Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: MidnightChaos    21/03/2013    6 recensioni
Per salvare la vita del fratello Niall, Cassie si troverà di fronte ad una scelta che le cambierà la vita. Si troverà a stringere un patto col Diavolo. Ma quali sono le condizioni di questo patto? E chi è il Diavolo? Cassie riuscirà a rispettare le condizioni del patto? E il diavolo, ci riuscirà?
Dal capitolo 2:
-Chi sei? – chiesi spaventata, facendo saettare lo sguardo da un punto all’altro del parco.
-Non è importante chi sono. L’importante è che io posso aiutarti – rispose pacato.
-Come?
-Un patto – rispose succinto.
-Un patto? Che genere di patto?
- Io salverò tuo fratello ad una condizione.
[……]
-Complimenti ragazzina, hai stretto un patto col Diavolo
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


















Zayno era rimasto tutto il maledettissimo giorno a casa nostra. Sentivo il suo vociare unito a quello di mio fratello provenire dal salotto, probabilmente stavano giocando a quello stupido gioco di calcio. Come mi aveva detto mio fratello era rimasto anche a cena e poi finalmente se n’era andato. Mentre la sottoscritta, come aveva preannunciato , non si era mossa dalla camera. Avevo passato tutto il pomeriggio a fare i compiti e davanti al computer. Stranamente quella notte avevo dormito serenamente, come non succedeva da anni. Niente incubi, niente risvegli bruschi e improvvisi nel bel mezzo della notte. La mattina mi alzai, fresca e rilassata come una fiore appena sbocciato, senza dover aspettare mio fratello che mi faceva da sveglia vivente. Stavolta sarei stata io a svegliarlo.
Trotterellai fino al bagno e feci una doccia veloce, mi asciugai ancora più velocemente e mi piantai davanti all’armadio. Presi un paio di jeans grigio chiaro, una felpa color crema e mi infilai le converse dello stesso colore della maglia. Sotto lo sguardo sorpreso di mia madre, che reputava incredibile un mio risveglio così mattiniero, mi infilai senza farmi sentire dentro la camera di mio fratello. Mi richiusi la porta alle spalle lentamente e mi ritrovai chiusa nella camera completamente immersa nell’oscurità. Non riuscivo a vedermi nemmeno i piedi da quanto c’era buio ma non avevo bisogno della luce per sapere dove si trovava il letto di mio fratello. Feci un sospiro profondo, mi molleggiai sulle gambe e presi la rincorsa per lanciarmi come una matta sopra il letto. Atterrai su di lui con l’eleganza di un ippopotamo legato ma non diede segni di fastidio, rimase immobile. Mi sdraiai totalmente sopra di lui e gli infilai le mani nei capelli per poi spettinarlo violentemente e iniziare a cantilenargli in un orecchio.
-It’s time to get up, brother! Fratello sorgi e brilla!
Due grandi mani che mi afferrarono improvvisamente i polsi e mi bloccarono mi fecero sobbalzare. La risata che ne seguì mi fece gelare il sangue.
-Io non sono tuo fratello – mi sussurrò all’orecchio.
Mi paralizzai. Quella voce. Non poteva essere la sua. Non era statisticamente possibile ritrovarmelo sempre tra i coglioni!
-Però. Sei intraprendente – mormorò troppo vicino al mio viso.
 Ancora confusa sbattei più volte le palpebre sperando di trovarmi in un brutto sogno, magari mi sarei svegliata. Ma così non fu. Una fila di denti bianchi e perfetti apparve proprio sotto di me e riconobbi le sue labbra carnose e quel  ghigno diabolico.
Mi divincolai e scattai all’indietro ma persi l’equilibrio e caddi rovinosamente dal letto picchiando una culata madornale per terra. Lo sentii ridere di gusto. Avvampai e mi alzai più veloce che potevo.
-Che cazzo ci fai qui? – sbottai.
-Dormivo finchè non mi sei saltata addosso – mi rispose in tono malizioso.
Oh….Fanculo!
-Ma non ce l’hai una casa? – sbraitai acida.
-Certo .        
-Perfetto! Vacci e togliti dai coglioni! – sbottai.
Non sentii nessuna risposta, ero riuscita a zittirlo. Ora potevo girare sui tacchi e fare la mia uscita trionfale. Ed è quello che avrei fatto se un braccio non mi avesse cinto la vita e sollevato di peso.
-Che cazzo stai facendo? – urlai mentre scalciavo all’aria e tentavo di divincolarmi, senza risultato.
- Voglio spengere i tuoi bollenti spiriti – mi rispose perentorio.
Che cazzo voleva fare questo coglione? Era incredibile che mio fratello non si fosse svegliato per le mie urla, era in  coma? Uscimmo dall’oscurità della camera di Niall ed entrammo nella mia, che si trovava proprio di fronte alla sua. Chiuse con eleganza la porta e mi portò senza fatica fino al mio bagno. Capii troppo tardi quello che voleva fare. Entrò nel box doccia e mi fece scivolare giù dalla sua spalla. Cercai di scappare con uno scatto che di felino aveva ben poco ma come era prevedibile mi bloccò col suo corpo. Allungò una mano dietro la mia schiena e aprii il rubinetto. Mi scappò un urlò quando venni investita dal getto dell’acqua gelata. Lui rise probabilmente per la mia espressione e io gli diedi un pugno sul petto per farlo smettere di ridere.
-Ouch! – mi prese in giro, fingendo un’espressione sofferente quando era palese che non gli avessi fatto nemmeno il solletico. Lo stavo maledicendo in tutte le lingue a me conosciute e non. Ma non se ne era andato? Che ci faceva a casa mia?
Dei brividi di freddo iniziarono a scuotermi il corpo e iniziai a battere i denti.
Lui si avvicinò ancora di più a me, stringendomi a sé e avvicinando ancora di più il viso al mio. La voce che aveva risuonato nella mia testa per tutta la giornata precedente adesso esplose nella mia testa come una sirena. Non sapevo cosa mi spinse a chiudere gli occhi ed a tentare di allontanarmi da lui, appiccicandomi il più possibile alla parete alle mie spalle.
-Non avere paura – mi soffiò a pochi millimetri da un orecchio.
 
All’improvviso, davanti a me si materializzò un’ombra nera, con i contorni non definiti, che mi spaventò a morte, facendomi fare un balzo all’indietro. Ero terrorizzata, potevo quasi sentire il sangue gelarsi nelle vene.
-Non avere paura – mi rassicurò la voce.
 
 
Un flebile ricordo si fece spazio di prepotenza nella mia mente.  Sbarrai gli occhi e li piantai nei suoi. Mi ricordò qualcosa quella frase. Era come se fosse la chiave che aveva aperto un cassetto ma non riuscivo a vederne il contenuto perché tutto troppo sfuocato. Quelle parole mi ero familiari ma non riuscivo a ricordare dove, quando e da chi le avessi sentite pronunciare. Lui mi guardò serio, scrutava i miei occhi. Sembrava cercarci dentro la risposta ad una domanda che non mi aveva posto. Spostò il rubinetto sull’acqua tiepida e finalmente smisi di tremare.
Uscì dalla doccia afferrò un enorme asciugamano azzurro e me lo posò sulla testa e sulla spalle. Prese a frizionarmi  delicatamente i capelli, per non farmi male. Sembravo una bambola tra le sue mani, una bambola senza vita. Guardavo il suo volto senza guardarlo veramente, in realtà cercavo tra i ricordi nella mia memoria. Sapevo che mi stavo dimenticando di qualcosa di importante ed ero frustrata perché non riuscivo a ricordare cosa fosse. Mi risvegliai solo quando sentii il rumore del phon come sottofondo ai miei pensieri, come se fossi uscita improvvisamente da uno stato di trance.
-Vattene a fanculo, faccio da sola – ringhiai strappandogli il phon di mano.
Lui alzò le mani in segno di resa e si allontanò senza aggiungere niente.
 
 
 
 
Dopo essermi asciugata i capelli, ritruccata e cambiata scesi in cucina per fare colazione. Con mio enorme disappunto ci trovai Zayno, Borsa, Tracolla o come cavolo aveva detto di chiamarsi a fare tranquillamente colazione, neanche si trovasse a casa sua.
-Ti ho preparato un toast – mi disse con un tono che a qualcun altro sarebbe potuto sembrare gentile.
Cosa si aspettava? Un ringraziamento? Avrebbe aspettato a lungo. Afferrai il toast dal piatto che aveva davanti e lo addentai lasciandoci un buco che solo un morso di Gozzilla avrebbe eguagliato.
Mi sedetti al tavolo nel posto più lontano possibile dal suo e mi versai della spremuta d’arancia nel bicchiere.
-Buongiorno Zayn – salutò allegramente mia madre quando entrò in cucina.
Ecco come si chiamava, Zayn. Non che mi importasse, non mi sarebbe mai stato necessario sapere il suo nome visto che non avevo intenzione di parlargli.
-Dov’è Niall? – chiesi a mia madre-  è tardi, dobbiamo andare a scuola.
-Niall è già andato a scuola tesoro – mi informò.
-E io come cavolo ci vado a scuola? Volando? – sbottai.
-Zayn si è gentilmente offerto di accompagnarti con la sua moto.
Cosa? Piuttosto sarei andata a piedi. Non avevo la minima intenzione di salire in moto con quel tipo.  Finii in pochi morsi il toast e terminai in abbondanti sorsate la spremuta. Mi alzai spostando rumorosamente la sedia e sparecchiai.
-Ah tesoro – richiamò la mia attenzione la donna – domani mattina presto io e tuo padre partiremo per qualche giorno quindi tu e tuo fratello sarete da soli. Vi prego…non litigate…o almeno provateci!
Annuii poco interessata. Lo sapeva perfettamente anche lei che in quei giorni non avremo fatto altro che litigare come cane e gatto.
-Zayn se vuoi puoi stare qui e controllare i miei due angeli  – propose mia madre.
Mi girai di scatto e la fulminai. Poi guardai il moro e gli feci segno con la testa di non accettare.
-Ma con piacere signora! – gli rispose il paraculo, ignorando palesemente le mie smorfie.
Alzai gli occhi al cielo, sbuffai e uscii con passo svelto dalla cucina. Afferrai la cartella al volo e uscii di casa. Mi aspettava una lunga camminata.
Camminavo con spasso spedito verso la scuola, Il vento mi scompigliava i capelli e mi faceva socchiudere gli occhi. Sentii il rombo di una moto in lontananza avvicinarsi sempre di più fino ad affiancarsi a me. Mi fermai per vedere chi fosse. Il ragazzo si sollevò la visiera del casco e mi ritrovai davanti gli occhi di Zayn, chi altro?
-Dai, Sali che ti offro un passaggio.
-Piuttosto vado fino a scuola strisciando – gli risposi acida mentre riprendevo a camminare.
- Sali – mi ordinò.
-Perché non te ne vai al diavolo? – ringhiai.
Lui mi fissò per qualche istante serio e poi scoppiò a ridere. Cosa avevo detto di tanto divertente? Gli piaceva essere insultato? Lo trovava divertente? Evidentemente si perché era piegato in due dalle risate e si teneva la pancia.
Però aveva una bella risata. Ma che me ne fregava a me se aveva una bella risata? Niente, appunto.
Senza considerarlo ulteriormente girai i tacchi e ripresi a camminare.
-Fermati – mi ordinò la sua voce seria.
E lo feci, mi fermai e mi voltai di nuovo verso di lui. Non ne sapevo il motivo ma mi fermai. Il mio cervello autonomamente aveva deciso di sottomettersi a quel comando.
-Mettiti questo – disse porgendomi un casco – e sali che ti porto a scuola – concluse con tono autoritario.
Ancora una volta il mio corpo agì prima che potessi  formulare un contrordine. Il tono della sua voce non permetteva repliche e mi sentii obbligata ad ubbidirgli. Mi infilai il casco e salii sulla moto, dietro di lui.
-Tieniti.
Cosa? Tenermi a lui? Non ci pensavo nemmeno, era già tanto se gli avevo consesso di salire sulla sua stupida moto.
Quando capì che non mi sarei mossa ripetè l’ordine e io obbedii per la terza volta. Che mi stava succedendo? Perché non potevo resistergli? Non volevo neppure vederlo ed ora ero seduta sulla sua moto abbarbicata a lui per non cadere.
Arrivammo a scuola perfettamente in orario. Scesi dalla moto e mi tolsi il casco. Mi ravvivai i capelli con una mano e lui fece lo stesso. Mi prese il casco di mano e li legò entrambi alla moto. Feci scorrere velocemente lo sguardo sul cortile, ci fissavano tutti. O porca miseria. Le ochette che l’avevano seguito il giorno prima mi fulminavano con lo sguardo e borbottavano tra di loro, coprendosi la bocca con la mano, nemmeno fossi capace di leggere il labbiale. Alzai loro il dito medio e  queste mi guardarono sconvolte. Che esagerazione. Il moro mi raggiunse e quando vide quello che stavo facendo e a chi lo stavo facendo scoppiò a ridere. Lo facevo ridere questo ragazzo, quello era sicuro.
-Andiamo? – mi chiese sorridendomi.
- No, vai da solo.
Mi incamminai verso l’ingresso senza aspettarlo, camminando veloce, sperando inutilmente che non mi raggiungesse, cosa che, appunto, fece in pochi secondi.
-Guarda che è inutile che scappi, abbiamo le stesse lezioni  - mi afferrò un lembo della felpa per farmi rallentare.
Mi fermai e lo guardai scioccata.
-Sempre? – gli domandai disperata ed esasperata allo stesso tempo.
-Sempre – mi confermò sventolandomi davanti alla faccia l’orario delle sue lezioni. Mi bastò una rapida occhiata per rendermi conto che stava dicendo la verità, il suo orario era identico al mio.
Vidi delle onde bionde ondeggiare in lontananza.
-Leaaaaaaaaaa! – la chiamai correndole incontro, sperando così di liberarmi di Valigia. Sperando, appunto, perché in realtà mi seguì come un cagnolino ubbidiente, con la differenza che io non glielo avevo chiesto.
La mia amica spalancò gli occhi quando mi vide arrivare seguita da Marsupio. Il suo sguardò saettava da me a lui e mi lanciò un’occhiata come per chiedermi cosa ci facessi in sua compagnia. Con un gesto della mano le feci intendere di lasciar perdere.
-Lea! Perché non fai fare a…quello – gli indicai il moro – un giro della scuola? – le proposi sorridendole.
-Ma certo! – le si illuminarono gli occhi.
Lo prese a braccetto senza troppi complimenti e lo strascinò via con sé. Prima che si allontanassero troppo sentii chiaramente Lea chiedergli se avesse una fidanzata ma non riuscii a sentire la risposta.
Mi stiracchiai, finalmente libera da quella piattola e mi diressi verso il mio armadietto, lo aprii, presi il libro di fisica e mi diressi alla velocità di un bradipo zoppo verso l’aula.  La classe era quasi piena, era rimasto solo un posto in fondo libero e qualche altro in cima. Mi fiondai subito in quello nell’angolo in fondo vicino alla finestra, non sarei stata accanto a Lea ma nemmeno accanto al moro. Lanciai la cartella sopra il banco per usarla come trincea, appoggiai i gomiti sul banco e la testa sulle mani. Lea e quello nuovo entrarono in classe qualche minuto dopo. Lei sprizzava gioia e felicità da tutti i pori, nemmeno avesse vinto la lotteria, Zayno, non appena varcò la soglia, si guardò intorno, forse alla ricerca della sottoscritta e storse la bocca quando constatò che non c’erano posti liberi accanto a me. Ma che peccato. Ero affranta dal dispisacere.
-Oddio…lo scoperei dall’alba al tramonto! – sentii dire da una voce acuta alla mia destra. Mi voltai e solo allora mi accorsi che mi ero seduta accanto ad una delle oche.
-Perché, dal tramonto all’alba no? – aggiunse un’altra oca nel banco accanto.
Oh santo cielo. Va bè, meglio queste due oche che lui.
Afferrai il cellulare ed entrai su twitter per distrarmi dalla noiosa lezione che non avevo la minima intenzione di seguire.
-Signorina Stevens, se deve stare in fondo solo per chiacchierare è pregata di venire qua, al posto di Malik – riprese la professoressa.
Oh porco cazzo. Spalancai la bocca per protestare ma non mi uscì nessuna parola, fissavo la professoressa sotto lo sguardo divertito di Zayno mentre l’oca accanto a me prendeva le sue cose e faceva cambio di posto col moro.
Non era possibile! Era una persecuzione!
 
 













Girone infernale!
Askarrambad!
Come vi va la vita? Spero bene! Qui si tira avanti u_U
Allora, per prima cosa, vorrei ringraziarvi per le recensioni e per aver messo la storia tra le seguite,ricordate,preferite.
Seconda cosa, mia sorella se l’è presa perché ho detto che era utile quanto…non so quanto cosa, ma era inutile insomma. Quindi stavolta dico: Silvia, graZie mille per il tuo immenso aiuto, mi hai dato così tante idee che questa ff durerà più di Beautiful e hai scritto così tante pagine da fare invidia a Dante, Graie Davvero!
AHAHAHAHAHAH
Ok, basta babbaloccare e parliamo di cose serie.
Che ne pensate di questo capitolo?
Zayn è ovunque e Cassy non riesce a liberarsene.
Che ne pensate del loro incontro mattutino? xD
E quella frase che fa eco nei pensieri di Cassy?
Riuscirà a rinvenirsi prima del nuovo anno?xD
Vi lascio come sempre il mio Twitter: @LoivissaSvitkon
E quello della principessa sul pisello : @SilviaPoletti2
Fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione, se avete voglia…
A me NOI farebbe un sacco piacere *W*
A presto,
Beso :*
  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: MidnightChaos