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Autore: Cleo    10/10/2007    1 recensioni
Post "Chosen". Come regalo di compleanno, Buffy riceve un biglietto aereo che le permette di tornare a Sunnydale e chiudere i conti ancora aperti con il suo passato. Ma cosa succederebbe se sul cartello di benvenuto trovasse un'indicazione per ritrovare chi ha perso?
*Versione riveduta e corretta*
Genere: Romantico, Commedia, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Angel, Buffy Anne Summers, Dawn Summers, William Spike
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 4 – Buffy is cooked

 

Facendo finta che i bagagli, Angel e Spike non mi interessino più, corro fuori dalla Wolfram&Hart e continuo a correre anche in strada. Corro finché non sento il fiato spezzarsi e le gambe cedere, e solo allora mi concedo di fermarmi ed appoggiarmi ad un muro grigio.

Piango ancora, nonostante io voglia smettere con tutta la mia anima.

Buffy è cotta. Buffy è un biscotto, ormai. Buffy credeva di poter essere mangiata quando voleva lei, ma adesso a chi avrebbe dovuto mangiarla i biscotti non piacciono più. E a Buffy non resta altro che ammuffire.

Voglio tornare a casa. Voglio tornare a Roma. Voglio sedermi sul divano blu come i suoi occhi, mangiare gelato al cioccolato e ricordare piangendo quanto Spike mi amava. Ricordare i baci, le risate, i discorsi, il fare l’amore. Voglio ricordare e fare finta che tutto questo non sia mai avvenuto.

“ Buffy! “

Perché continuo a sperare? Perché sono sempre così stupida da pensare di poter essere finalmente felice?

È destino della Cacciatrice essere sola. E anche se non sono più l’unica Cacciatrice, questa regola vale ancora.

“ Buffy! “

La voce è più vicina. Chiudo gli occhi e li stringo forte.

Sono a Roma, a casa mia. Dawn sta facendo i compiti sul tavolo della cucina ed io sono seduta sul divano blu che ho scelto senza neanche pensare. Lui non è vivo e, se lo fosse, mi avrebbe chiamato.

All’improvviso due braccia forti mi stringono e non posso far altro che aggrapparmi a lui, singhiozzando e stringendo forte gli occhi. Fa male. Oh, Spike, fa così male.

“ Sono qui, Buffy, sono qui…” mi sussurra in un orecchio ed io mi sento morire e rinascere allo stesso tempo.

Scivoliamo lentamente seduti sul marciapiede lurido, mentre io continuo a piangere e lui mi stringe e mi bacia dolcemente i capelli.

Vorrei picchiarlo. Vorrei fargli male, quasi quanto lui ne ha fatto a me. Vorrei fargli assaggiare il suo stesso sangue, e ancora non ne sarei contenta. Vorrei ucciderlo. Vorrei baciarlo.

Apro lentamente gli occhi e lo guardo. Riesco a leggere tante cose nel suo sguardo bagnato. Commozione, tristezza, disperazione. Amore.

È davvero qui. Gli accarezzo il viso, soffermandomi sugli zigomi affilati e sulle labbra piene. È qui.

“ Ti amo, Spike. “

La prima e ultima volta che gli ho detto queste parole lui è morto. Mi aggrappo a lui, sperando che stavolta resti con me.

 

Siamo nel suo appartamento, seduti al tavolo della cucina. Lui sorseggia una birra, mentre io mi rigiro tra le mani il semplice bicchiere d’acqua che gli ho chiesto.
Ci sarebbero ancora tante cose da dire, ma sono ancora troppo arrabbiata per farlo.

“ Allora non sei qui per Peaches. “

Lo guardo dritto negli occhi, sostenendo duramente il suo sguardo così impassibilmente blu.

“ No. “

Getta la bottiglia di birra dentro il lavello. “ Bene. “

Non resisto più. Non ce la faccio. Devo chiederglielo. “ Perché non sei venuto da me? “

Spike sorride amaramente, abbassando gli occhi sul tavolo. “ I motivi sono troppi per spiegarteli tutti, pet. “

“ Credevi che non mi mancassi? “ la mia voce trema come il mio mento. Perché deve essere così? Sempre così difficile e duro…

“ Ho pensato semplicemente che stessi meglio senza di me. A proposito, come sta Briciola? “

Probabilmente dovrei prenderla con calma. Parlargli, spiegare. Chiarire. Ma non posso. Non con lui che mi guarda in questo modo.

Mi alzo in piedi e sbatto sonoramente le mani sul tavolo. Con mio grande piacere, Spike sobbalza.

“Dawn sta bene! Benissimo! Ed io? Io come credi che stia? Oh, sto benissimo! Senza te sto b-e-n-i-s-s-i-m-o! E anche tu senza di me te la cavi egregiamente, vedo! “ Anche Spike si alza in piedi. Ed inizia ad urlare.

“ Bene! BENE! Sai una cosa, sono contento di non esserti venuto a cercare, dato che l’unico modo che conosci per comunicare con me è urlare e insultarmi! “

“ Tu sei…sei…Dio, non trovo neanche la parola! Io…io voglio solo sapere perché non sei venuto da me! E non dirmi che pensavi che io sarei stata meglio senza di te! Non sei tipo da- “

Perché il mio sacrificio avrebbe perso valore ai tuoi occhi! “

Sento le lacrime pungere di nuovo per uscire. Come può aver pensato questo? Come può aver creduto che non l’avrei più amato?

“ Tu sei un imbecille! Io…io…io ti amo così tanto…”

Devo aver sussurato, perché il suono delle mie parole è quasi inudibile alle mie stesse orecchie.

Ci guardiamo intensamente negli occhi e in un secondo annulliamo le distanze, avvinghiandoci come due adolescenti.

“ Tu…sei…un…idiota.” Mormoro fra i baci.
Lui sorride, appoggiando la sua fronte alla mia. “ Allora siamo in due. “

  
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