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Autore: Forbidden Colors    21/03/2013    7 recensioni
Reira,una giovane ragazza in cerca di vendetta.
Reira,pronta a tutto pur di ottenerla,anche di uccidere Ziva David.
Ma è veramente l'unica a cercare giustizia? E soprattutto cosa vuole dai David?
Una storia scritta di getto su Ncis e su Tony/Ziva. Spero vi piaccia :)
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anthony DiNozzo, Un po' tutti, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3:I have nothing but death in my heart


Un odore acre avvolse Ziva appena mise piede nella stanza.
Era sola.
Tony,proprio quando stava per entrare,era stato richiamato da Gibbs-probabilmente senza alcun motivo in particolare-ma Ziva era contenta che non dovesse subire anche lui quella che si preannunciava essere una conferenza colma di tensione.
Aveva visto la delusione nei suoi occhi,il desiderio di seguirla comunque,non ascoltando il capo,ma era stata lei stessa a dirgli di andare. Non voleva che Tony la vedesse così insicura come solo suo padre riusciva a renderla.
Non era passato molto tempo dall'ultima volta in cui era stata lì ma quel posto non le piaceva...La luce era accesa e rendeva la stanza ancora più strana:era come se le pareti arancioni volessero in qualche modo contrastare la tristezza che aleggiava in tutto il perimetro.
I suoi pensieri furono interrotti bruscamente:lo schermo si accese e comparve suo padre.
Buffo-penso' lei-e' da più di sei mesi che non lo vedo né tantomeno lo sento per telefono e adesso nel giro di una notte ci siamo parlati già due volte.
"Shalom di nuovo Ziva."
Silenzio.
"Il direttore Vance mi ha avvisato dell'attentato,spero che stiate tutti bene"
"E da quando ti interessa?"
"Non fare così Ziva cara,lo sai benissimo che mi interessa"

"Non mi chiami mai per chiedermi come sto quindi salta i convenevoli e dimmi cosa diavolo sta succedendo"
-stava iniziando ad alzare la voce...
"Ho intenzione di credere,secondo fonti molto attendibili,che qualcuno sia riuscito a eludere la sorveglianza israeliana trasferendosi nel tuo paese con l'intenzione di ucciderti"
Ziva era calma. Suo padre era sempre così diretto. In ogni caso non era certo la prima volta che tentavano di ucciderla.
"E chi sarebbe?"
"Il suo nome e' Reira,sappiamo solo questo"

"Dai papà! Vuoi farmi credere che il direttore del Mossad non sappia altro? Ho il diritto di sapere o preferisci dirmelo quando mi sarà capitato qualcosa o peggio quando farà del male ai miei colleghi?"  Il pensiero che qualcuno venisse ferito a causa sua di nuovo,le provocò una fitta al cuore..
Ora si che iniziava a salire la rabbia.
"Sono questioni private,stanne fuori"
"Tu sei pazzo! Una persona entra negli Stati Uniti per uccidere la propria figlia e tu non le spieghi neanche il perché?! Sono questioni private? Mi hai sempre tirata in mezza abba,ho dovuto compiere missioni su missioni per i tuoi loschi affari,sono andata in capo al mondo per te e sono ancora così poco importante?"
Eli David urlò come mai aveva fatto
"Ora basta! Lo sai che non e' cosi'! Siediti e smettila di mancarmi di rispetto!"
Ziva esito' un secondo prima di sedersi nella sedia preferita di Tony.
In quel momento avrebbe voluto essere in qualsiasi altra parte del mondo tranne che lì.
Forse non voleva sentire la storia di suo padre,non voleva demolire l'ultimo briciolo di fiducia rimasto nei suoi confronti. Forse.
Eli prese un respiro prima di continuare
"Reira Adir e' la figlia di un importante agente della nostra agenzia. Qualche mese fa ci siamo insospettiti per alcuni suoi comportamenti così ho incaricato altri agenti di seguirlo. Abbiamo scoperto che ci tradiva,che svelava alcuni importanti segreti a dei terroristi in cambio di non so quanto denaro.Non avevo scelta. Poteva minare tutto cio' che abbiamo costruito fino ad ora. "
"Non avrai mica.."

"Ho ordinato di uccidere tutti i membri della famiglia,facendo in modo che sembrasse un incidente. Proprio durante la festa degli aquiloni."
Ziva era scioccata. Non riusciva a muoversi nè a parlare e silenziosamente ringraziava sè stessa per aver obbedito al padre ed essersi seduta.
Eli continuo',impassibile.
"Non potevo permetterlo Ziva. E purtroppo anche l'intera famiglia era coinvolta,tutti sapevano troppo. Ho dovuto farlo."
"Vedi dopo lo scoppio della bomba,andato a buon fine,eravamo convinti che fosse tutto finito ma dopo alcuni mesi il caso e' stato riaperto,senza volerlo avevamo fatto un grave errore:al posto della figlia degli Adir avevamo ucciso un'altra ragazza,una certa Olivia,che al momento dello scoppio si trovava con loro. Lo abbiamo capito troppo tardi,Reira aveva già eluso la sorveglianza ed ora e' negli Stati Uniti sotto falso nome.
Per questo,bambina mia,ho paura che quello che è successo questa notte li' da voi sia collegato con lei. Temo che voglia ucciderti Ziva perché non può arrivare a me,sono un bersaglio troppo difficile e pericoloso."

"Credimi,stiamo facendo il possibile per scovarla,ho intenzione di avvisare anche Vance,voglio che ti tenga sotto stretta sorveglianza anche se so che sai badare benissimo a te stessa".

Il silenzio inondò la sala.
Ziva aveva talmente tanto odio dentro di sè che sarebbe stata capace di uccidere in quel momento.
Se non fosse cambiata. Perché il cambiamento subìto in quegli anni fece tramutare l'odio in calde lacrime di disperazione o forse di delusione.
Lentamente si alzò,guardò suo padre e con voce rotta rispose:
"Non hai mai pensato che il problema sia quello che tu,voi come Mossad avete costruito? Hai ordinato di uccidere una famiglia intera,dei bambini innocenti per cosa? Per meri scopi politici ed economici. Solo per la vostra salvaguardia. Io capisco questa ragazza perché sai una cosa padre? Avrei fatto anche io così se fossi venuta a sapere che la mia vita sarebbe stata spazzata via per colpa di bastardi come voi. Non metterò in pericolo la mia squadra,non sta volta né i tuoi agenti devono permettersi di toccare quella ragazza. Quel che farò lo deciderò io stessa da sola senza spargere altro sangue. Promettimi che quando questa storia finirà non sentirò più parlare di te e del tuo Mossad. Mi fate schifo!"
Ziva si girò verso la porta e uscì senza pensare al fatto che stesse ancora piangendo.
Fu investita da una calda luce. In realtà non sapeva proprio cosa fare. Si,avrebbe voluto andare in bagno a vomitare a causa di tutte quelle emozioni ma doveva affrontare tutti adesso.
Non fece in tempo neanche ad alzare la testa che si ritrovo' davanti Tony.
"Ziva! Ziva stai bene? Cosa ti ha detto quel bas.."-Tony stava sempre più pensando di prendere l'aereo e correre a picchiare Eli David. Con passo incalzante si avvicinò a lei e le posò le mani sulle guance.
No,no non adesso Tony ti prego non ce la faccio..
Senza pensarci su si allontano',scese le scale alla velocità della luce,prese l'ascensore e,una volta in macchina,si mise al volante.
Per la prima volta in vita sua l'impassibile Ziva,l'ex assassina più incallita del Mossad,non aveva la più pallida idea di cosa fare. Erano le sette,forse un po' di tempo per pensare l'avrebbe trovato.
Schiacciò il piede sull'acceleratore e partì.
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"Ricordati tesoro,la mamma non vuole che facciate tardi. Dopo una certa ora anche il parco diventa un posto pericoloso per voi. Vi verremo a prendere fra un po',divertitevi!"
Reira si alzò dal letto matida di sudore,il sole stava lentamente sorgendo in cielo scaldando l'aria di quella che si prospettava essere una mattina molto fredda ma limpida. Aveva fatto un incubo. Di nuovo. Da quando era arrivata in America pochi mesi fa,le sue giornate erano state scandite continuamente dal lavoro nel negozio di cd vicino a casa sua,unico suo sostentamento,e il pedinamento del suo obbiettivo finale:la figlia di Eli David.
Nonostante le molte informazione che aveva sul suo conto non aveva un'idea chiara su come agire..era sola,in un paese straniero ,con solo la vendetta dipinta nei suoi occhi verde chiaro. Solo quella e,certo,i continui fantasmi della sua infanzia rubata che le affluivano alla mente.
"Mi affiderò come sempre all'istino"-penso'.
Persa a guardare fuori dalla finestra non si accorse però che,alla televisione accesa dalla sera prima,stavano trasmettendo la notizia dello scoppio di una bomba a pochi isolati dal suo appartamento..
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Quella mattina la stanchezza accumulata da giorni continui di lavoro era sparita da DiNozzo non appena aveva visto Ziva,la sua Zee,uscire in lacrime dalla sala delle videoconferenze. Mai in vita sua,da quando la conosceva,l'aveva vista piangere. L'aveva seguita,si era gettato dietro di lei non appena aveva iniziato a correre verso l'ascensore ma Gibbs lo aveva fermato e fatto salire nuovamente le scale per ascoltare ciò che Eli David aveva detto a sua figlia.
Ora quell'uomo,se così si può chiamare,aveva appena concluso di raccontare l'accaduto anche al capo ma Tony più volte era stato trattenuto da McGee dal mandarlo a quel paese,alzarsi e andarla a cercare.
"Dunque ricapitolando,una ventenne è riuscita ad eludere la vostra sorveglianza,ad entrare in America sotto falso nome e pensiate voglia uccidere Ziva per vendetta?"
La voce di Gibbs che parlava col direttore del Mossad lo riscosse dai suoi pensieri. Questo era troppo.Gli prudevano le mani solo pensando a cos'altro Eli avesse tenuto nascosto a sua figlia.
Le luci della sala si accesero
"Tenetemi informato,i miei agenti arriveranno da voi a breve."
"Non né abbiamo bisogno Eli David,siamo una famiglia noi,ce la caveremo anche senza di loro"- Gibbs spense la chiamata.
"McGee voglio una ricerca approfondita su questa Reira,cerca di scoprire dove alloggia adesso e come si fa chiamare."
"Tony!-lo guardò intensamente negli occhi-cercala! Dopodiché portala a casa mia,vi farò trovare degli agenti non appena arriverete."
DiNozzo non aveva neanche aspettato che finisse la frase. Era già fuori della porta,stava scendendo le scale con velocità. Aveva solo un pensiero in mente:l'avrebbe trovata,a qualunque costo.

Gibbs richiuse la porta dietro di sé,doveva andare da Vance a fare rapporto dopodiché da Abby per chiederle notizie sulla bomba..non sapeva perché ma dentro di lui sentiva che quella Reira non c'entrava con l'avvenimento di quella notte .
Tony in quel momento era entrato in ascensore.
Gibbs lo guardo' andarsene. "Ah! Dovrò rivedere la regola numero dodici.." Disse con un filo di voce.



Angola dell'autrice
Alloraaaa!!! Dite la verità ve l'aspettavate che non fosse Reira l'artefice di tutto??
Maledetta la mia mente contortaaaaaa ^^
Mi devo scusare con voi sia per eventuali errori di battitura (non sempre riesco a ricontrollare il testo) sia perchè non sono soddisfatissima del capitolo..spero di non avervi deluso :)Ah e mi spiace di aver fatto un Eli così cattivo xD
Grazie a tutti di cuore! RECENSITEEEEE :)
Ale
 SSIASSIA

  
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