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Autore: Sylvia Ruth    24/03/2013    0 recensioni
Questa storia è nata da una mia rilettura dei romanzi di uno dei miei autori preferiti: Robert Van Gulik e dalla mia contorta immaginazione.
Ho immaginato alcuni dei suoi personaggi con il viso ed il fisico dei miei musicisti preferiti: i Depeche Mode.
I romanzi sono ambientati nella Cina medioevale ma io, per colpa di una vecchia fotografia del gruppo, ho preferito ambientarla in un paese europeo e come epoca ho scelto la prima metà dell'800.
Genere: Avventura, Mistero, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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I due si siedono ed il più giovane si schiarisce la voce. " Il mio nome è David Gahan, ma tutti mi chiamano Dave. Hai indovinato...Un tempo ero in marina, ma non mi sono mai piaciuti i capitani che si divertono ad usare inutilmente la frusta. Nel mio ultimo viaggio ne ho incontrato uno. Quando ha cercato di fare il prepotente con il nostro mozzo...Un ragazzino di dieci anni...L'ho preso a pugni e me ne sono andato...Senza il suo permesso."

"Marina Militare?" Chiede Andy.

"Civile. Non sono un disertore, se è quello che volevi chiedermi. Ho solo sfilato dalle sue tasche la paga che mi aveva promesso all'ingaggio."

Martin annuisce e guarda interrogativamente l'altro. Un bel ragazzo alto, capelli castani e lineamenti regolari.

" Il mio nome è Alan Charles Wilder e sono nato nella capitale. La mia è una famiglia di musicisti, ma io avevo voglia d'avventura. Ero giovane e abbastanza ingenuo. Allo scoppio della guerra mi sono arruolato. Un alto ufficiale ha mandato volontariamente a morte decine dei miei commilitoni dei quali ero responsabile. Quel maledetto furfante è scomparso e le autorità ai quali ho riferito il fatto si sono sempre rifiutate di cercarlo per processarlo come meritava. Mi sono congedato e da quel giorno giro per tutto il paese nella speranza di rintracciarlo. Ti servirò, ma ad una condizione e cioè che potrò andarmene appena avrò trovato il mio uomo. Perchè ho giurato sulle tombe dei miei compagni che avranno la loro vendetta."

Il giudice osserva attentamente i due uomini e, dopo una pausa, dice:" Accetto la vostra offerta, compresa la condizione di Alan, con l'accordo che, se dovesse trovare quel vigliacco, mi permetterà di tentare di riparare quel torto per vie legali. Potete accompagnarmi a Palme e vedrò come impiegarvi.  Vi presento Andrew Fletcher, mio amico, mio confidente e mio segretario. Dovrete collaborare con lui. Palme è il mio primo incarico e non so ancora come sia organizzato il tribunale di laggiù. Immagino che gli impiegati, gli agenti, le guardie ed il resto del personale siano assunti tra la popolazione, come al solito. Però si sono verificati fatti strani e non mi fido di loro. Dovrete diventare le mie orecchie e i miei occhi. E ora...Andy, altro vino!"


La mattina seguente, quando Martin scende, trova Andy e due nuovi assistenti che lo aspettano pronti a partire. Al crepuscolo sono in vista di Palme. La città sorge su una lunga e stretta penisola.

"Deve essere molto antica." Commenta Dave. " Guardate. E' ancora circondata dalle vecchie mura."

"E' l'unico porto efficiente della regione e la costruzione del canale che lo mette in comunicazione con il fiume ha aumentato notevolmente i suoi commerci. Il fiume è il confine naturale con lo stato confinante. Vi transitano merci provenienti da mezza Europa." Spiega Martin.

La carrozza attraversa gli affollati quartieri commerciali finchè non giungono davanti all'entrata principale del grande complesso di edifici che costituisce la sede del tribunale. Due guardie siedono su una panca e scattano in piedi per salutarli. Dave nota, che alle loro spalle, gli uomini si scambiano strane occhiate. Un agente li accompagna attraveso un grande cortile fino alla cancelleria, dove quattro impiegati si danno da fare con le penne sotto la sorveglianza di un uomo anziano.

"Vostro Onore! Non vi aspettavamo per oggi. Non ho preparato la cena di benvenuto ne i vostri alloggi." Si precipita loro incontro, agitatissimo. "Sono il cancelliere Stone. Al momento sono incaricato dell'amministrazione del distretto."

"Credevo che la postazione militare avesse provveduto ad avvisarvi. Ci sarà stato un malinteso. Intanto che gli agenti scaricano i nostri bagagli sarà meglio visitare il tribunale." Gli risponde gentilmente Martin, cercando di metterlo a suo agio.

Stone prima gli mostra la sala delle udienze e poi, aprendo una porta nascosta da una tenda, il suo ufficio privato.
"Complimenti! E' tutto pulito. Niente polvere. Muri imbiancati da poco...Gli archivi?" Chiede indicando una porta.
"Sì Vostro Onore."
" E qui?" Apre un'altra porta che immette in un secondo cortile, più piccolo.
" La sala di ricevimento. La troverà forse in disordine. Non è più stata usata dalla morte del vostro..."

"MORTO?? Avete trovato il corpo?"
"No e non si troverà mai. E' stato visto il...suo...fantasma..." Mormora spaventato.
"Fantasma?" Martin trattiene una risata. L'uomo è terrorizzato.

"Si. Più di una persona, qui in tribunale, l'ha...incontrato." Stone inizia a tremare. " Bisbigliano che si sia trasformato in un...uomo-lupo..."
"Uomo-lupo? Parla delle leggende sui lupi mannari? Non crederà a quelle sciocchezze?" La sua faccia esprime incredulità.

"NON SONO LEGGENDE. Nei nostri archivi sono documentati molti casi di morti misteriose. Uomini sbranati...Anche in città...I lupi non si avvicinano alle abitazioni." Il suo volto è terreo, i suoi occhi atterriti.

Martin capisce che l'uomo crede veramente a quello che racconta e preferisce cambiare discorso.
"Mi conviene firmare il registro ed assumere ufficialmente la mia carica. Il sigillo?"

Stone con un sospiro di sollievo si toglie dal collo il grande sigillo.
"Facciamo conoscenza con il personale del tribunale e sbrighiamo le prime formalità. In seguito riceverò i...notabili del distretto. Mi mostra i miei alloggi? Vorrei rinfrescarmi e cambiarmi d'abito."

L'uomo sembra imbarazzato. " Il vostro alloggio è in ordine ma, sfortunatamente, i bagagli e gli effetti personali del vostro predecessore sono ancora là. Finora non ho avuto notizie del fratello ed io non so dove spedirli...E non ci sono domestici...Se ne sono andati subito dopo la scoperta della sua scomparsa."
"Allora dove pensava di farmi alloggiare?" Chiede stupefatto.

"Di fronte al tribunale c'è un'ottima locanda Vostro onore. Anch'io vi ho preso alloggio e posso assicurarvi che anche i vostri assistenti..." Comincia ansiosamente.
"Questo è molto irregolare." Lo interrompe Martin. "Sa benissimo che lei dovrebbe abitare all'interno della sede del tribunale."

"In effetti il mio alloggio si trova dietro la sala di ricevimento. " Si affretta a spiegare. " Ma poichè il tetto ha bisogno di riparazioni, ho ritenuto che se mi fossi trasferito, nessuno..."
"Va bene. "Taglia corto. " Ma insisto perchè i miei aiutanti alloggino qui. Fatene preparare uno provvisorio nell'edificio delle guardie."

Stone accenna ad un inchino e si allontana con Dave ed Alan. Andy segue Martin nel suo ufficio privato e gli prepara una tazza di the mentre lui si rinfresca rapidamente.

"Piuttosto nervoso il tipo. Sarà per il nostro arrivo?"
"Penso che sia turbato da qualcosa qui in tribunale. Lo scopriremo a suo tempo."

Dave ed Alan entrano dopo aver bussato. "Ordini?"
"Prima voglio il vostro parere su questo posto."
"Da quel poco che ho visto, le guardie e gli agenti hanno bisogno di un po' di sana disciplina."Risponde Alan.
Dave annuisce. " I loro alloggi sono sporchi e in disordine."

"Ci penserete voi due. Fategli capire che le cose sono cambiate e che tira una brutta aria per gli sfaticati." I due si scambiano un sorriso soddisfatto.

"Che hai in mente?" Andy lo scruta con aria seria.
"Farmi credere un novellino. In fondo lo sono. L'idea me l'ha data quel sergente. RAGAZZINO!! Tzè. " I tre sorridono alla sua smorfa di dispetto. "Hai ancora con te quella montatura senza lenti graduate? "Andy annuisce. " Ne avrò bisogno. Giovane...lo sono. Studioso..." Inforca gli occhiali. " Sarà facile. Ingenuo?...Beh..."

"Quello sarà più difficile. " Mormora l'amico.
"Perchè? Ho l'aria da uomo vissuto?" Martin li osserva con occhi sgranati.
"Se ti comporti come d'abitudine non ci crederanno mai..." Gli risponde con un sogghigno Fletcher. Gli altri commentano la sua uscita con una risata.
   
 
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