Una moglie per Goten
Gli occhi di Trunks, guardavano
l’esile corpo di Valese. Indossava un paio di jeans e una
maglietta fucsia decisamente sexy.
Si sentì assalire da un profondo senso di risentimento nei
confronti dell’amico.
Come aveva potuto ingannare una ragazza così dolce e bella?
“Ancora dieci minuti e siamo arrivati. Tutto bene,
spero...” lei si voltò, lentamente.
“Sì grazie, solo un po’ di
nausea.” disse con voce spenta.
Com’era affascinante quel ragazzo e anche estremamente
gentile, così diverso da Goten.
Strani pensieri l’accompagnarono per il resto del viaggio.
*****
“Smettila di assaggiare tutto!” esclamò
Chichi, con tono di rimprovero.
Invece di risponderle, Goten sprofondò il dito nella soffice
panna della torta e con un rapido gesto lo sollevò,
facendolo poi sparire dentro la bocca.
“Mmh... mamma, sei
la cuoca più brava di tutto l’universo!”
disse con convinzione. Sapeva bene che quel complimento
l’avrebbe rabbonita.
Lei sorrise.
“Vorrei sapere che fine ha fatto tuo padre! Trunks
arriverà a momenti.” borbottò, posando
alcuni bicchieri sul tavolo.
Udirono aprire la porta d’ingresso e si voltarono entrambi.
Entrò una fresca brezza e subito dopo apparve il sorriso di
Son Goku.
“Eccomi a casa, saluti!” Diede
l’impressione di essersi rotolato nel fango, sporco e sudato
dalla testa ai piedi.
“Oh cielo, ma ti sembra il modo di presentarti? Credevo fossi
andato al ruscello a lavarti!” strepitò la donna, battendo
un cucchiaio su una pentola.
“Eh eh, veramente ci sono stato al ruscello, ma sono rotolato
giù per un dirupo, ho trovato una famiglia di scoiattoli in
difficoltà e li ho aiutati a costruire un nido
e...” di colpo fu interrotto da uno strillo.
“Basta! Ti scaldo dell’acqua, così ti
togli quella melma da dosso!”
Goten non riuscì a trattenere una risata e si
avvicinò alla finestra giusto in tempo per scorgere il
veicolo dell’amico.
“Troppo tardi, sta arrivando.” disse, incollandosi
con il viso al vetro per osservare le manovre di atterraggio.
Quando i portelloni si sollevarono il cuore fu sul punto di scoppiare. Per
un attimo temette di cadere e dovette appoggiarsi al muro. Il corpo si
irrigidì e la pelle divenne bianca, quasi cadaverica.
“E’ matto! Cosa gli è venuto in mente di
portarla qui!” Il panico lo assalì.
“Accidenti! Se davvero è rimasta incinta sono nei
guai...”pensò.
Li vide percorrere il selciato e avvicinarsi alla porta.
“Non riesco ad affrontarla adesso...”
mormorò, sentendosi tremare le ginocchia. Si
lasciò trascinare da un impulso incontrollabile.
“Che diavolo faccio?” pensò, mentre le
iridi si incupirono.
Non aveva intenzione di fidanzarsi e tanto meno di sposarla, il suo
cuore apparteneva ad un'altra ragazza.
Per Valese aveva provato solo una forte attrazione, ma non vero amore.
Impaurito, stringendo i denti e incrociando le dita, si
allontanò in punta di piedi verso la scala.
La madre era troppo impegnata a rimproverare il padre e non si accorse
degli strani movimenti del figlio.
Con prudenza, asciugandosi la fronte imperlata dal sudore,
salì i gradini e una volta arrivato davanti alla propria
stanza, vi entrò a razzo, chiudendo velocemente la porta.
Non vedeva l’ora di svignarsela e la finestra aperta era una
tentazione allettante. Vi si lanciò senza pensarci troppo,
volando verso la libertà.
*****
Bussarono alla porta.
“Goten, apri tu per favore, sto controllando la cottura
dell’arrosto.”
Poco dopo la donna chiamò a raccolta ogni briciola della sua
pazienza per non imprecare.
“Goten! Mi ascolti?” sbuffando, chiuse lo sportello
del forno e si affacciò nel soggiorno.
Dopo un breve intervallo di tempo si accorse che del giovane non vi era
nemmeno l’ombra.
“Goten?” borbottò.
Bussarono alla porta insistentemente.
“Vado io tesoro.” disse il marito, ma il risultato
non fu all’altezza delle aspettative: inciampò nel
tappeto e andò ad urtare contro lo spigolo della credenza,
trascinando a terra i numerosi soprammobili.
“Che disastro!” esclamò lei, congiungendo
le mani.
Il guerriero sollevò le spalle e sorrise beato, fregandosi
il capo dolorante.
Bussarono talmente forte che i due coniugi sobbalzarono.
“Arrivo, scusami Trunks.” Chichi si
precipitò e tirò a sé la porta.
Il sorriso scomparve nel vedere il
viso preoccupato e contrito del ragazzo.
Dietro di lui vi era una giovane dall’aria corrucciata, i
lunghi capelli curati e un abbigliamento firmato, chiaramente
indicativo delle sue origini cittadine.
Quella rapida occhiata bastò ad entrambe, che voltarono lo
sguardo ignorandosi.
“Ciao, vedo che sei in compagnia, entrate.” disse
con tono poco socievole, scostandosi leggermente.
“Grazie.” Il giovane saiyan deglutì,
senza volere si trovava in una situazione alquanto imbarazzante.
Valese cominciò a guardarsi in giro, rimanendo delusa dalla
semplicità dell’arredamento.
Poi, improvvisamente impaurita, scorse
nell’ombra una figura somigliante al fidanzato. Era distesa a
terra e le stava sorridendo.
“Oh Santissimo... quello chi è?”
Proprio come fanno in bambini, lui, con un salto balzo in piedi e corse
ad abbracciarla, dandole un buffetto sulla guancia.
“Piacere, Son Goku.” Per fortuna Trunks
riuscì a liberarla, prima che si accasciasse al suolo
svenuta.
“E’ il padre di Goten.” le
spiegò, ridacchiando e
cercando di alleggerire la tensione.
Sconvolta, non sapeva che cosa fare, né che cosa dire, forse
sarebbe stato meglio andarsene ed essere una ragazza madre.
D’altra parte, non voleva rinunciare
all’opportunità di dare sfogo alla sua rabbia,
quel verme meritava una lezione per il modo in cui l’aveva
trattata.
“Dov’è quel bellimbusto di suo
figlio?” chiese in malo modo rivolgendosi a Chichi.
La donna non gradì molto quel tono arrogante.
“Cosa ti importa di lui? E poi scusa, non sei la ragazza di
Trunks?” domandò risentita.
Silenzio imbarazzante.
“Forse è meglio che sia io a spiegare.”
Il saiyan dai capelli lilla si fece avanti, raschiando la gola.
La signora Son si mise subito in agitazione, ripensandoci le parve
sospetto che il figlio fosse scomparso proprio qualche attimo prima
dell’arrivo della ragazza.
Rabbrividì e la squadrò meglio, tentando
di non farsi notare. Malgrado
tentasse, non riuscì a trovare
niente che la rendesse un poco gradevole ai propri occhi.
“Mi volete spiegare?” sbottò.
“ Lui dov’è?” chiese il
giovane Brief, dando un‘occhiata in giro.
Prima che la donna potesse rispondergli, si
intromise la ragazza.
“Signora, c’è poco da spiegare, il suo
caro figlioletto mi ha messo incinta!”
Era esplosa, cogliendo tutti di sorpresa e ora la guardavano a bocca
aperta.
“Urcaaa!” si limitò a dire Goku, mentre
la moglie lo fulminava con gli occhi.
“Oh accidenti, che pasticcio!” disse quasi con
raccapriccio.
“La disgrazia peggiore l’ho avuta io, quando ho
conosciuto quel bugiardo!”
Le parve di non farcela, la vita le sembrava troppo ingiusta e quella
famiglia non le piaceva neanche un pò.
“Calmiamoci, non ho ancora capito dov’è
finito Goten." Trunks tentò di rasserenarli, ma nessuno lo
ascoltava.
Valese singhiozzava.
“Non piangere, se mio figlio è il padre si
prenderà le sue responsabilità non
temere.” Quelle parole le erano venute sulle labbra
d’istinto.
“Certo, vi sposerete. Aspettiamo che ritorni e sistemeremo
tutto.” continuò Goku, era difficile negargli
quella generosità che l’aveva sempre
contraddistinto.
“Grazie, il problema è che mio padre mi ha buttato
fuori di casa e non so dove andare...”
Scoppiò in un pianto dirotto, presa da tutta la sua angoscia.
Sembravano tutti preoccupati quanto lei, specialmente Trunks. Era
livido di rabbia, se avesse avuto Goten sotto mano gli avrebbe dato una
bella lezione.
“Ti fermerai qui da noi, dormirai in camera di mio figlio,
tanto non sarà una novità dividere il letto con
lui!”
“Per chi mi ha preso?” Cominciò a
protestare.
“Senti, dovremo sopportaci a quanto pare, quindi cerchiamo di
cominciare bene.” Chichi aveva un aria sconvolta e si sentiva
come se qualcuno le avesse rovesciato addosso dell’acqua
gelata, ma ormai il danno era fatto, sarebbe diventata nonna e in fondo
non le dispiaceva, piuttosto, era preoccupata per il figlio.
Si dimostrava così
immaturo ed egoista, come avrebbe reagito alla notizia?
“Io avrei fame!” Goku aveva un' espressione
implorante e di nascosto aveva ingoiato un boccone.
“Sediamoci a mangiare, sono convinta che tra poco
tornerà.” invitò la signora Son, non
era poi così sicura, ma non lo diede vedere.
Nella sua mente si intrecciavano ricordi e sensazioni, gli occhi scuri
tradivano ansietà.
“Che guaio, cosa posso fare? Non voglio rinunciare alla donna
che amo.”
Che orrenda prospettiva l’idea di sposarsi con
Valese.
Gli sembrava che la testa gli scoppiasse e il cuore si fosse frantumato.
“Bra, come faccio a vivere senza di te...” balbettò.
Ringrazio tutti i lettori che
apprezzano le mie fic .
Un bacio a :
Valese89,
Sorella di Gogeta, Dolcissima_Bra, ary22, liri,
LoveDolphin, Ally, miss miyu 91, nicichan, Mimi18, Bra, ike.
Nihal_N
– non so come farei senza di te...grazie ti voglio tanto bene
^^
A presto LORIGETA ^^