi occhi diventano lucidi.
«Jared mi ha raccontato tutto...è crollato e ha sputato tutto il rospo mentre il medico ti visitava...» Mi gratto la fronte e lo guardo arricciandola.
«Dov'è Jared? Un medico?» Scuote la testa e mi sorride accarezzandomi il viso. A volte mi tratta come una bambina. Ora sono una madre.
«Sei svenuta perché non stai mangiando per via dell'influenza...Jared è uscito a fare delle commissioni ed è andato da mamma» sgrano gli occhi. 'Il medico! Si!' Ora ricordo tutto. Per un attimo la mia mente si era formattata dell'ultima giornata.
«Non deve dirlo a tua mamma sennò lo sa la mia pure!» Alzo il busto e mi passo le mani fra i capelli. Odio i passaparola e non voglio che i miei lo vengano a scoprire cosi, devo essere io a dirglielo, non loro.
«Ssh ssh no, non dirà nulla...chi altro lo sa?» Mi fa sdraiare di nuovo e mi stringe a se fra le sue braccia.
«Tu, Jay, Matt e Vicki...» Alla fine ho chiamato Vicki la sera stessa, non le ho detto che avevo paura poichè urlava al telefono per la felicità.
«L'ultimo che l'ha saputo sono stato io...» Sorride e mi mostra i denti bianchissimi che rendono spettacolare quel volto insieme ai suoi occhi.
«Emh non sapevo come dirtelo...non so se ti avrebbe fatto piacere o no...veramente non lo so ancora» lo guardo e spero tanto in una bella risposta. Ricordo vagamente di aver sentito che gli facesse piacere ma non so se stavo sognando o se l'ha detto veramente.
«È il regalo più bello che potessi farmi. Sono al settimo cielo. Sai quando senti che ti manca qualcosa? Tipo un puzzle e il famoso pezzettino che non trovi? Bhe mi sentivo cosi...ora vedo il puzzle tutto completo...e credimi è bellissimo! Forse non si capisce che sono felice perchè mi preoccupa questa dannata influenza e il fatto che non stai mangiando» poso la testa sul suo petto e lo stringo forte a me nascondendo la testa per non mostrare la mia emozione. Gli occhi mi sono diventati subito lucidi. Questo è il mio Shannon, lui è cosi, dolce e buono.
«Shan, giuro sto mangiando...non è colpa mia...puoi chiedere a Jared che ormai taglia frutta ad occhi chiusi...» Singhiozzo e tiro su con il naso mentre lo guardo. Lui mi sorride dolcemente e mi passa una mano fra i capelli.
«Ssh lo so. Ti amo...» Avvicina il viso e posa le sue labbra sulle mie. Infilo una mano fra i suoi capelli e rispondo al bacio. Lo tiro a me costringendolo a premere le sue labbra contro le mie. La sua mano sul mio fianco mi tira a se facendo unire il suo bacino al mio.
«Ti amo anch'io...ehi, tu hai sentito?» Alzo la maglia scoprendomi la pancia e sorrido facendo uscire una vocina fastidiosamente stridula.
«Ci parli?» Shannon ridacchia e posa la sua mano sulla mia pancia nuda.
«Bhe si...è piccolo, ma Hunter ascolta» lo guardo e gli stampo un altro bacio sulle labbra.
«Hunter?» Storce la bocca in una smorfia. Sembra che non apprezzi il nome. Io scoppio a ridere e scuoto la testa.
«Jared lo chiama cosi per non dire coso o bimbo...o sai, per non chiamarlo Junior come tutti...lo chiama Hunter» Shannon sgrana gli occhi e muove lentamente la mano sulla pancia.
«Non é definitivo, vero?» Mi guarda preoccupato. Vorrei tanto prenderlo in giro ma non mi sembra il caso. Sono felice che sia contento. La mia felicità ormai dipende dalla sua.
«No no! Jared lo chiama cosi e anch'io...al nome ci sto pensando anche se è presto...sai, mi piacerebbe Joseph...ma voglio anche un secondo nome» si alza con il busto e si piega sulla mia pancia per baciarla. Alza lo sguardo e mi guarda.
«Cerca nomi femminili...sento che é una bellissima bambina» mi ribacia la pancia ed io sorrido come un'ebete felice. Un'ebete che non potrebbe desiderare altro, ha tutto quello che ha sempre sognato. Un'ebete che si fa mille problemi e previsioni sbagliate e che puntualmente il suo uomo cancella. Un'ebete che si chiede sempre se sia un sogno. Non é un sogno, é la realtà. Sono la ragazza del mio idolo e dentro di me cresce suo figlio.
«Come nomi femminili non ho dubbi...» Mi guarda e arriccia la fronte. Sembra non capire. «Christine...avrei chiamato mia figlia cosi...l'ho deciso da quando mi sono innamorata di te e della tua batteria» gli accarezzo la testa e lui rimane con il viso sulla mia pancia.
«Ma non sapevi che sarei stato io il padre...» Alza il sopracciglio e mi sorride alzando un angolo della bocca.
«Bhe ovvio, era impossibile» chi l'avrebbe mai detto? Posso benissimo scrivere un libro su questa storia. Alcuni non mi crederebbero altri direbbero "che culo!".
«Nulla é impossibile...basta crederci senza accanirsi» si sdraia accanto a me e posa la testa sul mio seno abbassando la maglia per coprirmi.
«Lo so...sai, ora dobbiamo aggiungere un nuovo nome ai tanti che ti do...» Infilo una mano fra i suoi capelli e inizio a giocarci. È una cosa che rilassa sia lui che me.
«Cioè?» Sussurra e sento il suo fiato caldo sul mio petto mentre la sua mano mi accarezza la pancia.
«Shan, idolo, batterista, amore...e...papà» non riesco a vedere il suo viso ma sono sicura che sta sorridendo.
«Papà...» Ripete sussurrano ed io annuisco accarezzandogli il braccio. È una cosa che voleva cosi fortemente ed io gli sto facendo questo regalo. Certo, avere un bambino a 22 anni mi sembrava presto ma ora non m'importa. Mi ama, lo amo ed é cosi presente e premuroso che non ho paura di nulla. Gli alzo il viso lentamente e lo bacio. Lo tiro a me per la maglia facendolo finire disteso sul mio corpo. Sento che alza un po' la pancia dalla mia forse per non schiacciarmi.
«Puoi stare...non succede nulla...» Accarezzo la sua schiena e il suo sedere e lui si sdraia su di me. Shannon è stato tante volte su di me ma non l'ho mai sentito pesante, non so perché, sembra come se fosse leggerissimo. È un uomo muscoloso da 85kg ma quando é su di me sembra non pesare. Il suo corpo è sempre caldo, profumato ed incredibilemente morbido, tutto il contrario delle sue mani che sono sempre ruvide.
Lo bacio accarezzandogli la nuca fino a far scendere la mano sulla sua schiena. La sua bocca si sposta sul mio collo, lo bacia e lo lecca abilmente come solo lui sa fare. Afferro i lembi della sua canotta e la sfilo lentamente. Alza il viso e mi guarda negli occhi, tenta di parlarmi ma poso l'indice e il medio sulle sue labbra.
«Ti voglio...» Sussurro e lo guardo. Mi bacia i polpastrelli delle dita ed io sorrido. Piega la testa a sinistra e riprende a baciarmi il collo. Le mie mani vagano sulla sua schiena, sui fianchi e sulla pancia. Mordicchia il mio collo e tira un po' la pelle senza farmi male. Gemo e sento il suo bacino premere contro il mio: è pronto per me. Si sposta aprendo le gambe e posiziona le ginocchia sul materasso, all'altezza dei miei fianchi, mettendosi a cavalcioni. Alzo il busto e mi sfilo velocemente la maglia gettandola sul pavimento sulla sua che avevo gettato prima. Mi sdraio e lui si piega su di me. Bacia le mie clavicole e lentamente scende in mezzo al seno. Allunga le mani dietro la mia schiena e arriva al gancetto del reggiseno, lo slaccia e mi libera dall'indumento. La sua bocca ritorna sulla mia. Mi bacia e le nostre lingue iniziano a giocare mentre le sue mani mi accarezzano il seno e le dita tormentano i capezzoli.
«Non ce la faccio più» prendo il suo viso fra le mie mani e lo guardo negli occhi. Si sdraia su di me e alza un po' il bacino. Scendo con le mani e arrivo al bottone dei suoi jeans, lo sfilo dall'asola e abbasso la zip. Mi sorride maliziosamente e senza alzarsi si sfila via i jeans. La sua testa si piega sul mio seno. Lo lecca lentamente nel centro e poi si sposta sui lati per tormentarmi i capezzoli con la lingua e le labbra. Le sue mani, nel frattempo, mi sfilano il pantalone della tuta senza che io me ne accorgo. Chiudo gli occhi e mi lascio andare. Mi faccio fare tutto quello che lui vuole. Il mio cuore accelera, la mia pelle brucia a contatto con le sue labbra e la mia bocca si schiude. Sento ansimare: sono io. È una cosa involontaria. Allungo le mani e le infilo fra i suoi capelli mentre la sua bocca è ancora sul mio seno. Lentamente scende sulla sua mia pancia: la bacia e lecca lentamente l'ombelico.
«Ciao, piccolo...o piccola. Metti le ditina nelle orecchie e non ascoltare. Mamy e papy giocano, ma nulla di che» scoppio a ridere e lo guardo con gli occhi lucidi mentre afferra i lembi delle mie mutandine.
«Non ti sente e non ha le ditina...é piccino cosi...» Gesticolo con le dita e afferra il mio indice fra i suoi denti senza farmi male. Sfila via prima le mie mutandine e poi velocemente anche i suoi boxer. Si sdraia su di me e le nostre labbra si incontrano di nuovo. Afferro la sua erezione nella mia mano sinistra mente la destra vaga sulla sua schiena accarezzandogliela. Si regge sul gomito sinistro per non schiacciarmi e con la mano destra scende lentamente creando un meraviglioso percorso: collo, seno, pancia, fianco e coscia. Risale lentamente con la mano graffiandomi leggermente la pelle con i calli delle mani. Arriva fino al mio sesso per accarezzarlo. Le sue dita esperte esplorano delicatamente le mie parti intime. Mi accarezza le grandi labbra per poi stuzzicarmi il clitoride, prima lentamente, aumentando gradualmente il ritmo. La mia mano continua il movimento sul suo membro seguendo involontariamente il suo ritmo. Sento le sue dita scendere all'entra della mia vagina. Lentamente entra ed io inarco la schiena lanciando un piccolo gemito. Inizia a muoversi lentamente dentro di me con le dita. Sento il cuore accelerare velocemente e quasi lo sento in gola. Rovescio la testa indietro e chiudo gli occhi. Il mio bacino va incontro alla sua mano ondeggiando lentamente. Il suo pollice mi accarezza brevemente il pube per poi stuzzicarmi il clitoride seguendo il ritmo delle dita. La mia mano destra si stacca dal suo membro e insieme alla sinistra finiscono sulla sua spalla. Lo stringo a me e abbasso il viso. Le nostre labbra si incontrano ancora una volta. Mi bacia e infila la lingua nella mi bocca. La sua schiena è umida e sudata come la sua fronte alla quale si sono attaccati i capelli. Esce le sue dita da me e si posiziona sul mio corpo. Afferro il lenzuolo da un lembo e lo tiro su fino al suo sedere.
«Shan...» Sussurro e prendo la sua testa fra le mani per guardarlo negli occhi.
«Dimmi...» Posa la fronte sulla mia e mi guarda. I suoi occhi sono brillanti e assomigliano a delle pietre preziose. Sono qualcosa di unico e raro.
«Ti amo. Non ho mai amato nessuno quanto te...sei l'unico e sarà cosi per sempre anche se non mi vorrai»
«Ti ho aspettata per tanto...troppo...» Lo tiro a me posando la mano sulla nuca e lo bacio. Con l'altra mano gli accarezzo la schiena scendendo sul suo sedere che spingo verso di me per costringerlo ad entrare. Lentamente entra dentro di me abbassando il bacino e mi riempie tutta. Sento un po' bruciare ma non m'importa. Come sempre lui si ferma prima di iniziare a spingere lentamente. Ansimo nel suo orecchio e sulle sue labbra guardandolo negli occhi mentre il suo bacino acquisisce un ritmo più veloce. Poso le mie labbra sulla sua spalla, la mordo e lecco leggermente per contenere i gemiti. Le sue spinte si fanno più vigorose e profonde. Ha un ritmo veloce, costante e deciso. Sento il suo membro pulsare e gonfiarsi dentro di me. Il suo bacino si abbassa ancora spingendo contro il mio per farlo strusciare sul clitoride. Suda e continua a muoversi. Non ho termini di paragone con nessuno, ma credo che Shan faccia l’amore in modo unico. Per lui è come musica, deve seguire il ritmo. Tutta la sua vita è scandita e ha un ritmo, come la sua batteria. Nel suo sangue non ci sono solo globuli bianchi e rossi, no, c’è musica. Da quando era piccolissimo, 4 anni, ha sviluppato un amore profondo per la musica. Certo, battere con due bacchette su delle pentole non è musica, però, piano piano ha capito cosa avrebbe fatto della sua vita. Ha sempre fatto musica, fin da piccolo, e questa alla fine lo ha ringraziato ripagandolo. Il suo impegno e la sua completa devozione ad essa gli hanno permesso di essere quello che è ora.
Con un paio di spinte decise raggiungiamo l'apice del piacere. I nostri respiri sono affannati e i cuori tentano la fuga dalla cassa toracica. Esce lentamente da me e inizia a tracciarmi una scia di baci: collo, seno e infine la pancia che guarda sorridendo per poi baciarla.

Se mi avvicino ti lasci andare. Se mi avvicino ti lasci toccare. Se mi avvicno ti voglio sentire. Se ti avvicini facciamo l'amore. E poi domani se piove o c'è il sole, non m'interessa e non voglio sapere. Come sei bello, lasciati guardare.
   
 
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