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Autore: Mel97    24/03/2013    2 recensioni
Ciao, mi chiamo Gabrielle ho 15 anni e vengo da un piccolo paesino della provincia di Napoli, ma sono appena atterrata all'aeroporto di Parigi con mia madre.
Ho perso mio padre ingiustamente e ne io ne mia madre non riuscivamo più a vivere in posto dove tutto ricordava e parlava di lui. Era nato e vissuto lì, fin quando la camorra non l'ha ucciso sbagliando persona.
Ora posso iniziare una nuova vita in una nuova città
Ma persone del mio passato mai dimenticate potranno ritornare...
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Quel mattinata di sabato non c’era scuola e decisi, appena sveglia, di ridipingere la mia camera e darle un tocco più femminile. Tanto tempo fa’ era lo studio del nonno, ma da quando è morto, la nonna lo ha trasformato nella mia camera da letto (da usare quando sarei venuta per le vacanze estive,ma a quanto pare le cose sono cambiate..). Aveva le pareti giallo canarino, una scrivania di legno placcato bianco, un letto matrimoniale ed un armadio dello stesso genere della scrivania. Quella camera, di lì a poco, sarebbe cambiata e nessuno l’avrebbe più riconosciuta. Mi armai di pittura, pennello e scaletto, avevo indossato una maglietta a mezze maniche verde e una salopette di jeans, nel frattempo il mio computer suonava a tutto volume le note di “Ti vorrei dire” di Fedez, il mio rapper italiano preferito.
“Quando la strada che prendi sembra sempre in salita
ti vorrei dire che va tutto benee..
quando la fortuna è travestita da sfiga
ti vorrei dire che va tutto benee..
quando sembra finita e la speranza è svanita
ti vorrei dire che va tutto benee..
ti vorrei dire che va tutto benee.. (maa)………”
All’improvviso la mamma entrò in camera, stavo quasi per cadere per terra se non mi avesse preso in tempo..
-Mamma, ma perché entri cosi silenziosa in camera mia? Vuoi farmi venire un infarto?
-Gabrielle ma che stai combinando? –mi chiese mia madre mentre mi riprendevo dallo spavento.-
-Mamma te ne ho parlato già qualche settimana fa che avrei cambiato questa stanza!
Da quando la mamma ha trovato un nuovo lavoro, non c’è quasi mai in casa, infatti adesso lavora in una delle più importanti banche francesi, anche prima lo faceva a Napoli…
-A che ora sei ritornata ieri?
Ieri ero stata tutto il tempo da Clare a “studiare”…
-Alle 10 mamma…
-Vi siete divertite?
-Si, abbiamo studiato e poi visto un film..
-Ha chiamato tantissime volte ieri sera un ragazzo… non mi ricordo il nome… Al, Alex, Alec…
Cazzo! Ho dimenticato l’appuntamento con Alec…
 Nel frattempo che ero immersa nei mie pensieri la mamma era ritornata nella sua stanza e io mi rimisi a dipingere ripromettendomi di chiamare Alec per scusarmi…
Nel pomeriggio, feci una pausa e chiamai Alec… Il telefono squillava e al decimo rispose una voce… cosi sexy…
-Pronto?
-Alec?
-Gabrielle… finalmente… ti ho chiamata tutta la sera ieri…
-Si lo so, scusami tanto.. Sono stata tutto il giorno da Clare.. ed ecco, insomma, mi sono dimenticata…
-No, non preoccuparti.. –mi rispose con tono triste..-
-Mi farò perdonare, promesso!
-Che fai più tardi? –mi chiese lui.-
-Ho appena finito di ridipingere la mia stanza, sono molto stanca, quindi non credo che uscirò…
-Magari posso venire da te per aiutarti… in qualche modo…
-Mi farebbe molto piacere…
Mezz’ora dopo qualcuno buossò alla porta e andò ad aprire la nonna..
-Gabrielle, c’è qui un “giovanotto” per te.. –mi annunciò la nonna, pronunciando la parola “giovanotto” in italiano.-
-Ti piace la mia nipotina? Che intensioni hai con lei? –chiese immediatamente la nonna ad Alec.-
-Che cosa?! No, cioè si.. ma… -rispose sbalordito lui.-
-Nonna! –arrivai giusto in tempo prima che dicesse qualcos’altro e Alec si facesse ancora più rosso di un peperone.-
-Scusami piccolina mia, ma una nonna si preoccupa sempre per la sua bambina! –mi disse la nonna nell’orecchio..-
Dicendo queste ultime parole, mi diede un bacio, lanciò un occhiatina ad Alec e ritornò in giardino per curare le sue piantine..
-Tua nonna è… molto simpatica… -disse Alec.-
-Si, ma non si è mai comportata cosi..
-Bhe la capisco, lo farei anch’io se fossi al posto suo… -Il suo viso cominciò a ritornare normale, ma il rossore alle guance rimase comunque. Si avvicino a me e mi diede un bacio, tra la guancia e l’angolo della bocca e come sempre, anch’io arrossì..
Passammo il pomeriggio mettendo a posto la mia  “nuova” camera e ascoltando musica.. Era venuta proprio bene… Avevo pitturato le pareti di rosso, in cantina trovai un tappeto orientale rosso, arancione e blu e poi Alec mi aveva aiutato a montare delle mensolette intonate alla scrivania e all’armadio. Avevo appeso sui muri quadri, poster dei miei cantanti preferiti, foto di Napoli e dei miei vecchi amici, sul comodino accanto al mio letto avevo messo una foto di mio padre ed io appena nata, quando lui mi teneva fra le braccia delicatamente e mi cullava…
-Ti deve mancare molto tuo padre, vero? – mentre prendeva la foto dal comodino.-
-Si, tanto. –risposi io.-
 -Scusami per la freddezza nel modo in cui sto per farti questa domanda, ma… come è morto tuo padre?
Sbiancai, mi incupì, ma prima o poi a qualcuno l’avrei dovuto dire, mi sarei potuta sfogare con Alec, mi fidavo di lui..
-… mio padre è stato assassinato..
-Oh mio Dio, tesoro… deve essere stato uno shock per te… ma perché?
-E morto una settimana prima del mio 15esimo compleanno. Mio padre era stato scambiato per un altro uomo, dei camorristi l’hanno sparato una sera in macchina sotto casa nostra, lui era venuto a prendermi dalla scuola di canto, mi aveva riportata a casa... stava andando al campetto della parrocchia per giocare a calcetto con i suoi colleghi d’ufficio.. l’hanno scambiato per un'altra persona. Io e la mamma siamo impazzite lì, non potevamo continuare a viverci, tutto ci ricordava lui, per questo siamo qui.. vuole ricordarlo felice, come  quando si erano conosciuti..- dissi tutto di fiato, senza respirare, le lacrime scendevano a fiotti, finalmente mi ero tolta un peso, mi sentivo felice, piangevo e ridevo.-
Si avvicinò a me, il suo sguardo si confondeva con il mio , anche il suo fiato con il mio. C'era una musica di sottofondo; erano i nostri cuori che battevano. Le nostre labbra si sono sfiorate, toccate, baciate. Se è un sogno, voglio continuare a sognare.

CIAO A TUTTI!!! Il capitolo non è un granché, lo ammetto.. lo studio mi toglie tanto tempo e per scrivere  mi resta solo un po’ la sera..
Spero che però vi piaccia lo stesso.. 
Baci, Mel <3

  
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