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Autore: brightclaude    21/03/2013    0 recensioni
Cherry Bloom viene da Bloomington, Indiana.
E' la classica ragazza di provincia: fidanzata da una vita, genitori particolari, attaccata alle proprie origini, devota a Gesù e molto ma molto ingenua.
Per il padre è "usignolo", per la madre è "pulce", per il fidanzato Harry è "ciliegina", per l'amica Adrie è "tonta".
Ma per lei? Chi è Cherry Bloom?
Riuscirà a scoprirlo partendo da Bloomington per andare all'università di Stanford, in California?
E soprattutto, la partenza per Stanford con il suo primo amore Harry finirà come lei l'aveva prevista?
Da Cherry Bloom a Cherry BOOM. Tra una tapioca e l'altra.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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No Smoking

 



 
Non credevo che in California ci fosse tutto questo sole.
Insomma, mi avevano raccontato del caldo, mi avevano raccontato del mare e delle palme… Ma qui è proprio il sole ad essere diverso. È più luminoso. Ti brilla in faccia.

-          Dove si prende il taxi?
-          Non lo so, è la prima volta che prendo un taxi!
-          Ecco… Per di qua.
-          Il LAX di Los Angeles è proprio enorme! Guarda quante vetrate! Com’è moderno… E di legno nemmeno una porta!
-          Ma che ti frega dell’aeroporto, andiamo!

Harry mi sembra preoccupato… Ha la faccia imbronciata, scura. Non lo avevo mai visto così!

-          Tutto okay, hoosier?
Mi avvicino per dargli un bacio ed ecco che si scansa e continua a camminare.
-          Ma cosa…?!
-          Voglio arrivare al college, cili. Sono stanco. Voglio arrivare in quello stramaledetto dormitorio, infilarmi la felpa della Stanford e riposare sull’erba. Non mi hai lasciato riposare per nemmeno un minuto con tutte le tue previsioni catastrofiche sul nostro futuro in aereo.
-          Okay, scusa amore…

Ecco il taxi. Già voglio tornare a casa.



Stanford è circondata da una valle di rocce e di palme. Sembra di stare in Messico. O in uno di quei telefilm dove gira la droga e le ragazze sono sempre in bikini. Il taxi ci lascia proprio davanti all’entrata. Un’enooorme entrata di marmo con un altrettanto enorme scritta incisa nella pietra: STANFORD.
Megalomani?

-          Ragazzi sono sessantacinque dollari.
-          Sessantacinque?!
-          Cili, dai non facciamo le solite figure da provinciali, tiriamo fuori i soldi e basta.

Provinciali? Harry non se n’era mai fatti di questi problemi finora. Perché iniziare proprio adesso? Io sono fiera della mia Indiana! E di certo non solo noi dell’Indiana penseremo che sessantacinque dollari per un taxi siano decisamente troppi!

-          Cili, mi prendi la valigia, che mi fa male il braccio?
-          Okay amore!

Valigia uno, valigia due, valigia tre… Borse e via.

-          Ed ecco le indicazioni per i vari dormitori.
-          Ho letto male o il tuo è ad Est ed il mio ad Ovest?
-          Già ti stai alterando, ciliegina, respira.

Si avvicina e mi sospira su una guancia. Quando lo fa riesce sempre a tranquillizzarmi… È così dolce!

-          Però, scusa, tu sei troppo tranquillo! Io pensavo che avremmo avuto la stessa stanza…

Harry mi blocca il viso con entrambe le mani, lunghe e sottili ma allo stesso tempo ferme e decise.

-          Tesoro. Già siamo un ragazzo ed una ragazza. In più tu sei di medicina, io di legge. Cosa ti ha fatto credere che saremmo stati addirittura nello stesso dormitorio?
-          Ma…

Oh, oh.



Ma quanto pesa questa valigia? Me l’ha chiusa mamma, quindi certamente i 4 chili che ho dovuto pagare per peso extra saranno tutti di tapioca. Certo che Harry una mano me la poteva pure dare… Beh, dai, infondo già dall’aeroporto diceva di essere stanco… Non fa niente, va, lo perdono! Già mi manca. Non vedo l’ora di vederlo. Devo parlargli, poi prima era così strano…

-          Ehi, ma ce la fai?

Senza nemmeno voltarmi per vedere il volto del ragazzo che mi ha appena implicitamente offerto aiuto, gli rispondo di tutta fretta:

-          Ehm, in effetti no, graaaazie!
-          Cosa?  No, volevo solo informarti che ancora non so rianimare in primo soccorso senza adoperare apparecchiature da ospedale…

Lascio cadere le borse e mi volto stupita.

-          Ma dici sul ser…?  STAI VERAMENTE FUMANDO NEL DORMITORIO? È vietato! Vedi? “No smoooking…”. Pensa se fossi tu la causa di un incendio in questo posto!

Ahia. Promemoria 2: mai lasciare le valigie in pendenza sulle scale SOPRA di te.

-          Io almeno riesco a non uccidermi portando delle valigie. Tu invece sì e pensa che non è manco illegale.

Non mi è simpatico. Non mi è per niente simpatico.

-          Ma… Senti un po’. Sei del Texas o sei appena tornata da una festa in maschera?

Ancora accovacciata per terra, osservo dal basso verso l’alto i miei vestiti.

-          Vengo da Bloomington, perché?
-          Da dove?! O merda, non dirmi che sei canadese.

Meglio alzarsi.

-          Ma quale canadese! Sono dell’Indiana, io! E poi perché non ti volti quando parli con le persone? Sai che è da maleducato?!

In effetti, mi ricorda vagamente Adrie.

-          Dall’Indiana! Hai le trecce, un vestito da country girl dei cartoni animati e vieni dall’Indiana. Ora dimmi che ti chiami Pollyanna e stiamo veramente apposto!
-          Pollyanna…che bella… Mia mamma me la raccontava sempre prim…
-          Ma vuoi dirmi come cavolo ti chiami invece di straparlare su Pollyanna?!
-          O Santi Numi, come sei scortese! Sono Cherry… Cherry Bloom.
-          Cherry? Sul serio?
-          Sì… Perché?
-          Non ho mai sentito di qualcuno che si chiamasse Cherry in vita mia. Dai su, portiamo queste maledette borse in camera…

Si gira velocemente e con quel ciuffo pendente e assurdamente decolorato che lo nasconde non riesco a vederlo in faccia.

-          Numero?
-          Ventiquattro.
-          Ah, wow, che emozione…
-          Cosa?
-          Siamo vicini di stanza, Cherry Boom.
-          Cherry Boom? Sono Cherry Bloom, io!
-          Ehm, ho capito, Indiana. Ma Cherry Boom è un film che evidentemente non conosci. Vabbé lasciamo perdere, altrimenti ti confondo ancora di più con tutte queste nozioni sulla vita al di fuori dell’Indiana…

Confermo: non mi è simpatico. Per niente!

-          Quindi… Studi medicina?
-          Ah, ah.

Continua a camminarmi davanti e a portare le mie borse con quella puzzolentissima sigaretta in bocca.

-          Studi medicina e fumi?
-          Ah, ah.
-          Studi medicina e fumi nei dormitori rischiando di uccidere centinaia di persone?
-          Hai finito, santa Cherry?
-          Per favore, sii cortese. Almeno con me!
-          Vabbè senti, la lascio qui. Ecco la porta. Hai la chiave?
-          Sì, ma certamente non mostrerò a te dove la tengo, potresti farmi svenire e derubarmi di tutti i miei beni. Infondo non ti conosco affatto!
-          Ma dico, sei paranoica?
-          Tu sei indiano?
-          No, sono inglese.
-          E perché sei mezzo indiano?
-          Senti. Capisco che sei di Bloomington e non hai mai visto qualcuno diverso dalle mille persone della tua città per tutto l’arco della tua vita. Ma non puoi domandare alla gente che incontri perché è “mezza indiana”. E comunque ho origini pakistane.

-          Ah, capisco. …Ma la vuoi smettere di fumare?!
-          O cazzo, sei l’ansia!
-          Pure? Io… Io ti odio! Sono appena arrivata in questo posto nuovo e mi prendi a parolacce!
-          A chi lo dici!!
-          Addio!
-          Addio! … Addio?! Ma che siamo negli anni Trenta?! Ciao.
-          E non ti far più vedere!

SBAM!! Porta chiusa. Forse troppo forte. Speriamo non si sia rotta!

-          Questa è matta…

Ancora?! Dio, speriamo che le persone qui non siano tutte così antipatiche! Devo chiamare Adrie… Ripensandoci, comunque, nemmeno l’ho visto bene in faccia, quell’arrogante. E nemmeno mi ha detto come si chiama! Che maleducato, che maleducato!

-          Voglio Harry…
-          ¿qué es este lío…?

Mi volto di scatto quasi impaurita.

-          Eh?!
-          Cos’è questo casino…
-          E tu che ci fai nella mia stanza?! Chi sei? Che ci fai nel mio letto!!
-          Ma chi sei te… Yo estaba durmiendo, ieri ho fatto tardi, che ore sono…
-          Io sono Cherry, Cherry Bloom; Bloomington, Indiana. Sono appena arrivata e mi hanno dato la stanza ventiquattro del dormitorio di medicina. Tu chi diavolaccio sei?!

La osservo bene. È infilata sotto le coperte fino al naso, i capelli arruffati danno l’idea di essere un post acconciatura rovinati da una sbronza. Eh, come lo so? Zia Ulma. Si ubriacava sempre alla festa dei padri fondatori! E quei capelli erano il risultato di una nottata folle all’insegna del gin. Insomma, dicevo, i capelli arruffati… Sono castani, castani scuri. Lunghi e sembrano lisci… Ma soprattutto lunghissimi. E poi... Non si è struccata prima di andare a dormire? Sembra un panda, santissimi numi!

-          Hai finito di fissarmi, seis ansiosa.
-          Ehm, sì, scusami… Solo non credevo di avere una compagna di stanza…
-          Non siamo mica a Yale, niña . Comunque, hai qualche cosas da mangiare?

Domanda insolita. Non ha paura che possa avvelenarla? Nemmeno mi conosce!

-          Ehm… Ecco, ho della tapioca. Tieni.
-          Tapioca? Mai mangiata. Fammi sentire, va… Mmm… Buena, sì, si può fare.

Ancora con la bocca piena, continua a rivolgersi a me con parole per niente chiare.

-          Che cosa stai dicendo? Manda giù il boccone, Gesù santissimo!
-          Mmm, dico, yo soy Vanessa Nevàrez.
-          Spagnola?
-          Se. Puertorico, niña.

Multietnica questa Stanford.

-          Beh, piacere allora!
-          Ah, ah. Buenas noches.
Buonanotte… Chissà questa che aveva fatto ieri sera per stare così alle 11 di mattina… Meglio riposarsi va. Una bella doccia e poi chiamate varie!




-          Pronto, Harry?
-          Pronto? Ma perché mi chiami? Vieni in dormitorio, no?
-          Perché non mi cerchi? Non mi chiedi come sto o non vieni tu nel mio dormitorio?
-          Ma perché siamo arrivati da quattro ore, cavolo! Fammi un attimo ambientare!
-          Passa la palla, Jim!
-          Attento!

Risate. Ma chi è che ride così? Ma con chi sta in camera Harry?!

-          Ma chi c’è lì con te, santissimi numi?!
-          Ehm, un po’ di amici… Jim, Chris, Theo… dofvkxskk, Puck che mi picchia mentre ti parlo...
-          Amici? Ma non siamo arrivati da quattro ore? Già hai degli amici?
-          Senti, Cherry, ora devo andare, ci si vede, okay?
-          Ci si vede? … Cherry?! Non mi hai mai chiamata Cherry in vita tua!

Silenzio.

-          Pronto? Pronto?!

Oddio. E adesso?

-          Ma la pianti di urlare, sì o no?!
-          Ancora dormi tu? E che capperi, alzati!
-          Vabbé ho capito vado a farmi una doccia…

È un perizoma quello? Wow, che fisico perfetto… E quell’altro è un tatuaggio?

-          Fai palestra?
-          Sì, perché? Si vede?
-          Sì, insomma, hai un bel fisico, Vanessa!
-          Grazie, muñequita. Anche tu non saresti male se ti togliessi quella tenda di dosso. Parece una delle suore del convento dove yo soy cresciuta.

Vanessa. Vanessa in un convento. Mmm… Un paradosso.

-          E… Il leone…
-          Pantera. È una pantera.
-          Eh, la pantera. È… vera?
-          Beh, di certo no muerde, ah ah ah!

Simpatica. Un po’ diversa da come immaginavo la mia ipotetica compagna di stanza al college (ovviamente dopo aver realizzato che non sarebbe stato Harry), ma poteva andare bene. Almeno sembrava sincera!

-          Che fai oggi? Sai parlare senza usare parole spagnole? Non capisco!
-          Frequento fisica e poi vado a mangiare un boccone in mensa.
-          Capito…

Un silenzio imbarazzante. Certo che questo letto però è proprio comodo! Meno male.

-          E te che fai, Cher?
-          Non lo so… Non conosco nessuno e il mio ragazzo mi ha abbandonata per i suoi nuovi amici…
-          Ragazzo?! Cher ha un ragazzo e ancora non lo ha detto a Van? Racconta tutto, muñequita, sono tutta orecchie… Ti estai facendo interessante!
-          Beh, ecco… Si chiama Harry e viene come  me dall’Indiana…

Si apre la porta all’improvviso. E ora chi è?!

-          Uh, ecco el mi niño preferito! Como estas, mi amor?!
-          Tutto okay, Van.

Tra abbracci e sbaciucchiamenti generali riesco a riconoscere l’arrogante…di stamattina?!

-          Tu!!! Che ci fai in camera mia e come conosci il posto della chiave?!
-          Ah, dimenticavo che da oggi condividi la stanza con Indiana.
-          La conosci?
-          Sì, tu dormivi. Mi ero svegliato per una sigaretta e l’ho vista dimenarsi sulle scale con quattro borse.
-          Ah, capisco… Fumavi nel pianerottolo, eh, viejo zorro!!
-          Ah ah ah, esatto, come sempre...

Ma… Fanno finta che io non ci sia?! Ma che tipi! Che tipi, dico io!!

-          Ehi?! Ci sono anche io, eh!
-          Frequenti fisica, mi amor?
-          Sì, te pure, no?
-          Claro.
-          Ce la portiamo dietro?
-          Va bien, està sola, aiutiamola un poco.

L’essere arrogante si avvicina a me e si piega all’altezza del mio orecchio. Lentamente piega il collo e si avvicina sempre di più al lato destro del mio viso. Io rimango bloccata di fronte a questo gesto inaspettato ma soprattutto di fronte alla sua bellezza altrettanto inaspettata. I suoi occhi da cerbiatto sono spariti dalla mia visuale e tutto ciò che riesco a vedere sono le sue scapole che fuoriescono dalla linea curva della sua schiena, coperta, ma non del tutto, da una maglia nera, un po’ sporca. Con le dita mi tamburella sulle spalle, e mi sussurra qualcosa del genere nell’orecchio.

-          Mi sa che oggi ti tocca passare la giornata con noi ragazzacci…


 
Credo proprio che a questo punto avrei potuto accettarlo.
  
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