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Autore: Andy_914    11/10/2007    4 recensioni
“Lo sguardo, involontariamente, gli cadde fuori dalla finestra. C’era molto vento, l’aria sembrava gelida. Kankuro provò un piacere immenso a stare al calduccio sotto le coperte, e stringendo di più il suo peluche, pensò subito al suo fratellino. Chissà se anche lui ora era al calduccio tra le coperte del suo letto con il suo peluche in mano a guardare il vento che trasportava piccoli granellini di sabbia nell’oscurità come lui…” Ciao a tutti! Questa è la prima storia che scrivo sul genere Naruto, infatti ho messo l’avvertenza OOC perchè non sono sicura di aver centrato in pieno il carattere dei personaggi. Se potreste perdere cinque minuti del vostro tempo per leggerla e commentarla ne sarei lieta!
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kankuro, Temari
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Insomnia night

 

Note: Dunque, questa storia mi è venuta in mente mentre ero in macchina con i miei amici, anche se non ho ancora capito da dove è uscita fuori. Fatto sta che l’ho trascritta, ma senza nessuna pretesa.

Dobbiate scusarmi se la storia presenta imperfezioni; sono una nuova fan del manga e anime ‘Naruto’, e anche se mi sono impegnata molto per recuperare, può succedere di aver descritto il carattere dei personaggi OOC, ma senza farlo apposta.

Mi scuso anche per il titolo, forse un po’ inadatto.

La storia parla principalmente dei Fratelli Del Deserto, anche se è più incentrata su Temari e Kankuro; i tre sono ancora dei bambini, Temari ha sette anni, Kankuro sei e, secondo i miei calcoli, Gaara dovrebbe averne quattro.

Bene, vi lascio alla storia. Ringrazio anticipatamente tutti quelli che leggeranno e recensiranno, e tutti quelli che leggeranno solamente: grazie per aver perso cinque minuti con la mia storia!

Spero lascerete delle recensioni per dirmi se la storia è di vostro gusto o se devo ritirarmi e cancellarla.

La dedico alla mia migliore amica, Rita, che pazientemente ha acconsentito a leggerla per prima e a darmi giudizi. Grazie!

Baci, Andy_914

 

 

Kankuro era disteso sul suo letto.

Era molto stanco; quel giorno aveva assistito agli allenamenti di sua sorella Temari, e aveva pregato all’infinito il loro sensei di far allenare anche lui.

 

Alla fine, Baki l’aveva accontentato, e aveva “giocato” un po’ con lui per una mezz’ora, il tempo necessario per sfinirlo del tutto. Kankuro però, era contento lo stesso.

Quand’era tornato in casa, poi, era stato ammonito bruscamente dal padre per aver sollevato

l’argomento Gaara, sul quale lui era molto curioso.

 

Non aveva mai capito perché quel fratellino dall’apparenza così innocua non doveva stare a contatto con la sua famiglia, soprattutto ora che bisognava stare uniti più che mai per riempire quel vuoto che aveva lasciato loro madre.

 

Lo sguardo, involontariamente, gli cadde fuori dalla finestra. C’era molto vento, l’aria sembrava gelida. Kankuro provò un piacere immenso a stare al calduccio sotto le coperte, e stringendo di più il suo peluche, pensò subito al suo fratellino. Chissà se anche lui ora era al calduccio tra le coperte del suo letto con il suo peluche in mano a guardare il vento che trasportava piccoli granellini di sabbia nell’oscurità come lui…

 

Basta, non doveva più pensarci. Quelli in fondo non erano pensieri adatti ad un bimbo di sei anni.

Si girò nel letto e cercò di addormentarsi, ma proprio non ci riusciva. Si alzò deciso a sedere sul letto, e con un gesto secco scostò le coperte da se.

 

Scese, col suo peluche in mano, dirigendosi alla porta e uscendo. Attento a non far rumore, chiuse la porta dietro di se e cominciò a camminare lungo il corridoio buio. Si fermò poco dopo davanti ad una porta identica alla sua; l’aprì ed entrò, dirigendosi verso il letto che conteneva una figura piccolina rannicchiata tra le coperte.

 

- Tem? - chiamò.

- Temari? - provò di nuovo, scotendola.

- Kankuro… che c’è? - chiese Temari con voce assonnata.

- Non riesco a dormire, Tem… - disse lui con voce lamentosa. La sorella si stropicciò un po’ gli occhi; poi scostò le coperte, gli fece posto e gli disse - Vieni qui -.

 

Kankuro si sistemò lì, vicino sua sorella, con il peluche stretto ad una mano e lo sguardo fisso al soffitto.

- Tem… Perché papà non vuole che stiamo con Gaara? -. Eccola, la domanda che si faceva sempre, quella a cui non sapeva darsi una risposta almeno lontanamente corretta.

- Beh… Non ne sono sicura ma credo perché papà pensi che sia pericoloso e possa farci male… - le rispose Temari.

- Oh… - esclamò Kankuro. Era un po’ deluso, in fondo lui questa risposta se l’aspettava, ma sentire nemmeno sua sorella sicura lo faceva sentire un po’ amareggiato.

 

Calò il silenzio tra di loro, ognuno troppo concentrato sui suoi pensieri da essere incapace persino da addormentarsi.

- E’ stato lui a far morire la mamma, Tem? - proruppe Kankuro.

Temari ci pensò un po’ su, e poi cominciò ad accarezzare i capelli a suo fratello come faceva sua madre quando uno dei due era preoccupato per qualcosa. Poi rispose.

 

- Questo non lo so, Kanky… - disse sincera.

Ci furono altri minuti di silenzio, gli sguardi incatenati al soffitto, le mani di lei sui capelli di lui, il peluche stretto al petto, le ginocchia vicine e i respiri all’unisono.

 

- Sai che ti dico sorellina? - disse Kankuro. - Non mi interessa se Gaara è pericoloso, se ci può fare male o se è stato lui ad uccidere la mamma. Certo, le volevo bene, e gliene voglio ancora ora, mi manca tantissimo, soprattutto le sue coccole la sera per farmi addormentare e i suoi baci la mattina quando la colazione era già pronta, ma… lei ora è in cielo e non tornerà più… Ora c’è lui qui con noi, è il nostro fratellino, e lo voglio tanto bene lo stesso… -.

 

Temari si ricordò della sua mamma a quelle parole, e le si formò un groppo in gola; cercò di non piangere però, era grande lei, e doveva stare attenta al suo fratellino, doveva sostituire la loro mamma e piangendo non avrebbe concluso niente.

- Hai ragione, Kankuro. E’ nostro fratello, e dobbiamo volerlo bene.- gli rispose, facendo un sorriso amaro.

 

- E poi… Le tue coccole assomigliano molto a quelle che mi faceva la mamma… Mi piacciono… - disse Kankuro accennando un sorriso e sistemandosi meglio per essere accarezzato.

- Sono contenta, Kanky… D’ora in poi sarò io la tua mamma… - gli disse dandogli un bacio sulla fronte.

Tornò ad accarezzarlo amorevolmente, fino a quando, vicini, entrambi si addormentarono.

 

 

Fine

  
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