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Autore: keiko86    24/03/2013    3 recensioni
Rimase alla finestra ad osservare la figura in rapido allontanamento dell'ispettore per un po', poi senza un particolare motivo si sentì come invaso da un senso improvviso di allarme, come un pugno allo stomaco che lo fece quasi piegare in due. Alzò di nuovo gli occhi verso Javert, ormai quasi scomparso in fondo alla via.
"Devo essere pazzo...." Borbottò fra sè, prima di fiondarsi di corsa giù per le scale all'inseguimento dell'uomo che lo avrebbe dovuto arrestare.
******************
Javert aveva ormai preso la sua decisione. Aveva chiuso brevemente gli occhi recitandosi in testa una preghiera (anche se sapeva bene che per lui non ci sarebbe più stato posto in Cielo dopo quell'atto) ed era scivolato giù dal ponte senza un suono, rassegnato.
"JAVERT! NO!!"
Genere: Angst, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Javert, Jean Valjean
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Javert Sviato'
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Ok, è ora direi di mostrare un po' la situazione dagli occhi di qualcun altro... Ed è il momento per un altro, doveroso, confronto... Immagino tutti avranno capito di chi sto parlando! XD


Chapter 04. Reality

Cosette tutto si sarebbe aspettata, quella mattina, tranne lo spettacolo che le si presentò davanti agli occhi quando entrò in salotto...

Dapprima notò suo padre arroccato su una delle poltrone, la testa piegata all'indietro ed un libro abbandonato sulle ginocchia capovolto, vestito con degli abiti da casa ormai piuttosto spiegazzati.

Poi si accorse di quello che a prima vista le sembrò un cumulo di coperte ad occupare il divano.

Avvicinandosi incuriosita scoprì con non poca meraviglia che a far capolino da sotto la trapunta vi era un uomo che non aveva mai visto, con capelli lunghi raccolti in una coda parzialmente sciolta e l'aria austera, arricciato alla meglio sul divano in posizione fetale, le gambe evidentemente troppo lunghe rispetto al suo giaciglio improvvisato raccolte contro il corpo.

Si chiese chi fosse, ma notando che sembrava fosse giusto leggermente più giovane di suo padre pensò fosse un suo amico (si accorse anche di due tazze di the abbandonate sul tavolino, ormai irrimediabilmente fredde), e sapendo quanto questi fosse schivo alle sue domande curiose sulla propria vita privata lasciò cadere la questione con un'alzata di spalle.

Ormai si era abituata alla sua riservatezza, non ci faceva quasi più caso.

Entrambi erano profondamente addormentati, ed avevano un'aria piuttosto arruffata ed esausta (per esempio suo padre dava proprio l'impressione fosse crollato dalla stanchezza mentre stava leggendo), quindi preferì uscirsene dalla stanza in punta di piedi con un sorriso, diretta nelle cucine per preparare una bella colazione per tutti e tre.

Ritornò poco dopo, sorseggiando tranquillamente una tazza di latte caldo e chiedendosi in cuor suo cosa fosse accaduto il giorno precedente, preoccupata. Anche se era in casa aveva udito distintamente e con non poco spavento il rumore degli spari che risuonavano per tutta Parigi, non sapeva ovviamente che il suo amato Marius avesse preso parte alle rivolte nè della bruttissima fine che i suoi amici avevano avuto e che lui stesso fosse scampato alla morte per un soffio, ma provava in ogni caso un deciso senso di inquietudine, come se avesse un brutto presentimento.

Era rimasta sempre dentro l'appartamento, ma si era accorta che suo padre sembrava fosse sparito durante la notte precedente, e questo l'aveva terrorizzata non poco, lasciandola da sola a struggersi su dove l'uomo fosse andato, nonostante il pericolo concreto di incappare in una sparatoria.

Quindi fu non poco l'ovvio sollievo che provò quando lo rivide addormentato in poltrona, quel mattino. Quello che la ragazza non sapeva era che suo padre fosse andato di persona alle barricate, ignorava tutto il discorso della lettera disperata di addio del ragazzo, della corsa disperata di Valjean al suo salvataggio, del suo viaggio attraverso le fogne della città e di come l'uomo avesse anche salvato quello che a tutti gli effetti era il suo persecutore non una ma due volte, e che lo stesso poliziotto fosse proprio la persona che in quel momento dormiva placidamente sul loro divano della sala.

Fu in quel momento che si accorse del foglio accuratamente ripiegato poggiato in bella vista sopra il tavolinetto in legno affianco alla porta d'ingresso, e notandovi scritto sopra il proprio nome si avvicinò e lo afferrò aprendolo, ed iniziando a leggere quella lettera.

A poco a poco la sua espressione si fece sempre più turbata.


Entrambi gli uomini furono svegliati improvvisamente pochi minuti dopo da un forte rumore di cocci rotti, ed essendo da sempre abituati a dormire costantemente sul chi vive, reagirono forse fin troppo bruscamente.

Valjean sobbalzò spaventato finendo per scivolare giù dalla poltrona con un grido sorpreso, mentre Javert scattò a sedere come una molla, rimanendo intecciato però con le coperte e scalciando come un lupo in trappola, mentre nella confusione dall'essere ancora mezzo addormentato credette di essere sotto un qualche tipo di attacco criminale.

- Oof! Che male!

- Maled... Ma che...?!

Quando poi riuscirono a rendersi conto finalmente dei loro dintorni, quasi contemporaneamente si accorsero della ragazza poggiata al muro dinnanzi a loro.

Cosette sembrava una statua di sale; impallidita teneva con una mano tremante la lettera scritta da suo padre ormai accartocciata, mentre la tazza che stava reggendo poco prima le era scivolata dalle dita intorpidite finendo in terra e schiantandosi in mille pezzi, diffondendo sul pavimento una pozzanghera di latte.

Osservava immobile i due uomini senza dire una parola.

Javert la fissò dapprima sorpreso, non avendola mai vista di persona ci mise un po' a capire che quella fosse la figlia della prostituta morta tanti anni prima e di cui Valjean si era preso cura, ma poi notando l'incrociarsi di sguardi fra lei e l'ex forzato comprese.... Rimase dunque immobile ancora seduto fra le coperte, osservando le reazioni dei due.

L'ispettore vide l'altro uomo impallidire non appena posò gli occhi sul foglio tra le mani della ragazza, e che poi tornò a fissarla boccheggiando come un pesce, senza trovare la forza di dirle nulla.

Da parte sua, Valjean dopo un primo attimo di confusione, ed il successivo imbarazzo dall'essere scoperto dalla sua amata figlia a dormire in poltrona accanto all'ispettore Javert, si accorse dell'espressione sconvolta della giovane, e della sua lettera aperta.

Sbiancò.

Se n'era completamente dimenticato.

Quella era la sua lettera di addio a Cosette, che aveva scritto d'impeto la sera prima, disperatamente, mente era ancora convinto che l'ispettore lo avrebbe arrestato da un momento all'altro.... Lì l'avvertiva che il suo amato Marius era in salvo nella dimora di suo nonno, che non doveva più essere in ansia per lui... Ma vi aveva anche confessato infine a cuore aperto tutta la sua storia come ex carcerato, in fuga da anni ed anni, dei suoi continui cambiamenti di nome, di come aveva sempre vissuto nel costante timore di venire scoperto e portato in galera... Di come si scusava con lei di averle sempre taciuto tutto ciò per paura di perderla o turbarla, e della sua profonda vergogna per questo.

Si aspettava però che la ragazza avrebbe letto quel suo addio solo una volta che lui non ci fosse stato più, sapeva che le avrebbe spezzato il cuore ma avrebbe infine saputo la verità, era un suo diritto che le aveva sempre negato.... Ma non aveva mai avuto il coraggio di dirglelo a voce, così sarebbe spettato a quella lettera informarla, senza che lui vedesse la sua espressione distrutta.

Una volta che la situazione con Javert si era evuluta in una direzione totalmente diversa ed inaspettata, però, aveva per un momento pensato di farla sparire, sollevato che non avrebbe dovuto abbandonare più la ragazza... Ma poi non vi aveva pensato più, ed ecco che Cosette la scopriva nonostante tutto.

Terrorizzato dall'aspettativa di un confronto diretto e di una dovuta spiegazione che però non sapeva come dare, si limitò a fissare la figlia adottiva senza fiatare, irrigidito, ancora seduto a terra di fianco della poltrona.

Alla fine fu la stessa Cosette, ancora profondamente scossa, a spezzare quel silenzio teso come una corda:

- Papà...? Padre...? Ma tutto questo... Tutto quello che mi avete scritto... E' vero? Siete un latitante? Jean Valjean?

Valjean continuò a guardarla senza parole, poi si schiarì nervosamente la gola, rispondendole con voce rotta:

-Mia cara figl... Cosette. - Si corresse all'ultimo secondo, non essendo più sicuro se la ragazza lo avrebbe accettato ancora come suo padre - Io... Sì, mi dispiace che tu lo sia venuta a scoprire così, ma quello che ho scritto su quella lettera è tutto vero. Sì, io sono un criminale, il mio vero nome non è Ultime Fauchelevent, ma Jean Valjean.... Sono in fuga dalla giustizia ormai da circa 20 anni, e non ti ho mai detto nulla, me ne vergogno profondamente, ma volevo risparmiarti un dolore....

- Voi...

- Ti ho scritto quella confessione in un momento di disperazione, ero convinto che mi restassero giusto pochi momenti di libertà e per una volta ho cercato di essere onesto con te. E mi imbarazza ancora di più ammettere che avrei di certo distrutto quel foglio, se me ne fossi ricordato.... Ma in fondo è meglio così, e tu sei infine venuta a conoscenza di tutto, delle mie menzogne e colpe... Mi dispiace, in ogni modo se tu non mi vorrai più nella tua vita non posso che comprenderti, non mi merito altro che il tuo giusto risentimento, e mi basterà una tua parola e me ne andrò per sempre, sparirò... E sarai libera di proseguire il tuo cammino al fianco di quel ragazzo che ami, senza la mia presenza inopportuna...

 

Prima che Cosette potesse replicare alcunchè, fu inaspettatamente Javert ad intromettersi nella conversazione:

- Come al solito, Valjean, raccontate le cose omettendo un sacco di particolari!

Gli altri due si girarono sorpresi a guardarlo, mentre l'ispettore si rivolse risolutamente a Cosette:

- Mademoiselle, quello che vostro padre ha così incautamente dimenticato di dirvi è che da anni ormai ha totalmente cambiato vita, quello che un tempo era un vero e proprio criminale si è mutato del tutto in un uomo in odore di santità. Nel suo periodo come sindaco non ha cercato che il bene di tutti quelli che aaveva sotto di sè, che l'avervi cresciuta ed amata come sua è una sacrosanta promessa che fece a vostra madre sul suo letto di morte.... Lo so, ero lì a testimoniarlo.... Che giusto un giorno fa è coraggiosamente andato alle barricate con l'intenzione di salvare da morte certa il vostro amato, c'è riuscito, e nel mentre ha salvato anche me che ero stato scoperto e imprigionato come spia da quegli stessi giovani rivoluzionari.... Ha inoltre trasportato di peso quel giovane attraverso le fogne, lo ha messo al sicuro da suo nonno e infine si è arreso spontaneamente lasciandosi arrestare, e mi ha nuovamente salvato la vita, senza curarsi della sua propria sicurezza personale.... Pochi altri uomini lo avrebbero fatto, devo ammetterlo!

Davanti a quell'arringa così appassionata ed inattesa, Valjean rimase colpito, limitandosi a sussurrare il nome del poliziotto:

- Javert... Io....

Cosette a quel nome sgranò gli occhi, nella comprensione.

- Javert! Voi dunque siete l'ispettore Javert, colui che ha cacciato mio padre per tutti questi anni?!

L'ispettore abbassò il viso, sospirando.

- Sì, mademoiselle. Dite bene. Ho perseguitato Valjean per molti anni, ingiustamente. Non mi merito che il vostro odio e disprezzo. E mi vergogno ad affermare solo ieri ho aperto gli occhi e mi sono finalmente reso conto di come avessi così profondamente torto... Volevo espiare tutto ciò, pagare le mie colpe... E quindi....

Valjean lo interruppe bruscamente:

- Sì, volevate espiare, e quindi avete cercato di uccidervi! Sia chiaro, ispettore, so che ieri eravate scosso e sconvolto, ma non vi perdonerei mai se cercherete nuovamente di suicidarvi!

Cosette durante quel discorso era rimasta muta e sorpresa ad ascoltarli, vedere quei due uomini imponenti così scossi ed entrambi profondamente rammaricati da tutta quella situazione l'aveva colpita.

Si sorpese a sorridere dolcemente, sentendo dentro di sè la spinta a volerli rassicurare a tutti i costi.

- Papà, non dovete temere. Sì, devo ammettervi che leggere la vostra lettera, e scoprire il vostro passato così bruscamente mi ha fermato il cuore, per un attimo, ma non per questo smetterò di amarvi, nemmeno per secondo dovete pensare che vi permetterò di abbandonare la mia vita! Voi per me siete e rimarrete sempre il mio amato padre, non c'è modo che io possa odiarvi o disprezzarvi... Quello che siete stato per me, l'uomo che mi ha salvata, accudita, amata e cresciuta... Vale di più lui che tutto quello che siate stato in passato!

Si voltò quindi verso Javert:

- E voi, ispettore... Ho saputo come avete perseguitato mio padre per tutto questo tempo, di tutto quello che gli avete fatto... Ma sto anche vedendo come siete così evidentemente dispiaciuto e scosso in questo momento, e so che se avete perfino cercato di porre fine alla vostra stessa vita siete davvero rammaricato e pentito per tutto questo... Come potrei mai odiarvi, monsieur?

Entrambi gli uomini si sorpresero a guardare con soggezione quella ragazza, che con quelle poche e delicate parole sagge li aveva saputi risollevare e confortare più che qualsiasi altra cosa.

End chapter 04.


Sì, ho inserito Cosette in questo capitolo, era doveroso che meritasse una spiegazione, anche perchè non era verosimile si alzasse la mattina dopo trovando Javert a dormire sul divano e non si stupisse minimamente di quello sconosciuto comparso all'improvviso come la fatina di zucchero! XD

BTW, Cosette per me ha l'aspetto di Amanda Seyfried, la trovo praticamente identica alla Cosette che mi sono sempre immaginata fin da piccola (quando lessi di lei in un adattamento dei Miserabili per bambini, che comprendeva soltanto la sua storia e quella di Gavroche)!

  
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